Le tre condizioni per diventare evangelizzatori

23-11-2002

Don Mauro Agreste

Questo discorso, su testi di guarigione interiore, presuppone che noi si abbia una visione chiara di quello che è la persona umana.

Indice

1) Testi di guarigione interiore
2) Testi di carattere pastorale
3) Dio è l'eterno presente
4) Dio è tutto in tutti
5) La nostra crescita in Dio
6) Tre condizioni per evangelizzare
7) Esperienza di salvezza
8) Chiedere e vi sarà dato, senza orgoglio né paura
9) Chiedere al Padre con fiducia di figli
10) L'uomo nuovo
11) Risposta a domanda sui dieci comandamenti

1) Testi di guarigione interiore

La persona umana, secondo l'insegnamento biblico, è un'unica realtà costituita in modo essenziale di tre elementi : il corpo, lo spirito e la psiche.

È evidente che se noi non abbiamo chiaro dentro di noi questo schema ,qualora dovessimo aiutare una persona a fare un cammino di guarigione interiore, non riusciremmo a farlo perché non abbiamo capito come è fatto un essere umano.

Quindi è molto importante che abbiamo una visione chiara di quello che è, affinché anche la nostra preghiera sia più autentica.

Questi testi possono servire per guarire i nostri fratelli ma anche per guarire noi stessi, perché dato che facciamo tutti parte del consesso umano, significa che noi siamo tra quelle persone che possono avere subito delle ferite, delle angosce, dei dispiaceri, possono anche averli causati.

Esempio: un padre e un figlio litigano, poi non si riconciliano.

Il padre muore.

Il figlio vive tutto il resto della vita col senso di colpa perché non ha avuto il coraggio il coraggio di chiedere perdono al padre per come l'ha trattato.

La guarigione interiore si riferisce anche alla guarigione del passato, guarigione delle relazioni, guarigione delle relazioni con persone che già sono nell'altra vita.

Perché? Perché Dio è l'Eterno.

Se è l'Eterno, significa che tutto il tempo è dinanzi ai suoi occhi come un presente, come tutto ciò che c'è su questo tavolo è dinanzi ai nostri occhi.

Per Dio è una cosa simile, per Dio tutto il tempo è presente è di fronte ai suoi occhi.

Questo significa che tu, nella preghiera, puoi chiedere all'Onnipotente: " Tu che sei l'Onnipotente torna indietro nella mia vita , nella mia storia, in quel momento in cui mi è successo questo, guarisci questa situazione perché solo tu lo puoi fare, tu sei il medico delle anime e dei corpi, ecc…e quindi ti chiedo di mettere quello che è mancato in quell'occasione, oppure di togliere quello che c'è stato di troppo in quell'occasione".

2) Testi di carattere pastorale

Questo è in sintesi condensatissima quello che potete trovare in questi testi.

È evidente che, più che testi teologici, si tratta di testi di carattere pastorale, cioè vi danno un metodo, vi danno un insegnamento certamente con una visione sufficientemente fondata.

La finalità di questi testi non è quella accademica bensì quella pastorale: mettervi in mano degli strumenti per godere dei benefici dell'azione del Signore, della Redenzione, concretizzare la misericordia del Signore attraverso la Preghiera di Guarigione Interiore.

Questi libri più o meno si richiamano, io li do in modo pastorale.

Troverete delle persone che vi chiederanno consiglio e aiuto, non potete basarvi semplicemente sulle vostre capacità, dovete sapere che voi siete degli strumenti nelle mani di Dio, e che Dio vi dà dei sistemi per guarire fuori.

Il sistema per la guarigione spirituale si chiama: Confessione Sacramentale.

Per la guarigione interiore qualora non si tratti di peccato ma di ferite ricevute si chiama anche Confessione Sacramentale, perché la grazia del Sacramento produce anche questo, però si chiama Preghiera di Guarigione.

Però bisogna sapere di che cosa si tratta, come si fa, quando si fa e con quale cammino spirituale si può proporre.

Non si può dire a tutti:" Bene adesso fate questo", se non capiscono neanche la differenza tra bianco e nero.

Dovrete prima dargli una spiegazione di come è fatto l'Uomo ecc.

Quindi in primo luogo servono a voi per informarvi, per capire, per ampliare le vostre visuali.

Un altro libro, che non ho portato, che si intitola: "La preghiera di guarigione" scritto da Padre Matteo Lagrua, che è abbastanza completo, abbastanza esaustivo.

Il libro "La guarigione attraverso la Messa" esamina le principali parti della Messa sottolineando le grazie spirituali che si possono ricevere nello svolgersi dell'Eucaristia, quindi l'azione di Dio nella nostra vita attraverso queste parti.

( L'Omelia, l'Offertorio, la preghiera di ringraziamento ecc. ecc. ) si analizza e ci dice che cosa può avvenire nel nostro cuore qualora viviamo bene i momenti della Liturgia.

3) Dio è l'eterno presente

(domanda …) Noi vediamo una piccola frazione del tempo.

Una caratteristica essenziale di Dio: Egli è l'Eterno.

Eterno vuol dire che tutto il Tempo è contenuto da Lui, non che Lui è dentro il Tempo.

Lui è presente in ogni istante della Storia.

Se noi possedessimo una macchina del tempo e andassimo nel 1400, Dio sarebbe presente nel 1400 come è presente in questo istante.

Certo intuire razionalmente il significato di eterno è un'impresa, lo diciamo come uno slogan, ma quanto poi a concretizzarlo cui risulta difficile comprendere come Egli sia presente un secondo fa, presente adesso, ma Lui è già presente fra dieci secondi.

Per noi debbono passare questi secondi, noi dobbiamo percorrerli, e in questo tempo che va da qui a qui, Lui è già qui mentre noi siamo ancora qui, perché Lui è qui ed è li: è l'Eterno, quindi la Sua presenza è attuale e presente sempre.

Tutto ciò che nel nostro modo di parlare prende il nome di presente prende il significato da Dio che è l'eterno, cioè colui che è.

Dire che Lui è non significa dire che Lui è adesso, prima e dopo, ma significa dire che Lui è sempre.

In qualunque posto, in qualunque situazione, in qualunque istante, Lui é.

Più semplice di così non saprei spiegarlo.

4) Dio è tutto in tutti

(domanda): "Questo spiega perché ci può essere libertà dell'Uomo e Lui possa sapere cosa esso sceglie".

Esatto. Questa è la sua magnificenza cioè quello che più ci rende simili a Lui è questa capacità di essere liberi.

È certamente un mistero immaginare , sapendo che Dio è il Tutto, come Egli nel suo essere completo e perfetto, infinito ed eterno, abbia immaginato una libertà limitata che ci dà la possibilità di accogliere il tutto; è qualche cosa di pazzesco.

La limitatezza degli uomini, la libertà limitata degli uomini ha una potenzialità incredibile, perché in questo piccolo è contenuto il tutto, il tutto nel frammento dicono alcuni teologi.

Quindi noi siamo un frammento che abbiamo la possibilità di avere il tutto dentro di noi.

Questo è un progetto che solo Dio poteva raggiungere nella Sua perfezione e santità, perché riuscire ad intuire degli esseri che sono in grado di accogliere dentro di sé il tutto non è che un progetto divino capace di avere una visione così grandiosa.

Nelle nostre più rosee intuizioni noi andremo in Paradiso, ma anche questo è sbagliato, pensare il Paradiso come un luogo di beatitudine ecc… il Paradiso è una situazione di comunione con Dio.

Non chiedetemi cosa significa concretamente ( ci sono i dolci, le patatine fritte, quello che vi pare ).

La realtà è molto più profonda.

Il paradiso è comunione con Dio.

Comunione significa " comune unione", un'unica cosa. Non l'ho inventata io.

"Voglio che siate con me per sempre" dice Gesù.

Oppure dice: "Saranno come angeli nel Cielo e Dio sarà tutto in tutti".

Vi rendete conto che è molto di più dell'esplosione di una stella dire che Dio è tutto in tutti.

Immaginate un palloncino, esso non è in grado di contenere tutta l'aria della Terra.

Qui, invece, è in grado di contenere tutta l'aria di tutto l'Universo, e poi non basta, qui si tratta di contenere la sorgente dell'aria, cioè una situazione che produce sempre più aria; una sorgente è un qualche cosa che produce, quindi tutta l'aria che può essere prodotta per tutto il tempo, per tutta l'eternità.

Vi rendete conto che il palloncino non è in grado di contenere tutto questo, eppure per l'essere umano si presenta un'idea simile.

L'essere umano che è chiamato per tutta l'eternità a, diciamo tra virgolette, contenere Dio.

Però Dio è incontenibile perché Egli è infinito ed è eterno, ed è questo il mistero.

Si continua a crescere di gloria in gloria, direbbe San Paolo, in una continua, completa comprensione, ampliamento dell'esperienza dell'amore di Dio sempre, sempre, sempre di più, senza mai arrivare al punto in cui si dice:" ecco più di così non si può" .

No quelli che sono in Paradiso continuamente crescono nell'esperienza nella gioia nella bellezza nella magnificenza di Dio.

Tutto quello che viene in mente di Dio non è una cosa finita:" mi contemplo Dio e ho finito".

No significa fare esperienza, ingrandirsi , riempirsi di Lui in un modo continuo e stabile, più che stabile in progressione geometrica (1,2,4,8,16…).

5) La nostra crescita in Dio

La crescita in Dio, in Paradiso è continua ed eterna, senza fine.

Di fronte a questa visuale noi restiamo sbalorditi.

Paolo diceva che questo mistero è contenuto in vasi d'argilla, vasi fragili, eppure Dio ha scelto questi vasi fragili, per riempirli della sua incontenibile grandezza.

Questo significa trascendentale.

Questo progetto ti dovrebbe riempire il cuore di pace.

Quando tu contempli questa realtà vedi che tutti i tuoi piccoli problemi diventano veramente piccoli, non c'è niente di così potente da influire nella tua vita al punto di toglierti la pace.

Quando tu fai veramente la scoperta di un Dio così meraviglioso, ma lo scopri autenticamente, non solo intellettualmente.

Purtroppo c'è questo problema: gran parte dei Cristiani pensano che la vita cristiana sia un'esperienza intellettuale, un'esperienza di conoscenza teologica.

Non è questo, o meglio non è solo questo, è anche questo, ma la vita cristiana è esperienza di Dio.

Se manca questa esperienza ci rendiamo conto che siamo come una campana che non suona.

San Paolo ne parla quando fa l'inno alla carità ( 1 Cor 13 ), " Se non ho la carità anche se facessi… sarei una campana tintinnante…".

6) Tre condizioni per evangelizzare

La carità è questa esperienza di Dio, esperienza di amore di Dio, immersione nell'amore di Dio.

Quando una persona fa questa esperienza dell'amore di Dio tutta la sua vita cambia.

Cambia davvero per cui niente è più è come prima anche se fa le medesime cose di prima.

Se tu prima eri catechista e poi fai l'incontro con Dio, dopo sarai ancora catechista, ma sarai catechista in un modo totalmente diverso.

Se tu prima facevi la Comunione, poi fai esperienza di Dio, anche dopo farai la Comunione, ma la tua Comunione Eucaristica sarà completamente diversa da quella che facevi prima.

Se prima ti confessavi, poi hai fatto un'esperienza di Dio, dopo ti confesserai ancora ma la tua confessione sarà tutto un altro tipo di esperienza.

7) Esperienza di salvezza

Quindi esteriormente la pratica potrà essere simile o uguale, ma è il significato interno che è completamente diverso, perché finalmente la tua vita ha avuto quella esperienza che ha dato il sale, che ha dato il tono a tutta l'esistenza.

Dopo questa lunga introduzione, che volevo dare un po' per scontata, effettivamente abbiamo sottolineato degli aspetti, che l'anno scorso non eravamo in grado di sottolineare, su quello che riguarda l'antropologia, direi che ci possiamo dirigere senz'altro al corso per la formazione di base dei catechisti parrocchiali.

Tre condizioni necessarie per diventare evangelizzatori.

Esperienza di salvezza. È quello che vi annunciavo prima.

Per essere un autentico catechista è necessario essere tra quelli che hanno fatto l'esperienza di Dio, non solo che ne hanno sentito parlare.

Non è necessario essere dei grandi peccatori, per fare una grande esperienza di Dio, è necessario cercare Dio.

Quindi fare l'esperienza della salvezza significa dare spazio a Dio nel tuo cuore e nella tua mente.

Significa dargli del tempo.

Significa cercare nella tua giornata, nella tua settimana, un tempo di silenzio da dedicare a Lui.

Quindi il primo punto è: dare spazio a Dio.

Secondo aspetto, l'esperienza della salvezza si ottiene mediante l'effusione dello Spirito Santo che è un'esperienza riservata a tutti i Cristiani .

È necessario rinascere dall'alto, rinascere dall'acqua e dallo spirito.

Si riferisce certamente al Battesimo, ma si riferisce anche all'azione diretta dello Spirito Santo nella vita delle persone.

Significa che tu devi chiedere al Signore che ti conceda il dono dello Spirito Santo in un modo sufficientemente sensibile da poter avvertire, dentro di te, dei cambiamenti.

Quindi devi desiderare lo Spirito Santo, lo devi trattare da Persona Divina, devi dire che Lui è Dio, devi ricordarti che lo Spirito Santo è Dio, come è Dio Dio Padre, come è Dio Dio Figlio.

Quindi devi parlare allo Spirito Santo, lo devi invocare, gli devi chiedere che venga dentro di te, a cambiare tutta la tua corporeità, la tua psiche, a rinforzare tutto il tuo spirito.

Cioè a darti una vita nuova.

Certo l'effusione dello Spirito avviene tutte le volte che tu ti accosti a un Sacramento.

Però una cosa è ricevere inconsapevolmente la potenza dello Spirito, quindi uscire dalla chiesa come ci sei entrato, un'altra è che, sapendo che c'è lo Spirito Santo, chiedergli che si manifesti in modo sensibile, visibile, nella tua vita e chiederlo consapevolmente.

Poi lascia fare a Dio. Sarà Lui che si manifesterà nel momento giusto, nel modo giusto.

Però tu devi chiederglielo, perché Dio non farà mai niente se tu non glielo chiedi, se tu non gli chiedi di farlo Lui non lo farà, perché Lui ti rispetta.

Se tu dici vieni Spirito Santo, ma dentro di te tu temi le manifestazioni sensibili, esteriori o spirituali, Lui non lo farà, perché ti rispetta.

Però chi ne avrà un danno sei tu, perché lo Spirito Santo venendo ti santifica in tutti i livelli.

Se però tu gli lasci poco spazio dentro di te, lui potrà usare e santificare dentro di te solo quel poco spazio che gli lasci.

Certo che lo Spirito Santo viva in noi, che ci stia, dipende se noi lo lasciamo libero di agire.

Lo Spirito Santo può vivere in questa stanza chiuso dentro una voliera, oppure può liberamente girare con le finestre aperte quindi entrare, uscire, portare la Sua grazia, portare via tutte le immondizie. Questo significa.

8) Chiedere e vi sarà dato, senza orgoglio né paura

Dobbiamo chiederglielo, perché se lo chiediamo significa che lo vogliamo, se non lo chiediamo vuol dire che lo subiamo.

Se tu dici: "Spirito Santo fai tu" equivale a dire: "Io non farei niente, ma dato che tu lo vuoi fare fallo tu".

È un po' una sequela scivolosa, che non si può prendere da nessuna parte.

Nel Vangelo c'è scritto:" Chiedete e vi sarà dato".

Il non chiedere potrebbe mascherare la paura e l'orgoglio.

L'orgoglio di non sottomettersi alla volontà di Dio, perché tu puoi chiedere una cosa però gli dici: "Sia fatta la tua volontà".

Però se tu non vuoi accettare la volontà di Dio, che magari ti dice: "Non ti guarisco da quella malattia", allora tu sei orgoglioso, non ti sottometti, non stai nell'umiltà, nell'accettazione della tua situazione concreta.

Oppure la paura. La paura che Dio ti chieda qualcosa che tu non vuoi assolutamente vivere.

Anche lì ci rendiamo conto che ci sono delle ferite psicologiche o spirituali, oppure ci sono delle immaturità che devono essere guarite, superate, si deve crescere.

L'autenticità del cammino non si ha quando tutto va bene, ma si ha quando ci sono le difficoltà, e le difficoltà non sono quando uno è ammalato, le difficoltà sono quando uno sta bene, perché quando uno sta bene è sicuro che si dimentica di Dio.

9) Chiedere al Padre con fiducia di figli

Perché gli uomini non cadessero in questa tentazione Gesù stesso ci ha detto che cosa dobbiamo fare.

Dato che è facile che gli uomini pensino: "Io non devo chiedere a Dio perché Dio è l'Onnipotente, l'Onnisciente e sa tutto, allora Gesù si è fatto uomo e ha voluto venite sulla Terra per farci capire che Dio non è solo l'Essere perfettissimo, Creatore, Signore di tutte le cose, ma Dio è Padre, e Gesù si è fatto uomo perché noi fossimo figli.

Questo vuol dire che il chiedere deve essere un'esperienza di rapporto familiare paterno figliale, se non è questo allora è un rapporto di servitù il padrone e lo schiavo.

Allora bisogna crescere nella maturità cristiana, nella maturità della Incarnazione.

Il mistero dell'Incarnazione ci produce l'essere figli di Dio.

Quando Gesù parla dicendo che dovete chiedere, fa proprio questo esempio: "Voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, a chi di voi se un figlio gli chiede questo e quest'altro gli da quello e quell'altro?".

Quindi Gesù sta presentando non semplicemente il fatto del chiedere, perché vi sarà dato, ma sta presentando un tipo di relazione, che è la relazione che intercorre tra il padre e il figlio, certo tra un ottimo padre e un figlio che lo ami.

Però Gesù dice anche: "Ma anche voi che siete cattivi volete bene ai vostri figli, pensate se Dio non darà quello che voi gli chiedete?

Se non concederà lo Spirito Santo a quelli che lo chiedono?".

Lo Spirito Santo che cosa produce? Produce l'intimità e la comunione con il Padre.

Lo Spirito Santo, con gemiti inesprimibili, si rivolge dentro di noi, chiede quello che è giusto chiedere quando noi non sappiamo cosa chiedere (capitolo 8 dalla lettera ai Romani).

Lo Spirito Santo grida Abbà dentro di noi, quindi è lo Spirito Santo che ti dà la giusta relazione con il Padre, te lo fa sentire Padre, ti fa vivere da Figlio.

Quindi la prima cosa è questa relazione paterna-figliale.

In questa relazione paterna-figliale è evidente che il chiedere non diventa più un'esperienza traumatica, perché un padre chiede al figlio e il figlio chiede al padre, e la risposta è libera, perché c'è un rapporto di amore tra i due.

Ossia il padre dice sì, oppure dice no, oppure dice non ancora, perché il padre vede se quello che il figlio chiede gli fa bene.

Dice sì, se gli fa male gli dice no, se gli farà bene tra un po' di tempo dirà non ancora.

Questo succede a livello umano, facendo l'analogia vale a maggior ragione nei confronti di Dio, il quale vede tutto il tempo.

Tu devi chiedere con una fiducia figliale, non con un terrore da servo.

Perché se c'è questa relazione tra padre e figlio, allora il chiedere è un'esperienza di comunicazione, se invece c'è una relazione tra servo e padrone, allora il chiedere è una lotta di classe: ma Gesù non è venuto a instaurare il Marxismo.

Gesù è venuto a instaurare la famiglia di Dio.

Dove Dio è Padre, noi siamo i figli nel Figlio.

10) L'uomo nuovo

Sono consapevole di non aver dato una visione completa , però sono anche consapevole che vedere le situazioni in questo modo è un itinerario talmente nuovo, che abbiamo bisogno che la nostra mente si abitui a ragionare in questo modo, perché noi siamo abituati ad avere un rapporto cristiano-moralista (devi fare perché è giusto, questa è la legge ecc…) .

Mi sta bene che sia la legge, ma ricordatevi che prima della legge c'è l'amore.

Ho detto prima, dicendo una cosa impropria, è un modo di pensare completamente nuovo, non nel senso che cinque anni fa non si sapeva questo, ma è il nuovo modo di pensare che Gesù Cristo è venuto ad instaurare, mediante l'effusione dello Spirito su tutti i credenti: quella che San Paolo chiama la metanoia, cioè, un cambiamento completo del modo di pensare e di ragionare.

Allora se noi siamo nell'uomo vecchio, agiamo ancora secondo le categorie della legge (devi, non devi), se noi siamo nell'uomo nuovo, siamo nel Nuovo Testamento, abbiamo la metanoia, allora ci accade che siamo veramente in questa relazione paterna-filiale con Dio.

Se ci pensiamo, anche se lo diamo per scontato, soffermiamoci a pensare allo stupore che produce l'idea di poter dire dare del tu a Dio, e dirgli. "Tu sei mio padre, io sono tuo figlio ".

È di una novità sconvolgente.

E adesso domandatevi quante persone voi conoscete che consapevolmente dicono una cosa di questo genere o lo dicono solo, perché l'hanno sentito dire tante volte dal pulpito.

Cioè una cosa è ripetere una frase udita, un luogo comune, tutt'altra cosa è viverla interiormente.

È la differenza che c'era tra Francesco e Frate Leone.

Alla fine della nottata, Frate Leone aveva detto non so quanti Padre Nostro e San Francesco si era fermato alla parola Padre.

Capite qual è la differenza?

Vi pare che questa idea sia vecchia come il Cristianesimo, cioè 2000 anni abbondanti?

Vi sembra che questa idea sia molto diffusa?

11) Risposta a domanda sui dieci comandamenti

I Dieci Comandamenti sono una protezione non un obbligo.

Come immagine del libero arbitrio potete avere quella di una strada di montagna, impervia e molto pericolosa, protetta dai guardrail, dai paracarri, allora finché io viaggio su questa strada protetta dai guardrail io non ho nessun problema, arriverò a destinazione e mi godrò una gita in un posto fantastico.

Ma se a un certo momento, nella mia libertà, dico:" Il guardrail, neanche per idea", il risultato sarà il precipizio.

Quindi i Dieci Comandamenti sono il guardrail, la strada è la vita, il mio procedere è la mia libertà, posso andare avanti o andare indietro, però posso essere liberamente protetto; liberamente posso decidere di scavalcare il guardrail, liberamente posso precipitare nel burrone.

Sia lodato Gesù Cristo.