Padri/Agostino/DisSan/319a.txt Sul martire Stefano 1 - I cristiani impegnati: gioia e corona del pastore È certo nostra premura la vostra edificazione, e la vostra salute è la nostra gioia: la salute temporale e quella eterna. Abbiamo infatti la promessa - come ha detto l'Apostolo - della vita presente e di quella futura. ( 1 Tm 4,8 ) Ma la salute della vita presente è dono di Dio per gli uomini come per gli animali, è dono di Dio per i buoni come per i cattivi: i martiri, in vista della vita eterna, hanno disprezzato questa vita temporale. Indubbiamente vi rallegrate della nostra salute come noi, in Cristo, ci rallegriamo della vostra. Ma impegnatevi a far sì che anche in quel giorno noi possiamo rallegrarci con voi; infatti è quanto dice l'Apostolo - in riferimento alla sua responsabilità pastorale tanto onerosa e di così vasto raggio, per cui a stento possiamo tener dietro a lui -, cioè a quel che dice a noi; a quelli che edificava pure asseriva: Voi siete mia gioia e mia corona. ( Fil 4,1 ) Perciò, quanti fanno profitto in Cristo delle nostre fatiche, sono nostra gioia e nostra corona: è nostro compito infatti elargire fedelmente non denaro nostro, ma denaro del Signore, ed è vostro dovere ricevere con attenzione e grande zelo. Perciò, da parte mia, posso porgere, non esigere; e non come dispensatore di qualcosa di, proprietà mia, ma di Dio; anch'io vivo di questo: infatti noi facciamo parte di un'unica grande famiglia, abbiamo, tutti, un solo Padre di famiglia. Egli possiede una dispensa di grandi dimensioni, di cui anche noi e voi potessimo vivere. Soltanto dobbiamo pregarlo perché tolga l'inappetenza; doni prima la fame e, quindi, porga il pane. Parlo di ciò di cui io vivo; di che mi nutro, questo io servo. Sono povero, infatti, insieme a voi; abbiamo ricchezze in comune: il Signore nostro. La vita di noi tutti è beata ed eterna. Perciò, chi si vanta, si vanti nel Signore. ( 1 Cor 1,31 )