Supplemento alla III parte

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Articolo 1 - Se nella Chiesa ci debba essere l'ordine sacro

Pare che nella Chiesa non ci debba essere l'ordine sacro.

Infatti:

1. Gli ordini, o le gerarchie, implicano sudditanza e prelatura.

Ora, la sudditanza è incompatibile con « la libertà a cui siamo stati chiamati attraverso Cristo » [ Gal 4,31; Gal 5,13 ].

Perciò nella Chiesa non ci devono essere gli ordini.

2. Chi è ordinato diventa superiore agli altri.

Ora, nella Chiesa ognuno deve considerarsi inferiore agli altri, « stimandoli superiori a sé » [ Fil 2,3 ].

Quindi nella Chiesa non ci devono essere ordini.

3. Gli ordini devono trovarsi negli angeli poiché in essi c'è distinzione di grado nell'ordine della natura e della grazia.

Gli uomini invece hanno tutti un'unica natura; e non si conosce chi sia superiore per i doni della grazia.

Perciò nella Chiesa non ci devono essere ordini.

In contrario:

1. « Le cose che sono da Dio, sono ordinate » [ Rm 13,1 ].

Ma la Chiesa è da Dio: poiché egli l'ha edificata col proprio sangue.

Quindi nella Chiesa ci deve essere l'ordine.

2. La Chiesa si trova in uno stato intermedio fra quello della natura e quello della gloria.

Ora, l'ordine si riscontra sia nella natura, dove ci sono degli esseri superiori ad altri, sia nella gloria, come è evidente nelle gerarchie degli angeli.

Quindi ci deve essere l'ordine anche nella Chiesa.

Dimostrazione:

Dio vuole che le sue opere, per quanto è possibile, riproducano la sua somiglianza, in modo da raggiungere la loro perfezione e far conoscere il loro autore.

Affinché dunque le sue opere lo rappresentassero non solo nel suo essere, ma anche nel suo influsso causale sulle creature, impose a tutte questa legge: che le ultime raggiungessero la perfezione mediante quelle intermedie e queste mediante le prime, come scrive Dionigi [ De cael. hier. 4,3; De eccl. hier. 5,1,4 ].

Perché dunque non mancasse alla Chiesa questa bellezza, stabilì in essa un ordine, o gerarchia, in modo che alcuni amministrassero agli altri i sacramenti, quasi resi simili a Dio, in qualità di suoi cooperatori: come anche nel corpo organico certe membra influiscono sulle altre.

Analisi delle obiezioni:

1. La sudditanza della schiavitù è incompatibile con la libertà perché in essa uno si serve degli schiavi sottoposti a proprio vantaggio.

Ma non è questa la sudditanza che deriva dall'ordine, in forza della quale chi presiede deve cercare la salvezza dei sudditi, non i propri vantaggi.

2. Ognuno è tenuto a considerarsi inferiore all'altro quanto al merito, non quanto all'ufficio.

Ora, gli ordini sono degli uffici.

3. Negli angeli gli ordini solo indirettamente sono dovuti alle diversità di natura, in quanto cioè in base ad esse sono stati loro concessi i vari gradi di grazia.

Direttamente invece essi dipendono dal grado di grazia: poiché tali ordini riguardano l'elargizione delle realtà divine e il godimento dello stato di gloria, il quale avviene secondo la quantità della grazia, essendo quasi il fine e l'effetto della medesima.

Invece gli ordini della Chiesa militante riguardano l'amministrazione e la ricezione dei sacramenti, che sono la causa della grazia, e in qualche modo la precedono.

Quindi in questi nostri ordini non è necessaria la grazia santificante, ma solo la facoltà di amministrare i sacramenti.

Così dunque l'ordine, o gerarchia, non dipende dal grado di grazia santificante, ma dalla diversità dei poteri.

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