Discorsi sui Santi

Indice

Nel natale del martire Cipriano

1 - Il Verbo si è fatto carne assumendo la carne. Cipriano vescovo: difensore dell'unità. Cipriano martire: esempio di testimonianza
2 - Veramente grande la fede di San Cipriano
3 - Il Signore, tollerando Giuda, insegnò a guardarci dalle divisioni
4 - A torto i donatisti si dichiarano cattolici. I donatisti suicidi nei precipizi evitano il genere di morte di Giuda. Anche per Giuda era disponibile il perdono
5 - I donatisti onorano i sepolcri dei suicidi. Ad esempio di Cristo, Cipriano non si espone ai persecutori
6 - Cipriano tralcio potato: eretici e donatisti; i tralci recisi. I Cristiani: "Grazie a Dio", i donatisti: "Lodi a Dio"
7 - "Gli idoli non sono dei": opera di San Cipriano. Ag. disposto a morire per la fede. Male per bene ai servi di Dio
8 - Ag. confida nelle preghiere dei Santi

1 - Il Verbo si è fatto carne assumendo la carne. Cipriano vescovo: difensore dell'unità. Cipriano martire: esempio di testimonianza

Il Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo, nel quale è riposta la nostra speranza di salvezza eterna, si fece uomo, pur essendo Dio, proprio perché l'uomo, allontanatosi da Dio, non si ritenesse abbandonato a distanza e solo.

Egli, diventato perciò Mediatore, colmò in certo qual modo l'abisso della lontananza in cui stavamo separati da Dio affinché, per mezzo di lui, non solo non rimanessimo lontani, ma potessimo anche renderci vicini.

Niente di tanto congiunto quanto, infatti, il Verbo e Dio; così pure, niente di tanto congiunto quanto la carne e l'uomo.

Quindi, essendo il Verbo e Dio lontano dalla carne e dall'uomo, il Verbo si fece carne ( Gv 1,14 ) e congiunse l'uomo a Dio.

Quindi, questo Signore e Salvatore nostro, il Figlio di Dio, il Verbo di Dio fatto carne, non trasformandosi in carne, ma per aver assunto la carne, a quanti credevano in lui insegnò a vivere, insegnò a morire: a vivere senza ambizione, a morire senza timore.

Insegnò a vivere per evitarci la morte eterna, insegnò a morire perché vivessimo in eterno.

Pertanto, nel numero di coloro che istruì in questo, si distinse il beato Cipriano, vivendo come chi è consapevole della morte futura, e morendo come chi ha la certezza che lo attende la risurrezione: duplice grazia per la quale fu caro a Dio, grazia che gli venne certo da Dio cui egli piacque.

Gli piacque, però, in forza del dono di lui: infatti, per quel che egli era personalmente, aveva di che dispiacere, non di che essere gradito; ma, come è stato scritto: Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. ( Rm 5,20 )

Quanto a sé, il servo di Dio, autentico e verace Martire, veritiero per dono di Dio, confessa nei suoi scritti quale egli fosse stato prima, non dimentica quale sia stato per non essere ingrato a colui per il quale cessò di essere tale.

Così, fu caro a Dio per una duplice grazia: l'episcopato e il martirio.

Da vescovo, difese e conservò l'unità, da Martire, suggellò la sua testimonianza.

2 - Veramente grande la fede di San Cipriano

Che gran cosa, quanto mirabile è la fede!

È qualcosa di veramente grande, e dov'è?

Noi vediamo infatti l'un l'altro i nostri volti, il nostro aspetto, le nostre vesti, e infine percepiamo con l'udito le nostre parole, il timbro delle nostre voci; dov'è la fede di cui ora parlo? Si riveli ai nostri occhi.

Ecco, la fede è invisibile: nondimeno è stata proprio questa fede invisibile che ha fatto convenire tutta questa moltitudine che si vede qui, nella casa di Dio.

Grande, perciò, la fede, come dice pure il Signore nel Vangelo: Ti sia fatto secondo la tua fede. ( Mt 8,13 )

Ancora lo stesso Signore Dio nostro, lodando la fede di alcuni, disse: Non ho trovato tanta fede in Israele. ( Mt 8,10 )

Pertanto non deve destare meraviglia se per la fede che è invisibile non si fa conto della vita visibile allo scopo di guadagnare la vita che non si vede.

Di questa fede era provvisto san Cipriano: di questa fede sono pieni non i falsi, ma i veri cristiani, i quali di tutto cuore e con immutabile fede credono a Dio.

Ma gli eretici e i donatisti che si vantano falsamente di riferirsi a Cipriano, se considerassero il suo governo pastorale, non si separerebbero; se il martirio, non finirebbero suicidi.

Non è per nulla discepolo di Cristo, non è compagno di Cipriano l'eretico separato per l'eresia, come pure il donatista che si dà la morte.

3 - Il Signore, tollerando Giuda, insegnò a guardarci dalle divisioni

Consideriamo, fratelli dilettissimi, Cristo maestro e Cipriano suo seguace; e questi che gridano di traverso di essere cristiani e dalla parte di Cipriano.

Ascoltate che cosa insegna Cristo: Vi do la mia pace, vi lascio la mia pace. ( Gv 14,27 )

Non è discepolo di Cristo il donatista o l'eretico; non è discepolo di Cristo un nemico della pace.

Considerate se proprio il Signore Dio nostro, che disse: Vi do la mia pace, vi lascio la mia pace, abbia detto questo e non l'abbia fatto.

Egli tollerò tra i suoi discepoli quel diavolo di Giuda, non lo allontanò: venne ammesso alla Cena del Signore, dopo che aveva ricevuto già il prezzo del Signore.

Infatti volle vendere Cristo, non volle essere redento da Cristo.

Questo l'insegnamento del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo: bisogna guardarsi dalla separazione, comporre la divisione, amare la pace e l'unità.

La pace che lasciò in certo qual modo come ultimo testamento ai suoi discepoli, ai nostri Apostoli.

Infatti, sul punto di tornare al Padre, disse: Vi do la mia pace, vi lascio la mia pace.

Non allontanò da sé Giuda colui che non avrebbe potuto prendere un abbaglio se avesse voluto allontanarlo; né infatti avrebbe allontanato un innocente in luogo di un colpevole, o anche abbandonato gli innocenti allontanando dei colpevoli.

Egli sapeva bene che fare e non lo fece: non fece scissione colui che insegnò che la pace dev'essere amata.

Egli sapeva bene che fare e non lo fece; non lo fece colui che sapeva, perché non lo facesse chi non sapeva.

Fu Giuda ad allontanarsi dal Signore.

Fu tollerato sino alla fine: dette il bacio di pace, colui che non aveva pace; e tuttavia ricevette il bacio di pace.

Con quel bacio non si univa a Cristo, ma riceveva condanna; infatti il Signore lo baciò quasi per dirgli: ecco quel che possiedo, ecco quello che tu non hai.

Cristo era infatti Capo di quel Corpo che canta così: Io ero per la pace con questi che odiarono la pace. ( Sal 120,7 )

Perciò, tollerandolo fino all'ultimo, il Signore Gesù Cristo raccomandò di non fare scissioni, ma di amare necessariamente l'unità e conservare la pace.

4 - A torto i donatisti si dichiarano cattolici. I donatisti suicidi nei precipizi evitano il genere di morte di Giuda. Anche per Giuda era disponibile il perdono

È a causa degli eretici che abbiamo parlato di conservare la pace; essi si sono separati dalla Chiesa cattolica e ogni giorno si separano e falsamente si dichiarano cattolici.

È a causa degli eretici che abbiamo richiamato alla memoria il precetto del Signore riguardo alla pace.

Ma consideriamo che dice il Signore a proposito del martirio; dobbiamo ricordarlo e, anche a causa dei donatisti, che giungono a gettarsi dall'alto, bisogna raccomandare l'insegnamento del Signore.

Disse infatti il diavolo al Signore quando lo tentò - ma il Signore veniva tentato perché noi imparassimo a resistere al tentatore - gli disse dunque il diavolo: Se sei il Figlio di Dio, gettati giù. ( Mt 4,6 )

Lo aveva appunto sollevato sul pinnacolo del tempio; non riconosceva il suo Signore e, come ad un uomo, gli insegnava a precipitarsi; nell'ignoranza, tentava nel vero Cristo ciò che preparava a persuasione dei falsi cristiani.

I donatisti non sono falsi cristiani, ma essi, che ascoltano quanto fu suggerito dal diavolo e non ascoltano quel che fu risposto da Cristo, non sono neppure cristiani.

Che rispose allora il Signore, nostro Maestro e Salvatore, al diavolo che gli suggeriva tali cose?

Vattene, Satana, sta scritto: Non tenterai il Signore Dio tuo. ( Mt 4,7.10 )

Il diavolo trasse indubbiamente dalla Scrittura il suggerimento e il Signore rispose citando dalla Scrittura.

Aveva detto infatti il diavolo al Signore: Poiché sta scritto: ai suoi angeli ha dato l'ordine a tuo riguardo: ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede. ( Mt 4,6 )

Gettati giù, disse, e se sei il Figlio di Dio gli angeli ti sorreggono: che temi?

Il Signore poteva anche lanciare dall'alto il suo corpo e non permetterne la morte, ma ciò che suggeriva il diavolo a Cristo che aveva presente, ai futuri cristiani Cristo non le insegnava.

Infatti anche ai donatisti suggerisce questo il diavolo, dicendo: Gettatevi giù, vi sostengono gli angeli; con tale morte non andate al castigo, ma giungete alla corona.

Sarebbero cristiani se dessero ascolto a Cristo e non credessero al diavolo che per primo li separò dalla pace della Chiesa e, poi, ne fece dei suicidi.

Rivolgiamoci a loro per dire: Se vi attira la morte volontaria e ritenete un bel gesto morire di propria iniziativa, senza un nemico che incalzi, senza un avversario che opprima, perché correte subito ad un precipizio e non vi servite mai del nodo scorsoio?

Quest'altro genere di morte è facilitato e la sospensione ad una corda conserva più integre le membra di chi muore di quanto non avvenga precipitandovi come preferite: perché allora non vi impiccate quando volete morire?

Rispondono: Lungi da noi, sia maledetta la corda: infatti Giuda il traditore si appese ad una corda.

O disgraziati e infelici, cos'è questa follia di non voler ripetere quel che fece il traditore e fare ciò che il maestro del traditore, il diavolo, insegnò loro?

Perché Giuda tradisse Cristo, come è stato scritto, Satana entrò in lui: ( Gv 13,27 ) chi lo persuase a tradire Cristo fu quello stesso che lo persuase a impiccarsi.

Indubbiamente si pentì di aver tradito il sangue innocente, ma il suo pentimento non ebbe speranza: si pentì, ma disperò, non credette che sarebbe stato perdonato.

Non andò da colui che aveva tradito a chiedere perdono; non chiese perdono, non implorò la liberazione, non si affidò al sangue di lui per essere redento.

Infatti, il Signore che fu misericordioso verso i Giudei, non sarebbe stato inflessibile con Giuda.

Giuda vendette Cristo perché fosse ucciso, i Giudei comprarono Cristo per ucciderlo.

Vuoi sapere perché avrebbe perdonato chi l'aveva venduto?

Per coloro che l'avevano comprato, pregò; pendente dalla croce, disse: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno. ( Lc 23,34 )

Ma tra coloro che crocifissero Cristo, quelli che vollero ostinarsi nel peccato, perirono, perché non vollero far penitenza; disperarono della remissione, non meritarono perdono.

Ma se si pentirono quelli di loro che ricorsero, per essere liberati, alla misericordia di Cristo stesso e, spinti dal diavolo, avevano partecipato a spargere il sangue di lui, meritarono anche la remissione.

Furono battezzati: bevvero da credenti il sangue di Cristo che avevano sparso da persecutori.

5 - I donatisti onorano i sepolcri dei suicidi. Ad esempio di Cristo, Cipriano non si espone ai persecutori

Il diavolo, quindi, che persuase gli eretici a separarsi, i donatisti a gettarsi nei precipizi, fu colui che sospinse Giuda a consegnare Gesù, a disperare, a ricorrere al nodo scorsoio.

Ebbene, donatista, tu che vuoi toglierti la vita, che rifuggi dal nodo scorsoio usato dal traditore, perché non eviti il precipizio del diavolo?

Il diavolo persuase Giuda a legarsi al collo una corda ed egli pure provocò il Signore a gettarsi dall'alto.

Perciò, nell'una e nell'altra suggestione, evitate il diavolo: come evitate il diavolo quanto al nodo scorsoio, così non dovete assecondarlo gettandovi in un precipizio.

Proprio nel suggerire il precipizio, che sentì rispondersi il diavolo dal Signore? Vattene via, Satana! ( Mt 4,10 )

O donatista, questo devi dire al diavolo quando ti consiglia di precipitarti; inoltre egli vi ha dato, a soddisfazione, di ottenere un culto, una volta precipitati.

In realtà, fratelli, e si precipitarono di loro scelta e vengono precipitati dalla folla dei loro seguaci perversi.

Questi che ricompongono con onore i corpi dei precipitati, che ne raccolgono il sangue, ne onorano i sepolcri, si ubriacano presso le loro tombe, sono maggiormente omicidi.

Infatti, mentre alcuni notano che a quanti si precipitano vengono prestate onoranze di tal genere, altri si accendono del desiderio di precipitarsi; quelli si ubriacano su di loro, altri si ubriacano di follia e di pessimo traviamento.

A costoro si oppone il beato Cipriano, presentando la pace di Cristo e istruendo sul martirio.

Notate in lui l'uno e l'altro impegno: raggiunse la pace nell'unità, raggiunse il martirio nella testimonianza.

Infatti, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo certamente era venuto a patire, ed aveva predetto che avrebbe subito la passione e che non saremmo stati redenti se non avesse patito; aveva detto pure: Ho il potere di offrire la mia vita e il potere di riprenderla di nuovo.

Nessuno me la toglie, la offro da me stesso. ( Gv 10,18 )

E del Padre era stato detto: Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi. ( Rm 8,32 )

E dello stesso Signore Gesù Cristo: Egli che mi ha amato e ha dato se stesso per me. ( Gal 2,20 )

Dunque, essendo venuto perché il Padre lo desse nelle mani degli empi per la nostra redenzione, e così diede se stesso nelle mani degli empi per redimerci, celebrata la Cena, si appartò tuttavia sul monte, sfuggì la vista dei persecutori, non si fece avanti di più, volle che si recassero da lui.

Osserva Cipriano che lo imita.

Mentre si dava lettura della sua "passione", avete ascoltato come aveva detto al proconsole: La disciplina proibisce che uno si faccia avanti di sua iniziativa.1

Ecco come egli conosceva la norma sul martirio: era certamente rivolto al martirio; però non si precipitava, non era impaziente, così da essere gli altri a dover farsi avanti.

Quindi, dei "messi" sono appunto inviati dal beato Cipriano; si fa comparire in giudizio, ma, quanto a lui, non si è fatto avanti.

I donatisti, invece, si buttano a capofitto, si presentano ad alcuni per dire: Uccideteci.

Ma quelli dicono: Non vi uccidiamo. O insensati, o perversi!

Tu giungi a questo punto: a fare un omicidio o un omicida, perché si dica di te che sei un martire; essi si spingono a rivolgersi ad alcuni, ad armarli contro se stessi e li costringono ad uccidere ricorrendo a minacce.

Costoro, se avessero animo retto, avrebbero in orrore di gettarsi in un precipizio, né commetterebbero omicidio; ma fanno quello che insegnò il loro padre, il diavolo, e secondo le istruzioni del loro maestro, Donato.

Contro di essi il beato Cipriano difese con fermezza l'unità e la pace.

6 - Cipriano tralcio potato: eretici e donatisti; i tralci recisi. I Cristiani: "Grazie a Dio", i donatisti: "Lodi a Dio"

Si manda quindi a prelevarlo, si conduce a giudizio dal proconsole, compare davanti al tribunale di un uomo in veste di giudice.

A causa della persecuzione, si era appartato nei suoi campi, come il Signore sul monte degli Olivi dopo la Cena.

Il Signore, sul monte Oliveto, coltivò e nutrì l'olio della pace; Cipriano, nei campi, coltivava il granello di senapa.

Egli, prelevato di là, di persona stette davanti al proconsole, ma con lo spirito davanti al Salvatore; rispettava l'autorità umana, non rinnegava la gloria divina.

Di là, un primo tempo venne mandato in esilio.

Confessò Cristo, prese la via dell'esilio.

Richiamato dall'esilio, fu condotto al martirio, quasi tralcio per la falce, non per essere reciso, ma potato.

Disse dunque il Signore: Io sono la vite, voi siete i tralci, il Padre mio è l'agricoltore.

Ogni tralcio che in me porta frutto, il Padre mio lo pota perché porti più frutto, e ogni tralcio che in me non porta frutto, lo recide, quindi si secca ed è gettato nel fuoco. ( Gv 15,1-6 )

Osservate, dunque, il tralcio potato, il martire Cipriano; considerate i tralci tagliati via, gli eretici e i donatisti.

Perché dite di essere dalla parte di Cipriano, di lui che reca il frutto della pace e dell'unità, potato dalla falce del martirio per ricevere la corona della salvezza eterna?

Come potete paragonarvi a costui, voi eretici e donatisti, finiti a terra per la separazione, infetti, per contagio, del male di precipitarvi?

È fermo il beato Cipriano, confessa Cristo, non aderisce a quanto viene sospinto a forza, riceve la sentenza del giudizio temporale, diventa giudice insieme a Cristo per l'eternità.

Riceve la sentenza, e veramente Grazie a Dio!, perché ha veramente dato testimonianza.

O furiosi donatisti! o rabbiosi! Grazie a Dio!

Dicono di celebrare il Natale di Cipriano; tutti quelli che sono cristiani si spaventano al loro grido: Lodi a Dio!

I donatisti si sono associati in vista di tutti i loro delitti; nel buttarsi nei precipizi gridano: Lodi a Dio! sulla bocca: Lodi a Dio, nelle azioni: Odiosi a Dio. ( Rm 1,30 )

Di conseguenza, qualsiasi cristiano cattolico, trovandosi a distanza, avrà udito: Lodi a Dio! già comincia a tremare, già cerca dove fuggire per non assistere al loro precipitarsi dall'alto.

Ecco come i donatisti hanno rese amare le lodi di Dio.

7 - "Gli idoli non sono dei": opera di San Cipriano. Ag. disposto a morire per la fede. Male per bene ai servi di Dio

Ma noi, aderendo al magistero di Cristo, poniamo davanti alle nostre menti l'esempio di Cipriano, scongiurando il Signore Dio, sostenuti anche dalle preghiere dei Santi, perché non ci sopravvenga il timore di tali uomini, e senza tacere con loro della fede e della speranza che è in noi.

Perciò confessiamo Cristo, non temiamo gli uomini, né restiamocene in silenzio per timore.

Infatti, anche il beato Cipriano, vivendo in mezzo a persecutori e a pagani, trovandosi con idolatri, non ebbe timore dell'autorità temporale degli imperatori, né evitò di far conoscere che gli idoli non erano dèi.

Non parlò soltanto nelle chiese, ma si espresse chiaramente anche negli scritti.

O che disse forse: Farò attenzione ai tempi; coloro che comandano adorano gli idoli: mi guarderò dal contraddirli, sebbene temporali sono tuttavia imperatori?

O che tacque? o che il buon pastore fugge alla vista del lupo?

Che vale infatti che il pastore sia fisicamente presente se, intanto, è in fuga nell'intimo?

In verità, chi tace per timore, fugge con l'animo.

Dio, all'opposto, gli direbbe: Ti ho posto come sentinella; ( Ez 3,17 ) dovevi parlare, non dovevi tacere; ma hai taciuto per non venire ucciso.

Non avevo forse detto: Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima? ( Mt 10,28 )

Ecco, mentre temi la morte del tuo corpo, hai procurato tante morti all'anima tua.

Perciò il beato Cipriano non tacque, né con gli eretici, né con i donatisti, né con gli stessi imperatori.

Parlò, e parlò con sicurezza e, certo nel Signore Dio suo, disse che i demoni non erano dèi.

Da parte nostra diciamo che gli eretici non sono martiri e che i circoncellioni non sono martiri.

Il beato Cipriano non ebbe timore degli adoratori dei demoni; noi non temiamo i convegni degli eretici, non temiamo le società di coloro che si gettano nei precipizi.

Solo preghiamo interiormente il Signore, perché nessuno si disponga a tacere.

E se vogliono toglierci la vita a causa della nostra fede, noi diciamo: Grazie a Dio! e, se non ci uccidono, quant'altro tempo vivremo quaggiù?

Nel caso poi che giungiamo alla più tarda vecchiaia, quant'è? Non dovremo forse morire?

O che a motivo dei pochi giorni di questa vita deve cessare il ministero della nostra carità e della nostra parola? Lungi da noi.

Ma se poi questa vita nostra, in forza del ministero, si rende necessaria alla carità vostra, impetratela dal Signore; noi non possiamo tacere.

Se vi siamo ancora necessari, potete pregare Dio di conservare noi a voi e voi a noi; egli ha la potenza di proteggerci tutti dalle minacce, dalle malvagità, dalle insidie di tutti i nemici, dai traviamenti di tutti gli eretici, verso i quali nutriamo sentimento di benevolenza e vogliamo che si convertano; lo sa colui che scruta e regge il nostro cuore.

Ma forse ci ricambieranno con il male il bene.

O che debba essere una novità dei nostri tempi che ai servi di Dio si corrispondano mali in cambio dei beni?

È cosa antica, ne restano gli esempi; questo non cesserà, non cesserà sino alla fine; e già ci troviamo proprio alla fine del mondo.

8 - Ag. confida nelle preghiere dei Santi

Pertanto, fratelli miei, scongiuro la Carità vostra ad aver l'animo fermo e disponibile in Dio.

A lui rivolgiamoci tutti con la preghiera, perché il Signore ci guidi come egli sa e custodisca le nostre strade, quanto alla vita del corpo e alla vita dello spirito; infatti nulla capiterà a noi ed a voi che egli non voglia.

Ma non pensate che presso Dio possa essere superflua l'intercessione dei Santi per tutti noi; per le loro preghiere, anche le nostre e le vostre orazioni non resteranno senza valore dinanzi a Dio.

Vi mostrerò un esempio tratto dalla sacra Scrittura.

Una donna, Tabita, vedova, provvedeva alcune vedove di vesti: avvenne che morisse, fu chiamato l'apostolo Pietro ed egli andò.

Gli vennero mostrate le tuniche che quella tesseva per i poveri.

Il Signore ne provò compassione: esaudì Pietro, restituì alla luce del giorno la vedova, generosa lavoratrice. ( At 9,36-41 )

Dunque, come quella fu riscattata dalla morte per le preghiere delle vedove, così, per le preghiere del beato Cipriano e di tutti i Santi, il Signore ha la potenza di liberare anche noi da ogni male.

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1 Acta s. Cypriani: PL 3