Discernimento vocazionale

9-3-2008

Don Mauro Agreste

Indice

1) Lettera ai Romani ( Rm 10,13 )
2) La fede dipende dunque dalla predicazione; si attua per la parola di Cristo
3) In quale modo seguire il Signore che mi chiama e che mi invia
4) Dovremmo essere tutti concordi in questo: siamo creati unici e irripetibili
5) Come mai c'è questa unicità e irripetibilità?
6) Per quale motivo esistiamo?
7) Come giungere, a scoprire chi siamo e perché siamo così? Con il cammino del discernimento
8) Il discernimento è una attività umana, sostenuta, guidata, protetta dalla Grazia di Dio
9) Che cosa saremo in grado di mettere nelle mani di Dio, affinché Lui lo possa plasmare, trasformare, trasfigurare?
10) Comincia a fare l'elenco di quelle che sono le tue caratteristiche
11) Il discernimento vocazionale significa: rispondere a una chiamata di Dio nella tua situazione concreta
12) "Medico cura te stesso", conosciti chi sei realmente
13) Questo fa il Direttore Spirituale
14) Secondo livello: quello razionale, quello mentale
15) Io ho bisogno di sapere realmente chi ho di fronte a me.
16) La seconda dimensione si tratta di riconoscere che tipo di carattere abbiamo
17) Non fare come certe persone che dicono: "Ah ma io sono così. Mi dovete accettare così
18) Tutto quello che fa parte del tuo essere mentale dà uno spessore autentico a tutto quello che tu sei
19) Che talento ti ha dato?
20) Arriviamo alla terza dimensione della persona umana, la più profonda, che è quella dello Spirito di Dio
21) Costruire la comunione e questo lo farà lo Spirito Santo, ma mai senza di te.
22) Nella riforma protestante fa tutto Dio
23) Quando ho cominciato a dare il mio tempo a Dio, Dio ha dato il Suo tempo a me

1) Lettera ai Romani ( Rm 10,13 )

Il primo numero che dò, è Lettera ai Romani ( Rm 10,13 ): "Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.

Ora come potranno invocarlo senza aver prima creduto in Lui?

E come potranno credere senza averne sentito parlare?

E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunci?

E come lo annunzieranno senza prima essere inviati?

Come sta scritto: quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene"

2) La fede dipende dunque dalla predicazione; si attua per la parola di Cristo

Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo, come dice Isaia: "Signore chi ha creduto alla nostra predicazione?

La fede dipende dunque dalla predicazione; e la predicazione, a sua volta, si attua per la parola di Cristo.

" Ora io dico: non hanno forse udito? Tutt'altro, per tutta la terra è corsa la loro voce, e fino ai confini del mondo le loro parole".

Cercheremo di affrontare questo breve brano della Lettera ai Romani, perché bene s'inserisce sul tema che avete visto esposto fuori: L'annuncio e la proposta vocazionale nella Chiesa, è una missione che si attua per intervento della Trinità.

Tutto questo rientra come un normale sviluppo, una continuazione del tema del discernimento.

In questo tema del discernimento abbiamo visto, in senso generale, quale sia la direzione da prendere nel tema del discernimento, solo che il discernimento non è solo un discorso teorico: il discernimento esiste per delle decisioni pratiche.

Lo scopo del discernimento è una scelta che conduca a qualche azione di carattere pratico, concreto.

3) In quale modo seguire il Signore che mi chiama e che mi invia

Ora per il credente il punto su cui riflettere è proprio questo, è sempre questo: in quale modo seguire il Signore che mi chiama e che mi invia.

Detto in parole più altisonanti, avete visto qui: l'annuncio è la proposta vocazionale nella Chiesa Missione.

È un tema fondamentale perché si tratta di scoprire, diciamolo in parole semplici: la vita per la quale siamo nati.

La vita per la quale siamo nati è: la vita, il progetto di vita, il disegno di vita, che Dio nel Suo cuore, nella Sua mente ha per ciascuno di noi.

Ci sono alcune verità di fondo che non dovrebbero essere messe in discussione; non stiamo facendo una tavola rotonda per vedere quali sono le opinioni diverse.

4) Dovremmo essere tutti concordi in questo: siamo creati unici e irripetibili

Dovremmo essere tutti concordi in questo: siamo creati unici e irripetibili. Irripetibili.

Questo essere unici e irripetibili non ci fa mai essere l'uno la fotocopia dell'altro.

E c'è una ragione, la ragione non è solo biologica, perché la nostra unicità e irripetibilità, cioè ciò che ci contraddistingue come individui, si ripercuote non solo sulle nostre caratteristiche biologiche ma anche su quelle psichiche, la nostra psiche non è uguale l'una all'altra; e dunque il nostro spirito non è uguale l'uno a quello dell'altro, anche se le funzioni del nostro spirito - e non sto parlando dello Spirito di Dio, ma dello spirito dell'uomo - hanno le medesime potenzialità, ma non il medesimo sviluppo, questo ci rende unici e irripetibili.

Dal punto di vista di Dio questa unicità ha un significato: a ciascuno di noi è data una manifestazione particolare dello Spirito di Dio, che si servirà della nostra persona in tutte e tre le sue dimensioni: la dimensione spirituale, la dimensione psichica, la dimensione fisica.

5) Come mai c'è questa unicità e irripetibilità?

Ora se il progetto di Dio, per ciascuno di noi, è di farci essere a Sua immagine e somiglianza, come mai non siamo tutti uguali?

Come mai c'è questa unicità e irripetibilità? Come mai c'è questa differenza?

Perché, prima di tutto, il Corpo di Cristo che è la Chiesa, e noi creati a immagine di Gesù Cristo siamo chiamati a costruire il Corpo di Cristo, è una realtà che abbraccia tutti i secoli, quindi è condizionata dal tempo e dallo spazio cioè dal luogo in cui si è.

Tempo e spazio, in correlazione tra di loro ci danno la situazione, che può essere una situazione culturale, può essere una situazione sociale, tutto ciò che comporta il tempo e lo spazio in cui noi viviamo.

Ognuno di noi ha un compito preciso che risponde a un progetto che Dio ha su tutta l'umanità, affinché sia reso più visibile e più splendente, la presenza del Cristo tutto intero, che si chiama Chiesa.

Allora ognuno di noi è chiamato a rispondere a questo progetto.

Questo progetto, che è nel cuore di Dio, viene comunicato all'uomo nella misura in cui l'uomo lo ricerca, anche se Dio lascia dei semi, che potremo chiamare di nostalgia, per cui la persona è invitata a cercare quello che comunemente viene detto: il senso della vita; il significato, il motivo, per cui io ci sono.

6) Per quale motivo esistiamo?

Il motivo generale dovremmo conoscerlo dal tempo in cui abbiamo studiato il catechismo.

Per quale motivo esistiamo? "Per conoscere, amare, servire Dio in questa vita, e goderlo nell'altra."

Questo è un significato generale che vale per tutti.

Su questo binario, questa direzione di marcia vanno, però, inserite le specificità reciproche, le specificità individuali.

Possono esserci due gemelli identici, ma il loro progetto non è uguale l'uno a quello dell'altro, il disegno di vita a cui essi sono chiamati può essere diverso; essendo due individui distinti, il progetto che loro realizzano qualora fosse lo stesso progetto, non sarebbe la stessa parte di progetto.

Ora noi dovremmo entrare in questa visione, che non è razionalista e non è solo dal punto intelligibile accostata da noi, è una visione che ci spinge a scoprire quale parte di disegno coinvolge la nostra vita.

Quale parte del progetto di Dio, coinvolge, dà senso, dà profondità, dà significato a tutta la nostra vita.

7) Come giungere, a scoprire chi siamo e perché siamo così? Con il cammino del discernimento

Come giungere, prima di tutto a scoprire chi siamo e perché siamo così?

Con il cammino del discernimento. Il cammino del discernimento, voi sapete, non è solo carismatico; il discernimento è anche sapienziale, è anche razionale.

Questo vuol dire che per scoprire il disegno di Dio, noi riceviamo da Dio una grande quantità di aiuti; che si chiamino carismi, che si chiamino luci, che si chiamino ispirazioni, che si chiami ragionamento, che si chiami esempi, che si chiami analisi personale, tutte queste cose concorrono alla costruzione, alla scoperta della propria individualità, e si riesce a capire in che modo questa individualità unica, si inserisce in un modo totale nel disegno di Dio, fino al punto di dire che: se la tua vita non concorre a costruire il progetto di Dio, alla fine della storia degli uomini, quando tutto sarà srotolato di fronte a tutti, si vedranno i buchi, le cose mancanti, quella parte di progetto di Dio che doveva essere affidata agli uomini e che non è stata realizzata.

Non è questo il momento in cui analizziamo i motivi per cui lì ci potrebbero essere dei vuoti.

Allora il discernimento, di cui abbiamo parlato nei mesi passati, è molto importante, perché?

Prima di tutto abbiamo bisogno di conoscere chi siamo; e una volta che abbiamo scoperto chi siamo sotto tutte e tre le dimensioni della persona umana, allora ci è molto più facile ricevere l'ispirazione di Dio che ci rivela quello che Lui ha pensato, quello che Lui ha provato quando ha voluto che noi esistessimo.

8) Il discernimento è una attività umana, sostenuta, guidata, protetta dalla Grazia di Dio

Ora, da quello che abbiamo visto nei mesi passati, è evidente che il discernimento è una attività umana, sostenuta, guidata, protetta dalla Grazia di Dio.

Però è anche vero che c'è un certo grado di discernimento che può essere compiuto da tutti, anche dall'ateo, o dall'agnostico, in cui ricerca veramente la verità, la Grazia di Dio agisce ugualmente anche se quella persona coscientemente non ha, o non vuole avere, una relazione esplicita con Dio.

In fondo il Concilio Vaticano II ci ha detto chiaramente che tutti gli uomini che cercano onestamente la verità, sono nel cammino della salvezza.

Ora approfondiamo questo primo passo: annuncio e proposta vocazionale nella Chiesa Missione.

Il primo passo da compiere è, dal punto di vista umano, conoscere sé stessi; in un modo onesto, in un modo chiaro.

Allora poiché noi siamo assolutamente certi che la chiamata di Dio non è riservata ai quindicenni, ma comincia a farsi sentire in un modo particolare nell'età adolescenziale e continua in tutto il resto della nostra vita; allora è importante conoscere quali sono le nostre qualità, e quali sono le nostre caratteristiche.

Anche questo è una forma di discernimento.

9) Che cosa saremo in grado di mettere nelle mani di Dio, affinché Lui lo possa plasmare, trasformare, trasfigurare?

Il suggerimento pratico potrà sembrare quasi banale, però non credo che sia banale perché: finché noi non siamo consapevoli di tutti i doni, di tutti i talenti, oppure di tutti i limiti e di tutte le fragilità che compongono la nostra persona, che cosa saremo in grado di mettere nelle mani di Dio, affinché Lui lo possa plasmare, trasformare, trasfigurare perché diventi adatto alla realizzazione del Suo progetto?

Un antico detto della Teologia dice: "Graziam non facit naturae, sed perfecit" ossia: "La Grazia non fa quello che deve fare la natura, però porta a compimento tutto quello che la natura ha fatto".

Porta alla perfezione. La traduzione in termini concreti è molto semplice: Dio non farà quello che dobbiamo fare noi, però Dio porterà a compimento tutto quello che noi abbiamo fatto e che o non siamo capaci, o non riusciamo a fare, ma vogliamo fare.

Mi sono spiegato? Su questa linea si muove la necessità di un discernimento onesto su noi stessi.

Come partire? Cercando di avere il più possibile obbiettività nel considerare noi stessi.

Non è il semplice esame di coscienza, durante il quale noi esaminiamo ciò che abbiamo fatto, si tratta di avere una visione più ampia per ricercare l'indole nostra, di che pasta siamo fatti; più semplice di così non lo so dire, sono chiaro?

10) Comincia a fare l'elenco di quelle che sono le tue caratteristiche

Solitamente suggerisco questo metodo: un foglio di carta, oppure se tu sei una persona complessa prenditi un quaderno.

Comincia a fare l'elenco di quelle che sono le tue caratteristiche.

Ora tu sai che la persona umana, secondo la rivelazione di Dio, è un'unica realtà in tre dimensioni: lo spirito, creato direttamente da Dio; la mente e il corpo, che sono parte della natura materiale.

Ora in queste tre dimensioni che sono, in realtà, una realtà sola - come Dio è uno solo in tre persone, l'uomo è un mistero come Dio - ci sono tutte le caratteristiche che noi, con la nostra intelligenza, in qualche modo riusciamo a individuare.

Bene, partiamo da questo aspetto, perché lo Spirito di Dio illuminerà la nostra intelligenza, la nostra razionalità, per darci un'immagine di noi stessi che sia il più possibile aderente alla realtà.

Allora possiamo fare un elenco di quelle che sono le nostre caratteristiche.

Vuoi partire dalle tue caratteristiche fisiche?

Fai un elenco delle tue caratteristiche fisiche: ho tanta salute, ho poca salute, ho tanta resistenza, ho poca resistenza ecc… perché tutto quello che tu sei, tu sarai chiamato dalla voce dello Spirito Santo a decidere che cosa ne vorrai fare; perché uno può avere tanta salute o poca salute; uno può avere tanto tempo a disposizione o poco tempo a disposizione, tuttavia c'è qualche cosa a disposizione.

Sì o sì? E quella parte a tua disposizione sei tu che devi decidere in che modo realizzarla.

11) Il discernimento vocazionale significa: rispondere a una chiamata di Dio nella tua situazione concreta

Il discernimento vocazionale significa: rispondere a una chiamata di Dio nella tua situazione concreta.

Ora se tu non conosci la tua situazione concreta non ha alcun senso.

Avere una visione concreta di quello che noi siamo, di quello che sono le nostre obiettive capacità; però quando dico onestamente e concretamente, significa riconoscere quali sono le nostre potenzialità e la nostra concreta situazione, questo a livello, potremo dire, materiale, però tutte le nostre disponibilità, tutte le relazioni con il mondo materiale, dipendono dal nostro mondo psichico.

Perché è nella mente che noi decidiamo una certa gerarchia di priorità. Siete d'accordo con me?

Allora io posso dire: ho tanto tempo, ho poco tempo a disposizione - il tempo è una realtà materiale, perché è evidente che non posso essere contemporaneamente in due posti diversi, però mi posso sempre domandare: perché ho deciso di dare priorità a questo o a quell'altro?

E lì entra in gioco il discernimento per scoprire quali sono veramente le motivazioni delle mie scelte.

12) "Medico cura te stesso", conosciti chi sei realmente

Allora il livello base del discernimento per rispondere alla chiamata di Dio è questo: conosci te stesso.

"Medico cura te stesso", conosciti chi sei realmente, senza falsità, senza ipocrisie.

Se c'è qualcuno che ti conosce, e di cui tu ti fidi e hai grande confidenza, allora tu potresti, addirittura, farti la tua lista, e poi dire a quella persona: dimmi che cosa manca, oppure togli quello che io ho messo, perché mi sembrava così invece tu ti rendi conto, perché mi vedi dall'esterno, che non è così.

Signori ma che cosa serve al Direttore Spirituale se non a queste cose?

13) Questo fa il Direttore Spirituale

Questo fa il Direttore Spirituale, mica è un despota tiranno che dice: tu devi fare questo.

Il Direttore Spirituale, prende la luce dallo Spirito e dice: "Vediamo un po' qui, guarda che qui c'è uno scalino rotto, bisogna aggiustarlo se no ruzzoli giù".

Allora il discernimento, fintanto che tu non hai una direzione spirituale, lo puoi fare in questo modo, sempre non prendendolo mai come oro colato, perché nessuno riesce a vedere sé stesso nella sua reale situazione, siete d'accordo con me?

Dunque il discernimento parte dalla situazione materiale in cui tu sei, dal tuo stato di vita.

Qual è il tuo stato di vita? Il tuo stato di vita ti impegna del tempo e delle energie; impegna la tua intelligenza; impegna la tua salute; impegna il tuo denaro; impegna tutto quello che fa parte della tua vita materiale.

14) Secondo livello: quello razionale, quello mentale

Secondo livello: quello razionale, quello mentale.

Cercare di capre perché ho dato più valore a un ambito piuttosto che a un altro.

E lì si tratta di essere onesti per vedere quali sono, veramente, le cose che mi interessano di più.

Si possono fare delle scoperte sconvolgenti.

Solo essendo veramente onesti di fronte a se stessi, e di fronte al Signore, riusciamo, non solo a capire, ma anche a sopportare il peso di diventare coscienti di tutte le menzogne e di tutte le ipocrisie a cui abbiamo bruciato incenso per decenni.

Non dico questo perché ci dobbiamo terrorizzare, dico questo perché ci possiamo preparare.

Attenzione: qualora ci accorgessimo che l'idea che abbiamo di noi è troppo alta, perché vedendo le cose come sono realmente, ci rendiamo conto che abbiamo fatto quello che ci piaceva, quello che ci gratificava, quello che ci faceva sentire importanti di fronte agli altri, quello che, in qualche modo, esorcizzava un senso d'inferiorità, per il quale io mi sono presentato sempre più importante perché, una volta, gli altri mi avevano detto che non valevo niente ecc… ecc… una volta che io mi fossi reso conto di tutto questo, che faccio? Apro la finestra e mi butto giù?

15) Io ho bisogno di sapere realmente chi ho di fronte a me

Il Signore non potrà mai servirsi di noi perché quello che noi gli diamo a disposizione, non esiste.

Il discernimento è fondamentale, io ho bisogno di sapere realmente chi ho di fronte a me.

Quando mi specchio devo sapere: ma chi ho di fronte a me? Una maschera? Una facciata? O autenticamente una persona?

Significa cercare di avere un'immagine di te il più possibile autentica di quello che noi siamo, perché?

Non possiamo dare al Signore una falsità; non possiamo dare al Signore una persona che non esiste.

Se noi abbiamo un'idea sballata di noi stessi, esagerata in un punto, schiacciata nell'altro punto, e magari non è così ma noi abbiamo questa impressione.

Il Signore non potrà mai servirsi di noi perché quello che noi gli diamo a disposizione, non esiste.

Vi ricordate il Pubblicano e il Fariseo? Il Fariseo si sentiva santissimo: "Non sono mica come gli altri", pensava di servire il Signore, ma che cosa aveva dato al Signore quel Fariseo?

Niente, perché tutto quello che aveva dato non faceva parte della sua persona, faceva parte solo delle cose che faceva, non di lui stesso, lui era al centro, non il Signore.

Non aveva un'idea chiara di sé stesso, aveva un'idea troppo alta di sé stesso.

La stessa cosa vale per chi ha un'idea troppo bassa.

Non che il Signore sia adirato con coloro che hanno un'idea troppo alta o troppo bassa, è che la creatura non riesce ad inserirsi nel piano di Dio, perché ciò che sta offrendo a Dio, nella sua coscienza, non esiste.

Io non posso offrire a Dio quello che non ho.

Se ho un'idea sbagliata su me stesso, offrirò a Dio quello che non c'è; e quello che non c'è Dio non lo può utilizzare.

16) La seconda dimensione si tratta di riconoscere che tipo di carattere abbiamo

Quindi la seconda dimensione della persona umana è un lavorio abbastanza pesante, abbastanza impegnativo; si tratta di riconoscere che tipo di carattere abbiamo, qual è il nostro temperamento; carattere e temperamento non sono la stessa cosa.

Quali sono le potenzialità e i pregi del nostro carattere, quali sono i talenti del nostro carattere, se volete, i doni, quale grado d'intelligenza pensi di avere.

Vedi la persona umile dice la cosa vera, non dice ne ho poca, così tutti dicano: oh no, non è vero.

La persona umile dice la verità, perché Dio sa se mentiamo, vero?

Se tu dici: ho poca intelligenza, allora Dio dice: allora ti userò poco.

Cosa vuol dire poco, per uno che ha poca intelligenza? Vuol dire tutto.

Diciamo il quoziente intellettuale normale va fino a 120, che vuol dire un quoziente intellettuale buono, oltre 120 è già oltre la norma.

Uno che ha 120 e per falsa umiltà dice: io ho 60. Agli idioti si dà 60. allora il Signore dice: va bene ti userò per 60.

Cioè da idiota. L'idiota dice: io ho solo 60, ho proprio poco, e il Signore dirà: bene, userò tutto.

Avete capito? È molto differente, perché quello onesto che dice la verità: ho poco.

Si sente dire da Dio: bene, tutto lo uso, lo prendo tutto.

I risultati dell'idiota sono molto superiori di quello che è dotato di normale intelligenza.

Perché l'idiota ha dato tutto, quello dotato di normale intelligenza, per falsa umiltà, ha voluto sminuirsi perché dice: "Chi si umilia sarà esaltato" bugia, non nel senso di quello che ha detto il Signore ma chi si umilia per farsi esaltare dagli altri, quindi si umilia per farsi esaltare, non è un umile uno così.

Quello che dice di meno per sentirsi incoraggiare dagli altri, il Signore dice: oh, mi hai dato poco, ti userò poco.

È molto differente. Quindi avere un'immagine onesta, veritiera, di noi stessi.

Naturalmente, non dovrei dirlo perché il discorso dovrebbe essere abbastanza evidente, tu cercherai di fare questo cammino di discernimento senza pensare mai che quello che tu hai scritto sul tuo foglio sia oro colato.

17) Non fare come certe persone che dicono: "Ah ma io sono così. Mi dovete accettare così

Non fare come certe persone che dicono: "Ah ma io sono così. Mi dovete accettare così.

Perché io sono una persona sincera. Quello che ho da dire, lo dico in faccia, dietro non dico niente".

Già ma dopo che hai detto quella persona è morta, l'hai uccisa con la lingua.

Allora che "tu sia così" sarà un fatto, ma che "tu non debba fare così" è un altro fatto.

Allora conosci te stesso; l'intelligenza, il carattere, l'indole, poi quali altre cose possono far parte di questa sfera?

La volontà, che tipo di volontà hai, buona, ottima, scarsa, ferrea, incostante, duratura, volitiva ecc… che volontà hai?

Una volontà allenata o una volontà debilitata? Fantasia, immaginazione, creatività, capacità artistiche, capacità mnemoniche, capacità progettuali, fanno parte della sfera mentale? Certo.

18) Tutto quello che fa parte del tuo essere mentale dà uno spessore autentico a tutto quello che tu sei

Ora tutto quello che fa parte del tuo essere mentale dà uno spessore autentico a tutto quello che tu sei e a tutto quello che tu fai?

Certo, tu non sei solo un lavoratore, una casalinga, un'insegnante, perché puoi avere delle capacità artistiche, capacità progettuali, avere dell'estro, della simpatia, la capacità di intrattenere gli altri, di incuriosirli, di raccontare, capacità poetiche, romantiche, tutto questo fa parte dei doni che Dio ti ha dato.

Conoscili quali sono i tuoi doni. Quando hai scoperto tutti questi doni.

Domandati: quali e quanti di questi doni ho messo al servizio di Dio? Perché se Dio te li ha dati ci sarà un motivo.

Mi posso immaginare che J.S. Bach si sia domandato come mai Dio mi ha dato 10 dita?

Potrei usarle, e sono venuti fuori capolavori della musica insuperati e insuperabili.

Gli ha dato questo talento e lui non lo ha sprecato.

19) Che talento ti ha dato?

Che talento ti ha dato? La vista, l'udito, altre facoltà materiali, capacità interpretative che vuol dire tutte le facoltà della mente.

A questo punto del discernimento, tu ti devi domandare: quali di tutte questa qualità io ho messo coscientemente a servizio di Dio?

"Io so solo fare l'uncinetto". Bene nel fare l'uncinetto, hai messo a servizio di Dio questa tua capacità di fare l'uncinetto?

"Ma è una stupidaggine". Chi ti ha detto che è una stupidaggine?

Andate a visitare la Piccola Casa della Divina Provvidenza, ci sono dei menomati mentali che sanno solo fare l'uncinetto, perché nella loro vita hanno imparato a fare solo quello.

Ebbene loro sostengono le Missioni, mandando e vendendo tutti i lavori che hanno fatto con l'uncinetto; quelli che nel mondo non sono chiamati neanche idioti, sotto idioti.

Non è un insulto dire idiota, è una classificazione di quantità d'intelligenza.

Loro hanno imparato, gli è stato insegnato a mettere a disposizione di Dio l'unica cosa che sanno fare.

Dio non lo apprezza? È come l'obolo della vedova che ha dato una monetina; e Gesù ha detto: "Questa ha dato tutto."

Quello che tu sei capace di fare, domandati: quando, quanto, l'ho dato in mano al Signore? Sia quando, sia quanto.

20) Arriviamo alla terza dimensione della persona umana, la più profonda, che è quella dello Spirito di Dio

Arriviamo alla terza dimensione della persona umana, la più profonda, che è quella dello Spirito di Dio.

La dimensione in cui si costruisce la comunione con Dio, la si riceve e la si costruisce.

Lo Spirito Santo in azione non fa quello che deve fare la creatura umana.

Lo Spirito Santo fa solo quello che la creatura umana non è in grado di fare.

Però la comunione con Dio, fatto dalla creatura umana, si servirà delle capacità materiali e delle capacità mentali; e lo Spirito di Dio, metterà insieme tutto quello che tu sei, per costruire la comunione con Dio.

Lo Spirito di Dio realizza dentro di te quello che si dice dell'Eucaristia: "Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a Te, Dio Padre Onnipotente nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli."

21) Costruire la comunione e questo lo farà lo Spirito Santo, ma mai senza di te.

Costruire la comunione e questo lo farà lo Spirito Santo, ma mai senza di te.

Sant'Agostino lo ha detto, lo ripeto tante volte, perché è una frase che mi piace molto e che ci aiuta sempre; perché nessuno si deve sentire depresso se si rende conto di avere poche capacità, perché la volontà di Dio è questa: Colui che ha fatto i cieli, e i cieli dei cieli senza di te, non salverà te senza di te.

Quindi tu sei capace di fare 1, il Signore metterà 99; tu sei capace di fare 20, però fai solo 10, il Signore metterà 80 non 90, perché gli altri 10 li devi mettere tu; tu sei capace di fare 30 e metti 30, il Signore metterà 70.

Ma quello che devi fare tu, quello che puoi fare tu è affidato a te.

In questo c'è la specificità che ci contraddistingue da tutto quello che è venuto fuori dalla riforma protestante.

22) Nella riforma protestante fa tutto Dio

Nella riforma protestante fa tutto Dio, perché tanto tutto quello che tu fai è assolutamente inutile e peccaminoso.

Invece secondo la teologia biblica, che è sempre stata presente nella Chiesa, lo Spirito di Dio farà solo quello che tu non puoi fare, perché le tue opere sono fondamentali, perché sono una risposta onesta a quel Dio che ti ha fatto esistere così come sei, e per la quale ragione tu sei chiamato a essere sempre più te stesso; cioè vuol dire vero, una persona autentica, una persona nella pienezza di questo termine, che risponde pienamente a tutte le potenzialità.

Ora, e concludo per questo incontro, non è che una persona, di colpo, debba essere capace di dare il 100% delle proprie capacità, ma nel discernimento è necessario riconoscere quali sono le nostre capacità, per collaborare con la Grazia dello Spirito Santo, che mi insegna come usarle.

In realtà molte persone hanno visto le loro capacità umane essere trasfigurate, non appena erano in comunione con Dio, le capacità umane aumentavano.

23) Quando ho cominciato a dare il mio tempo a Dio, Dio ha dato il Suo tempo a me

E se questa testimonianza vi sembra un po' ridicola, molti, anche tra di voi, mi hanno detto questo: quando ho cominciato a dare il mio tempo a Dio, Dio ha dato il Suo tempo a me.

E mentre pensavo che non sarei riuscito a fare tutto quello che volevo, il Signore ha fatto sì che in meno tempo riuscissi a fare tutto.

Concludiamo questa parte della riflessione che continua sul grande fiume del discernimento, applicato all'annuncio, alla proposta vocazionale nella Chiesa Missione.

Chiesa Missione perché la Chiesa non è statica, ogni individuo, che fa parte della Chiesa, è mandato nel mondo per far conoscere Gesù come Signore e Dio come Padre.

Sia lodato Gesù Cristo.