Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se la fortezza sia un dono

In 3 Sent., d. 34, q. 1, a. 2; q. 3, a. 1, sol. 1

Pare che la fortezza non sia un dono.

Infatti:

1. Le virtù differiscono dai doni.

Ma la fortezza è una virtù.

Quindi non deve essere posta fra i doni.

2. Gli atti dei doni, come sopra [ I-II, q. 68, a. 6 ] si è visto, rimangono anche nella patria beata.

Invece gli atti della fortezza non rimangono: poiché secondo S. Gregorio [ Mor. 1,32 ] « la fortezza dà fiducia a chi teme di fronte alle avversità », e queste non potranno esistere nella patria beata.

Quindi la fortezza non è un dono.

3. S. Agostino [ De doctr. christ. 2,7.9 ] insegna che è proprio della fortezza « distaccare l'anima da ogni mortifera gioia delle cose temporali ».

Ma le gioie o i piaceri pericolosi sono oggetto più della temperanza che della fortezza.

Quindi la fortezza non è il dono corrispondente alla virtù della fortezza.

In contrario:

Isaia [ Is 11,2 ] enumera la fortezza tra i doni dello Spirito Santo.

Dimostrazione:

La fortezza implica una certa fermezza d'animo, come si è visto sopra [ q. 123, a. 2; I-II, q. 61, a. 3 ]: e tale fermezza è richiesta sia nel fare il bene che nel sopportare il male, specialmente trattandosi di beni o di mali ardui.

Ora, l'uomo può ricevere in due maniere questa fermezza.

O in maniera propria e proporzionata alla sua natura, così da non lasciare il bene per le obiezioni, sia nel compiere un'azione ardua, sia nel sopportare qualche grave sofferenza: e in questo caso la fortezza è una virtù, o specifica o generale, come sopra [ q. 123, a. 2 ] si è notato.

Oppure l'animo dell'uomo viene mosso dallo Spirito Santo a raggiungere il fine di ogni opera iniziata e ad evadere ogni pericolo imminente.

Il che è certamente superiore alla natura umana: talora infatti sfuggono al nostro potere il compimento delle nostre opere, o l'evasione dai mali e dai pericoli, essendone noi talora colpiti a morte.

Ma ciò viene compiuto nell'uomo dallo Spirito Santo, il quale ci conduce alla vita eterna, che è il fine di tutte le opere buone e l'evasione da ogni pericolo.

E di ciò lo Spirito Santo infonde nella mente una certa sicurezza, che elimina ogni timore contrario.

E in questo caso la fortezza è un dono dello Spirito Santo: infatti sopra [ I-II, q. 68, aa. 1,2 ] abbiamo visto che i doni sono degli impulsi dati alle anime dallo Spirito Santo.

Analisi delle obiezioni:

1. La virtù della fortezza abilita l'anima ad affrontare qualunque pericolo, ma non basta a darle la sicurezza di superarli tutti: questo è invece il compito del dono della fortezza.

2. Nella patria beata i doni non hanno i medesimi atti che esercitano nella vita presente, ma i soli atti relativi al godimento del fine raggiunto.

Perciò lassù l'atto della fortezza sarà l'assoluta immunità da fatiche e sofferenze.

3. Il dono della fortezza sostiene la virtù omonima non solo quando affronta i pericoli, ma anche quando compie qualsiasi azione ardua.

E così il dono della fortezza è guidato dal dono del consiglio, che ha per oggetto principalmente i beni più eccellenti.

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