Padri/Agostino/DisNT/177.txt Sulle parole dell'Apostolo 1 Tm 6,7-19: " Non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via ". Trattato sull'avarizia 1 - L'avarizia si pone davanti ai nostri occhi La lettura dell'Apostolo è il tema del nostro discorso. Egli dice: Non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via; avendo il nutrimento e di che coprirci, siamo contenti di questo. Giacché coloro che vogliono diventare ricchi cadono nella tentazione, nei lacci e in molti desideri insensati e funesti, che affogano gli uomini nella rovina e nella perdizione. Radice di tutti i mali è l'avarizia e, per l'avidità di possedere, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono cacciati in molti mali. ( 1 Tm 6,7-10 ) Un tema che merita da voi attenzione all'ascolto e, da parte nostra, che siamo disposti a parlarne. Con tali parole si pone davanti ai nostri occhi l'avarizia; si accusi, non si difenda; una volta accusata si condanni piuttosto, così che il difensore non sia coinvolto nella condanna. Ma ignoro in che modo nei cuori degli uomini l'avarizia procuri che tutti, o per dire con più verità e prudenza, quasi tutti, a parole l'accusino e in pratica vogliano attirarsela. In tanti hanno detto contro di essa e molte e pesanti e gravi e vere condanne; e i poeti e gli storici e gli oratori e i filosofi, e da parte di ogni classe di persone di attività letteraria e professionale si è parlato assai contro l'avarizia. È un gran bene però non averla ed è molto di più non averla che non tacere dei suoi mali. 2 - Non divenga schiavo dell'avarizia colui del quale si fa prezzo il sangue di Cristo Ma che differenza passa tra i filosofi, ad esempio, che condannano l'avarizia e gli Apostoli che ugualmente l'incolpano? Quale la differenza? Se facciamo attenzione, apprendiamo qualcosa che è proprio solo della scuola di Cristo. Ecco quello che ho appena ricordato: Non abbiamo portato nulla in questo mondo, e nulla possiamo portarne via; avendo il nutrimento e di che coprirci, siamo contenti di questo, molti lo hanno detto. Anche questo: L'avarizia è la radice di tutti i mali, ( 1 Tm 6,7-10 ) ci sono stati di quelli che lo dicevano. Nessuno di loro ha detto ciò che segue: Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; ( 1 Tm 6,11 ) tendi alla giustizia, alla fede, alla carità, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. ( 2 Tm 2,22 ) Nessuno di loro ha detto tali cose. Di gran lunga la consistenza della pietà differisce da bocche che fanno strepito. Pertanto, carissimi, poiché sono al di fuori della nostra società quelli che hanno condannato l'avarizia e l'hanno disprezzata, perché non sembrino dei grandi a noi o agli uomini di Dio, perciò: Ma tu, uomo di Dio. Ad evitare che in alcun modo siano considerate alla pari, primamente dobbiamo distinguere e tenere per fermo questo: è per Dio che noi facciamo ciò che facciamo. Infatti, indipendentemente dal culto del vero Dio, è riprovato chiunque ha un particolare attaccamento all'avarizia. Nondimeno ci deve incutere maggiore preoccupazione la regola più vera, quella della pietà. È cosa vergognosa, e da averne gran rossore e dolore, se gli adoratori degli idoli sono capaci di domare l'avarizia che si fa invadente, mentre chi adora l'unico Dio, è dominato dall'avarizia e ne diventa lo schiavo del quale si fa prezzo il sangue di Cristo. Aggiunse l'Apostolo e ne parlò a Timoteo: Alla presenza di Dio che dà vita a tutte le cose e di Cristo Gesù che ha reso la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato - e già vedete quanto essa è lontana dal sentire di quelli - ti scongiuro di conservare irreprensibile il comandamento fino alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo, che nel tempo dovuto rivelerà il felice ed unico sovrano, il Re dei re e il Signore dei signori, l'unico immortale, che abita una luce inaccessibile, colui che nessun uomo ha veduto né può vedere, del quale è l'onore e la gloria nei secoli dei secoli. ( 1 Tm 6,13-16 ) Siamo stati resi familiari di lui, siamo stati adottati nella famiglia di lui; siamo figli di lui non per i nostri meriti, ma lo siamo per la grazia di lui. È troppo grave, desta troppo orrore il fatto che l'avarizia ci trattenga sulla terra dal momento che gli diciamo: Padre nostro che sei nei cieli. ( Mt 6,9 ) Per il desiderio di lui tutte le cose perdano ogni valore e non esistano per noi le cose tra le quali siamo nati, perché è per lui che siamo rinati. Queste cose valgano come uso della necessità, non quale vincolo di amore; siano come la locanda per chi è in viaggio, non come proprietà di chi l'ha in possesso. Ristòrati e passa oltre. Sei in viaggio, tieni presente da chi vai, perché è grande colui che viene a te. Allontanandoti da questa via tu fai posto a chi arriva; tale è la funzione della locanda: lasci il posto perché vi subentri un altro. Ma se vuoi raggiungere un luogo di assoluta sicurezza, non si allontani da te Dio, al quale diciamo: Mi hai guidato per le vie della tua giustizia, per amore del tuo nome, ( Sal 23,3 ) non per merito mio. 3 - Il cammino secondo la natura mortale C'è quindi un cammino secondo la natura mortale e un cammino secondo la pietà. Il cammino nella condizione di mortali è comune alla totalità di quanti nascono, il cammino nella condizione di credenti non è comune a tutti; quel primo lo percorrono tutti i nati, questo non altro che i rinati. Il primo riguarda il nascere, il crescere, l'invecchiare, il morire. Per questo è necessario il nutrimento e di che coprirci. I denari siano quelli sufficienti a questo viaggio. Perché ti appesantisci? Perché porti tanto peso su una via breve, non te ne avvantaggerai per giungere al termine di questa via, ma ne porterai piuttosto un peso più gravoso una volta giunto al termine di essa. È certo estremamente deplorevole ciò che vuoi ti capiti; ti sovraccarichi, porti molto peso, durante il percorso il denaro ti opprime, e al termine di questa via ti schiaccia l'avarizia. L'avarizia è infatti l'impurità del cuore. Di quanto hai amato nulla porti da questo mondo: porti però il peccato che hai avuto caro. Se persisti nell'amore del mondo, colui che ha creato il mondo non ti trova mondo. Sia in uso nel tempo una modesta quantità di denaro, sia viatico a quella mèta stabilita, secondo cui è scritto: Senza attaccamento, la quantità di denaro sia sufficiente alle necessità presenti. ( Eb 13,5 ) Fa' anzitutto attenzione a che cosa è stato premesso. Senza attaccamento, si dice; prendi l'iniziativa in modo da liberarne il cuore. Giacché, se vorrai vincolare il cuore all'amore del denaro, ti cacci in molti guai; e dove sarà: Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose? ( 1 Tm 6,7 ) Non ha detto infatti: Lascia, abbandona, ma: Fuggi, quasi un nemico. Volevi fuggire con l'oro, fuggi l'oro. Sia il tuo cuore a fuggirlo e non c'è da temerne l'uso. Non ci sia avidità e non venga meno la pietà. Hai modo d'impiegare l'oro, se sarai padrone, non servo dell'oro. Da padrone dell'oro, te ne servi per ciò che è buono; se poi sei servo, esso fa di te ciò che è male. Sei padrone dell'oro? Chi si è vestito del tuo, loda il Signore. Sei servo dell'oro? Chi non è vestito del tuo, bestemmia Dio. D'altra parte, l'avidità ti fa servo, la carità ti fa libero. Dal fatto che non fuggirai, sei servo. Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose. In questo caso, se non vuoi essere un servo, sii uno schiavo fuggitivo. 4 - Quali le ricchezze interiori Hai appreso che cosa devi fuggire, sai anche che cosa devi seguire. Non è infatti che fuggi alla leggera, o lasci così da non conseguire un vantaggio. Perciò: Tendi alla giustizia, alla fede, alla pietà, alla carità. ( 2 Tm 2,22 ) Queste ti facciano ricco. Tali ricchezze sono interiori; non sono alla portata del ladro, a meno che la cattiva volontà non gli dia luogo. Usa precauzioni a difesa del tuo scrigno interiore, che è la coscienza. Non un ladro, un qualsiasi potentissimo avversario, il nemico che irrompe, il barbaro, infine neppure un naufragio riuscirà a portarti via queste ricchezze, per cui ti allontani ricco se parti di qui privo di tutto. Ed effettivamente non era spogliato, sebbene all'esterno sembrasse non aver nulla, colui che diceva: Il Signore ha dato, il Signore ha tolto; come è piaciuto al Signore, così è avvenuto; sia benedetto il nome del Signore. ( Gb 1,21 ) Da stimarsi assai una tale pienezza, smisurate le ricchezze; spoglio dell'oro, colmo di Dio; privo di ogni potere temporale, colmo della volontà del suo Signore. Perché cercate di avere oro con tante fatiche e vagando in altri luoghi? Amate queste ricchezze e attingetene subito colmandovene; la sorgente non è nascosta, se il cuore è aperto; la chiave della fede apre il cuore; apre e monda il luogo dove tu debba porle. Non ti sembri angusto: le tue ricchezze, il tuo Dio, quando entrerà, egli sarà a dilatarlo. 5 - Da chi è già ricco distingui chi vuole diventare ricco Dunque: Senza attaccamento, la quantità di denaro sia sufficiente alle necessità presenti. Perché alle presenti? Perché Non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via; ( 1 Tm 6,7 ) perciò alle presenti, non alle future. Ma quale interesse inganna l'uomo e lo induce al calcolo che è proprio dell'avarizia? E se vivo a lungo? Chi dona la vita non può dare di che portarla al suo fine? Da ultimo, ci sono i redditi; per quale motivo si desidera avere un tesoro? Qualcosa rende il lavoro, qualcosa rende il saper fare, qualcosa rende il denaro; basti questo, non si accumuli un tesoro, ad evitare che dove tieni il tuo tesoro rimanga il tuo cuore; e inutilmente ascolti e rispondi con la menzogna all'intimazione di tenerlo in alto. Quando infatti rispondi a quella tanto sacra parola e vi aderisci a voce, non ti senti accusare interiormente dal tuo stesso cuore? Sebbene prostrato ed oppresso, il tuo cuore non ti dice nell'intimo: Mi tieni sotterra, perché menti? Non è forse vero che ti dice: O che non mi trovo là dov'è il tuo tesoro? Tu menti pertanto. O mente addirittura colui, il quale ha detto: Perché dove si troverà il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. ( Mt 6,21 ) Tu dici: non sarà là. La Verità afferma: Sarà là. Ma non sarà là perché non vi sarà il mio amore. Dammi la prova con i fatti. Tu non ami, sei però ricco. Fa' bene attenzione ed esaminati: chi vuole essere ricco distinguilo da uno che è ricco. Ci passa molto infatti tra chi è ricco e chi vuol essere ricco. La distinzione è netta, non si può negare. Là si trova la ricchezza, qua l'ingordigia. 6 - L'avarizia è veramente insaziabile Giacché anche lo stesso Apostolo non dice: Coloro che sono ricchi, ma: Coloro che vogliono diventare ricchi, cadono nella tentazione, nel laccio e in molti desideri - che vogliono diventare -, funesti; ( 1 Tm 6,9 ) volendo diventare tali, non per essere tali. Perciò parla di desideri. Il desiderio infatti è presente nell'uomo che vuole giungere a possedere ciò che non ha. Giacché nessuno desidera ciò che è già suo. L'avarizia è veramente insaziabile; ebbene, persino in quegli stessi che posseggono molto si deve dire che c'è il desiderio di quel bene che non hanno, ma che vogliono avere. Possiede questo podere, desidera avere l'altro che non ha, ma quand'anche l'avrà ne desidererà un altro; tuttavia non è che desidererà ciò che ha avuto, ma ciò che non ha avuto. Insistendo a voler essere ricco, desidera, arde, è assetato e, come se afflitto da idropisia, cresce la sete nella continuità del bere Sorprendente questa somiglianza con l'infermità fisica; senza alcun dubbio l'avaro è idropico nel cuore. Giacché chi è fisicamente idropico, è pieno di liquido, è in pericolo a causa dell'umore e, per esso, non si appaga; così è dell'idropico nel cuore, quando più ha, tanto più è indigente. Quando possedeva meno, voleva beni di minor conto, godeva di averi più scarsi e si rallegrava di scrignetti dalle dimensioni assai ridotte. Perché poi si riempì di beni, si gonfiò, divenne enorme - ogni giorno nuove eredità - beve ed ha sete. Avendo questo, riuscirò ad avere quello; ho possibilità ridotte, perché possiedo poco. Quando avrai anche questo, hai da volere di più; è cresciuta l'indigenza, non il potere. 7 - Se non ami le ricchezze, il tuo cuore può trovarsi in alto Ma non debbo amare - dice - ciò che possiedo, per avere il cuore in alto. Sono d'accordo: se non ami, il tuo cuore può essere in alto. Perché non dovrebbe trovarsi in alto un cuore libero? Ma fa' attenzione se non ami, datti con sicurezza una risposta, non come in seguito ad una mia accusa, ma domàndatelo tu stesso. È certo - dice - non amo; in realtà sono ricco, ma per il fatto che già lo sono, invece non voglio esserlo, per non incorrere nella tentazione, nel laccio e in molti desideri insensati e funesti, che affogano gli uomini nella rovina e nella perdizione ( 1 Tm 6,9 ); male grave, spaventoso, fatale; ricco già lo sono, non voglio esserlo. Sei già ricco? Sì, risponde. Non vuoi esserlo? No, ripete. Se tu non lo fossi, vorresti non esserlo? Non vorrei, dice. Poiché dunque già lo sei e la parola di Dio, che ti ha trovato ricco al di fuori di te, ti ha arricchito nell'intimo, accogli quanto fu detto ai ricchi. È infatti ciò che si diceva con queste parole: Non abbiamo portato nulla in questo mondo, e nulla possiamo portarne via; avendo il nutrimento e di che coprirci, siamo contenti di questo. Giacché coloro che vogliono diventare ricchi, cadono nella tentazione. Quelli che vogliono diventare ricchi, dice, come si diceva a dei poveri. Queste parole dell'Apostolo ti hanno trovato ricco? Dille pure e sarai ricco; dille nel cuore e dal cuore: Niente ho portato in questo mondo, ma neppure posso portare via qualcosa; avendo il nutrimento e di che coprirmi, sono contento di queste cose. Giacché, se avrò il desiderio di diventare ricco, mi capiterà d'incorrere nella tentazione e nel laccio. Dillo e fèrmati là dove sei stato trovato. Non ti cacciare in molti guai, per non restare lacerato se vorrai uscirne. Sei stato invece trovato ricco? Vi sono altre parole, che diciamo ad alta voce; chi è stato trovato ricco non pensi che nulla sia stato detto per lui. È sempre a Timoteo che si rivolge l'Apostolo, ma lo dice al povero. Era povero infatti Timoteo, come Paolo. Perché allora parlerà di questo a Timoteo, dirà ad un uomo povero ciò che spetta a coloro che sono stati trovati ricchi? Ascolta che cosa dice: Raccomanda ai ricchi di questo mondo, ( 1 Tm 6,17 ) perché esistono anche i ricchi di Dio; e i veri ricchi sono esclusivamente i ricchi di Dio, quale era lo stesso Paolo che afferma: Poiché ho imparato a bastare a me stesso in queste cose. ( Fil 4,11 ) Dammi uno ricco del mondo che dica questo: Ho imparato a bastare a me stesso in queste cose, ma ad un avaro non basta. Perciò dice: Raccomanda ai ricchi di questo mondo. Che dirò loro? Non desiderate di essere ricchi? Già sono stati trovati ricchi. Ascoltino ciò che è stato detto loro ed inizia così: Non essere orgoglioso. ( 1 Tm 6,17 ) A questo scopo si possiedono ricchezze e si amano molto. Se ne intesse un nido alla superbia, dove possa nutrirsi e crescere; e, ciò che è peggio, non perché prenda il volo, ma in vista di uno stabile accomodamento. Quindi, prima di ogni altra cosa, non essere orgoglioso. Al fine di comprendere, sia avveduto, pensi che deve morire e che il mortale povero è un suo pari. La terra ha appunto raccolto nudi entrambi, la morte attende entrambi, la febbre non ha ritegno verso entrambi. Ha febbre il povero sul suo letto che è il nudo terreno, ma neppure il ricco con il suo letto d'argento intimorisce quella che avanza. Pertanto: Raccomanda ai ricchi di questo mondo di non essere orgogliosi. Riconoscano loro pari i poveri: gli uomini poveri sono anche uomini; diversa la veste, ma simile la cute; e se il ricco, defunto, è sepolto con aromi, non si eviterà la corruzione, ma sarà tardiva; forse che non va in putrefazione perché essa si verifica più tardi? Ammettiamo pure che entrambi non subiscano la corruzione, tuttavia mancano entrambi della sensibilità. Raccomanda ai ricchi di questo mondo di non essere orgogliosi. Non siano superbi e saranno veramente quali vogliono essere considerati; possederanno senza attaccamento, non saranno posseduti. 8 - Una cosa è l'usare dei beni, altra il goderne Ma sii attento alle parole che seguono: Di non essere orgogliosi e a non riporre la speranza nell'incertezza delle ricchezze. Tu ami l'oro; fa' sapere, se puoi, che non temi di perderlo. Hai messo insieme delle sostanze; renditi sicuro di esse, se ti è possibile. E a non riporre le speranze nell'incertezza delle ricchezze. I beni sopravvengono, spariscono; ora ci sono, ora non ci sono più; intanto si è nel timore di perderli. Non ripongano dunque la speranza nell'incertezza delle ricchezze. Portò via da essi la speranza. Dove la fissò? Ma nel Dio vivente. In lui fissa la speranza, in lui ferma l'àncora del tuo cuore affinché la tempesta del mondo non ti strappi via da lui e ti mandi in perdizione; nel Dio vivente, che tutto ci dà in abbondanza perché ne godiamo. ( 1 Tm 6,17 ) Se dà il tutto, quanto più non dà se stesso? E in verità, quanto al godimento egli sarà appunto il tutto per noi. Poiché a me sembra riferita unicamente a se stesso l'espressione: Tutto ci dà in abbondanza perché ne godiamo. Si vede infatti che una cosa è l'" usare ", un'altra il " godere ". Usiamo in ragione della necessità, godiamo in riferimento alla felicità. Ha dato quindi tali beni temporali come mezzi da usare e se stesso come il bene da godere. Allora, se ha dato se stesso, non è stato detto il tutto soltanto perché è stato scritto: Perché Dio sia tutto in tutte le cose? ( 1 Cor 15,28 ) Pertanto il cuore sia in lui per essere felice, perché si trovi in alto. Stràppati di qui, ma avvinciti là; è pericoloso per te, in queste tempeste, non essere ancorato. 9 - In alto il cuore, non nella terra Non riporre la speranza nell'incertezza delle ricchezze; non è detto però in nessun luogo, ma nel Dio vivente che tutto ci dà in abbondanza perché ne godessimo. ( 1 Tm 6,17 ) Che cosa è tanto il tutto quanto colui che ha creato tutte le cose? Non sarebbero state formate da lui tutte queste cose se non le avesse conosciute. Chi può avere l'ardire di affermare: Dio ha creato ciò che non conosceva? Egli sapeva quel che faceva. Era in suo possesso prima ancora di farlo: ma il suo era un modo mirabile di possedere, non come fece le cose, temporali e passeggere, ma come è solito fare l'artefice. Ha nell'intimo ciò che realizza all'esterno. Sono là, quindi, tutte le cose principali, le immortali, le durature, le permanenti, ed egli, Dio stesso tutto in tutte le cose; ( 1 Cor 15,28 ) ma quanto ai suoi santi, ai suoi giusti, egli sarà tutto in tutti. Pertanto egli basta, basta egli solo del quale si è detto: Mostraci il Padre e ci basta, ( Gv 14,8 ) ma egli replicava: Da tanto tempo sono con voi e non mi avete conosciuto? Chi vede me, vede anche il Padre. ( Gv 14,9 ) Tutto: Dio Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. A ragione egli solo basta. Se siamo avari, amiamo proprio lui. Se desideriamo essere facoltosi, desideriamo proprio lui. Ci potrà saziare egli solo, del quale è stato detto: Egli che sazia di beni il tuo desiderio. ( Sal 103,5 ) Al peccatore questo non basta? Soltanto questo, un bene così grande non basta al peccatore? Volendo avere di più, ha perduto tutto: perché l'avarizia è la radice di tutti i mali. ( 1 Tm 6,10 ) Giustamente, per mezzo del Profeta, apostrofa così l'anima che pecca e gli è infedele: Hai creduto, allontanandoti da me, che avresti avuto qualcosa di più. ( Is 57,8 sec. LXX ) Ma, come quel figlio minore, hai pascolato i porci; ecco hai perduto tutto, sei rimasto indigente e sei tornato tardi e sfinito. ( Lc 15,15 ) Comprendi ora come quel che il Padre ti dava, lo custodiva egli stesso con più sicurezza, hai creduto, allontanandoti da me, che avresti avuto qualcosa di più. O anima peccatrice e piena d'infedeltà, diventata turpe, diventata corrotta, diventata immonda, e così amata! Ritorna, dunque, a lui che è bello, per recuperare la bellezza; ritorna e dì a colui che egli solo ti basta: Hai perduto chiunque si allontani da te. ( Sal 73,27 ) Che cosa basta allora se non ciò che segue? Il mio bene invece è stare vicino a Dio. ( Sal 73,28 ) In alto il cuore, dunque, non nella terra, non nel meschinissimo tesoro, non nel luogo della corruzione. Radice di tutti i mali è infatti l'avarizia. E nello stesso Adamo l'avarizia fu la radice di tutti i mali. Perché Dio non gli bastò, volle infatti più di quanto aveva ricevuto. 10 - Il Signore nostro Dio ci vuole commercianti Perciò fa' attenzione, uomo ricco, all'uso che farai di questi beni che possiedi. Già non sei superbo: bene! Non riponi la speranza nell'incertezza delle ricchezze: benissimo! Ma tu speri nel Dio vivente, che tutto ci dà in abbondanza perché ne godiamo: ( 1 Tm 6,17 ) è lodevole. Non essere quindi tardo nel compimento di ciò che segue: Siano ricchi di opere buone. ( 1 Tm 6,18 ) Esaminiamo questo e crediamo ciò che sfugge alla nostra considerazione. Tu dicevi: Possiedo dell'oro, ma non lo amo; non amare è proprio della tua coscienza; se ho qualche merito dinanzi a te, danne anche a me la prova. Ciò che non nascondi al tuo Dio attestalo anche ad un tuo fratello. Come lo proverò? Dice. In forza di ciò che segue: Siano ricchi di opere buone, pronti a dare. Sarai ricco per questo, perché tu sia pronto a dare. In realtà il povero vuol dare e non può: per lui è difficile, per te agevole. Ti può essere utile il fatto di essere ricco, perché, se vuoi farlo, lo fai subito. Siano pronti a dare, condividano. ( 1 Tm 6,18 ) Che subiscono forse una perdita? Mettano da parte per sé un buon capitale per il futuro. ( 1 Tm 6,19 ) E perché anche nell'altra vita non amassimo quell'oro, quell'argento, quei poderi e quei beni che esercitano attrattiva alle facoltà degli uomini ed ivi non desiderassimo di tali beni, in quanto ci si dice: Trasferite di là il vostro tesoro, deponetelo là, ci fa avvertiti contro i pensieri carnali. Egli afferma: Perché acquistino la vita vera; ( 1 Tm 6,19 ) non l'oro che resta nella terra, non le sostanze che sono corruttibili, non i beni passeggeri, ma la vita vera. Come allora trasferire se questo non passa nell'aldilà, né avremo là ciò che trasferiamo di qui? In certo modo il Signore nostro Dio vuole che noi siamo dei commercianti, egli ha con noi degli scambi; noi diamo ciò che qui è in abbondanza e riceviamo ciò che abbonda di là, come tanti che fanno interscambi di merci: in un luogo dànno una cosa e una cosa di altra natura ricevono nel luogo ove giungono. Ad esempio, uno dice ad un suo amico: Qui ricevi dell'oro da me e in Africa dammi dell'olio, e trasferisce e non trasferisce; ciò che ha dato è già trasferito, ma non ha ricevuto merce in cambio. Ha ricevuto ciò che desidera. Questo scambio è tale qual è, fratelli miei, la nostra merce. Che cosa diamo e che cosa riceviamo? Noi diamo ciò che non possiamo portare con noi, pur volendo, perché, di conseguenza, va perduto. Si dia quaggiù ciò che vale di meno, per trovare lassù ciò che è assai grande. Diamo la terra e riceviamo il cielo; diamo cose temporali, riceviamo quelle eterne; diamo cose in corruzione, riceviamo quelle immortali; infine diamo ciò che Dio ha dato, e riceviamo Dio stesso. Non siamo quindi indolenti in questo scambio di merci, in questo florido ed ineffabile commercio. Avvantaggiamoci del trovarci qui, ci giovi di essere nati, approfittiamo del fatto che siamo di passaggio. Non facciamo ritorno nell'indigenza. 11 - Hai la garanzia di Dio, hai avuto debitore lui stesso Non entri nello scrigno del cuore la tignola del mal pensare. Non si dica: Non darò per non esserne privo domani. Non darti molto pensiero del futuro, tutt'altro, datti assai pensiero delle realtà future, ma di un lontano futuro. Mettano da parte per sé - dice - un buon capitale per il futuro, perché acquistino la vita vera. Secondo come ha detto l'Apostolo, non in modo che per altri ci sia sollievo ed afflizione per voi, ma ciascuno per il fatto che ha di che dare. ( 2 Cor 8,13 ) Soltanto non amate, non abbiate riserve, non accumulate, non appoggiatevi alle cose create; cioè non riponete le vostre speranze nelle cose incerte. Quanto numerosi quelli che si addormentarono ricchi e si levarono poveri! È a motivo di queste riflessioni che aveva detto: Senza attaccamento, la quantità di denaro sia sufficiente alle realtà presenti, ( 1 Tm 6,19 ) e a motivo di cattivi pensieri che hanno questo tenore: se non avrò un deposito, chi mi darà quando comincerò ad avere bisogno? E ancora: Ho in abbondanza di che vivere, mi è sufficiente per vivere, ma che sarebbe se mi si gettasse addosso un'accusa? Come mi libererei? Che accadrebbe se dovessi affrontare una causa [ in tribunale ]? Come coprirei le spese? Quanto a lungo potrai dire e calcolare tutti i mali che possono accadere al genere umano, il più delle volte una sola disgrazia sconvolge il calcolo di chi sta a citarli, e l'insieme di ciò che aveva enumerato non solo va perduto, ma neppure resterà sotto le dita. Perciò, contro questo tarlo del pensiero, contro la tignola maligna Dio appose la sua Scrittura, così come si è soliti apporre alle vesti certe sostanze odorose perché non siano guastate dalle tignole. E che? Pensavi che ti possa mancare a causa di quello e di quello, e andavi enumerando molte disgrazie. Non avevi timore di quella sola che è grande? Bada a ciò che segue: Senza attaccamento, la quantità di denaro sia sufficiente alle necessità presenti; egli ha detto infatti: Non ti abbandonerò, non ti lascerò; ( Eb 13,5 ) temevi non so quali mali e, per questo, mettevi da parte denaro; possiedi me come garante. Dio ti dice questo. Non un uomo, non un tuo pari, o tu stesso, ma Dio ti dice: Non ti abbandonerò, non ti lascerò. Se la promessa venisse da un uomo, crederesti; è Dio che promette e dubiti? Ha promesso, ha lasciato scritto, ne ha dato garanzia; devi essere sicuro. Leggi ciò che hai: hai la garanzia di Dio, hai avuto debitore lui stesso, al quale hai chiesto di perdonarti i debiti. Amen