Summa Teologica - II-II

Indice

Articolo 5 - Se la carità aumenti per addizione

I-II, q. 52, a. 2; In 1 Sent., d. 17, q. 2, a. 2; De Virt., q. 1, a. 11

Pare che la carità aumenti per addizione.

Infatti:

1. Come aumenta la grandezza materiale, così cresce la grandezza qualitativa, o virtuale.

Ma l'aumento della grandezza materiale avviene per addizione: infatti il Filosofo [ De gen. et corr. 1,5 ] insegna che « l'aumento è l'aggiunta a una grandezza preesistente ».

Quindi anche l'aumento della carità, che è di ordine qualitativo, o virtuale, sarà per addizione.

2. Secondo le parole di S. Giovanni [ 1 Gv 2,10 ]: « Chi ama il suo fratello dimora nella luce », la carità è una luce spirituale nell'anima.

Ma la luce cresce nell'aria per addizione: come in una stanza la luce cresce per l'accensione di un'altra candela.

Perciò anche la carità cresce nell'anima per addizione.

3. Spetta a Dio aumentare la carità come a lui spetta il crearla, secondo l'affermazione di S. Paolo [ 2 Cor 9,10 ]: « Egli farà crescere i frutti della vostra giustizia ».

Ma Dio nella prima infusione della carità produce nell'anima qualcosa che prima non c'era.

Quindi anche nell'accrescere la carità produce in essa qualcosa che prima non c'era.

Quindi la carità aumenta per addizione

In contrario:

La carità è una forma semplice.

Ma ciò che è semplice, come dimostra Aristotele [ Phys. 6,2 ], non dà una maggiore grandezza se viene aggiunto a una realtà semplice.

Quindi la carità non aumenta per addizione.

Dimostrazione:

In ogni addizione si ha l'aggiunta di una cosa a un'altra.

Perciò in ogni addizione si deve presupporre almeno concettualmente la distinzione di queste due cose prima della loro addizione.

Se quindi la carità si potesse aggiungere alla carità, bisognerebbe presupporre come distinte la carità da aggiungere e quella che viene aumentata: almeno concettualmente, anche se non realmente.

Infatti Dio potrebbe aumentare anche una grandezza materiale aggiungendo una grandezza che prima non esisteva, ma creata in quel momento.

Questa però, sebbene non esistente nella realtà, avrebbe in se stessa gli elementi per essere concepita come distinta dalla quantità a cui viene aggiunta.

Se quindi la carità dovesse venire aggiunta alla carità bisognerebbe presupporre, almeno concettualmente, la loro distinzione.

Ora, nelle forme esistono due tipi di distinzioni: quella specifica e quella numerica.

Negli abiti [ psicologici ] poi la distinzione specifica dipende dalla diversità degli oggetti, mentre la distinzione numerica dipende dalla diversità del soggetto.

Perciò può accadere che un abito aumenti per addizione estendendosi a oggetti che prima non abbracciava: ed è così che aumenta l'abito della geometria in chi apprende dei dati geometrici che prima non conosceva.

Ma ciò non si può dire della carità: poiché anche la più piccola carità abbraccia tutti gli esseri che devono essere amati con amore di carità.

Quindi nell'aumento della carità non si può ammettere un'aggiunta o addizione di questo tipo, che presuppone specificamente distinte la carità aggiunta e quella che dovrebbe aumentare.

Perciò, se l'aggiunta esiste, rimane che essa avvenga presupponendo una distinzione numerica, la quale dipende dalla diversità dei soggetti, cioè come aumenta la bianchezza se a una parete bianca si aggiunge un'altra parete bianca: sebbene con questo aumento non ci sia una parete che divenga più bianca.

Ma nel nostro caso ciò non può essere affermato.

Poiché il soggetto della carità è soltanto l'anima razionale, per cui un tale aumento della carità non potrebbe avvenire se non aggiungendo un'anima all'altra, il che è assurdo.

E anche se un tale aumento fosse possibile, avremmo ingrandito il soggetto che ama, ma non reso più intenso il suo amore.

Perciò rimane stabilito che in nessun modo la carità può aumentare per addizione, come pensano alcuni.

Quindi la carità aumenta solo per il fatto che il soggetto ne partecipa sempre maggiormente: in quanto cioè il soggetto è maggiormente attuato da essa ed è ad essa maggiormente sottomesso.

Questo infatti è il tipo di aumento proprio della forma che si intensifica: poiché l'esistenza di tale forma consiste totalmente nella sua inesione nel soggetto.

Ora, siccome la grandezza di una cosa dipende dalla sua esistenza, l'incremento di una forma consisterà nel suo esistere maggiormente nel soggetto in cui si trova, e non nel sopraggiungere di un'altra forma.

Ciò infatti avverrebbe se la forma avesse una grandezza o quantità per se stessa, indipendentemente dal soggetto.

Così dunque la carità aumenta intensificandosi nel soggetto, il che è come dire essenzialmente, e non mediante l'addizione di altra carità.

Analisi delle obiezioni:

1. Nella quantità o grandezza materiale ci sono delle proprietà dovute alla quantità e delle proprietà dovute al fatto che essa è una forma accidentale.

Sotto l'aspetto della quantità essa è divisibile, sia secondo il sito che secondo il numero.

Perciò da questo lato si ha un aumento di grandezza per addizione: come è evidente nella crescita degli animali.

Invece sotto l'aspetto di forma accidentale è divisibile solo secondo il soggetto.

E da questo lato ha un aumento suo proprio, come le altre forme accidentali, mediante la sua intensificazione nel soggetto: come è evidente nei corpi sottoposti alla rarefazione, secondo l'insegnamento del Filosofo [ Phys. 4,9 ].

Parimenti anche la scienza in quanto abito ha una grandezza che dipende dagli oggetti.

E da questo lato aumenta per addizione, cioè in quanto uno conosce un maggior numero di cose.

Però ha anche una grandezza come forma accidentale, per il fatto che è inerente a un soggetto.

E da questo lato essa cresce in colui che viene a conoscere le medesime cose con più certezza di prima.

- E così anche nella carità ci sono questi due tipi di grandezza.

Ma la sua grandezza in rapporto agli oggetti non può aumentare, per i motivi indicati [ nel corpo ].

Perciò rimane stabilito che aumenta solo in intensità.

2. Nell'aria si può verificare l'aggiunta di una luce all'altra per la molteplicità delle varie sorgenti luminose.

Ma tale molteplicità nel caso nostro non può darsi: poiché esiste una sola sorgente che diffonde la luce della carità.

3. L'infusione della carità implica una mutazione dal non avere la carità all'averla: per cui è necessario che nel soggetto sopravvenga qualcosa che prima non esisteva.

L'aumento della carità implica invece una mutazione dal meno al più.

Per cui non è necessaria la presenza di cose prime inesistenti, ma una presenza maggiore di quanto prima era meno presente.

Ed è quanto precisamente Dio compie nell'aumentare la carità: egli cioè fa in modo che essa sia maggiormente presente, e che l'impronta dello Spirito Santo venga impressa più profondamente nell'anima.

Indice