Esercizi del 1/11/1969

Domenico Conti

1 - Introduzione
2 - Consacrazione e secolarità
3 - Relazione della Consacrazione con i Sacramenti
4 - Consacrazione e pietas
5 - Nostra appartenenza a Dio per Cristo

1 - Introduzione

Siano qui riuniti per i nostri esercissi spirituali annuali.

Tutti quanti conosciamo l'importanza di questo tempo che dalla Grazia di Dio ci è offerto.

È un tempo estremamente prezioso per sviluppare la nostra conversione, per approfondire sempre di più la nostra risposta alla chiamata del Signore.

Se c'è un tempo essenziale per la nostra vita di cristiani e di catechisti è proprio questo tempo degli esercizi spirituali.

È naturale che i temi che vi vengono trattati siano i temi più essenziali, per cosi dire, più decisivi per quello che riguarda appunto la nostra vita cristiana, la nostra vita catechistica.

A questa vita per mezzo della Sua grazia noi ci accingiamo a rispondere con più diretta e con maggior generosità.

Il tema di stamattina, che sottopongo alla vostra considerazione, alla vostra riflessione, è appunto un tema essenziale per noi, tema fondamentale come membri dell'Unione Catechisti, come membri di un Istituto di perfezione.

Vi è stata distribuita la traccia dei temi che dovrebbero essere trattati al prossimo convegno internazionale degli Istituti secolari e ricordate che il primo tema, la cui traccia è stata elaborata dal Prof. Giuseppe Lazzatti, il fondatore dell'Istituto Secolare "Milites Christi", porta il titolo di "Consacrazione e secolarità".

2 - Consacrazione e secolarità

Stamattina vi vorrei proprio intrattenere su questo tema non tanto per farne uno studio, quanto una meditazione, un approfondimento di quella che è la volontà di Dio nei nostri confronti, per un maggior slancio nella risposta e nella fedeltà.

Che cosa significa essere consacrati

Innanzi tutto esaminiamo il nostro esser consacrati.

Noi sappiamo che sia i catechisti congregati, a un titolo pieno e diretto, sia i catechisti associati, sono dei consacrati.

Che cosa significa essere dei consacrati?

Definizione di consacrazione: dedicare se stessi a Dio

Consacrazione, così come possiamo facilmente intuire, significa "dedicare" a: nel nostro caso dedicare a Dio.

Ed essendo noi delle persone, il nostro è un dedicarsi a Dio, è un riservarsi per Dio, con lo scopo di appartenere, di vivere per Dio e di aiutare gli altri a vivere secondo Dio, in Cristo Gesù.

Consacrazione per noi è vivere non più per noi stessi, ma per Colui che per noi è morto, come dice l'apostolo S. Paolo.

Fine della consacrazione

La consacrazione, evidentemente, ha come fine la gloria di Dio, ma la prospettiva di questo fine, non ha soltanto uno scopo cultuale, di rendere onore a Dio; è stata sempre interpretata così la consacrazione religiosa, dominata appunto dalla virtù di religione che diventa preminente nella vita del consacrato.

Evidentemente questo fine cultuale c'è, ed è uno dei fini caratteristici della consacrazione: ma se noi andiamo più a fondo vediamo che insieme a questo fine cultuale vi è un fine che lo oltrepassa mentre lo comprende e lo esprime.

È veramente non soltanto un rendere onore a Dio, rendere culto a Dio, ma un perseguire la gloria di Dio, fino in fondo con tutta la nostra vita, appunto mediante l'appartenergli e mediante il vivere per Lui.

Questa è la nostra consacrazione, quindi bisognerebbe che noi meditassimo su questi punti!

Noi siamo dei consacrati, quindi siamo dei dedicati a Dio; dovremmo riservarci in tutto e per tutto a Dio allo scopo di appartenere a Dio, di vivere per Lui e di far vivere per Lui.

Consacrazione e ascesi

Certo la consacrazione comporta un'ascesi indubbiamente, un superamento di noi stessi, un salire "verso" perché c'è da rinnegare, da combattere, da rigettare tutto ciò che si oppone al nostro appartenere a Dio, al nostro vivere per Dio.

Consacrazione e mistica

C'è da operare tutto questo, ma non c'è soltanto un'ascesi, c'è anche una mistica per così dire, una vita unitiva.

Dedicarsi è realizzare l'unione

Perché come si fa a dedicarsi a qualcuno, riservarsi per qualcuno, allo scopo di appartenere a qualcuno, se non realizzando in definitiva una unione con questo Qualcuno cui noi ci dedichiamo.

Aspetto uniutivo

Quindi l'aspetto unitivo e non puramente quello ascetico, è fondamentale della consacrazione!

Dovrebbe un po' essere il fondamento, il punto di arrivo, l'ispirazione di questa consacrazione.

Noi sappiamo che siamo dei consacrati, per il fatto stesso che siamo dei battezzati e dei cresimati!

3 - Relazione della Consacrazione con i Sacramenti

Il Battesimo

Con il Battesimo siamo stati infatti riservati per Dio.

Il Battesimo comporta la morte dell'uomo vecchio, cioè dell'uomo che vive per sé, vive per il proprio egoismo, per la propria sensualità, per il proprio orgoglio, per la propria vanità.

Deve nascere un uomo che viva per Dio in Cristo Gesù!

La consacrazione battesimale, si presenta a noi come rinascita o meglio nascita da Dio, perché con il Battesimo siano nati da Dio, "non per volare di carne", non per volere d'uomo, come è detto nel prologo di S. Giovanni.

Siamo nati da Dio e siamo figli di Dio.

Gesù, nel cap. III di S. Giovanni, ha parlato di questa rinascita.

Rinascita per acqua e Spirito, lo Spirito di Gesù.

Per il Battesimo, mentre siamo stati innestati in Cristo, per poter vivere della sua vita, per poter rinascere secondo Lui; siamo stati consacrati a Dio per Cristo.

Questa consacrazione permane attraverso il carattere battesimale.

La nostra consacrazione come appartenenza all'Unione, la nostra consacrazione come atto di ingresso nell'Unione, essendo la consacrazione il fondamento dell'Unione, la specificazione dell'Unione in quanto Istituto di perfezione, non è né più né meno uno sviluppo del nostro Battesimo.

Ecco perché non è un sacramento; perché operiamo nella virtù del Battesimo.

È il nostro contributo, concorso di adulti, a sviluppare fino in fondo quel modo d'essere che abbiamo, che ci è stato dato con il Battesimo; modo d'essere di Figli di Dio e di consacrati a Dio, di appartenenti a Dio.

Questa nostra consacrazione la dobbiamo sempre vedere quindi, in relazione al nostro Battesimo; è per così dire una accettazione consapevole, una coerenza fino in fondo col nostro Battesimo, e si muove su quel fondamento, quel fondamento che ha operato l'innesto di noi in Cristo Gesù.

Consacrazione e Cresima

La consacrazione di tutto il nostro essere, di tutta la nostra vita a Dio, operataci per il Battesimo, la dobbiamo vedere in relazione, su un piano ontologico, oltre che su un piano di grazia, anche alla Cresima che ci ha fatti soldati di Cristo e ha confermato e sviluppato in noi la nostra appartenenza a Cristo.

Appartenenza per il nostro operare, per il nostro agire, per il nostro testimoniare Cristo e operare e lottare per Lui, per la diffusione del suo Regno.

Consacrazione ed Eucaristia

Poi ancora la nostra consacrazione come membri dell'Unione ci costituisce più profondamente partecipi, più pienamente partecipi all'Eucaristia.

Se noi vogliamo vedere fino in fondo nella nostra consacrazione, bisogna che la mettiamo in relazione a questi tre sacramenti.

Principalmente a questi tre, ma non solo a questi tre sacramenti occorre porla in relazione per vedere il nostro modo d'essere e il nostro modo di operare, che dovrebbe essere conseguente il nostro modo d'essere.

Evidentemente il consacrato in quanto tale: se vive la propria consacrazione, più profondamente e più efficacemente intende e partecipa al sacrificio della Messa.

In fondo la sua consacrazione è anche un impegno in questo senso.

Sacerdozio ministeriale

E non è forse attraverso il sacrificio ai Cristo che noi abbiamo la salvezza e abbiamo la vita divina in noi e possiamo esercitare un sacerdozio ministeriale, che da una parte torna a onore, a lode, a gloria di Dio e dall'altra parte a salvezza degli uomini?

Battesimo e Consacrazione nella Messa

Se c'è un pensiero che ci dovrebbe venire in mente soprattutto durante i momenti dell'offerta, nelle parti della Messa che più da vicino ci suggeriscono il tema dell'offerta, offerta di Cristo e la nostra offerta a Cristo, con Cristo e per Cristo, allora questi momenti sono proprio quelli che dovrebbero richiamarci più da vicino il Battesimo, che è una sepoltura nella morte di Cristo e la nostra consacrazione.

Gli aspetti unitivi e la Messa

Se c'è un punto per alimentare la nostra consacrazione, per vederla più profondamente, anche nei suoi aspetti unitivi è proprio la Messa e soprattutto quelle parti della Messa che significano offerta.

Quindi anche durante la nostra Messa la dobbiamo orientarci così.

Relazione della Consacrazione con gli altri Sacramenti

Vediamo ora una relazione della nostra consacrazione cogli altri sacramenti, per es. con l'Ordine e con il Matrimonio.

Relazione con il Sacramento dell'Ordine

Nella relazione con l'Ordine perché questa consacrazione ci consente maggiori possibilità di esercitare il nostro sacerdozio spirituale e ci rende collaboratori più stretti dell'Ordine sacerdotale, cioè di coloro che esercitano il sacerdozio ministeriale.

Posizione dei Catechisti tra i laici, loro sacerdotalità

Tra i laici, ci rende i più capaci di capire, intendere, appoggiare, sostenere coloro che sono insigniti del sacerdozio ministeriale.

Ci rende, come vedremo anche in seguito, più capaci di intendere la sacerdotalità del cristiano oltre che la sacerdotalità del sacerdote.

I sacerdoti dovrebbero poter trovare, in noi  consacrati, gli amici naturali, i consiglieri, i collaboratori più stretti.

Relazione con il Sacramento del Matrimonio

Rispetto al Matrimonio noi dovremmo essere, appunto perché dei consacrati, i custodi direi naturali, in questo caso soprannaturali, dei valori del matrimonio cristiano.

Rispetto al matrimonio cristiano, dovremmo essere il segno delle realtà più profonde, quelle realtà di tipo oblativo, di offerta, che dovrebbero operare nell'amore stesso dei coniugi vissuto in Dio e per Dio.

Noi dovremmo essere il segno di quella conclusione futura nella quale anche il matrimonio sboccherà.

Potremmo anche vederlo, se volessimo, per rapporto alla Penitenza e alla Estrema Unzione, ma mi fermo.

4 - Consacrazione e pietas

La consacrazione nostra suppone la "pietas", un forte spirito filiale; più di tutti dovremmo sentire e sapere che siano figli e figli di Dio.

Non è forse per una spinta di questo  spirito filiale verso Dio, che noi ci siano consacrati?

È soltanto nella considerazione della Sua trascendenza e dei Suoi diritti su di noi o invece nella considerazione del fatto che Lui ha voluto esserci Padre e non solo Creatore?

È un riconoscimento di diritti la nostra consacrazione o è sopratutto una risposta d'amore?

E vuol esserlo questa nostra consacrazione una risposta d'amore filiale, per far sì che in tutto e dappertutto sia santificato il nome del Padre, si faccia la sua volontà, venga il suo Regno?

Quindi questo spirito filiale, che noi dovremmo coltivare in modo particolare con l'orazione, sarebbe necessario fosse una nostra caratteristica; non dovrete esserci niente di aspro, di celebrale, di puramente moralistico nella nostra vita, nella nostra consacrazione, ma lo spirito filiale dovrebbe essere lo spirito base ispiratore di tutto.

Consacrazione e consigli evangelici

D'altra parte la nostra consacrazione noi la esercitiamo mediante i consigli evangelici.

I catechisti congregati con l'impegno votale, i catechisti associati ispirandosi a questi consigli.

E cosa sono mai questi consigli se non dei modi di vita, delle regole di vita, per coloro che vogliono essere figli di Dio e non soltanto servi, non soltanto creature!

E quindi vogliono procedere non solo sulla base del "debbo" e del "non debbo", "fin qui posso" e "fin qui non posso", ma anche e soprattutto sulla base della dedizione filiale, la quale non solo cerca di corrispondere mediante lo stretto dovere, ma cerca tutte le occasioni possibili per poter esprimere sempre di più il proprio amore filiale verso il Padre.

Consacrazione e "routine"

Purtroppo, a volte noi, per la routine sotto un certo aspetto inevitabile, riduciamo 1'osservanza del nostro Regolamento alla osservanza del ''debbo" e del "non debbo" ; "fin qui posso", "fin qui non posso".

Sovente però sono al di fuori del mio debbo e del mio non debbo, io sono per me, non per Dio e con intendo vivere per Dio come vero figlio, con tutta la generosità che vi può essere suggerita, proposta.

L'importante è che io sia a posto; mi trasformo così, in qualche modo, in un fariseo.

Invece la nostra consacrazione è una consacrazione a Dio, e in Dio per gli uomini; insisto: è per Dio, è in Dio che noi ci consacriamo per gli uomini.

Noi non possiamo pretendere di amare gli uomini più di quello che li ama Dio per Cristo che è stato dato.

L'amore per Dio e per gli uomini

Quindi noi non facciamo l'affermazione di consacrarci a Dio e agli uomini, perché dire così potrebbe significare: è ben vero che Dio e gli uomini sono due oggetti di amore, ma non è poi che Dio ami gli uomini e che noi dobbiamo amare Dio.

Dobbiamo amare gli uomini con lo stesso amore con cui li ama Dio partecipando del suo amore.

Agendo così noi ci poniamo come ponte, come mediazione. Ci arroghiamo qualcosa.

C'è quasi il pericolo di integrare l'amore di Dio verso l'uomo, di perfezionarlo.

Mentre noi dobbiamo avere paura di una situazione di questo genere, poiché è falsa sostanzialmente, ed ingiusta.

E allora noi ci consacriamo a Dio non perché Dio ha tutti i diritti che noi ci si consacri a Lui, ma perché in Dio ci possiamo poi consacrare agli uomini e con il suo amore amare gli uomini.

D'altra parte: cosa possiamo offrire agli uomini, come fine, se non Dio?

Coloro che hanno paura di presentare agli uomini Dio come fine, non si accorgono che finiscono di presentare loro stessi come fine.

Questo nella migliore delle ipotesi; nella peggiore presentano qualche cosa dell'uomo come fine e nemmeno l'uomo nella sua totalità.

Questa è la verità.

5 - Nostra appartenenza a Dio per Cristo

A questo punto, del mio trattenimento, riflettiamo circa la nostra appartenenza a Dio per Cristo.

Ma compiamola davvero questa riflessione, questo esame di coscienza: poiché gli Esercizi Spirituali hanno anche per oggetto la revisione della vita.

Invece di farlo abitudinariamente, facciamolo come consacrati: cioè vediamo tutto sulla base del nostro essere consacrati, del nostro voler essere consacrati, quindi riflettiamo veramente sulla base del "chi siamo", a chi noi ci siamo dedicati o intendiamo dedicarci; sulla base di Colui per il quale siamo riservati e per il quale dobbiamo vivere.

Esame degli spiriti che ci muovono

Vediamo per esempio gli spiriti che ci muovono abitualmente: è lo spirito di Dio o sono i nostri spiriti, che portano i vari nomi, i tre nomi delle tre concupiscenze?

Quali sono i principi a cui ci confrontiamo? Sono le regole di vita vera, dovunque, in tutti gli ambienti e sempre?

Perché noi, potremmo benissimo avere apparentemente certe regole di vita per quanto riguarda il culto ed averne altre quando si tratta di altre funzioni, altre relazioni.

E quali sono i fini che ci proponiamo, in generale e in particolare, soprattutto in queste situazioni significative: nelle relazioni con gli altri, considerate nel loro ordine, relazioni di famiglia, di Istituto, di incontri, di appartenenza alle varie società, alle varie istituzioni?

È nelle relazioni che si manifesta la maturità di un uomo.

Visto nelle circostanze della vita, negli accadimenti che ci sconvolgono, qual è il nostro comportamento?

Siamo veramente dei consacrati o invece la nostra consacrazione è puramente uno stato giuridico, è una forma di velleità, di coloritura della nostra vita ma che sostanzialmente non è di Dio o che per lo meno ha larghe parti che non sono di Dio?

Qual'è il nostro comportamento in relazione all'uso dei mezzi di vita, nella ricerca di condizioni di vita?

È necessario fare questa revisione e farla subito agli inizi del corso di Esercizi Spirituali.