Spiritualità del catechista

13-10-2001

Don Mauro Agreste

Come spunto di riflessione che faremo, in comunione con tutte le classi, nell'arco di quest'anno, o per il tempo che sarà necessario, abbiamo pensato di approfondire qualcosa a riguardo della spiritualità del catechista.

In realtà penso che le persone nuove che sono venute qui, ma soprattutto quelle che sono già venute le altre volte, si siano rese conto che una delle cose principali che noi intendiamo fare in questo corso di formazione dei catechisti non è semplicemente una preparazione di tipo tecnico, ma soprattutto una preparazione di tipo spirituale.

Pur non essendo il catechista un insegnante, si trova anche a dover assumere degli atteggiamenti che in qualche modo possono assomigliare a quelli dell'insegnante, ma il catechista sostanzialmente non è un insegnante.

Allora qualcuno mi potrebbe dire: " Ma dunque chi è il catechista?".

Il catechista è prima di tutto un testimone.

E quando intendo dire testimone, non cerchiamo di avere in mente l'immagine stereotipata del testimone, cioè uno che ha visto i fatti, perché quella è solo la prima metà del significato della parola " testimone".

Con testimone noi intendiamo e dobbiamo sempre intendere delle persone che passano il testimone, che è una immagine biblica più aderente alla verità.

L'immagine che anche Paolo ci trasmette, vista la settimana scorsa, si trova nel brano della lettera ai Rm 10.

che è riportato al termine di queste prime schede che avete voi.

Uno che passa il testimone all'altro è uno che ha ricevuto qualche cosa di importante e che dona totalmente a qualcun altro.

Dunque il catechista prima di tutto è questo.

In questa prima pagina c'è una differenziazione tra la lezione di religione e la lezione di catechismo.

La lezione di religione si limita a fornire informazione, conoscenza, cultura religiosa.

La lezione di catechismo invece mette in pratica la lezione di religione, trasmette la vita cristiana, porta a Gesù come Via, come Verità, come Vita.

Entra nel cuore della Chiesa.

Se dovessimo dire in una parola semplice tutto questo potremmo dire che "la lezione di catechismo" significa attivare la fede.

Far funzionare la fede.

In realtà sappiamo molto bene che cosa ci dice Gesù a riguardo della fede.

Lo dice ai suoi discepoli, lo dice agli apostoli e dunque anche a noi che abbiamo ricevuto molti insegnamenti da parte di Gesù per quello che riguarda la fede.

E spesso Lui ci dice che la nostra fede è piccola come un granulino di senapa.

Quindi significa che tutto sommato il Signore è consapevole della debolezza e della piccolezza della nostra fede.

Ma questo non giustifica il fatto che noi non viviamo di fede.

" Il giusto vivrà per mezzo della fede" dice il Profeta Abacuc al cap. 2

Quindi quello che si aspetta Dio da noi è non che facciamo opere di religione, ma che siamo testimoni della fede, cioè che viviamo di fede.

" Il giusto vivrà per la fede".

Mi pare che sia importante almeno accennare in questo momento alla differenza che c'è tra la fede e la religione.

Non sono due cose contrapposte, ma sono due cose che si completano a vicenda, anche se questo dobbiamo assolutamente dirlo:

ci può essere religione senza fede, ma non è possibile che ci sia fede senza religione.

Do una breve definizione di religione che approfondiremo insieme;

se poi non risulterà molto chiara mi potrete chiedere ancora delle spiegazioni.

Religione è l'esercizio della fede.

Poiché noi siamo fatti di spirito, di mente, di corpo.

Ci può essere la religione senza la fede, perché la persona umana è costituita di spirito, di mente e di corpo.

Allora poiché noi siamo corpo non abbiamo un corpo, siamo corpo, allora ci sono necessarie, delle strutture si o no? Si.

Se noi non fossimo corpo avremmo bisogno dei banchi o delle sedie per stare seduti?

No, gli Angeli hanno bisogno delle sedie?

No, perché loro come esseri personali sono senza il corpo.

Allora se noi siamo corpo abbiamo bisogno di strutture che sono per es. una cappella che deve essere decorata in un modo adeguato, deve essere accogliente riscaldata…

queste sono parte delle strutture di religione.

Poi per vivere bene la fede abbiamo bisogno che la religione ci aiuti.

Quindi abbiamo delle preghiere, strutturate teologicamente, quindi anche la nostra mente partecipa a questa.

Poi abbiamo delle liturgie.

C'è la Messa con il canto iniziale, l'atto penitenziale, la lettura… sono tutte strutture.

Non ho parlato del Sacramento Eucaristico, ho parlato della struttura liturgica che costituisce l'ossatura della religione.

Poi c'è solo la messa? No.

Ci sono altre strutture, ci sono le preghiere mariane, ci sono le processioni, le benedizioni, i paramenti sacri, gli addobbi, i candelabri, quadri… tutto questo fa parte delle strutture: la religione.

Allora è evidentissimo che la religione non è la fede, però è il mezzo che ci permette di esprimere la nostra fede.

Si può celebrare la fede senza le strutture di religione? No.

Attenzione a non cadere nella faciloneria;

ci possono essere situazioni di emergenza straordinarie.

Per cui ci sono stati sacerdoti che hanno celebrato la messa con una briciola di pane, con una goccia di uva spremuta che faceva il vino.

Questo è riportato in tutti gli annali che riguardano la storia dei Santi.

Ma in ogni caso quella briciola di pane, e quella goccia di vino, quel bicchiere che c'era non erano una struttura? Sì.

Quindi , vedete, non si può diventare ostili alla struttura Chiesa, perché la struttura Chiesa fa parte del nostro essere persone umane.

Se noi fossimo puri spiriti non avremmo bisogno della religione, perché saremmo già in uno stato di comunione talmente profonda con il Signore che non prevedrebbe la necessità di strutture.

Anche su questo punto si potrebbe obiettare.

Mentre la fede che cos'è in parole poverissime?

La fede in parole semplici è un rapporto affettivo che la creatura ha nei confronti del creatore.

Più semplice di così non saprei come definirvi la fede.

Questo è il punto fondamentale, il punto di partenza da cui poi scaturiscono una infinità di altre conseguenze.

Ma il punto nodale è questo. Perché dico un legame affettivo tra la creatura e il creatore?

Perché il legame affettivo non si può spiegare razionalmente.

Il legame di interesse si può spiegare razionalmente?

Se io ho una malattia, allora, dato che ho paura, vado da Dio e instauro con Lui un legame di interesse.

Che cosa mi interessa? Mi interessa la guarigione.

Ma il legame affettivo è più di un legame di paura, di gran lunga di più, perché il legame affettivo è amore che viaggia tra me e Dio e, soprattutto, tra Dio e me.

Ora l'amore ha delle motivazioni che sono egoistiche? Non sarebbe amore.

L'amore è gratuito, allora questo amore proviene da Dio, colpisce la creature come la luce proviene dal sole e colpisce gli esseri umani e tutto il globo terrestre.

E poi viene riflesso verso Dio.

Questa riflessione verso Dio è il nostro atteggiamento di fede, il nostro amore che rimandiamo a Dio.

È sempre l'amore che proviene da Lui che però noi riconosciamo come cosa sua e ridoniamo gratuitamente a Lui.

Se questa immagine è abbastanza evocativa allora adesso noi ci rendiamo conto perché in qualche modo la Parola di Dio ci invita a ricordare che noi dobbiamo essere come uno specchio e saremo trasfigurati quando saremo nel regno di Dio di gloria in gloria fino alla completa somiglianza al Figlio dell'uomo.

In sostanza Dio è un po' come se pensasse che noi dovessimo essere degli specchi.

Su di noi si deve riflettere il volto di Dio.

Ora questa riflessione non è un obbligo, ma è un qualche cosa che nasce dentro di noi come una risposta di gratitudine.

Tutte queste perifrasi solo per specificare da dove parte questo atto di fede.

Ricevi gratuitamente sei sopraffatto dalla bellezza di Dio, sei affascinato dal suo splendore, dalla sua bontà.

Tutto quello che Dio è in se stesso ti travolge, ti coinvolge, ti trascina verso di Lui e quindi la tua risposta verso di Lui, prima che essere:

"Ti servirò", è: "Io ti amo".

Credo che questa sia uno dei primi punti sui quali, visto come stiamo affrontando la spiritualità del catechista, valga la pena che ciascuno abbia del tempo per riflettere e per domandarsi seriamente se questa risposta di amore disinteressato, ma personale di ciascuno di noi è stata data al Signore Gesù.

Qualcuno di voi si è trovato a questo corso perché ne è stato informato mediante i mezzi di comunicazione di massa, la stampa.

Altri perché sono stati invitati dal loro parroco, altri nelle più diverse situazioni.

Ma in ogni caso vorrei che ci rendessimo subito conto che la vostra risposta a quello stimolo è una risposta personale.

Non una risposta delegata, non è che voi possiate dire:

" ecco io ho ricevuto questo mandato da parte della Chiesa quindi sono qui perché devo assolvere il mio compito".

Dimenticatelo questo.

Tu sei qui perché Dio ti ha chiamato, si è servito di Tizio, di Caio, non mi interessa.

Sei qui perché ti ha chiamato Dio.

E sei qui perché tu hai detto sì a Dio.

Ora se hai detto quel si, adesso bisogna che tu diventi sufficientemente consapevole, se il tuo sì coinvolge solo una attività che tu puoi svolgere all'interno della Chiesa, o se decidi di lasciarti coinvolgere come cristiano battezzato.

Quindi, prima di parlare di catechista ,è bene che si parli di cristiano.

Perché sei cristiano, sei un testimone perché se non sei un testimone che cristiano sei?

Neanche cristiano della domenica, sei un cristiano nominale, non un cristiano di fatto.

Allora è chiaro che qui c'è un'assemblea privilegiata di persone che già condividono questo ideale.

Però se volete davvero che la condivisione di questo ideale sia profonda , sia vera, abbiate il coraggio di farvi voi stessi queste domande che possono anche essere difficili e tremende.

Voglio fare una piccola digressione all'inizio di quest'anno, perché credo che sia qualcosa di fondamentale.

Se qualcuno tra di voi non ha la grazia o la fortuna di essere seguito da un direttore spirituale, cominci pure a pregare e a cercare, affinché il Signore gli dia la grazia di avere qualcuno, qualche Sacerdote che possa seguire il cammino della vostra anima.

Perché non si può essere testimoni, senza essere attenti veramente a quello che il Signore suggerisce nel vostro cuore per la vostra vita cristiana.

Forse nei tempi passati questa figura del direttore spirituale è andata un po' perduta per tante ragioni che riguardano gli sconvolgimenti degli anni settanta.

Ma vi assicuro che non è una cosa che debba passare di moda.

Chiunque voglia fare un cammino spirituale deve avere il coraggio di mettersi in discussione, deve avere anche l'umiltà di sottoporsi al giudizio della Chiesa.

Sottoporsi al giudizio delle persone che hanno questo ministero come assistenza spirituale.

Quindi mettete pure in conto di veramente approfondire questo tema della vita spirituale, di cercare di trovare un direttore spirituale, e il trovarlo sarà una grazia, perché non è così facile trovare dei Sacerdoti che siano disponibili, che siano sufficientemente docili allo Spirito Santo per esservi utili, e per servirvi bene per quello che riguarda la vostra anima.

In queste due pagine che costituiscono la prima scheda troverete in germe molte delle cose che vi ho che vi ho già accennato adesso.

Vi ricordo ulteriormente che il catechista non è uno che fa delle lezioni, ossia, anche se vi trovate a fare lezione di catechismo ai bambini ai ragazzi, ai giovani, agli adulti…corsi per i fidanzati ecc. si tratta sempre di lezione di catechismo, ricordatevi che quello che voi state trasmettendo non sono delle nozioni, ma è la vostra vita vissuta.

Mi rendo conto che dicendo questa frase si potrebbe cadere facilmente in qualche equivoco.

Nel senso che qualcuno potrebbe dire: " ma allora è tutta un'esperienza soggettiva, ho la mia fede, la vivo in questo modo, quindi io trasmetto il mio modo di vivere la fede e questo è fare catechismo. No, niente di più sbagliato.

Quello che tu devi trasmettere è l'insegnamento di Gesù che tu vivi;

ossia non le cose che tu pensi, ma le cose che Lui pensa.

E se tu anche non riesci a capire fino in fondo quello che il Signore ti insegna, questo non ti da il permesso di insegnare cose diverse.

Perché o tu trasmetti il testimone di Cristo, oppure tu trasmetti il tuo testimone.

Se siamo veramente dei cristiani e crediamo e abbiamo capito, ( perché ci sono molti cristiani che non hanno capito che cos'è la Chiesa, pensano che la Chiesa sia il secondo me) che cos'è la Chiesa, allora tu trasmetterai gli insegnamenti di Gesù e non i tuoi insegnamenti.

Tu sarai tra quelle persone che non dicono: "secondo me", che non dicono: "io penso che", che non dicono: " ma la Chiesa è antiquata", perché la Chiesa è Gesù e Gesù non è un antiquato.

Certo do ragione a Gesù che non segue le mode.

Siete d'accordo con me ? Perché Lui è la Verità e la verità non segue la moda.

Invece la moda è sempre menzogna, perché è apparenza.

Invece Gesù è Verità. La Chiesa è Gesù stesso, e nel corpo di Gesù ci siamo tutti noi.

Ora se nel mio corpo c'è una cellula che fa la pazza ed insegna ad altre cellule a fare le pazze, come si chiama quel gruppo di cellule del corpo di Cristo impazzite? Cancro.

Cosa faccio io del cancro? Lo tolgo.

Perché queste cellule non fanno più parte del mio corpo: sono diventate pazze.

Pertanto dico lo: "Cosa avete voi con me non siete parte di me".

Noi siamo le cellule del corpo di Cristo.

Se cominciamo a fare i pazzi dicendo: "Ma secondo me… qui la Chiesa sbaglia non sbaglia…bisogna adeguarsi ai tempi"…

Vale un es. il celibato dei preti. Sono discorsi molto spinosi.

Ora se crediamo che Gesù Cristo è il vivente, che è risorto e che noi non stiamo seguendo un cadavere, un morto, vuol dire che Egli è il Risorto, il Vivente, che sta guidando la sua Chiesa con la Potenza dello Spirito Santo.

La Chiesa nelle scelte di morale e di insegnamento e di interpretazione della Scrittura può sbagliare? No.

Possono sbagliare le strutture, ma non nelle scelte di morale o di insegnamento.

Questo significa che la Chiesa farà delle scelte che saranno anche impopolari (vi stupisce questo?) No.

Sono scelte impopolari, ma sono le scelte che non fanno diventare Gesù Cristo uno schizofrenico, cioè uno che dice una cosa poi ne fa un'altra.

E poiché la Chiesa è Gesù Cristo nel mondo e noi siamo il suo prolungamento.

Non è possibile che i discepoli pensino a qualcosa di diverso dal Maestro, perché se no non si capisce di chi si è discepoli.

Da quello che tu predichi o fai sai benissimo di chi sei discepolo.

Ora a questo riguardo Dio nella Sacra Scrittura si è spiegato e abbondantemente.

Se uno è discepolo vuol dire che dentro di Lui è avvenuto quel processo meraviglioso che S. Paolo chiama METANOIA che significa il cambiamento della mentalità.

Questo significa che se anche tutto il mondo va in una direzione, non m'importa, io seguo il Maestro, io seguo Gesù.

E se anche tutto il mondo dice giallo ma il Maestro dice verde, non m'importa cosa dice il mondo, io seguo Gesù.

Questo ci farà avere molti nemici, però ci farà avere molte persone che ci stimano.

Perché le persone coerenti sono diventate talmente poche, che quando tu ne trovi una vai ad accendere un cero alla Consolata.

Allora siate voi le persone che sono capaci di essere coerenti.

Avete scelto Gesù? Ma dopo che Lui ha scelto ciascuno di noi, che cosa abbiamo risposto?

Da quello che voi fate capite se le vostre risposte se il vostro sì è stato un vero sì, o se in certi casi è stato un ni e qualche volta può essere stato un no.

Ecco il corso che noi vogliamo affrontare, oltre a tutti gli insegnamenti di carattere teologico, pastorale, anche filosofico storico, ecclesiologico, magistrale, ha principalmente questo intento: formare dei cristiani convinti, coerenti, veri testimoni ovunque e in qualsiasi momento, persone che tante volte non hanno bisogno di aprire la bocca;

al solo vederle, queste persone hanno già dato un insegnamento.

Allora se questo accadrà voi ve ne accorgerete quando queste persone verranno a chiedervi consigli su cose delicate spirituali, di morale, di comportamento, quando verranno a confidarsi dei loro dispiaceri.

Allora voi capirete e potrete dire: Sto cominciando ad assomigliare a Gesù.

Finché tutto questo non accade, stiamo attenti a non essere dei manovali del sacro per i quali tutto è abitudinario.

Siamo abituati a tutto, siamo esperti di tutto, stiamo maneggiando la Parola sacra di Dio però non ci lasciamo toccare.

Come quelli che toccano le cose degli esperimenti ma hanno quei guanti di plastica.

Toccano tutto, ma in realtà non toccano niente.

Che il Signore ci dia questa grazia di docilità che è l'unica strada che permette a Gesù di essere veramente il Signore.

Sia lodato Gesù Cristo.