Lettera N° 27

Torino, 1° settembre 2015

Ai Referenti ai collaboratori e agli amici dei Cenacoli,

carissimi ecco a contattarci di nuovo dopo una ridotta attività estiva della nostra missione.

Durante le vacanze, nonostante le innegabili maggiori difficoltà, abbiamo potuto svolgere con regolarità i Cenacoli diurni, avvalendoci sia dell' impegno dei Referenti presenti che di collaboratori che all'occorrenza li hanno sostituiti.

Mentre siamo tuttora in attesa di riprendere con regolarità la nostra missione chiediamoci se quanto svolto finora corrisponda totalmente all'attuazione della volontà di Dio o se vi siano alcuni ancora alcuni aspetti da migliorare.

Pur essendo estremamente grati per la disponibilità dimostrata nel passato anno pastorale, affrontando talvolta anche dei sacrifici, mi pare che si possa affermare che quanto si è potuto fare sia stato molto gradito al Signore e che ricompenserà la dedizione data con un aumento di amore, di castità e di umiltà.

Per progredire e sviluppare ulteriormente la missione dei Cenacoli, che riteniamo ci sia stata suggerita dal Signore, occorre riapprofondire la finalità dei Cenacoli soprattutto per quanto riguarda l'aspetto dell'evangelizzazione e loro estensione sul territorio dove risediamo.

Chiediamoci il perché di tanta freddezza anche da parte di molti cristiani impegnati che ritengono che l'evangelizzazione non li riguardi.

Perché? Forse perché conoscono solo superficialmente le verità di fede.

Si tratta, probabilmente, di cristiani disponibili a svolgere molti servizi ecclesiali, ma non parlategli di pregare per l'estensione del Regno di Dio che ritengono una impegno eccessivamente faticoso e pressoché inutile nella società attuale.

Questi cristiani rare volte partecipano ai nostri Cenacoli serali, e non fanno pressoché nulla per caldeggiarli.

Questo potrebbe forse derivare da una valutazione coltivata nel sub-conscio che tra noi non vi siano persone i particolarmente dotte che facciano scalpore per la loro eloquenza, ne persone particolarmente ricercate per la loro sapienza.

Siamo in realtà povera gente e per di più peccatori dei quali, tuttavia, il Signore vuole servirsi per annunciare che Egli ci ama.

Ignorando quanto altri possano pensare di noi, e pur sapendo di essere dei peccatori, siamo desiderosi di rilanciare i Cenacoli nel nuovo anno pastorale, ma per operare seriamente per rinnovarci occorre, a mio avviso, cominciare con l'approfondire questi due aspetti:

1. Cosa fare per estendere il numero dei Cenacoli nell'ambito delle famiglie, dal momento che attualmente sono pochi i Cenacoli che si svolgono nella propria famiglia e spesso mimetizzati?

2. Come Intensificare l'aspetto dell'evangelizzazione attraverso l'approfondimento delle domande contenute nella formula di adorazione a Gesù Crocifisso che, pur essendo una delle finalità dei Cenacoli è ancora piuttosto superficiale?

Per quanto riguarda il primo il punto: l'estensione dei Cenacoli nell'ambito delle famiglie non vi sono difficoltà insormontabili per avviarli dal momento che è sufficiente la partecipazione di almeno tre membri della famiglia, o di persone ad essa vicine per costituire un Cenacolo.

L'impegno dei Cenacoli, inoltre, non è gravoso dal momento che, normalmente, ci si riunisce per circa dieci minuti una volta alla settimana.

Quando questo avviene per alcune settimane, e si sia disposti a continuare, si è praticamente costituito un nuovo Cenacolo, che va segnalato ai responsabili per avere da essi suggerimenti pratici circa la sua conduzione e per essere aiutati a superare la maggiore difficoltà costituita dal rispetto umano per il quale ci si vergogna di pregare insieme.

Per quanto riguarda il punto due: incentrato sulla necessità di intensificare l'evangelizzazione, la più frequente difficoltà è quella di correggere l'errata idea che il partecipare ai Cenacoli comporti la necessità di aggiungere altri impegni oltre a quelli ai quali normalmente attendiamo.

Non è infatti richiesta la partecipazione a particolari corsi formativi ne ad incontri organizzativi di lunga durata, proposti in ore difficili.

La più incisiva forma di evangelizzazione a noi richiesta è quella di condurre una vera vita cristiana e di riflettere, a cominciare dalla propria famiglia, la gioia di Gesù che è quella di essere salvati dal Suo amore misericordioso.

I Cenacoli che si svolgeranno nella propria famiglia verranno fatti, inoltre, nel giorno e nell'ora ritenuti dai membri della famiglia più opportuni.

Queste famiglie saranno fraternamente invitate sia ad impegnarsi a fare seriamente quanto la Chiesa propone a tutti i cristiani e ad approfondire le lettere bimestrali di comunione a voi fatte pervenire.

L'invito a non partecipare a particolari corsi formativi, pur essendo di per sé cosa buona, non è essenziale per partecipare ad un Cenacolo e talvolta può anche essere da sconsigliare qualora queste attività aggiunte anziché unire, dividono e fanno crescere la "cresta".

Questo non vuole essere un invito al disimpegno, adagiandoci in una vita comoda alla quale pressoché tutti propendiamo, ma a prestare maggiore attenzione all'ascolto dello Spirito Santo che abita in noi per renderci ulteriormente conto che non siamo noi a salvare i fratelli ma solo l'amore misericordioso del Signore al quale cerchiamo di avvicinare le persone che contattiamo per crescere insieme nella risposta d'amore all' amabilissimo nostro Signore.

Se l'amore del Signore brucia nei nostri cuori possiamo rimanere indifferenti di fronte alla constatazione del male che dilaga nel mondo?

Tutti siamo spettatori dell'enormità del male che ogni giorno si commette in questo nostro povero mondo, per la mancanza di amore a Dio e al prossimo.

Le atrocità che conosciamo, che sono la minima parte di quelle che si commettono, fanno,molto soffrire il Signore Gesù che dalla Croce continua a gridare: ho sete; ma di quale sete si tratta?

… Gesù ha sete di donarci amore e che viviamo nell'amore.

Dedichiamo pertanto all'inizio del nuovo anno pastorale un rinnovato impegno ad estinguere la sete di Gesù e di farlo non tanto a parole magniloquenti, ma con una ferma volontà di andare quando occorra contro corrente, e di avvicinarsi agli altri con l'amore, che viene da Dio e con un cuore sempre più umile e puro.

La tattica del diavolo

Alla constatazione del gran bene che si va facendo con i Cenacoli il demonio "digrigna i denti" dalla rabbia ed è totalmente proteso a trovare il modo di farli fallire attraverso lo scoraggiamento e il dubbio circa la loro efficacia.

Come si combatte questa tentazione?

La si combatte con un supplemento di amore e con una più profonda umiltà.

Ci riuscirà il demonio a far fallire i nostri Cenacoli?

Ci riuscirà se daremo ascolto alle sue lusinghe; ma non ci riuscirà se saremo forti: nelle Fede, nella Speranza e nella Carità, e se avremo una grandissima umiltà e un vero amore per il Signore.

Riprendendo quanto già detto altre volte, il diavolo, furbo e scaltro com'è, non si presenta alle persone come un essere ripugnante, perché se si presentasse così, allontanerebbe la gente, ma si presenta come un angelo di luce, con proposte allettanti e tali da sedurre i cristiani incauti, soprattutto quelli che gioiscono di essere ritenuti buoni e migliori degli altri, vantandosi di fare sempre ed esattamente quanto la Chiesa prescrive loro.

Purtroppo tale mentalità denota scarsa umiltà, lasciandosi abbagliare da un filo d'orgoglio camuffato di umiltà e dalle lusinghe del diavolo proteso ad aggregarli a sé per ingrandire il numero di quanti si oppongono a Dio e si adoperano per l'avvento del Suo regno.

Non si potrebbero spiegare diversamente la defezione di molti cristiani, alcuni dei quali da noi conosciuti da lunga data, diventati inspiegabilmente Testimoni di Geova o di altre religioni o sette che irretiscono confondendo la sana dottrina mescolando ad autentiche verità delle menzogne che generano confusione perché proposte come vere per cui gradatamente ci si scosta dalla verità volgendosi, a loro dire, ad un più diretto impegno per la missione per un bene maggiore.

Chi si allontana dalla Chiesa cattolica si scosta interiormente e non ascolta quanto il Signore, Maria SS., e i Santi interiormente gli suggeriscono ma asseconda i suggerimenti e le seduzioni del demonio.

A tale riguardo Gesù è stato molto chiaro affermando che per conoscere se un albero, o una proposta sia buona o cattiva occorre guardare i frutti che produce.

Se una persona respinge decisamente ogni sentimentalismo che lo gratifichi, ed il suo cuore bruci d'amore per il Signore e sia proteso non tanto a fare proseliti, ma a crescere nella disponibilità ad accogliere l'amore all'amabilissimo nostro Signore e sia disponibile al martirio, qualora gli venga richiesto, e agisca mosso da sentimenti di profonda umiltà e sia proteso a seguire Gesù povero, casto e obbediente con un amore più angelico che umano, questi sono frutti buoni che lo Spirito Santo mette nel cuore dei veri cristiani.

Circa l'errata concezione dei frutti che devono produrre i seguaci di Cristo S. Paolo li incentra tutti nell'amore, vedi 1 Cor 13.

Chi opera non tanto per consolare Dio ma esclusivamente per fruire delle Sue consolazioni, cioè per motivi che non siano l'amore a Dio e per i fratelli e per questo affronta anche molti sacrifici, a nulla gli giova, dice S. Paolo.

Chiediamo a Dio che, per la sua misericordia, nessuna persona del mondo, e in modo particolare quelle che fanno l'adorazione alle Sue sacratissime Piaghe, abbia ad incorrere in questa grande rovina, che gli precluderebbe sia la gioia del paradiso sia la gioia di una vita sulla terra vissuta nell'amore e nella fedeltà a Dio.

Diciamo loro, quando occorra, che le sofferenze della vita presente sono brevi e che la gioia del paradiso sarà eterna, e che all'amore occorre rispondere con amore.

Qualora ci trovassimo a parlare con qualche persona, specialmente se ritenuta prossime alla morte, che fosse in preda alla disperazione rendendosi conto di aver sprecato tutta la propria vita per conseguire un effimero successo terreno, infondiamole fiducia nella misericordia di Dio che non ha mai cessata di amarla, come ha fatto Gesù, assicurando, al malfattore appeso vicino a lui sulla croce, il paradiso.

É il primo santo canonizzato direttamente da Gesù.

Se fosse necessario Gesù non esiterebbe, se fosse necessario, ad essere di nuovo crocifisso, pur di salvarla.

Vi ricordo carissimi, che il prossimo Cenacolo serale lo faremo presso la chiesa parrocchiale delle Vallette, venerdì 2 ottobre p.v. e di approfondire, prima di reincontrarci, i due punti proposti per l'anno pastorale 2015/2016.

In attesa di presto rivederci per scambiare con voi i suggerimenti che intendete proporre per avviare i propositi suggeriti da attuare nel nuovo anno pastorale, vi giungano, con fraterno affetto, i miei migliori saluti e soprattutto l'augurio che Gesù e Maria SS. vivano sempre nei nostri cuori.

Leandro Pierbattisti