Summa Teologica - I-II

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Articolo 4 - Se i premi delle beatitudini siano enumerati convenientemente

In 3 Sent., d. 34, q. 1, a. 4

Pare che i premi delle beatitudini non siano enumerati convenientemente.

Infatti:

1. Nel regno dei cieli, che è la vita eterna, sono contenuti tutti i beni.

Posto quindi come premio il regno dei cieli, era inutile aggiungere altro.

2. Il regno dei cieli è posto come premio sia nella prima che nell'ottava beatitudine.

Quindi, per lo stesso motivo, bisognava porlo in tutte.

3. Secondo S. Agostino [ De Serm. Dom. in monte 1,4.11 ], nelle beatitudini si procede salendo.

Invece nei premi sembra che si proceda discendendo: infatti il possesso della terra è meno del regno dei cieli.

Quindi tali premi non sono assegnati convenientemente.

In contrario:

Sta l'autorità stessa del Signore, il quale ha proposto questi premi [ cf. Mt 5,3ss; Lc 6,20ss ].

Dimostrazione:

I premi in questione sono assegnati in maniera convenientissima, in base ai rapporti delle beatitudini con i tre tipi di felicità sopra indicati [ a. prec. ].

Infatti le prime tre beatitudini derivano da altrettante ripulse di quanto costituisce la felicità voluttuaria: felicità questa che l'uomo desidera quando cerca l'oggetto del desiderio naturale non dove si deve, cioè in Dio, ma in cose temporali e caduche.

Perciò i premi o ricompense delle prime tre beatitudini sono stabiliti in rapporto a quanto viene cercato da alcuni nella felicità terrena.

Infatti gli uomini cercano nei beni esterni, cioè nelle ricchezze e negli onori, una certa eccellenza e abbondanza: e queste cose sono incluse entrambe nel regno dei cieli, mediante il quale l'uomo raggiunge in Dio una vera eccellenza e abbondanza di beni.

Perciò il Signore ha promesso il regno dei cieli ai poveri in ispirito.

- Inoltre gli uomini crudeli e prepotenti cercano di conquistare la sicurezza distruggendo i loro nemici.

Perciò il Signore ha promesso ai miti il possesso sicuro e pacifico della terra dei viventi: che sta a indicare la solidità dei beni eterni.

- Gli uomini poi, come rimedio ai travagli della vita presente, cercano consolazione nelle concupiscenze e nei piaceri del mondo.

Perciò il Signore promette la consolazione a coloro che piangono.

Le due beatitudini che seguono appartengono invece alle opere della felicità [ propria della vita ] attiva, opere che spettano alle virtù che dispongono bene l'uomo verso il prossimo, ma che trovano ostacolo nell'amore disordinato del proprio bene.

Perciò il Signore a queste beatitudini assegna come premio le cose stesse a motivo delle quali gli uomini sono distolti da tali opere.

Infatti alcuni sono distolti dalle opere della giustizia, non rendendo ciò che devono, ma piuttosto sottraendo le cose altrui, per saziarsi di beni temporali.

E allora il Signore promette la sazietà a chi ha fame di giustizia.

- Altri invece si ritraggono dalle opere di misericordia per non immischiarsi nelle miserie altrui.

Perciò ai misericordiosi il Signore promette la misericordia, che dovrà liberarli da ogni miseria.

Finalmente le due ultime beatitudini appartengono alla felicità [ della vita ] contemplativa: quindi in esse vengono assegnati dei premi corrispondenti alle disposizioni poste come meriti.

Infatti la purezza dell'occhio dispone a vedere chiaramente: e così ai puri di cuore è promessa la visione di Dio.

- Il fatto poi di stabilire la pace, o in se stessi o fra gli altri, mostra che un uomo è imitatore di Dio, che è il Dio dell'unità e della pace.

E allora come premio gli viene concessa la gloria della figliolanza divina, che consiste in una particolare unione con Dio mediante una sapienza perfetta.

Analisi delle obiezioni:

1. Come insegna il Crisostomo [ In Mt hom. 15 ], tutti questi premi in realtà sono una cosa sola, cioè la beatitudine eterna, che l'intelletto umano non può comprendere.

Perciò era necessario che questa ci venisse descritta mediante i diversi beni da noi conosciuti, osservando una corrispondenza con i meriti ai quali tali beni vengono attribuiti.

2. L'ottava beatitudine è una specie di conferma di tutte le beatitudini, e quindi ad essa si addicono i premi di tutte le beatitudini.

Perciò si ritorna da capo, per far capire che ad essa si intendono attribuiti tutti i premi.

- Oppure si può rispondere con S. Ambrogio [ In Lc 5, su 6,20ss. ] che ai poveri in ispirito è promesso il regno dei cieli quanto alla gloria dell'anima, mentre a chi soffre persecuzione nel corpo è promesso [ direttamente ] quanto alla gloria del corpo.

3. Anche i premi sono ordinati fra loro secondo una progressione.

Infatti possedere la terra del regno dei cieli è più che avere tale regno: poiché delle cose che abbiamo molte non le possediamo in modo stabile e pacifico.

Inoltre essere consolati nel regno è più che averlo e possederlo: infatti molte cose le possediamo con dolore.

Ancora, è cosa più grande essere saziati che essere semplicemente consolati: infatti la sazietà implica un'abbondanza di consolazione.

La misericordia poi è superiore alla sazietà: in quanto uno riceve più di quello che poteva meritare o desiderare.

Ma vedere Dio è una cosa ancora più grande: come è più grande in una reggia chi in essa non solo è ammesso al pranzo, ma anche gode della presenza del re.

Però la dignità più sublime nella casa del re è quella di essere suo figlio.

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