Summa Teologica - III

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Articolo 10 - Se i bambini dei Giudei o di altri infedeli vadano battezzati contro la volontà dei genitori

II-II, q. 10, a. 12; Quodl., 2, q. 4, a. 2; 3, q. 5, a. 1

Pare che i bambini dei Giudei o di altri infedeli vadano battezzati anche contro la volontà dei genitori.

Infatti:

1. Si deve provvedere al prossimo più contro il pericolo della morte eterna che contro il pericolo della morte temporale.

Ma a un bambino che corra un pericolo di morte temporale bisogna porgere aiuto anche se i genitori vi si opponessero per cattiveria.

Tanto più dunque si deve provvedere ai bambini degli infedeli mediante il battesimo contro il pericolo della morte eterna, anche se i genitori fossero contrari.

2. I figli degli schiavi sono schiavi e in potere dei padroni.

Ma i Giudei sono schiavi dei re e dei principi, e altrettanto gli altri infedeli.

Quindi senza violare alcun diritto i principi possono far battezzare i figli dei Giudei e degli altri infedeli.

3. Ciascun uomo è più di Dio, da cui ha l'anima, che del suo padre carnale, da cui ha ricevuto il corpo.

Perciò non è ingiusto che i bambini degli infedeli vengano sottratti ai genitori carnali e consacrati a Dio mediante il battesimo.

In contrario:

Nel Decreto [ di Graz. 1,45,5 ] si leggono queste parole di un Concilio Toledano [ IV, 57 ]: « Il santo Sinodo riguardo ai Giudei comanda che da qui innanzi a nessuno vada imposto di credere con la violenza, poiché essi non vanno salvati contro la loro volontà, ma con il loro consenso, salvando così l'integrità della giustizia ».

Dimostrazione:

I bambini degli infedeli o hanno l'uso di ragione, o non l'hanno.

Se lo hanno, allora quanto alle cose che sono di diritto divino o naturale iniziano a poter disporre di se stessi.

E così di propria volontà, anche in contrasto con i genitori, possono ricevere il battesimo, come possono anche contrarre matrimonio.

Perciò costoro possono essere lecitamente istruiti e indotti a ricevere il battesimo.

Se invece non hanno ancora l'uso del libero arbitrio, allora rimangono per diritto naturale sotto la cura dei genitori fintanto che non possono provvedere a se stessi.

E per questo si dice che nell'antica legge i bambini venivano salvati « per la fede dei genitori ».

Perciò sarebbe contro la giustizia naturale se tali bambini venissero battezzati senza il consenso dei genitori: come anche se uno che ha l'uso di ragione venisse battezzato contro la sua volontà.

Sarebbe inoltre pericoloso battezzare i figli degli infedeli in simili circostanze, poiché essi ritornerebbero facilmente all'infedeltà, per l'affetto naturale verso i genitori.

Così dunque la Chiesa non segue la prassi di battezzare i figli degli infedeli senza il consenso dei genitori.

Analisi delle obiezioni:

1. Nessuno deve essere strappato alla morte corporale contro l'ordinamento del diritto civile: come se uno viene condannato a morte dal giudice, nessuno lo può sottrarre alla morte con la violenza.

E così nessuno deve turbare il diritto naturale che pone il figlio sotto la cura del padre per liberarlo dal pericolo della morte eterna.

2. I Giudei sono schiavi dei principi secondo una servitù di diritto civile, che non esclude il rispetto del diritto naturale e divino.

3. L'uomo è ordinato a Dio mediante la propria ragione, con la quale può conoscerlo.

Il bambino perciò, prima che abbia l'uso di ragione, è ordinato a Dio dalla legge naturale mediante la ragione dei suoi genitori, alla cura dei quali è naturalmente sottoposto: è quindi secondo la loro volontà che vanno eseguite le cose divine nei suoi riguardi.

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