Dopo il peccato originale Gesù ricostruisce la comunione tra l'uomo e Dio

8-5-2004

Don Mauro Agreste

Indice

1) Dio crea l'uomo libero, anche di staccarsi da Lui
2) Dopo il peccato originale, la morte traumatizzante
3) Nel progetto di Dio gli uomini sono figli
4) Ricostruire la comunione tra l'uomo e Dio
5) La redenzione folle di Gesù, salvezza straordinaria per noi
6) La parole hanno un significato e vanno spiegate
7) Il catechista vive una forte esperienza liturgico-sacramentale
8) La liturgia e le para-liturgie

1) Dio crea l'uomo libero, anche di staccarsi da Lui

Dio ha voluto che l'essere umano esistesse, però il progetto di Dio sull'essere umano anche se esigeva l'esercizio della libertà, non necessariamente esigeva la contrapposizione tra l'uomo e Dio.

L'avere scelto di staccarsi da Dio non è stato voluto da Dio, ma è stato scelto dall'uomo, quindi la morte è entrata nel mondo, ci dice la Scrittura, a causa del peccato, ma questo non significa che l'uomo non sarebbe esistito.

Quella che noi chiamiamo morte e che per noi è traumatizzante, se non ci fosse stato il peccato originale, non sarebbe morte, sarebbe stato passaggio.

Vi ricordo che nella Scrittura si parla che Dio fece un giardino sulla terra, sul quale egli stesso scendeva a parlare con gli uomini, ma il progetto di Dio per l'uomo non è un progetto terreno o terrestre, è un progetto di comunione, è sempre stato un progetto di comunione.

Cioè degli essere che possono entrare in comunione con Lui stesso.

2) Dopo il peccato originale, la morte traumatizzante

Allora se non ci fosse stato il peccato originale, è lecito pensare che ci sarebbe stato una forma diversa di passaggio da questa vita all'altra vita, non traumatizzante come lo è adesso.

Perché dico non traumatizzante? Perché nei primi capitoli della Genesi, si vede che Dio visibilmente e sensibilmente veniva nel giardino, parlava con gli uomini.

Essi lo vedevano, lo sentivano, avevano comunicazione con Lui.

Dopo il peccato originale, questa comunicazione diretta con Dio si è trasformata da comunicazione diretta a comunicazione interiore, quindi la comunicazione c'è, però passa attraverso il filtro della nostra conoscenza.

Allora nella situazione prima del peccato originale, se non ci fosse mai stato il peccato originale, giunto il tempo giusto, le persone sarebbero passate da questa vita all'altra vita, ma non in modo traumatizzante come adesso, non lasciando un vuoto, non lasciando uno spavento, il terrore, l'incognita.

Sarebbe stato probabilmente semplicemente come passare da una stanza all'altra attraverso la porta.

Noi chiamiamo morte questo perché per noi la morte traumatizzante, nel senso che con la morte finisce tutto, si interrompono le relazioni tra le persone che sono di qua e quelle che sono di là: relazioni psicologiche, visibili, sensibili.

Certo per chi ha il dono della fede la morte interrompe certe relazioni, ma non interrompe il legame affettivo e spirituale.

Tuttavia la morte continua a essere per tutti un trauma, un'incognita.

Il progetto di Dio non era la vita eterna sulla terra, il progetto di Dio è la vita con Lui; questo progetto Dio non l'ha cambiato.

3) Nel progetto di Dio gli uomini sono figli

Il progetto di Dio non era che gli uomini fossero solo delle creature, ma figli cioè degli esseri straordinari che entravano a far parte del mistero della Trinità; infatti tu non puoi essere figlio di Dio se non nel Figlio di Dio che è Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.

Il battesimo, lo sapete, ti rende figli di Dio, perché? Perché per la potenza dello Spirito Santo vieni assimilato a Gesù Cristo, quindi tu diventi in Gesù Cristo figlio di Dio; cosa vuol dire?

Esagerando, una persona "entra" dentro la Trinità, quindi il disegno di Dio rimane pur sempre quello: che gli uomini entrino a far parte della sua vita, della sua comunione attraverso Gesù Cristo.

Poi a causa del peccato, la natura si è corrotta ecc. ecc. e la relazione con Dio è diventata più difficile, ma il progetto di Dio non si è cambiato, lo ha realizzato in un altro modo.

Il progetto di Dio era la comunione tra l'uomo e Dio, bene, questa comunione è stata spezzata a causa del peccato originale, Gesù dice: ma io vi manderò un Salvatore.

Che cosa ha fatto il Salvatore ( nel proto Vangelo si dice questo, no )? ci ha salvato dal peccato? In che modo?

Avete mai pensato che morendo sulla croce, addossandosi tutte le colpe dell'umanità, non sono nient'altro che delle conseguenze del peccato?

La morte è la conseguenza del peccato.

Le colpe e le sofferenze sono conseguenze del peccato, allora Lui ci ha salvato dalle conseguenze del peccato o dal peccato? In che modo?

Qual è stato il peccato che ha rovinato la comunione con Dio? Il peccato originale.

E che cosa ha fatto questo peccato? Ha spezzato la comunione con Dio.

4) Ricostruire la comunione tra l'uomo e Dio

Per distruggere il potere del peccato bisognava ricostruire la comunione, non solo togliere le conseguenze del peccato.

Certo prendendo su di te le colpe ecc. ecc. hai tolto gli effetti nefasti del peccato, ma Gesù non ha solamente cancellato una lavagna, Gesù ha ricostruito una comunione, ecco perché Gesù Cristo ha sofferto sulla croce, non perché Dio voleva che soffrisse, ma perché Gesù Cristo voleva amare Dio Padre, più di qualunque altra cosa, persino più di se stesso e più della stessa vita.

Se questo comportava la crocifissione, la crocifissione era una conseguenza, perché la sua scelta è: io ti amerò Padre al di sopra di tutto, prima di tutto, più di me stesso, più della mia stessa vita, fino in fondo, costi quel che costi.

Questa determinazione ha comportato la croce, va bene, ma la croce è stata la conseguenza di una decisione già presa prima.

La passione di Cristo è la conseguenza di una passione precedente, di una passione folle da uomo per Dio.

Questo è ciò che ci ha salvato dal peccato.

5) La redenzione folle di Gesù, salvezza straordinaria per noi

La morte e la sofferenza ci hanno salvato dalle conseguenze del peccato, ma la salvezza straordinaria operata da Gesù, è questa redenzione folle, in cui la rovina eterna causata dal peccato originale, cioè l'aver spezzato una comunione, viene ricomposta nell'amore assoluto, indubitabile, indefettibile di Gesù per il Padre.

Allora lo capisco che può sembrare una cosa estremamente difficile da capire, per questo da duemila anni persone di tutte le generazioni sono sconvolte dall'amore di Cristo e la loro vita cambia, perché un amore tale per Dio da prendere tutti gli uomini in braccio e portarli verso Dio, perché Dio li ama, li vuole avere con sé, è qualche cosa di inconcepibile per l'essere umano.

Per questo Dio ha dato agli uomini il suo stesso Spirito, perché tutti quelli che vogliono essere cristiani, cioè che vogliono assomigliare a Gesù, vogliono essere parte di Gesù, facciano la medesima cosa, si prendano in braccio l'un l'altro e si portino a vicenda verso il Signore, riconosciuto come Dio onnipotente, creatore e Signore, ma come papà, Abbà.

Quindi correre verso Dio per amore, non per timore: è questa la straordinaria redenzione operata da Cristo.

La passione di Cristo non è quella fisica, è la passione di Cristo per il Padre e per tutto ciò che il Padre ama; il Padre ama gli uomini e quindi Gesù Cristo non può non amare gli uomini visto che il Padre ama gli uomini.

Gloria in eccelsis Deo et in terra pax ominibus bonae voluntatis.

Pace agli uomini che sono oggetto dell'amore di Dio, cioè sono coloro che Dio sta amando.

Voi capite che forse noi abbiamo avuto un approccio al Cristianesimo, al mistero di Cristo, al mistero della redenzione che è un pochino zoppicante.

Vedete che la Passione di Cristo davvero sconvolge, non appena una persona si lascia attrarre dalla contemplazione di questo mistero.

Vi ricordo che la Passione di Cristo, la Redenzione, il Cristianesimo stesso, non sono delle cose razionali, sono delle cose divine, sono delle cose misteriose, che non si possono capire, si possono intuire, contemplare, non capire.

Voglio ricordarvi anche che, nella radice del verbo italiano capire, c'è la radice del verbo latino capere che significa prendere, tenere stretto.

Da qui viene il famoso nodo cappio, oppure il nodo della cravatta che si chiama "scapino" ( termine non esistente nel vocabolario italiano, probabile origine dal dialetto piemontese o romagnolo. N.d.r. )

6) La parole hanno un significato e vanno spiegate

Ricordatevi che le parole hanno un significato.

Noi che proveniamo dalla cultura latina abbiamo dei grandi significati, riusciamo a intuire anche il significato della scrittura, proprio perché la scrittura fu pensata anche per una cultura greco-latina.

Il Nuovo Testamento è di cultura greco-latina, quindi siamo in un certo senso facilitati, se solo pensassimo al significato delle parole che usiamo.

Voi catechisti dovete comunicare un messaggio, pensate a quello che state dicendo.

Non è indifferente usare una parola piuttosto che un'altra.

Quando dovete spiegare una parola difficile, usate pure tante parole, ma per spiegare il significato di quella parola difficile, ma poi la dite, perché quella parola difficile che poi voi avete reso facile, c'è un significato profondo.

Ave Maria piena di grazia, sembra una parola facile, provate a chiedere a una bambina che cos'è grazia!

Muoversi con grazia, e invece non è questo.

Non date per scontate le cose, dovete spiegare.

Voi avete lo Spirito di Dio, che vi aiuta a fare un discernimento.

Quando anche non siete in grado di verificare se quello che vi viene proposto è verità o non lo è, invocate lo Spirito di Dio; quando non siete sicuri di una cosa e invocate lo Spirito di Dio, Lui vi dà la sensazione di dire, va bene, e questo puoi dirlo, quest'altro trattieniti, e allora tu fidati di questo discernimento spirituale.

Molto meglio non turbare le coscienze delle persone, con delle idee false e invece dire o turbare le coscienze delle persone, quando tu hai la verità da proclamare: uno è un turbamento fine a se stesso, l'altro è fine alla redenzione.

Quindi siate molto pastorali nel vostro agire.

7) Il catechista vive una forte esperienza liturgico-sacramentale

Proprio su questa linea, noi dobbiamo affrontare questo capitolo, che si riferisce alla spiritualità del catechista.

Il catechista vive una forte esperienza liturgico sacramentale.

Su questo aspetto forse ci sarebbero molte cose da dire.

Intanto che cosa intendiamo per liturgia?

La liturgia è molto più della semplice descrizione dei vari riti che fanno parte dell'esperienza di preghiera del cristiano.

Certo la liturgia è anche tutto questo, ma è molto di più, perché il liturgo è colui che amministra dei misteri.

Lo so che sembra una contraddizione in termini, però per adesso fidatevi di quello che vi sto dicendo.

Il liturgo, cioè quello che sta facendo una liturgia oppure una para-liturgia, che può essere il vostro caso.

Una liturgia autentica è solo quella ufficiale, cioè la Messa, i sacramenti, l'adorazione eucaristica, l'esposizione solenne, le processioni, tutto quello che fa parte di una espressione ufficiale.

Però voi potete creare delle vostre piccole liturgie, che non si chiamano liturgie, ma si chiamano para-liturgie, perché si assimilano alle liturgie.

Cioè nella vostra classe organizzate un momento di preghiera, per es. dovete aiutare i vostri ragazzi a imparare come si fa ad adorare il Signore.

Allora che cosa fate? Preparate l'ambiente adatto a che i bambini si preparino a vivere questo momento di preghiera.

Voi non state facendo una liturgia, ma state facendo una para-liturgia, cioè una organizzazione del tempo, dello spazio, dell'intelligenza, del modo della preghiera, in modo tale che si faccia l'esperienza di un mistero, che può essere quello della presenza di Dio, della sua adorazione.

8) La liturgia e le para-liturgie

Allora voi capite che la liturgia è un aspetto molto importante della vita dei cristiani.

Nella tradizione cattolica, la liturgia, come nella tradizione ortodossa, è forse il momento in cui più solennemente, più visibilmente vengono amministrati i misteri di Dio.

Allora voi capite con quale delicatezza e con quale cura bisognerebbe accostarsi all'esercizio della liturgia; dico bisognerebbe perché in tanti casi la sensibilità liturgica di molti cristiani è molto superficiale.

Molti immaginano che la liturgia sia semplicemente i riti e non hanno capito che la liturgia in realtà è la ripetizione qui sulla terra, attraverso riti, ambienti, parole, musiche, paramentali, suppellettili ecc. di quello che è il mistero della Chiesa.

Voi capite l'enormità e la distanza incredibile che si viene a realizzare quando dico: la liturgia è la ripetizione del mistero della Chiesa, vuol dire che noi nella liturgia abbiamo una vaghissima impressione di quello che è il mistero della Chiesa.

Il mistero della Chiesa è enormemente infinitamente più grande di quello che noi possiamo capire e che riusciamo ad esprimere con gesti parole ecc.

Quando dico mistero della Chiesa, dico qualche cosa di veramente importante.

Quanti sono i cristiani che sanno che cos'è la Chiesa? Non oso fare questa domanda!

Che cos'è la Chiesa? La Chiesa siamo noi.

Quanti di tutti quelli che voi conoscete saprebbero dare la medesima risposta.

Ricordatemi la prossima volta che abbiamo parlato fino a: la liturgia è la ripresentazione del mistero della Chiesa.

Potrei cominciare adesso la trattazione, però è talmente delicata, che preferiscono magari riprenderla, per poi procedere, perché ci tengo veramente che voi abbiate una sensibilità liturgica.

Voi non potete essere dei catechisti qualunque, voi dovete essere dei catechisti stupendi, perfetti, dovete essere meravigliosi; io vi voglio un capolavoro e voi lo volete.