Lettera N° 23

Torino, 1° maggio 2015

Carissimi Referenti e amici dei Cenacoli,

vi giunga il mio fraterno ed affettuoso saluto unito all’invito di onorare in modo particolare la Vergine Maria in questo mese di maggio a lei dedicato.

In questi nostri tempi in cui avvertiamo una crescente indifferenza religiosa, spesso anche da parte di persone dalle quali ci si attenderebbe un maggiore riferimento a Dio ed alla Vergine Immacolata, nelle vicende liete o tristi che incontrano sul loro cammino.

Per questo desidero intrattenermi qualche tempo con voi, che penso condividiate queste mie impressioni, per chiederci come contrastare questa pericolosa tendenza.

La Chiesa ci insegna che la prima cosa che occorre fare per contrastare tale indifferenza è quella di credere all’amore di Dio; solo allora potremo scoprire il progetto d’amore di Dio su di noi e farlo scoprire anche agli altri.

Poiché gli uomini sono stanchi di ascoltare fiumi di parole su argomenti spesso fra loro discordanti, occorrono dei testimoni che nella semplicità della vita di ogni giorno presentino e riflettano ovunque l’amore di Dio che, per salvarci, ha dato per noi la sua vita.

Occorre imitare il comportamento coraggioso dei veri cristiani dei primi secoli del cristianesimo, e quello dei cristiani di oggi che testimoniano il loro amore e la loro fedeltà al Signore, affrontando il pericolo di essere uccisi per la loro fede cristiana, come di fatto accade in molte parti del mondo.

Questi coraggiosi testimoni di Cristo, a lui fedeli fino alla morte, trovarono nella preghiera e nell’intimità con il Signore il coraggio di perseverare nella fedeltà a Lui, e di crescere nel suo amore.

Occorre credere all’amore di Dio, prima di poterlo riflettere e annunciarlo agli altri, ma per giungere ad una simile fede occorre chiederla al Signore con una preghiera umile e fiduciosa.

Chi desidera vivere, non solo a parole, il comandamento dell’amore datoci da Gesù, occorre che sia proteso a vivere una vita casta, umile e di preghiera, e soprattutto, come si è già detto, che si creda all’amore misericordioso del Signore.

Chi non ritiene che questi virtuosi comportamenti siano fondamentali per diventare santi spreca il tempo prezioso che Dio gli dona, cullandosi nella convinzione che Dio non permetterà che un suo figlio, per quanti peccati possa aver fatto, abbia a perdersi.

Chi afferma questo ignora che Gesù, in più occasioni, ci ha detto che senza un amore casto, umile e una vita di preghiera non potrà avanzare spedito verso la salvezza né uscire dal suo stato di mediocrità.

Necessità della preghiera

Per crescere nell’amore a Dio e ai fratelli ci è assolutamente necessaria la preghiera come lo è l’aria per i polmoni per continuare a vivere.

Pregando con amore e assiduità, ognuno potrà giungere alla più alta carità e ottenere dall’amabilissimo nostro Signore la grazia di crescere e di perseverare in essa e di avvicinare anime a Cristo.

La preghiera è una virtù molto cara a Dio il quale, per mezzo di essa, ci dona e ci accresce la carità, l’umiltà e ogni altra virtù che ci occorre per diventare santi.

L’essenza e i tempi della preghiera

La preghiera consiste essenzialmente in un amore a Dio senza limiti; essa é come un balsamo soave per impetrare dal Cuore di Gesù le più elette benedizioni e grazie.

I tempi della preghiera per noi, impegnati a svolgere molteplici e distraenti attività giornaliere possono talvolta risultare difficili, pur sapendo che nulla potrà impedire a qualsiasi persona di rimanere affettuosamente immersa nel cuore di Gesù, se davvero lo desidera.

Cosa fare per crescere e migliorare la nostra preghiera, pur non vivendo in un monastero?

Non occorre vivere in un monastero per abitare e riposare nel cuore di Gesù e anche se abitare nel suo cuore potrà risultare umanamente più difficile per la psiche delle persone che vivono nel mondo, sarà possibile con l’aiuto dello Spirito Santo.

Se avremo infatti la volontà di rimanere in Dio, sarà lo Spirito Santo a pregare in noi e per noi e lo farà anche durante il sonno o quando concrete situazioni ci impediranno di concentrarci in Dio.

Il silenzio favorisce l’ascolto di Dio

Il silenzio favorisce la nostra vita i Dio; il silenzio al quale qui si allude non è un silenzio vuoto di chi si astrae dal mondo per nulla pensare e nulla udire, ne é il soffocamento di ogni desiderio o tensione della nostra mente; non è questo il silenzio richiesto ad un cristiano, e neppure quello di cullarsi in pericolose fantasie alla ricerca di gratificazioni sensibili.

Per favorire l’ascolto di Dio occorre evitare, per quanto possibile, il chiasso volontario che si potrà superare in un tempo tanto più breve, quanto più grande sarà l’intimità che avremo con Gesù e la Sua Mamma; e poiché conseguirlo è di peculiare importanza, occorre non scoraggiarsi alle prime difficoltà e perseverare con costanza in questo esercizio.

Come? Cominciando col respingere ogni pensiero e giudizio temerario, ogni critica o valutazione cattiva, ogni pensiero futile o vano e soprattutto i discorsi frivoli, le spiritosaggini e i doppi sensi che hanno qualche riferimento immorale e l’eccessiva preoccupazione per il futuro.

Solo allora la nostra mente e il nostro spirito potranno ascoltare con maggiore attenzione la voce del Signore, e rimanere in lui.

Si tratta di intessere un ininterrotto dialogo d’amore con Dio che il silenzio facilita, ma è che potrà sussistere in ogni ambiente o situazione di vita.

Gesù, nel suo infinito e misericordioso amore, ci attende tutti in Paradiso.

Gesù risorto ha voluto conservare nel suo corpo le piaghe causate dal tremendo supplizio della croce perché fossero, per tutta l’eternità, un segno visibile e indelebile del suo infinito amore per gli uomini.

Apparendo agli Apostoli dopo la sua resurrezione, Gesù, presentò loro le sue piaghe gloriose.

Perchée gliele ha presentate?

Gliele le ha presentate perché in esse si rende in qualche modo visibile l’infinito amore di Dio per gli uomini.

Ricordiamo tutti l'episodio dell’apostolo S. Tommaso, chiamato Didimo, che non era presente la sera in cui Gesù resuscitato si presentò agli Apostoli; successivamente, appena gli altri Apostoli videro Tommaso gli raccontarono, con grande e indicibile gioia, di aver visto Gesù risorto, ma lui disse loro: “se io non metterò il mio dito dentro le sue piaghe, non crederò”; e Gesù, otto giorni dopo, apparve di nuovo tra loro, ed era presente anche Tommaso; Gesù, rivolto a lui, lo invitò a mettere il suo dito nelle piaghe delle sue mani e del suo costato …

Questa apparizione di Gesù risorto ci dà la certezza che egli conserva nel suo corpo glorioso le sue piaghe, essendo esse il vangelo eterno dell’amore di Dio per gli uomini; ora esse non sanguinano più, non sono più occasione di sofferenza, ma di merito davanti al Padre suo.

É in forza di queste piaghe che Gesù, nella sua umanità, intercede per noi, facendo da mediatore fra il cielo e la terra.

Gesù presenta costantemente queste piaghe al Padre suo, quasi a ricordargli quanto ha sofferto e patito per la salvezza della umanità, ed intercede perché sia concessa agli uomini questa abbondanza di grazia di cui essi hanno bisogno.

Lettera del Papa: Vita consacrata

Alcune riflessioni sulla Lettera di Papa Francesco a tutti i consacrati.

Come è noto il Papa ha indetto l’Anno della vita consacrata, con inizio dalla prima domenica di Avvento del 2015 fino al 2 febbraio 2016, festa della Presentazione del Signore.

Anche se la maggioranza dei Referenti dei nostri Cenacoli di adorazione – evangelizzazione non ne sono direttamente interessati, non essendo inseriti in qualche Istituto o Congregazione religiosa con una speciale consacrazione, è tuttavia importante che tutto il Popolo di Dio riprenda una migliore coscienza del valore e dell’importanza della vita consacrata nella Chiesa, per sostenerla, per favorirla e per pregare per una sua crescita in santità, in fedeltà e in adesioni.

Gli obiettivi dell’Anno della Vita Consacrata

Il primo obiettivo é quello di guardare il passato con gratitudine per ringraziare Dio che ha offerto alla Chiesa così tanti doni che la rendono bella e attrezzata per ogni opera buona ( cfr. Lumen Gentium, 12 )

Ripensare al passato è un modo anche per noi di prendere coscienza di come sia stato vissuto il carisma lungo la storia, quale creatività ha prodotto e quali difficoltà ha dovuto incontrare.

Questo Anno ci chiama inoltre a vivere il presente con passione.

La grata memoria del passato ci spinge, in ascolto attento di ciò che oggi lo Spirito dice alla Chiesa, ad attuare in maniera sempre più profonda gli aspetti costitutivi di una vita consacrata al Signore.

L’Anno della vita consacrata interpella anche noi, referenti o amici dei Cenacoli, ad esaminarci sulla fedeltà alla missione che ci è stata affidata: quella di adorare il Signore ed essere degli evangelizzatori del suo amore misericordioso.

Chiediamoci allora: i nostri impegni missionari, le nostre opere, le nostre presenze, rispondono a quanto lo Spirito ci ha chiesto?

Sono adeguati a perseguirne le finalità nella società e nella Chiesa di oggi?

C’è qualcosa che dobbiamo cambiare?

Abbiamo la stessa passione per la nostra gente, siamo ad essa vicini fino a condividerne le gioie, così da comprenderne veramente le necessità e poter offrire il nostro contributo per rispondervi?

Vivere il presente con passione significa diventare “esperti di comunione” … vivere la mistica dell’incontro: la capacità di sentire, di ascolto delle altre persone.

Abbracciare il futuro con speranza vuol essere il terzo obiettivo di questo Anno.

La speranza di cui si parla non si fonda sui numeri o sulle opere, ma su Colui nel quale abbiamo posto la nostra fiducia ( cfr. 1 Tm 1,12 ) e per il quale nulla è impossibile. ( Lc 1,37 )

Gli orizzonti della vita consacrata

Con la lettera del Papa alle persone consacrate egli intese rivolgersi anche ai laici che, con esse, condividono ideali e cioè spirito, missione.

Alcuni Istituti religiosi hanno una antica tradizione al riguardo, altri una esperienza più recente.

Di fatto attorno ad ogni famiglia religiosa, come alle Società di vita apostolica e agli Istituti secolari, è presente una famiglia più grande, la famiglia carismatica, che comprende più Istituti che si riconoscono nel medesimo carisma, e soprattutto i cristiani laici che si sentono chiamati, proprio nella loro condizione laicale, a partecipare della stessa realtà carismatica.

Anno Santo della Misericordia

Papa Francesco ha recentemente comunicato la sua volontà di indire un Giubileo straordinario della Misericordia il cui annuncio ufficiale è stato fatto lo scorso 12 aprile, domenica della Divina misericordia.

In quell’occasione è stata letta e pubblicata, presso la Porta Santa di san Pietro, la Bolla di indizione.

Con il Giubileo della Misericordia Papa Francesco pone al centro dell’attenzione il Dio misericordioso che invita tutti a tornare a Lui.

All’incontro con Lui si ispira l’Anno della Misericordia.

Questa iniziativa del Papa, nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, avvenuta nel 1965, ci procura tanta gioia perché ci ridice ancora una volta che Dio non si é stancato di noi suoi figli, nonostante gli innumerevoli peccati che si fanno, e ci sollecita a ritornare a Lui.

Noi, aderenti ai Cenacoli di adorazione-evangelizzazione, chiamati a diffondere in ogni ambiente l’amore misericordioso del Signore ci sentiamo particolarmente interpellati e sollecitati a continuare con rinnovato zelo la missione, di adoratori-evangelizzatori dell’amore del Signore, che abbiamo intrapreso.

Cosa intendere e come vivere la misericordia

Per misericordia si intende un “sentimento di profonda compassione e pietà per l’infelicità altrui, che spinge a soccorrere chi soffre, a comprendere e perdonare chi sbaglia”.

Essa é fondata sulla misericordia di Dio verso l’uomo, e Cristo fa della misericordia degli uomini verso i propri simili la misura con cui possono ottenerla da Dio.

Le opere della misericordia, nella tradizione catechetica della Chiesa sono state suddivise in:

Opere di misericordia corporali, che sono:

Opere di misericordia spirituali, oggi meno conosciute, che sono:

Andamento dei nostri Cenacoli

Abbiamo continuato anche nell’anno pastorale che volge al termine i consueti Cenacoli settimanali e mensili di adorazione - evangelizzazione iniziati gli anni scorsi.

Mentre mi fa piacere che nonostante il crescente clima di indifferenza religiosa, al quale sopra si è fatto cenno, si siano potuti svolgere regolarmente, anche se con una partecipazione piuttosto ridotta, forse dovuta al non aver ancora individuato un orario comodo a tutti.

I Referenti che hanno direttamente collaborato alla conduzione ed alla buona riuscita di questi incontri avranno, a mio avviso, un posto particolare nel Cuore di Gesù, che attribuisce fatto a se, l’amore rivolto ai fratelli.

Vi sono ancora dei Referenti che, pur non essendosi ritirati dallo svolgimento della missione dei Cenacoli alla quale avevano assicurato la loro collaborazione, si impegnarono in modo discontinuo ed anziché operare come dei “rimorchiatori“ dovettero essere essi stessi “rimorchiati”.

Non tutti, probabilmente, hanno fatto propria la missione dei Cenacoli, e questo lo si deduce dal fatto che raramente sono propositivi e spesso rimangono in attesa di ricevere indicazioni su ciò che essi stesso avrebbero dovuto saper intraprendere.

Alcuni, inoltre, attuano azioni apostoliche nell’ambito dei Cenacoli senza comunicare se non vagamente queste loro belle iniziative la qual cosa non ci permette di poter ringraziare insieme il Signore ne di gioire insieme per la loro riuscita.

Ci auguriamo che il prossimo anno pastorale, con una più puntuale collaborazione di tutti, possa segnare un rilancio e uno sviluppo di questa importante e bella iniziativa, perché é il Signore che la desidera, essendo volta, come ben sappiamo, ad aiutare gli uomini a vivere in intimità con Dio e con la sua Mamma, arrendendosi al loro amore misericordioso.

Se affermassi che tutto è andato e va bene tradirei la verità e il Signore un giorno potrebbe chiedermi conto del perché abbia omesso di informare i Referenti sul reale andamento dei Cenacoli.

In fraterna sincerità esorto quindi, anche coloro che per mutate situazioni non possono più collaborare come un tempo, a fare almeno ogni giorno l’adorazione al Crocifisso risorto, e a continuare a pregare per la buona riuscita della missione dei Cenacoli, e che venga loro eventualmente accordata la grazia di poter superare, in tempi brevi, l’impedimento che frena una loro più zelante collaborazione.

Per i mesi estivi che seguono consiglio, dove sia possibile, di continuare a svolgere gli incontri dei Cenacoli diurni, ma di sospendere nei mesi di luglio, agosto e settembre i Cenacoli serali, che verranno ripresi con venerdì 1° ottobre

Vi giungano con fraterno affetto i miei migliori saluti uniti all’augurio di buone e serene vacanze.

Leandro Pierbattisti


tutto quello che ora faccio e tutto quello che oggi farò