Supplemento alla III parte

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Articolo 2 - Se il matrimonio sia ben denominato

Sembra che il matrimonio non sia ben denominato.

Infatti:

1. Le denominazioni vanno desunte dall'elemento più nobile.

Ora, il padre è superiore alla madre.

Perciò l'unione tra il padre e la madre doveva essere denominata dal padre piuttosto che dalla madre.

2. Una cosa deve essere denominata dagli elementi essenziali: poiché, come insegna Aristotele [ Met. 4,7 ], « il significato del nome costituisce la definizione ».

Ma le cerimonie nuziali non sono essenziali al matrimonio.

Quindi il matrimonio non dovrebbe essere indicato con il termine nozze.

3. La specie non può prendere come suo proprio il nome del genere.

Ora l'unione, o congiunzione, è il genere rispetto al matrimonio.

Perciò questo non può essere detto coniugio [ o connubio ].

In contrario:

Tale è il linguaggio comune.

Dimostrazione:

Nel matrimonio si devono considerare tre aspetti.

Primo, l'essenza, che è l'unione, o congiunzione.

E sotto tale aspetto esso è denominato coniugio [ o connubio ] [ Isid., Etym. 9,7 ].

Secondo, la causa, che è lo sposalizio.

E allora si parla di nozze, dal verbo nubere: poiché nelle cerimonie nuziali si è soliti mettere un velo sul capo degli sposi.

Terzo, l'effetto, che è la prole.

E sotto tale aspetto viene detto matrimonio: « poiché la donna », come dice S. Agostino [ Contra Faustum 19,26 ], « non deve sposarsi per altro scopo che per essere madre ».

- « Matrimonio » può anche derivare da matris munium, ufficio di madre: poiché il compito di educare la prole ricade specialmente sulla donna.

- O potrebbe anche derivare da matrem muniens, difesa della madre: poiché questa ha ormai nel marito colui che la difende.

- Oppure da matrem monens, quasi avvertimento alla madre di non lasciare il marito per un altro uomo.

- Si può anche far derivare da materia unius, la materia di uno solo, poiché nel matrimonio si ha un'unione per la procreazione materiale di un'unica prole: cosicché « matrimonio » deriverebbe da monos e materia.

- Finalmente S. Isidoro [ l. cit. ] lo fa derivare da matre e nato: poiché col matrimonio la donna diviene madre di un nato.

Analisi delle obiezioni:

1. Sebbene il padre sia superiore alla madre, tuttavia i compiti della madre rispetto alla prole sono più assorbenti.

- Oppure ciò è dovuto al fatto che la donna fu creata principalmente per aiutare l'uomo rispetto alla prole.

L'uomo invece non fu creato per questo.

Perciò rispetto al compito specifico del matrimonio la madre è più essenziale del padre.

2. Talora gli elementi essenziali vengono conosciuti mediante quelli accidentali, e quindi certe cose possono essere denominate anche mediante elementi accidentali: i nomi infatti servono a far conoscere le cose.

3. La specie talora porta il nome del proprio genere a motivo della sua imperfezione, avendo perfettamente la natura del genere ma senza un elemento che la distingua: come l'accidente proprio ritiene il nome di « proprio » [ tra i predicabili ].

Talora invece ciò avviene a motivo della perfezione: quando cioè la totale perfezione del genere si riscontra in una data specie e non in altre: come l'animale è così denominato dall'anima, che pure si riscontra in ogni corpo animato; ma l'animazione si riscontra perfettamente solo in quegli animati che sono gli animali.

E lo stesso avviene nel caso nostro: poiché l'unione tra il marito e la moglie nel matrimonio è perfettissima, essendo un'unione di anima e di corpo.

Perciò viene denominata coniugio.

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