Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se l'onestà debba essere inclusa fra le parti della temperanza

Supra, q. 143

Pare che l'onestà non debba essere inclusa fra le parti della temperanza.

Infatti:

1. Non è possibile che una cosa sotto il medesimo aspetto sia insieme parte e tutto.

Ora, la temperanza è una parte dell'onesto, secondo Cicerone [ De invent. 2,53 ].

Quindi l'onestà non è una parte della temperanza.

2. Nel terzo libro di Esdra [ Esd 3,21 ] si legge che « il vino rende vistosi e onesti i sentimenti ».

Ma l'uso del vino, specialmente se esagerato, come pare intenderlo quel testo, rientra più nell'intemperanza che nella temperanza.

Quindi l'onestà non è una parte della temperanza.

3. Onesto è ciò che è degno di onore.

Ma secondo il Filosofo [ Reth. 1,9 ] « i più onorati sono i giusti e i forti ».

Quindi l'onestà non appartiene alla temperanza, bensì alla giustizia e alla fortezza.

Infatti Eleazaro [ 2 Mac 6,28 ] ebbe a dire: « Con coraggio incontrerò una morte onorata ( honesta ) per leggi così venerabili e sante ».

In contrario:

Macrobio [ Sup. somn. Scip. 1,8 ] mette l'onestà fra le parti della temperanza.

E anche S. Ambrogio [ De off. 1,43 ] attribuisce l'onestà specialmente alla temperanza.

Dimostrazione:

L'onestà, come si è già visto [ a. 2 ], è una certa bellezza spirituale.

Ora, il bello si contrappone al deturpato.

D'altra parte gli opposti risaltano soprattutto nella loro contrapposizione.

Perciò l'onestà appartiene specialmente alla temperanza, la quale esclude ciò che nell'uomo vi è di più turpe e di indecente, cioè i piaceri animaleschi.

Cosicché già nel termine temperanza è incluso con somma evidenza il bene proprio della ragione, che è quello di moderare, o temperare, le concupiscenze depravate.

Perciò l'onestà, in quanto è attribuita per un motivo speciale alla temperanza, è una sua parte, ma non una parte soggettiva, e neppure una virtù annessa, bensì una sua parte integrante a modo di condizione necessaria.

Analisi delle obiezioni:

1. La temperanza viene considerata come parte soggettiva dell'onesto preso in generale.

Ma non è in questo senso che esso è posto fra le parti della temperanza.

2. Negli ubriachi il vino « rende vistosi e onesti i sentimenti » secondo le loro impressioni: poiché ad essi pare di essere grandi e onorabili.

3. La giustizia e la fortezza vanno onorate più della temperanza per la superiorità del loro oggetto.

Ma la temperanza merita un onore più grande poiché essa reprime i vizi più disonoranti, come si è visto [ nel corpo ].

E in questo senso l'onestà appartiene maggiormente alla temperanza, secondo la norma dell'Apostolo [ 1 Cor 12,23 ] che « le membra meno oneste vanno circondate di un onore più grande », che cioè rimuove ciò che è disonesto.

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