Giovanni Baiano

Giovanni e la sua vita nell'Unione Catechisti

Giovanni conobbe Fratel Teodoreto durante le elementari dai FSC.

Nella sua giovinezza mantenne il contatto con la congregazione e a poco a poco maturò in lui la decisione di consacrarsi a Dio.

Inizialmente voleva diventare sacerdote, ma il padre era di parere contrario, per le sorti dell'azienda, che avrebbe perso un elemento di spicco.

Allora dopo lunghe riflessioni, Giovanni, abbracciò la vita consacrata di laico nell'Unione.

Gli occorse parecchio tempo perché voleva essere sicuro di questa scelta, essere Catechista non doveva rappresentare un ripiego, per lui, ma una decisione ragionata e perseguita fino in fondo.

Nel 1935 infatti, iniziò il noviziato, e un anno dopo, il 29 giugno del 1936, festa dei SS. Pietro e Paolo emise i primi voti annuali.

Aveva 25 anni.

Dalle sue riflessioni si viene a conoscenza di quale intensità di fede e gioiosa trepidazione accompagnarono la vigilia dell'evento.

" In questi giorni mi sento avvinto nell'atmosfera delle grandi vigilie.

Ancora qualche giorno e poi si compiranno in me grandi cose.

Lo Spirito di Dio scenderà in me e farà grandi cose.

Una luce nuova, sfolgorante, brillerà nell'anima mia.

Da uomo, materia rozza, rude, ignorante, caparbia, egoista, indolente, sonnecchiante nel mondo che cieco brancola nel buio, o meglio nella penombra della vita comune, scenderà l'Angelo Consolatore ( Spirito ) e ne farà un Apostolo grande sublimandolo nella purezza, nella povertà ed obbedienza ". ( 21.06.1936 )

La sua vita di consacrato non pareva nulla di diverso da quella di un qualsiasi bravo giovane.

Ma si distingueva per lo spirito cristiano che l'animava: salde convinzioni, una forte tensione verso il bene, una fede viva, un'attenzione premurosa e una delicatezza quasi materna in famiglia, verso i fratelli.

Impegnatissimo nello studio del Regolamento con l'ansia di perfezionarsi nell'adesione ai suoi voti e frequentatore assiduo delle giornate di ritiro.

Sempre puntuale, vi partecipava con vivo interesse.

Fu seguito da due direttori spirituali: inizialmente da don Amadei, salesiano , e da don Molinari che insegnava al seminario.

Si dedicava all'insegnamento catechistico in parrocchia e alla Casa di Carità che allora era festiva e serale, preparandosi accuratamente.

Fu più difficile per Giovanni seguire il ritmo delle riunioni e delle attività dell'Unione Catechisti dopo la morte del padre.

Il lavoro lo assorbiva e lui dovette quindi ridurre l'attività serale come insegnante e compensarla il più possibile la domenica con le ore di catechismo alla Casa di Carità.

Ma nell'Unione era da poco nata l'esigenza che i Catechisti seguissero la loro classe in maniera più attiva, oltre le ore di insegnamento catechistico.

Allora Giovanni assisteva anche alle altre lezioni: restava in fondo all'aula, in piedi e non seduto, per vincere il sonno e la stanchezza dato il ritmo pesante del lavoro che svolgeva per la ditta, sottraendo ore notturne e preziose al riposo.

Era anche iscritto all'Azione Cattolica i cui impegni erano però subordinati a quelli dell'Unione.

Si occupava inoltre delle pubblicazioni dell'Unione, per la parte decorativa e illustrativa, per le vignette del giornale "La Scintilla".

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