Summa Teologica - I-II

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Articolo 6 - Se il peccato veniale si possa trovare in qualcuno con il solo peccato originale

In 2 Sent., d. 42, q. 1, a. 5, ad 7; De Verit., q. 24, a. 12, ad 2; De Malo, q. 5, a. 2, ad 8; q. 7, a. 10, ad 8

Pare che il peccato veniale si possa trovare in qualcuno con il solo peccato originale.

Infatti:

1. La disposizione è anteriore all'abito.

Ma il peccato veniale è disposizione al mortale, come sopra [ q. 88, a. 3 ] si è visto.

Quindi in un infedele, a cui non è stato rimesso il peccato originale, il veniale precede il mortale.

E così gli infedeli per un certo tempo hanno soltanto dei peccati veniali, oltre a quello originale.

2. È meno stretta la connessione del peccato veniale con il peccato mortale che quella dei peccati mortali fra di loro.

Ma l'infedele che ha il peccato originale può commettere un solo peccato mortale senza commetterne un secondo.

Quindi può anche commettere un peccato veniale senza alcun peccato mortale.

3. È possibile determinare l'età in cui il bambino può cominciare a commettere un peccato attuale.

Ora, quando egli arriva a questa età può rimanere almeno un po' di tempo senza peccare mortalmente: ciò infatti capita anche ai più scellerati.

Ma in questo tempo, per quanto breve, uno può peccare venialmente.

Quindi il peccato veniale può trovarsi in qualcuno con il solo peccato originale, senza peccati mortali.

In contrario:

Per il peccato originale gli uomini sono puniti nel limbo dei bambini, nel quale, come vedremo [ Suppl. q. 69, a. 6 ], non c'è la pena del senso.

Nell'inferno invece precipitano solo per il peccato mortale.

Quindi non esiste un luogo di pena per uno che avesse, col peccato originale, il solo peccato veniale.

Dimostrazione:

È impossibile che il peccato veniale si trovi in un uomo insieme con quello originale senza un peccato mortale.

E la ragione è che, prima degli anni della discrezione, l'età che impedisce l'uso della ragione scusa l'uomo dal peccato mortale: per cui a maggior ragione lo scusa dal peccato veniale, qualora commettesse delle colpe veniali nel loro genere.

Quando invece l'uomo comincia ad avere l'uso di ragione non viene scusato né dalle colpe veniali, né dal peccato mortale.

Ma la prima cosa che allora si presenta alla sua mente è il deliberare di se stesso.

E se uno ordina se stesso al debito fine, con la grazia riceve la remissione del peccato originale.

Se invece non ordina se stesso al debito fine, secondo la discrezione di cui è capace a quell'età, pecca mortalmente, poiché non fa ciò che è in suo potere.

E da allora non ci potrà essere in lui il solo peccato veniale senza il mortale se non dopo che ha conseguito la remissione di tutti i peccati mediante la grazia.

Analisi delle obiezioni:

1. Il peccato veniale non è una disposizione che precede il mortale in modo necessario, ma solo in modo contingente: come ad es. il lavoro predispone talvolta alla febbre, e non come il calore predispone alla forma del fuoco.

2. Il peccato veniale è incompatibile col solo peccato originale non per la distanza o per l'opposizione, ma per mancanza dell'uso di ragione, come si è spiegato [ nel corpo ].

3. Il bambino che comincia ad avere l'uso di ragione può evitare per un certo tempo gli altri peccati mortali, ma non può esimersi dal suddetto peccato di omissione, se quanto prima non si volge a Dio.

Infatti il primo oggetto che si presenta a chi raggiunge la discrezione è di provvedere a se stesso, ordinando se medesimo e le altre cose all'ultimo fine: poiché il fine è la prima cosa nell'ordine dell'intenzione.

Perciò questo è il momento in cui uno è obbligato da quel precetto divino affermativo [ Zc 1,3 ]: « Convertitevi a me, e io mi rivolgerò a voi ».

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