Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se la modestia sia una parte potenziale della temperanza

Supra, q. 143; In 2 Sent., d. 44, q. 2, a. 1, ad 3; In 3 Sent., d. 33, q. 3, a. 2, sol. 1

Pare che la modestia non sia una parte potenziale della temperanza.

Infatti:

1. Modestia deriva da modus, cioè misura.

Ma la misura è richiesta in tutte le virtù: poiché la virtù è ordinata al bene, e questo, come dice S. Agostino [ De nat. boni 3 ], consiste « nella misura, nella specie e nell'ordine ».

Perciò la modestia è la virtù in genere.

Quindi non va posta tra le parti della temperanza.

2. Il valore della temperanza sta nella moderazione.

Ma da questa la modestia deriva il proprio nome.

Quindi la modestia si identifica con la temperanza, e non è una sua parte.

3. La modestia pare che riguardi la correzione del prossimo, come si rileva dalle parole di S. Paolo [ 2 Tm 2,24s ]: « Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, correggendo con modestia quelli che resistono alla verità ».

Ora, la correzione di chi sbaglia è un atto di giustizia o di carità, come sopra [ q. 33, a. 1 ] si è visto.

Perciò la modestia appartiene più alla giustizia che alla temperanza.

In contrario:

Cicerone [ De invent. 2,54 ] mette la modestia fra le parti della temperanza.

Dimostrazione:

Come si è già visto [ q. 141, a. 4; q. 157, a. 3 ], la temperanza impone la moderazione nelle cose in cui è particolarmente difficile moderarsi, ossia nelle concupiscenze relative ai piaceri del tatto.

Ora, come c'è una virtù speciale relativa alle cose più difficili, così ci deve essere nello stesso campo una virtù relativa alle cose meno difficili, poiché la vita umana deve essere regolata in tutto secondo la virtù: come si è già visto sopra [ q. 129, a. 2; q. 134, a. 3, ad 1 ] a proposito della magnificenza, che ha per oggetto le grandi spese, e della liberalità, che invece riguarda le spese ordinarie.

Quindi è necessario che ci sia una qualche virtù che imponga la moderazione nelle altre cose meno appetibili, in cui non è così difficile moderarsi.

E questa virtù è la modestia, che è annessa alla temperanza come alla virtù principale.

Analisi delle obiezioni:

1. Talora il nome generico viene appropriato ai soggetti meno nobili che ne partecipano: come il termine angeli viene appropriato all'infimo ordine degli angeli.

E così anche il modo, o misura, che si riscontra in qualsiasi virtù, viene appropriato alla virtù che impone la misura nelle cose minime.

2. Certe cose richiedono di essere temperate per la loro violenza, come il vino troppo forte; invece la moderazione è richiesta per tutte.

E così la temperanza ha per oggetto le passioni più violente; la modestia invece quelle meno forti.

3. La modestia in quel testo indica la moderazione in senso generale, che è richiesta in tutte le virtù.

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