10 Aprile 1974

Il vasto campo e l'urgente dovere della riconciliazione

Due sono, come sapete, gli scopi orientatori dell'Anno Santo: il rinnovamento cristiano e la riconciliazione.

Questo secondo tema può riferirsi a obiettivi diversi, due anch'essi principali: Dio e gli uomini; può perciò avere sviluppi molto differenti,

religioso il primo, quello cioè che riguarda la riconciliazione con Dio, tema capitale della nostra fede e della nostra vita religiosa, spirituale e morale;

sociale il secondo, quello del ristabilimento di rapporti pacifici, normali e fraterni con gli uomini, che costituiscono il nostro prossimo.

Ed è questo tema, che ora interessa la nostra attenzione: la riconciliazione fra i componenti dell'umanità, considerata nelle sue dimensioni universali, come in quelle particolari e, prime fra tutte, quelle private.

Come vedete, il tema ha una rete immensa e complessa di applicazioni.

Riguarda la pace, motivo senza fine di studio e di azione;

riguarda i rapporti di concordia,

di collaborazione,

di rispetto,

di solidarietà,

ai quali oggi la coscienza civile dà giustamente tanta attenzione, ed ai quali la Chiesa rivolge speciali ed intense esortazioni, enucleando ed affermando i principii della pace e della convivenza umana, educando le coscienze a quel senso di universalità, cioè di cattolicità, che è proprio della sua costituzione religiosa, e che, anche nell'ambito naturale e civile, si manifesta sempre più come una esigenza, non solo ideale, ma concreta, e che tende a fare scomparire nell'umanità le cause delle guerre, delle discordie, delle rivalità, e a fare di essa una vera, grande e ordinata famiglia.

Il problema della riconciliazione, considerato nella sua attualità storica e politica, presenta aspetti tuttora assai gravi, verso i quali, pur non lasciando nulla di intentato di quanto è in nostro potere, non siamo il più delle volte che dolenti spettatori, umanamente incapaci a porre adeguato rimedio alla loro drammaticità, ma, proprio per questo, tanto più impegnati nella preghiera per la loro rapida e pacifica soluzione.

Abbiamo sempre davanti al nostro spirito la situazione del Medio Oriente, dove intorno alla fatidica città della pace, Gerusalemme ( Cfr. Sal 122,6-8 ), figura per noi della Città celeste ( Cfr. Gal 4,26 ), beata pacis visio ( Inno della dedicazione ), e intorno a quella Terra, Santa per tanti titoli biblici, evangelici specialmente dove ancora perdura uno stato di contesa, e dove, oltre ad un appropriato statuto con garanzia internazionale per la Città Santa, Gerusalemme, ed una conveniente tutela giuridica dei Luoghi Santi, urge una giusta ed equa sistemazione delle popolazioni profughe.

Anche recentemente, proprio in questi giorni, noi abbiamo invitato la Chiesa a ravvivare, nello spirito dell'orazione e della carità, il comune interesse per le necessità della Terra Santa.

E che diremo della riconciliazione tanto a lungo sperata, cioè della pace tuttora ritardata, nel Viet-Nam e nei Paesi vicini?

Che cosa diremo della inquieta Irlanda del Nord, dove noi sempre abbiamo sperato che la comune professione cristiana potesse almeno impedire la troppo ripetuta e tragica effusione di sangue?

Cosi altrove! in non pochi Paesi una sicura riconciliazione interna ed esterna è sempre desiderata.

Noi incoraggeremo gli sforzi sinceri di quanti, costituiti in autorità, o aventi mezzi di comunicazione sociale a loro disposizione, o semplici cittadini, fanno opera di leale concordia nel mondo.

Ma la riconciliazione ha tanti altri campi nei quali svolgere l'opera sua: l'ecumenismo, per primo.

La nostra speranza non si stanca di attendere fiduciosa, pur nella consapevolezza che la riconciliazione in questo campo non può maturare a scapito delle esigenze della dottrina della fede; consapevoli altresì che essa, la riconciliazione, esige una vigilia di umiltà e di orazione, di cui solo la Provvidenza divina stabilisce la durata.

E ciò accresce la nostra spirituale tensione, che l'Anno Santo renderà certo ancora più intensa e fiduciosa.

E poi si pensi al bisogno e alla difficoltà di altre riconciliazioni.

Nelle lotte sociali, nei conflitti tribali, e così via: la concordia fra gli uomini è sempre precaria e difficile!

Ma pensiamo a noi, alle nostre discordie private.

Abbiamo nemici, avversari, persone ostili, verso cui le nostre relazioni umane possano essere puntualizzate secondo il Vangelo?

Rileggiamone la pagina severa: « Se tu, nel fare sull'altare la tua offerta, ti rammenti che il tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all'altare, e va prima a riconciliarti col tuo fratello, e poi ritorna a fare l'offerta » ( Mt 5,23-24 ).

Religione e carità fraterna devono andare d'accordo: ecco un bel ricordo, un buon proposito per l'Anno Santo.

A tutti la nostra Benedizione Apostolica.