Summa Teologica - II-II

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Articolo 8 - Se sia giusto imporre a chi digiuna l'astinenza dalle carni, dalle uova e dai latticini

In 4 Sent., d. 15, q. 3, a. 4, sol. 2

Pare che non sia giusto imporre a chi digiuna l'astinenza dalle carni, dalle uova e dai latticini.

Infatti:

1. Sopra [ a. 6 ] abbiamo detto che il digiuno fu istituito per tenere a freno la concupiscenza della carne.

Ora, la concupiscenza è provocata più dal vino che dalla carne, come si legge nella Scrittura [ Pr 20,1; Ef 5,18 ]: « Lussuriosa cosa è il vino »; « Non ubriacatevi di vino, il quale porta alla dissolutezza ».

Siccome quindi a chi digiuna non è proibito il vino, pare che non vada proibita neppure la carne.

2. Alcuni gustano il pesce almeno quanto la carne di certi animali.

Ora, la concupiscenza è « l'appetito di ciò che piace », come sopra [ I-II, q. 30, a. 1 ] si è visto.

Quindi nel digiuno, che è istituito per frenare le concupiscenze, come non è proibito l'uso del pesce, così non va proibito neppure l'uso delle carni.

3. In certi giorni di digiuno c'è chi fa uso di uova e di latticini.

Quindi anche nel digiuno quaresimale si possono usare questi cibi.

In contrario:

Vale l'uso universale dei fedeli.

Dimostrazione:

Il digiuno, come si è visto [ cf. ob. 1 ], fu istituito nella Chiesa per reprimere le concupiscenze della carne, che hanno per oggetto i piaceri del tatto, ossia il cibo e i piaceri venerei.

Perciò la Chiesa ha proibito nei digiuni di mangiare le cose più gustose e più eccitanti.

Ora, tali sono appunto le carni degli animali che respirano e riposano sulla terra, nonché i loro prodotti, come il latte e le uova.

Tali cibi infatti, essendo più affini al corpo umano, piacciono maggiormente e danno un maggiore nutrimento al nostro corpo: e così è più facile che ne derivi il superfluo il quale, trasformato in seme, costituisce con il suo aumento il massimo incentivo alla lussuria.

Per questo la Chiesa ha stabilito che nel digiuno ci si astenga soprattutto da questi cibi.

Analisi delle obiezioni:

1. All'atto della generazione concorrono tre cose: il calore, gli spiriti vitali e gli umori.

Ora, sul calore influiscono soprattutto il vino e le altre cose che riscaldano il corpo, sugli spiriti vitali le sostanze che gonfiano e sugli umori specialmente le carni, da cui deriva una sovrabbondanza di alimento.

Mentre però l'alterazione del calore e l'aumento degli spiriti vitali passano presto, le sostanze umorali rimangono invece più a lungo.

Perciò a chi digiuna è proibito più l'uso delle carni che non quello del vino, o dei legumi, che gonfiano.

2. La Chiesa nell'istituire il digiuno ha badato alle disposizioni più comuni.

Ora, in generale la carne è più apprezzata del pesce, sebbene per alcuni avvenga il contrario.

Per questo la Chiesa nei digiuni ha proibito la carne piuttosto che il pesce.

3. Le uova e i latticini sono proibiti a chi digiuna in quanto provenienti da animali da carne.

Perciò la carne è vietata più delle uova e dei latticini.

Parimenti, fra tutti i digiuni, il più solenne è quello quaresimale: sia perché è osservato a imitazione di Cristo, sia anche perché ci dispone a celebrare devotamente i misteri della nostra redenzione.

Di conseguenza in qualsiasi digiuno è proibito l'uso della carne, ma nel digiuno quaresimale sono proibite anche le uova e i latticini.

Riguardo ai quali negli altri digiuni vi sono consuetudini diverse, che variano da un luogo a un altro, e che ciascuno deve osservare secondo gli usi dell'ambiente in cui si trova.

Infatti S. Girolamo [ Epist. 71 ] così scrive a proposito dei digiuni: « Ogni provincia abbondi nel proprio senso, e ritenga le usanze degli antichi come leggi apostoliche ».

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