Summa Teologica - III

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Articolo 1 - Se con la scienza acquisita, o sperimentale, Cristo abbia conosciuto tutte le cose

Pare che con questa scienza Cristo non abbia conosciuto tutte le cose.

Infatti:

1. Questa scienza si acquista con l'esperienza.

Ma Cristo non sperimentò tutte le cose.

Quindi con questa scienza non conobbe tutte le cose.

2. L'uomo acquista la scienza mediante i sensi.

Ma non tutte le realtà sensibili si offrirono ai sensi di Cristo.

Quindi egli con questa scienza non conobbe tutte le cose.

3. L'estensione della scienza si misura in base agli oggetti conosciuti.

Se dunque Cristo con la scienza acquisita avesse conosciuto tutte le cose, la scienza acquisita sarebbe stata in lui pari alla scienza infusa e alla scienza beata, il che non può essere.

Quindi con la scienza acquisita non conobbe tutte le cose.

In contrario:

Nell'anima di Cristo non c'erano imperfezioni.

Ma la sua scienza acquisita sarebbe stata imperfetta se egli con essa non avesse conosciuto tutto, essendo imperfetto ciò a cui si può aggiungere qualcosa.

Quindi con questa scienza Cristo conobbe tutte le cose.

Dimostrazione:

Come si è detto sopra [ q. 9, a. 4 ], nell'anima di Cristo va posta la scienza acquisita per la convenienza dell'intelletto agente, il quale non può rimanere ozioso, avendo il compito di rendere intelligibili in atto gli oggetti: allo stesso modo in cui si pone in essa la scienza infusa per la perfezione dell'intelletto possibile.

Ora, come l'intelletto possibile è « il potere di diventare tutte le cose », così l'intelletto agente è « il potere di fare tutte le cose », come dice Aristotele [ De anima 3,5 ].

Come quindi con la scienza infusa l'anima di Cristo conosceva tutte le cose a cui l'intelletto possibile è in qualsiasi maniera in potenza, così con la scienza acquisita conosceva tutte quelle cose che è possibile conoscere mediante l'attività dell'intelletto agente.

Analisi delle obiezioni:

1. La scienza delle cose può essere acquisita non solo con l'esperienza delle cose stesse, ma anche con l'esperienza di altre cose, potendo l'uomo con il lume dell'intelletto agente passare a conoscere gli effetti dalle cause, le cause dagli effetti, le cose simili per analogia e le contrarie per contrarietà.

Così dunque Cristo, sebbene non abbia fatto esperienza di tutte le cose, arrivò tuttavia a conoscerle tutte a partire da quelle di cui fece esperienza.

2. Sebbene i sensi corporei di Cristo non si siano applicati a tutte le realtà sensibili, si applicarono però ad alcune che consentirono a lui, per l'acume straordinario della sua intelligenza, di giungere nel modo suddetto [ ad 1 ] a conoscere le altre.

Come vedendo i corpi celesti egli fu in grado di capirne le forze e gli effetti che essi producono sulla terra e che non cadevano sotto i suoi sensi.

E alla stessa maniera era in grado di formarsi una scienza partendo da qualsiasi dato.

3. Con la scienza acquisita l'anima di Cristo non conosceva in senso assoluto tutte le cose, ma solo tutte quelle che sono conoscibili con il lume dell'intelletto agente dell'uomo.

Perciò con questa scienza non conosceva le essenze delle sostanze separate, né i singolari passati o futuri.

Conosceva però tutte queste cose con la scienza infusa, come si è detto sopra [ q. prec., a. 1, ad 2,3 ].

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