Summa Teologica - I-II

Indice

Articolo 7 - Se le circostanze possano aggravare il peccato

In 4 Sent., d. 16, q. 3, a. 2, sol. 1; De Malo, q. 2, a. 7

Pare che le circostanze non possano aggravare il peccato.

Infatti:

1. Il peccato deve la sua gravità alla propria specie.

Ma le circostanze non danno la specie al peccato, essendo suoi semplici accidenti.

Quindi la gravità di un peccato non può dipendere dalle circostanze.

2. Una circostanza o è cattiva, o non lo è.

Se è cattiva, già di per se stessa produce la specie dell'atto cattivo; se poi non è cattiva, non ha elementi per aggravare il male.

Perciò in nessun caso una circostanza può aggravare un peccato.

3. La malizia del peccato si misura dall'allontanamento [ da Dio ].

Le circostanze invece accompagnano il peccato in quanto conversione [ alle creature ].

Quindi esse non accrescono la malizia del peccato.

In contrario:

L'ignoranza di alcune circostanze diminuisce il peccato: come infatti insegna Aristotele [ Ethic. 3,1 ], chi pecca ignorando le circostanze merita perdono.

Ma ciò non sarebbe vero se le circostanze non aggravassero il peccato.

Quindi le circostanze aggravano il peccato.

Dimostrazione:

Come insegna il Filosofo [ Ethic. 2,2 ] a proposito delle virtù, la causa dell'aumento è identica a quella della produzione di una cosa.

Ora, è evidente che il peccato può essere prodotto da qualche circostanza difettosa: dal momento infatti che uno nell'agire non rispetta le debite circostanze, si scosta dall'ordine della ragione.

È chiaro quindi che il peccato può essere aggravato dalle circostanze.

E ciò può avvenire in tre modi.

Primo, in quanto una circostanza fa cambiare il genere del peccato.

Il peccato di fornicazione, p. es., consiste nel fatto che un uomo si avvicina a una donna che non è sua; se però si aggiunge la circostanza che la donna a cui si avvicina è moglie di un altro, si passa a un altro genere di peccato, cioè si passa a un'ingiustizia, poiché si viene a usurpare una cosa altrui.

Perciò l'adulterio è un peccato più grave della fornicazione.

[ Secondo ], altre volte le circostanze aggravano il peccato non perché ne cambiano il genere, ma perché ne moltiplicano gli aspetti peccaminosi.

Se il prodigo, p. es., dà quando non deve e a qualcuno a cui non deve, pecca nel medesimo genere di peccato in più modi di quanto peccherebbe se desse soltanto a colui a cui non deve.

E così il peccato diviene più grave: come è più grave una malattia che colpisce più parti del corpo.

Per cui Cicerone [ Paradox. 3 ] afferma che « nel parricidio si commettono molti peccati: si uccide chi ci ha procreati, chi ci diede il sostentamento, chi ci educò, chi ci diede un posto nella patria e nello stato ».

Terzo, una circostanza può aggravare il peccato accrescendo il disordine proveniente da un'altra circostanza.

Prendere la roba altrui, p. es., costituisce il peccato di furto; se però si aggiunge la circostanza che si tratta di una grande quantità, il peccato è più grave; sebbene il prendere di più o di meno di per sé non abbia il carattere né di bene né di male.

Analisi delle obiezioni:

1. Come fu spiegato in precedenza [ q. 18, a. 10 ], ci sono anche delle circostanze che danno la specie all'atto morale.

- E tuttavia anche le circostanze che non danno la specie possono aggravare il peccato.

Come quindi la bontà di una cosa non si misura soltanto in base alla sua specie, ma anche in base agli accidenti, così la malizia di un atto non si misura soltanto in base alla specie, ma anche in base alle circostanze.

2. Una circostanza può aggravare il peccato in tutti e due i modi.

Se infatti è cattiva, non è detto che debba sempre costituire la specie del peccato: come infatti si è visto [ nel corpo ], può accrescerne la malizia nell'ambito di una data specie.

Se poi non è cattiva, può aggravare il peccato aggravando la malizia di un'altra circostanza.

3. La ragione deve ordinare l'atto non solo rispetto all'oggetto, ma anche in tutte le sue circostanze.

Perciò il disprezzo di una qualsiasi circostanza, come l'agire quando o dove non si deve, produce un'allontanamento dalla regola della ragione.

E questo allontanamento basta per dare il carattere di male.

Ad esso poi segue l'allontanamento da Dio, a cui l'uomo è tenuto ad aderire mediante la retta ragione.

Indice