Lettera N° 63

Torino, dicembre 2018

Morire a noi stessi e nascere al mondo

L'originalità del cristianesimo, in rapporto alle altre religioni, consiste nel mistero della nuova nascita, condizione indispensabile per entrare nel Regno di Dio.

Attraverso ad essa la nostra esistenza, per natura votata al peccato e alla morte, viene posta nella scia liberatrice di Gesù Cristo.

Un'opera simile non ci appartiene.

Noi possiamo cambiare di vestito, cambiare il colore dei capelli, ma non potremo mai cambiare di natura da soli.

La nuova creatura non può che essere l'opera dello Spirito Santo.

Ciò che possiamo fare e che dobbiamo fare è di aprire il cuore all'azione dello Spirito.

Apriamolo senza riserve e cioè: riconosciamo la nostra miseria morale e spirituale, il nostro peccato, riconosciamo che il Cielo ( vita con Dio ) per noi è chiuso e quindi camminiamo verso l'inferno ( privazione di Dio ).

Gridiamo a Dio la nostra miseria.

Pentiamoci.

Accettiamo di morire a noi stessi e imploriamo il suo intervento.

Se lo facciamo dal profondo del cuore, ci sarà dato lo Spirito Santo, che compirà in noi la Sua opera di risurrezione.

Sicuramente non sapremo mai spiegare nè analizzare questa esperienza, che consiste nel passare da una esistenza mortale alla vita di Dio.

Ma l'esperienza è lì con il suo corteo di luce, di purificazione, di pace interiore, di verità e di ineffabile speranza.

Noi non comprendiamo.

L'opera dello Spirito Santo è un mistero, ma, come il cieco guarito da Gesù, si può dire: " Io non so, ero cieco e ora ci vedo".

Dite a Cristo: " ecco il mio cuore, Signore, con il mio peccato.

Io te lo affido.

Dammi un cuore nuovo.

Voglio appartenerti.

Voglio prendere la mia croce ( essere fedele ai miei doveri di stato ), essere tuo discepolo."

Allora, oggi stesso, un mondo nuovo si aprirà per voi.

Con Cristo Signore passerete dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita.

E voi, che fin'ora avete creduto che la vostra moralità o l'appartenenza alla Chiesa vi dispensassero da questa esperienza, disincantatevi.

Potete essere Ebrei, cattolici, protestanti, potete essere nati in una famiglia cristiana, potete essere migliori degli altri …

Poco importa.

Anche voi dovete nascere di nuovo.

" Se un uomo non nasce di nuovo, non può vedere il Regno di Dio. ( Gv 3,3 )

Quante persone hanno sentimenti religiosi e credono di essere salvati, pur non avendo mai fatto il necessario per essere cittadini del Cielo.

L'atto di cittadinanza l'ha firmato il sangue di Cristo.

Abbiamo accettato questa firma?

Gli Aggregati dell'Unione: Zelatori e Ascritti

( Da un documento dell'Unione – segue 2° parte )

I gruppi degli Zelatori, gruppi dei quali si parlerà in seguito, vivono dunque dell'amore per Cristo Crocifisso, come comunità spirituali risplendenti di carità fraterna.

Anche per gli Zelatori, poiché aggregati all'Unione, deve valere la volontà del Signore per " l'Ordine che verrà ", " l'Ordine della SS. Adorazione".

" L'Ordine che sorgerà, sia coltivato prima di tutto con la pietà, con la reciproca assistenza e umiltà, con l'attività e modestia e grande carità fraterna, in unione con Gesù Crocifisso portare la croce con gaudio " ( Dal diario di Fra Leopoldo, 29 agosto 1908 ).

In forza dell'Adorazione, gli Zelatori si riuniscono in gruppi comunitari, intensamente cristiani, per aiutarsi a praticare l'insegnamento dell'Apostolo: Riempitevi dello Spirito, recitando entro di voi salmi, inni e canti spirituali, cantando e salmodiando in cuor vostro al Signore, rendendo grazie sempre e per tutte le cose nel nome del Signore nostro Gesù Cristo a Dio Padre. ( Ef 5,18-20 ).

Rivestitevi, dunque, quali eletti di Dio, santi e prediletti, di tenera compassione di carità, di umiltà, di mitezza, di pazienza, sopportandovi reciprocamente e perdonandovi, se qualcuno ha motivo di rimprovero verso un altro: come il Signore ha perdonato a voi, anche voi fate altrettanto.

Soprattutto poi rivestitevi della carità, che è vincolo della perfezione.

E la pace di Cristo, alla quale siete chiamati nell'unità di un medesimo corpo, regni sovrana nei vostri cuori.

E, finalmente, siate riconoscenti.

La parola di Cristo risieda in voi in tutta la sua ricchezza, istruitevi in tutta saggezza ed esortatevi reciprocamente.

Mediante salmi, inni, cantici ispirati, cantate a Dio di tutto cuore, con riconoscenza.

E tutto quello che dite o fate, sia nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui. ( Col 3,12-17 ).

Se c'è, dunque, una consolazione in Cristo, un conforto nella carità, se c'è una comunione nello Spirito, se c'è tenerezza di compassione, portate al colmo la mia gioia, mantenendovi tutti d'accordo, alimentando lo stesso amore, unanimi, concordi nel sentire.

Niente fate per spirito di parte, niente per vanagloria; ognuno, al contrario, per umiltà, ritenga gli altri superiori a sé.

Non mirate al vostro interesse personale, ma piuttosto pensi ciascuno a quello degli altri.

Abbiate in voi lo stesso sentire che fu in Cristo Gesù: Lui che, avendo forma di Dio non riputò una preda l'essere uguale a Dio; annientò, invece, se stesso, prendendo forma di schiavo, divenuto simile agli uomini.

E, apparso in aspetto di uomo, si umiliò ancor più, facendosi obbediente fino alla morte, alla morte in croce.

Per questo Iddio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e nell'inferno, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre.

Pertanto, diletti miei, con la vostra abituale docilità, non solo come quando io sono presente, ma ora assai più che sono assente, lavorate con timore e trepidazione alla vostra salvezza.

È Dio, infatti, che suscita in voi e il volere e l'operare, per l'esecuzione del suo beneplacito.

Agite in tutto senza mormorazioni e recriminazioni, per essere irreprensibili e semplici, figli di Dio senza macchia in mezzo a una generazione perversa e sviata, in seno alla quale voi brillate come luminari nell'universo, conservando la parola di vita.

Avrò così un motivo di fierezza per il giorno di Cristo, perché non a vuoto avrò corso né invano faticato. ( Fil 2,1-16 ).

Quest'anno il Natale consista in una rinnovata nascita in Cristo Gesù, in un morire a noi stessi per rinascere di nuovo in una vita tutta di Dio, così che sia un riflesso della vita divina, con una buona confessione fatta con un cuore tutto a somiglianza del Suo, respingendo ogni attrazione al male.

In questo senso per tutti noi si intendano i migliori auguri di buon Natale.

Leandro