Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se un abito possa essere prodotto da un solo atto

In 1 Sent., d. 17, q. 2, a. 3, ad 4; De Virt., q. 1, a. 9, ad 11

Pare che un abito possa essere generato da un solo atto.

Infatti:

1. La dimostrazione è un atto della ragione.

Ma una sola dimostrazione è sufficiente a causare la scienza, quale abito di una data conclusione.

Quindi l'abito può essere causato da un solo atto.

2. Un atto può crescere sia di numero che di intensità.

Ora, se moltiplicando il numero degli atti si può produrre un abito, intensificando un unico atto si potrà avere lo stesso risultato.

3. La salute e la malattia sono abiti.

Ma un uomo può guarire, o ammalarsi, per un unico atto.

Quindi un unico atto può causare un abito.

In contrario:

Il Filosofo [ Ethic. 1,7 ] scrive che « né una rondine né un giorno solo fanno la primavera; e così non rende beato e felice un giorno, oppure poco tempo ».

Ma la beatitudine, come egli dice [ Ethic. 1, cc. 7,10,13 ], « è un'operazione secondo l'abito della virtù perfetta ».

Quindi l'abito della virtù, e per lo stesso motivo ogni altro abito, non viene prodotto da un unico atto.

Dimostrazione:

Come si è già spiegato [ a. 2 ], l'abito viene a prodursi per il fatto che una potenza passiva viene mossa da un principio attivo.

Ma perché in una potenza passiva si produca una qualità è necessario che il principio attivo la domini totalmente.

Vediamo infatti che il fuoco, non potendo dominare subito il combustibile, non lo infiamma immediatamente, ma ne scaccia un po' per volta le disposizioni contrarie, in modo da dominarlo totalmente e imprimervi la sua somiglianza.

Ora, è evidente che la ragione, quale principio attivo, non può dominare totalmente la potenza appetitiva in un unico atto: poiché la potenza appetitiva è predisposta in molte maniere a una molteplicità di oggetti, mentre il giudizio della ragione, in un unico atto, stabilisce che una data cosa è da desiderare secondo determinati motivi e circostanze.

Perciò da questo fatto la potenza appetitiva non è dominata totalmente in modo da indirizzarsi poi ordinariamente verso il medesimo oggetto quasi per natura, come accade con l'abito virtuoso.

Perciò l'abito della virtù non può essere prodotto da un atto unico, ma da molti.

Si deve poi notare che nelle potenze conoscitive c'è un duplice soggetto passivo: il primo è lo stesso intelletto possibile, mentre il secondo è quell'intelletto che Aristotele [ De anima 3,5 ] chiama passivo, vale a dire la ragione particolare, cioè la cogitativa accompagnata dalla memoria e dall'immaginativa.

Rispetto dunque al primo si può trovare un elemento attivo capace di dominarne totalmente la passività con un unico atto: come un principio per sé noto può costringere l'intelletto ad assentire stabilmente a una conclusione; il che non può fare un principio soltanto probabile.

Per cui è necessario ricorrere a molti atti della ragione per produrre un abito in materia opinabile, anche per quanto riguarda l'intelletto possibile; mentre in tale intelletto si può produrre un abito di scienza con un unico atto della ragione.

- Invece per le facoltà conoscitive inferiori è necessario ripetere più volte i medesimi atti, per imprimere l'oggetto nella memoria.

Per cui il Filosofo [ De mim. et remin. 1 ] scrive che « la meditazione rafforza la memoria ».

È possibile invece produrre con un unico atto gli abiti del corpo, se il principio attivo è di grande vigore: come talora una medicina potente può subito ridare la salute.

Sono così risolte anche le obiezioni.

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