20 Maggio 1964

Diletti Figli e Figlie!

La festa della Pentecoste, che abbiamo testé celebrata e nella cui luce si svolge questa grande udienza, obbliga la Nostra parola a ricordarvi il mistero della discesa dello Spirito Santo; un mistero iniziato nel giorno in cui il Signore inondò la Chiesa nascente del suo Spirito - « baptizabimini », sarete battezzati dallo Spirito Santo, disse Gesù congedandosi dai suoi Apostoli ( At 1,5 ) -, ma non terminato in quel giorno; un mistero che continua tuttora, il mistero che nasconde e svela ad un tempo il segreto della vita della Chiesa.

Lo Spirito Santo è il principio divino animatore della Chiesa.

È vivificante, come cantiamo nel Credo della santa Messa.

È unificante.

É illuminante.

É operante.

É consolante.

É santificante,

in una parola: conferisce alla Chiesa questa nota, questa prerogativa, d'essere santa.

E santa in due sensi; perché recettiva dello Spirito Santo, cioè pervasa dalla grazia, dalla vita soprannaturale, che rende le singole anime, che sono in grazia di Dio, un tempio della divina presenza, e fa di tutta la Chiesa la sede, la « casa di Dio » sulla terra: per di più lo Spirito Santo si serve della Chiesa come di suo organo, di suo strumento per comunicarsi alle anime, al mondo; e ciò specialmente formando nella Chiesa un ministero, un veicolo, un servizio, attraverso il quale normalmente, nell'azione sacramentale e nell'esercizio del magistero, lo Spirito Santo si diffonde nella Chiesa stessa, anima e santifica quella, umanità, che è assunta a formare il Corpo mistico di Cristo.

È questa una grande dottrina.

È la grande e misteriosa realtà dei rapporti vitali, instaurati da Cristo fra l'uomo e Dio, è nella sua essenza, profonda e ineffabile, la religione, la vera religione, la vera relazione che nello Spirito Santo, per merito di Cristo, ci unisce al Padre.

Come non profittare di questo semplice accenno per raccomandare a voi tutti, - che in questo momento e in questa sede cercate l'espressione più alta e più autentica della vita religiosa - il culto supremo ed amoroso allo Spirito Santo?

Sine tuo numine, nihil est in homine, dice la bellissima sequenza della santa Messa di questi giorni: senza la tua divina assistenza, o divino Spirito, nulla rimane nell'uomo.

Noi abbiamo voluto introdurre, come già sapete, in quelle acclamazioni che si definiscono dalla prima, cioè il « Dio sia benedetto », una lode anche allo Spirito Santo: benedetto lo Spirito Santo Paraclito, appunto per « colmare una lacuna », purtroppo abbastanza frequente nella pietà popolare, quella cioè che dimentica di tributare allo Spirito Santo, Dio, la terza Persona della Santissima Trinità, e a noi comunicato come Dono supremo dell'Amore di Dio, una lode esplicita e fervente.

Vediamo di dare al culto allo Spirito Santo più degna espressione.

E come, ancora, non ricordare a voi tutti che questo ineffabile nostro incontro con lo Spirito Santo è per noi normalmente e autorevolmente condizionato all'adesione alla Chiesa visibile e gerarchica, al ministero ecclesiastico, come dicevamo?

Lo Spirito Santo può effondersi come vuole: Spiritus ubi vult spirat, lo Spirito soffia dove vuole ( Gv 3,8 ).

Ma noi dobbiamo attenderlo e cercarlo là dove Cristo ha promesso che lo Spirito sarebbe passato e sarebbe conferito.

Sono sempre degne di memoria le sapientissime parole di S. Agostino, le quali ci fanno ricordare il rapporto essenziale fra il corpo visibile e umano della Chiesa e la sua invisibile e divina animazione.

Dice quel, santo Dottore: « Nulla deve tanto temere il Cristiano che la separazione dal corpo di Cristo.

Se infatti si separa dal corpo di Cristo, non è più suo membro; se non è suo membro non è più alimentato dallo Spirito di Lui » ( Tr. 27 in Io ).

Se avremo la saggezza e l'umiltà di aderire alla Chiesa nella sua espressione umana, concreta, e talora difettosa, avremo la fortuna di avere da lei, fonte sempre fedele e inesausta della verità e della grazia, l'incomparabile e indispensabile dono della vita divina.

Così sia per tutti noi!

Così sia oggi per voi, carissimi, nel paterno e affettuoso segno della Nostra Apostolica Benedizione.