Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se gli uffici si distinguano per i loro atti

Pare che gli uffici non si distinguano per i loro atti.

Infatti:

1. La varietà degli atti umani, sia nell'ordine spirituale che in quello temporale, è infinita.

Ora, non ci può essere una distinzione definita di cose infinite.

Quindi dalle diversità degli atti non può desumersi una distinzione definita degli uffici umani.

2. Come sopra [ q. 179, a. 1 ] si è visto, la vita attiva e quella contemplativa si distinguono tra loro in base agli atti.

Ma la distinzione degli uffici è diversa da quella delle vite.

Quindi gli uffici non si distinguono per i loro atti.

3. Gli ordini sacri, gli stati e i gradi si distinguono anch'essi per i loro atti.

Se quindi gli uffici si distinguessero in base agli atti, sarebbe identica la distinzione degli uffici, dei gradi e degli stati.

Ma ciò è falso: poiché essi si dividono diversamente nelle specie rispettive.

Quindi gli uffici non si distinguono per i loro atti.

In contrario:

Scrive S. Isidoro [ Etym. 6,19 ] che « officium deriva da efficere, e sta per efficium, con il cambiamento di una lettera per eufonia ».

Ora, efficere [ fare ] si riferisce all'operazione.

Quindi gli uffici si distinguono per i loro atti.

Dimostrazione:

Come si è detto [ a. 2 ], le diversità esistenti tra i membri della Chiesa sono ordinate a questi tre fini: alla perfezione, all'azione e al decoro di essa.

E secondo queste tre cose si hanno tre tipi di distinzione tra i fedeli.

La prima si riferisce alla perfezione.

E in base a questa si ha la differenza di stati in quanto essi sono l'uno più perfetto dell'altro.

- La seconda si riferisce invece all'azione, ossia alle funzioni.

E questa è la distinzione propria degli uffici: poiché quanti sono incaricati di funzioni diverse occupano uffici diversi.

- La terza distinzione si riferisce infine alla bellezza della Chiesa.

E in base a questa si ha la differenza dei gradi: in quanto cioè anche nell'identico stato o ufficio una persona è superiore all'altra.

Da cui le parole del Salmo [ Sal 48,4 ] in un'altra versione [ LXX Interpr. ]: « Dio sarà conosciuto nei gradi di Sion ».

Analisi delle obiezioni:

1. Le distinzioni materiali degli atti umani sono infinite, ma non distinguono i vari uffici; questi invece sono distinti secondo le diversità formali proprie delle diverse specie degli atti, che non sono infinite.

2. « Vita » è un termine assoluto [ e non correlativo ].

Quindi la diversità fra i generi di vita viene desunta in base ai diversi atti che si addicono all'uomo considerato in se stesso.

Invece l'efficienza, da cui si desume, secondo le spiegazioni date [ s. c. ], il termine ufficio, implica l'idea di un atto ordinato ad altri: ed è in questo senso che ha un ufficio il maestro, il giudice e così via.

Per questo S. Isidoro [ l. cit. ] afferma che l'ufficio consiste « nel compiere cose che non danneggiano nessuno, ma giovano a tutti ».

3. La distinzione degli stati, degli uffici e dei gradi è desunta da punti di vista diversi, come si è visto [ nel corpo ].

Tuttavia si danno delle coincidenze: quando uno, p. es. , è deputato a una funzione superiore, ottiene simultaneamente un nuovo ufficio e un nuovo grado, e talora anche un nuovo stato di perfezione per la sublimità delle nuove funzioni, come è evidente nel caso dei vescovi.

Gli ordini ecclesiastici invece si distinguono secondo gli uffici sacri; scrive infatti S. Isidoro [ l. cit. ]: « Ci sono molti generi di uffici, ma il principale è quello riguardante le cose sacre e divine ».

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