Era giusto che il figlio di Davide morisse per il peccato di suo padre?

2 Samuele 12,14

Dopo il ravvedimento da parte di Davide per aver commesso adulterio con Betsabea e ucciso Uria, Dio perdonò il suo peccato e così Davide non morì ( 2 Sam 12,13 ), ma tuttavia siccome Davide aveva dato ai nemici di Dio ampia occasione di bestemmiare, il figlio nato da questo adultero dovette morire ( 2 Sam 12,14 ).

In questo caso, chiaramente la morte non era una punizione per il bambino.

Meno chiaramente, non era neanche una punizione per il peccato di Davide, almeno non in modo diretto.

Se fosse stato così, non sarebbe stato molto giusto che il figlio pagasse per lo sbaglio del padre.

Infatti, nella maggior parte dei casi, la morte di qualcuno non è una punizione per un peccato specifico, anche se è il giudizio divino per il peccato in generale.

Tutti devono morire, ma Dio nella sua sovranità e nel suo amore decide quando moriamo in base ai suoi propositi per noi e per lui stesso.

In questo caso, è detto esplicitamente che il figlio doveva morire non come punizione a Davide, ma per togliere un'occasione di bestemmia.

Cioè, i nemici del Signore avrebbe potuto dire, "Ecco come è il Dio d'Israele, lascia che il suo re commetta adulterio e uccida, e Dio non fa niente, anzi il re è benedetto con un nuovo figlio; quel Dio non è tanto giusto né santo".

Ma con la morte del bambino, quella bestemmia non era più possibile.