La pace biblica

7-5-2005

Don Mauro Agreste

Indice

1) Rispondo alla domanda che mi è stata fatta sulla pace di Gesù
2) La pace biblica è in'altra cosa
3) Il tema delle conseguenze: tema attualissimo
4) La pace è la realizzazione delle promesse di Dio
5) Ti do la pace? Ti do il progetto da realizzare
6) Gesù nel cenacolo dice: pace a voi, ossia il mio progetto ora si realizza
7) La pace di Dio: sapendo di avere progetto e mezzi validi per realizzarlo
8) "Ti basta la mia grazia"
9) I perdenti vanno all'inferno, i vincenti vanno in paradiso, altri vanno in purgatorio
10) Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio
11) Il nostro aldiquà diventa importante solo perché c'è l'aldilà
12) La strada per andare a "casa" si chiama "apostolato"
13) Il concetto di conseguenza ha duplice valore: di successo e di insuccesso
14) Con cuore aperto all'uomo e alle sue necessità
15) Un catechista essendo una persona di fede è giusto che sia guidato dallo Spirito Santo
16) Che cosa mettiamo a disposizione dello Spirito Santo?
17) Metterò a disposizione tutto, affinché lo Spirito Santo attraverso me operi sui tre livelli della persona
18) L'apertura all'uomo significa anche capire il suo livello per portarlo al livello superiore
19) Il catechista quando parla alle persone, deve parlare a tutti e tre i livelli: corpo, mente e spirito

1) Rispondo alla domanda che mi è stata fatta sulla pace di Gesù

Sinteticamente rispondo a questa domanda che mi è stata fatta sulla pace di Gesù, perché tutti diciamo che abbiamo bisogno della pace del Signore, però molto facilmente confondiamo la pace con la quiete, e non sono la stessa cosa.

Infatti Gesù dice: Voi pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra?

No vi dico, d'ora in poi due contro tre in una famiglia e tre contro due.

Padre contro figlio, figlio contro padre.

Vi ricordate questo brano? Ma allora se Gesù dice che dopo la sua venuta ci sarà questa diatriba, se Gesù dice questo come si fa a dire la stessa cosa quando dice: io vi lascio la pace, vi do la mia pace non come la dà il mondo io la do a voi.

Ma allora che cos'è la pace? Tutte le volte che noi sentiamo parlare di pace, sentiamo parlare di eirené alla greca cioè di composizione degli opposti oppure la pace biblica è un'altra cosa?

2) La pace biblica è in'altra cosa

Evidentemente la pace biblica è un'altra cosa.

Quando noi nel nuovo testamento troviamo il termine pace, questo non vuol mai dire riposo, non vuol mai dire quiete, però vuol dire serenità.

Allora voi ricorderete nella notte di Natale appaiono gli angeli ai pastori e cantano "gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà, significa pace agli uomini che sono l'oggetto dell'amore di Dio.

Se no vuol dire che Dio fa una scelta tra quelli di buona volontà e quelli di cattiva volontà.

No Dio dice: amo tutti gli uomini, perché io li amo, poi se loro rispondono al mio amore verranno in Paradiso con me, se non rispondono al mio amore.

3) Il tema delle conseguenze: tema attualissimo

Fatti loro, il famoso tema delle conseguenze.

Non so se avete fatto caso di come questo tema sia nascosto, ma che sia attualissimo, nessuno è disposto ad accettare le conseguenze dei propri atti, e vero?

Quindi andiamo in analisi, perché è più facile dire che la colpa è degli altri, che la colpa non è mai tua, è più facile dire che la colpa è della società, che è dell'educazione dei tuoi genitori, dei traumi della vita, piuttosto che ammettere che la colpa è mia, e così tu vivi tutta la vita in analisi, in contrapposizione, perché nel profondo di te stesso la coscienza, la voce di Dio ti dice: la colpa è tua, tua, tua finché tu non ammetti che al colpa è tua, tu sarai costantemente frustrato.

Se Adamo ed Eva avessero detto: la colpa è nostra, sarebbero ritornati nel Paradiso terrestre.

Quando una persona fa l'esperienza della misericordia di Dio, di colpo si trova in Paradiso, vero?

4) La pace è la realizzazione delle promesse di Dio

Ma torniamo a noi, biblicamente almeno in quel passo, si intende per pace la realizzazione delle promesse di Dio.

la pace tra i tanti significati ne ha uno in particolare che a livello spirituale vuol dire realizzazione delle promesse di Dio; Dio sta realizzando il suo progetto.

Quando gli angeli nella notte di Natale cantano il Gloria, vogliono dire proprio questo: c'è gloria nel più alto dei cieli per Dio, cioè c'è lo splendore, la magnificenza di Dio, Dio che si manifesta nel suo splendore e magnificenza, perché Egli ha realizzato la pace sulla terra.

Cosa vuol dire? Ha mantenuto fede alle sue promesse e mantenere fede alle sue promesse si vede, perché è nato Gesù.

Gesù non è forse la realizzazione delle promesse di Dio? la vergine concepirà un figlio ecc. ecc.

Vi ricordate in Isaia, allora almeno questo aspetto sicuramente c'è: la pace è la realizzazione delle promessi di Dio.

Quando Gesù dice: vi lascio la pace, vi do la mia pace non come la dà il mondo io la do a voi, che cosa vorrà dire?

Vorrà forse dire: ecco adesso potete stare sul sofà a riposarvi e prendete il the con due pasticcini?

No, vuol dire vi lascio la pace ossia vi do le mie promesse.

Cosa vuol dire ricevere le promesse di Dio? vuol dire averle in mano, vi do le promesse.

Cosa vuol dire pace? Realizzazione delle promesse.

5) Ti do la pace? Ti do il progetto da realizzare

Ti do la pace? Ti do il progetto da realizzare.

Quindi Dio dice: ti do il progetto da realizzare, ti do anche tutto ciò che è necessario per realizzarlo, però ti do questo progetto.

Se qualcuno ti affida la costruzione di un palazzo, ti dà il progetto, ti dà i mezzi per portarlo a termine, il progetto lo devi realizzare tu, lo devi fare tu!

La pace è questo: la realizzazione delle promesse di Dio.

Quando Gesù appare nel cenacolo e dice: pace a voi, vuol dire il mio progetto su di voi si realizzi e quando Gesù dice: pace a voi, vuol dire, più che semplicemente un augurio, è una profezia, diremmo quasi che è una volontà.

Se Gesù dice: pace a te, quello che sta dicendo si realizzerà; infatti disse: sia la luce e la luce fu; e se Gesù dice: su di te sia pace, su di te ci sarà la pace, vuol dire il progetto di Dio su di te, si realizzi;.è come se dicesse voglio che il mio disegno su di te si realizzi.

6) Gesù nel cenacolo dice: pace a voi, ossia il mio progetto ora si realizza

Quando Gesù appare nel cenacolo, dopo la resurrezione, dice agli apostoli e a Maria: pace a voi, ossia il mio progetto su di voi ora si realizzerà.

Non abbiate alcun timore, perché io vado al Padre ( domani è il giorno dell'Ascensione ).

Il progetto di Dio non è impossibile, perché il progetto è di Dio, i mezzi sono quelli di Dio a te non resta altro che aprire il progetto e mettercela tutta per realizzarlo.

Quando il progetto di Dio non si realizza?

Quando noi non seguiamo il progetto cioè a dire non riceviamo la pace, infatti quando noi non facciamo la volontà di Dio, siamo tranquilli? Non siamo tranquilli.

7) La pace di Dio: sapendo di avere progetto e mezzi validi per realizzarlo

La pace di Dio, certo che sono le cose che Dio vuole realizzare, ma insieme a questo hai la serenità dentro.

Quindi la pace di Dio non è il non fare nulla, invece è essere molto attivi, sapendo di avere dalla nostra un progetto valido e dei mezzi per realizzarlo validi.

Il Signore sa come realizzare i suoi disegni e lo farà sempre attraverso quelle persone che nel mondo sembrano le meno adatte, sapete perché?

Perché in questo modo a quelle persone lì non viene in mente di tirare su la cresta e di credersi im-portanti, perché quelle persone sono consapevoli dei loro limiti, della loro piccolezza e della loro fragilità.

Dunque non cadono nel pericolo del gravissimo peccato di orgoglio e di superbia, un peccato così grave che ha allontanato da Dio Lucifero e tutti i suoi angeli.

8) "Ti basta la mia grazia"

Quando san Paolo dice: "ho pregato tre volte per essere liberato da una spina che porto nella carne e poi il Signore mi disse ti basta la mia grazia, ho capito che il Signore ha lasciato questo inviato di satana pronto a schiaffeggiarmi perché non cadessi nel peccato di superbia".

In fondo san Paolo umanamente era una persona più che preparata, alla scuola di Gamaliele, un fariseo educato in maniera ineccepibile, che conosce un sacco di lingue, quindi una persona che aveva la fiducia del Sinedrio.

Non so se vi rendete conto, avere la fiducia del Sinedrio!

Aveva le lettere di persecuzione in mano da parte del sinedrio, vuol dire che tu sei considerato come un sacerdote, non poteva esserlo perché non era della famiglia di Levi e solo i leviti potevano diventare sacerdoti, però aveva tutta la stima e la fiducia del sinedrio.

Umanamente era una persona di successo? Sì.

Era una persona di grande cultura? Sì.

Conosceva a menadito gli insegnamenti della Bibbia? Sì.

Tant'è vero che era diventato persecutore; allora non può succedere che una persona consapevole di tutte le sue competenze, rischi di cadere nel delirio di onnipotenza? Sì.

Perché il primo papa non è stato Paolo, ma Pietro?

In fondo Paolo aveva tutte le capacità per esserlo, come mai Gesù ha scelto un pescatore invece che Luca che era un medico?

Perché Dio ha detto che sceglie ciò che nel mondo è disprezzato per stupire le potenze del mondo.

Qualcuno ogni tanto mi viene a confidare: ma io non so se sono poi in grado di fare il catechista; un altro mi ha detto: in fondo io sto conoscendo il Signore solo adesso, ma prima sono vissuto come se non ci fosse.

Non vi dovete preoccupare tanto di questo, perché il Signore dice: vi lascio la pace, vi do la mia pace, che vuol dire vi lascio la tranquillità di sapere che siete nelle mie mani, però vi do anche il progetto; il progetto per realizzarlo te lo devi studiare, lo devi capire, lo devi interiorizzare; quello che facciamo qui è questo, ovviamente non è sapere tutto, però vi diamo il metodo, il materiale perché a casa possiate approfondire e studiare, perché la cosa è più ampia.

9) I perdenti vanno all'inferno, i vincenti vanno in paradiso, altri vanno in purgatorio

Nel regno di Dio non ci sono i ripetenti, ci sono i perdenti e i vincenti; i perdenti sono quelli che vanno all'Inferno, i vincenti sono quelli che vanno in Paradiso.

Ora ci sono quelli vincenti alla Schumaker, che vanno direttamente in Paradiso e ci sono quelli che hanno forato una gomma e devono fermarsi al box per fare la riparazione.

Quelli che vanno in Purgatorio sono beati, sono felici, non hanno più le tribolazioni, non hanno più le tentazioni, non hanno più i problemi, di fronte ai loro occhi c'è solo il Paradiso; ma se anche tu stessi un miliardo di anni in Purgatorio, che cosa sono di fronte all'eternità?

Quindi quelli che sono in Purgatorio sono in uno stato di attesa, di preparazione, non sappiamo esattamente come sia, però sono felici, perché hanno già visto Dio, hanno già visto il loro angelo custode che li ha accompagnati davanti a Dio, sanno che cosa li aspetta e quindi si tratta solo di aspettare, tanto sanno già che tutto quello in cui sperano, c'è e non lo perdono più.

Non dovete avere la paura di dire al Signore: io voglio venire direttamente in Paradiso senza passare per il Purgatorio, dovete avere il coraggio, nella vostra preghiera, di dirlo, in modo che il Signore vi plasmi in questa vita.

E potete anche dire: Signore il mio purgatorio fammelo fare qui sulla terra, che quando muoio voglio venire direttamente da te! però ricordatevi, siete disposti ad accettare le conseguenze?

Diventa pesante se tu non sai quello che vuoi: se tu vuoi andare in Paradiso allora, san Francesco diceva: tanto è il bene che mi aspetta che ogni pena mi è diletto.

10) Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio

E san Paolo dice nella lettera ai Romani 8,28: "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio", e al versetto 35, "chi ci terrà lontani dall'amore di Cristo? forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Poi al versetto 37 dice: "ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di Colui che ci ha amati".

Se uno tiene di fronte ai suoi occhi tutto questo è naturale che dica come san Francesco, ogni pena mi è diletto; dato che mi aspetto una ricompensa che è incommensurabile, allora è anche evidente che tutto quello che mi aspetto e tutto quello che mi succede adesso, mi darà fastidio, forse mi fa male, forse mi farà piangere, forse sarà una prova difficile, però di fronte a quello che Dio ha preparato per me, tutto questo non è misurabile.

Dobbiamo dire che da dopo il Concilio in poi purtroppo la predicazione ha tenuto un po' da parte quelli che sono l'aldilà, tutta incentrata sull'attenzione dell'aldiquà,

11) Il nostro aldiquà diventa importante solo perché c'è l'aldilà

Ma, anime mie, il nostro aldiquà diventa significativo e importante solo perché c'è un aldilà, se no perché dobbiamo fare questo, questo e quell'altro?

Quando mi capita di sentire certe riflessioni tipo, dobbiamo fare questo, dobbiamo fare quest'altro, mi verrebbe da dire: e perché?

Se c'è un fine da raggiungere, allora sono disposto a percorrere tutta la strada, ma se non c'è un fine da raggiungere, tutto quello che devo fare è percorrere una strada.

Non ci siamo, io non voglio vivere sulla strada, non sono un nomade! Io sono una persona che cerca di andare a casa, sta cercando la strada di casa e finché sono sulla strada, sono in esilio e non ancora in visione, direbbe ancora san Paolo.

Quindi vivo sempre nell'attesa, nell'attesa di andare a casa, questa è la nostra vita.

12) La strada per andare a "casa" si chiama "apostolato"

Quindi nell'attesa, come si chiama la strada per andare a casa? Si chiama "apostolato", significa fare del bene, perché?

Perché Dio mi ha dato il suo progetto, la cartina, la mappa per trovare la strada; tu raggiungi casa tua se segui la cartina che il Signore ti ha dato.

E quindi mentre andate, guarite gli ammalati, insegnate la parola di Dio, siate sempre lieti nella gioia, intrattenetevi a vicenda con salmi, inni e canti spirituali, pregate incessantemente.

Vedete come la parola di Dio ci dice chiaramente qual'è il senso della nostra vita, se però noi togliamo la prospettiva dell'eternità, allora tutto diventa solo un moralismo, dobbiamo fare questo, dobbiamo fare quell'altro, perché mai?

Quando il mondo mi dice che posso fare qualunque cosa, perché devo farne un'altra?

Beh! devi farne un'altra se vuoi raggiungere uno scopo.

13) Il concetto di conseguenza ha duplice valore: di successo e di insuccesso

Però attenzione al concetto di conseguenza, se togli di mezzo il concetto di conseguenza, non c'è più niente che abbia senso, se non ci sono le conseguenze neanche gli atti hanno valore.

Le conseguenze sono di duplice valore: di successo o di insuccesso, quindi di rovina e di sconfitta.

Se non c'è la conseguenza della sconfitta e della rovina e ci fosse solo la conseguenza del successo, allora non ne vale la pena di darsi da fare qualunque cosa, tanto l'esito sarebbe sempre il successo.

Tanto per parlarci chiaro se non esiste l'in-ferno e tutti vanno in Paradiso allora perché darsi da fare a fare il bene? Posso fare qualunque cosa, tanto Dio manda tutti in Paradiso, perché Lui è buono, allora se Lui è buono e manda tutti in Paradiso, perché sono scemo io a darmi da fare, a fare il bene?

Ma neanche per idea, faccio tutto quello che voglio, tanto Dio è buono. È chiaro, mi sono spiegato?

14) Con cuore aperto all'uomo e alle sue necessità

Un aspetto importante della spiritualità del catechista è l'apertura verso l'uomo.

Naturalmente noi sappiamo che l'apertura verso l'uomo significa avere dentro di sé una consapevolezza di quali sono le necessità dell'uomo.

Mettersi al servizio dell'uomo non significa forse conoscere quali sono le necessità dell'uomo? Sì.

Dunque conoscere le necessità dell'uomo significa avere dentro di noi un'idea, almeno un'intuizione di che cos'è l'uomo.

Per questo negli anni passati ho insistito così fortemente su quella che è l'antropologia.

Cosa vuol dire antropologia? Discorso sull'uomo, cioè in parole semplici, come è fatto l'uomo.

Noi non stiamo vedendo un'antropologia semplicemente dal punto di vista filosofico o psicologico; non ci basiamo esclusivamente sugli studi che sono stati fatti sulla persona umana, ci basiamo sulla Rivelazione e sugli insegnamenti della Chiesa sull'uomo.

Allora mi sembra giusto andare alla fonte cioè dall'inventore e dirgli: ma come siamo fatti?

E Lui ce lo dice. Io ho lasciato lo schema negli anni passati.

15) Un catechista essendo una persona di fede è giusto che sia guidato dallo Spirito Santo

Ora un catechista, essendo una persona di fede che vuol vivere la carità, mi sta molto bene che sia guidato dallo Spirito Santo per fare il bene, però voi sapete anche che l'azione dello Spirito Santo nella nostra vita diventa più grande se noi diamo a Lui a disposizione più materiale, ci siamo?

Poiché nella Bibbia alcune volte si parla dell'esempio del vasaio, allora se io al vasaio do un pugnetto di creta, cosa ne farà?

Un bijou cioè un bacio. Qualcuno dice che significa gioiello.

Certo il gioiello viene dal bacio, il bacio è un'espressione piccola di una cosa grande.

Il gioiello è una cosa piccola di grande valore.

Dire che una persona è un bijou vuol dire che è un gioiello di persona.

Un oggettino ben curato, prezioso, ben fatto è un bijou: carino, perfetto, proporzionato, piccolo, ma di grande valore.

Se io do al vasaio più creta che cosa farà?

Un gioiello più grande, che si chiama un capolavoro oppure opera d'arte.

Quindi mentre la cosa piccola comunemente si dice è un bijou, quando la cosa è grande si dice è un capolavoro, se poi è enorme è un opera d'arte, ci siamo?

16) Che cosa mettiamo a disposizione dello Spirito Santo?

Che cosa diamo a disposizione dello Spirito Santo?

Un bijou, un capolavoro, un'opera d'arte?

Lui farà di tutto ciò che gli diamo a disposizione un qualche cosa di straordinario.

Certo è che se tu gli dai tanto così, Lui farà un bijou, se gli dai di più farà un capolavoro, se tu dai tutto farà un'opera d'arte.

Conoscere l'uomo significa dare allo Spirito Santo la possibilità di fare di noi, ma anche attraverso di noi dei capolavori, delle opere d'arte.

Se una persona non può conoscer l'uomo, allora lo Spirito Santo interviene dandogli luce in quel momento.

Ma se tu puoi approfondire il discorso senza dire che sai tutto sull'uomo, ma per aprire la tua intelligenza, intuire in maniera più profonda, allora tu sicuramente dai allo Spirito Santo più materiale di te stesso e Lui ti potrà usare molto meglio.

I vostri studi che state facendo in questi anni, forse vi fanno faticare perché avete già tanti impegni, magari riprendere le dispense e studiarvele è faticoso, ma non avete mai considerato che tutto questo significa dare al vasaio più creta, dargliene di più.

Se una volta che conoscevate il Signore in maniera bella e tutto quanto, ma più piccola, il Signore faceva già attraverso di voi cose meravigliose, cosa non farà man mano che passa il tempo e più voi approfondite l'opera del Signore?

Ecco perché qui dice: con cuore aperto all'uomo, la spiritualità del catechista è la sua apertura all'uomo, cioè sapere com'è l'uomo e di che cosa ha bisogno l'uomo, ma non saperlo dal punto di vista psicologico, saperlo anche dal punto di visto della Rivelazione.

Ora quando tu sai che il bisogno dell'uomo è Gesù, è la salvezza, è uno scopo nella vita, allora tu conosci già molte cose e dici: bene, so che i bisogni dell'uomo sono questi, Gesù, salvezza, vita eterna come faccio a dare all'uomo tutto questo?

17) Metterò a disposizione tutto, affinché lo Spirito Santo attraverso me operi sui tre livelli della persona

Devo sapere come è fatto l'uomo, Spirito mente e corpo e quindi metterò nelle mani dello Spirito Santo a disposizione tutto quello che io so, quello che ho imparato, perché lo Spirito Santo attraverso di me operi su questi tre livelli della persona: corpo, mente e Spirito.

Quindi ambito della carità: il servizio della persona; mente: ambito della condivi-sione; Spirito: ambito della comunione.

Corpo: ambito della carità nei bisogni della persona; mente, ambito della condivisione, nel senso di insegnare agli ignoranti, illustrare la via di Dio; Spirito, ambito della comunione, comunione spirituale tra te e quella persona, ma che non si concluda lì, la comunione spirituale che porta verso Dio.

Questo è apertura all'uomo, la sua attenzione al destinatario della catechesi, nel contesto sociale culturale in cui vive, dunque attenzione della persona nella sua situazione concreta, non in quella che tu pensi che debba essere.

Non puoi fare un discorso come quello che facciamo tra di noi da anni che camminiamo insieme e che quindi riusciamo a capire il significato delle cose che diciamo.

Solo per fare un esempio, stamattina qualcuno mi ha chiesto: cosa vuol dire la pace del Signore.

Adesso io so già che se dovessi parlare della pace, voi avete in mente che la pace non è non avere guerra, è anche quello, ma c'è molto molto di più.

Quindi a noi basta dire la parola pace che abbiamo capito tutto un discorso che abbiamo fatto stamattina.

Ma se tu uscito di qui, dici a una persona "pace", quella che cosa capisce?

18) L'apertura all'uomo significa anche capire il suo livello per portarlo al livello superiore

Quindi l'apertura all'uomo significa capire come è fatto l'uomo, ma anche capire l'ambiente in cui lui si trova; saper essere al suo livello non per restare al suo livello, ma per portarlo al livello superiore.

Quindi se tu per metterti al livello del tuo fratello cominci a parlare male, volgarmente, con parole grasse e sconce ecc. tu stai facendo un servizio a questo fratello?

Ma tutti parlano così, se non parlo così anch'io non mi sentono del loro ambiente, non mi accettano; non è vero!

Perché non è la meno o più volgarità del tuo linguaggio che ti permette di entrare in un ambito, invece è la verità di quello che tu dici, l'esperienza che tu hai fatto di Gesù Cristo, parla di Lui.

Metterti al suo livello non significa comportarsi come lui, significa fare come ha fatto Gesù: Cristo Gesù pur essendo di natura divina non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte di croce, per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, ecc. lett. ai Filippesi 2,6-9.

Quindi tenete presente tutte queste cose e in questa riflessione, con cuore aperto all'uomo.

Cercate anche di andare a riprendere lo schema dell'antropologia cristiana per vedere se ve lo ricordate, se avete capito che cosa significhi parlare a tutti i livelli della persona.

19) Il catechista quando parla alle persone, deve parlare a tutti e tre i livelli: corpo, mente e spirito

Cioè un catechista quando parla a un uditorio deve parlare a tutti e tre i livelli della persona: corporeo, psicologico ma anche a livello spirituale, non solo a uno di questi livelli.

Fare una catechesi sulla passione di Gesù che sia estremamente trascinante in modo emotivo, è una cosa bella?

Si, l'importante che non sia solo ed esclusivamente emotivo, perché tu non puoi parlare solo della scena di quanto Gesù ha sofferto, devi far capire quanto e per quale fine Gesù ha sofferto.

E quindi tu di fronte a quello che ha fatto Gesù come ti poni?

Ecco che hai parlato a più livelli, non solo quello emotivo e corporeo, perché costringi la persona a dire: beh! per me ha fatto tutto questo?

Io come rispondo a questa chiamata? Si sente provocato anche su tutto il resto. È chiaro?