Riparazione

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Il 2 marzo 1909, alle ore 5, Fra Leopoldo pregò così: Dammi, o mio Dio, lo spirito di penitenza che per tutto il tempo di mia vita non mi lasci sfuggire occasione senza ricavarne copiosi frutti, per la misericordia del mio Signore.

Queste aspirazioni del venerato Servo di Dio si trovano frequentissime nei suoi scritti, non solo, ma sovente sono seguite da altre di questo tenore: Il mio Crocifisso Gesù da molti giorni è molto mesto e non mi fa segnare più nulla per ora che invitarci a far penitenza.

Sono certo questi i tratti più squisiti dell'infinita misericordia di Dio, che come a Ninive per mezzo del Profeta Giona, dice al mondo sconvolto di rientrare nei cardini della giustizia per avere la pace e la prosperità.

Questi detti e questi lamenti del Salvatore si fecero più frequenti nell'immediato periodo della guerra mondiale e molte volte furono uniti alle parole accorate della Vergine SS. che diceva a Fra Leopoldo di pregare, di pregare onde fermare l'ira di Dio sul mondo che si allontanava da Lui.

È storia di ieri. Il sacrificio dei nostri gloriosi caduti e i corpi dilaniati dei nostri valorosi mutilati ci dicono che neanche la diletta nostra Patria fu risparmiata dalla giustizia di Dio.

Sorvoliamo sulle cause contingenti della guerra, alla quale anche i Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata hanno fatto l'olocausto di uno dei loro, distinto fra i migliori, Savino Castello, e guardiamo piuttosto alla causa prima di tutte le cose, a Dio, e domandiamogli: « Signore, perché tante vittime, tanto sangue, tante lagrime di orfani innocenti? ».

« Per la giustizia che molte Nazioni avevano infranto! ».

Bene, noi abbiamo lottato per la giustizia; e la vittoria arrise alle nostre giuste e sante rivendicazioni.

L'Italia è una, nei suoi naturali riconsacrati confini.

Noi sentimmo e sentiamo la passione della giustizia, ma di fronte a Te, o Signore, siamo noi giusti?

Possiamo noi erigerci a giudici degli altri popoli che Tu, Padre nostro, vuoi che chiamiamo fratelli?

La legge tutela il rispetto al Santo Nome di Dio e della famiglia.

Mai come ora in Italia si è protetta l'infanzia dai lupi rapaci; ma i singoli membri di ogni famiglia rispettano se stessi e i loro più prossimi fratelli?

Quanti delitti si commettono per l'egoismo di una vita comoda, adducendo a scusa di esso le false teorie di un rinnovato malthusianismo che sta uccidendo altre Nazioni sorelle?

Sono peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio … e noi, cristiani, combatteremo la lotta demografica solo per fini naturali?

E quante altre piaghe sociali, conseguenza di perversi principi contro l'onestà dei costumi, ordinataci dal sesto e nono comandamento!

E la santificazione delle feste e del Santo Nome di Dio?

Quanti cattolici osservano il precetto festivo e quanti sanno che cosa è il Santo Sacrificio della Messa?

Molta luce è nei pensieri, ma assai desolazione negli spiriti.

Si sanno e si cercano i principi fondamentali di tutte le scienze, si scrutano tutti gli orizzonti, si analizzano gli elementi costitutivi della terra e della stratosfera, si dominano i cieli ed i mari, e di una sola scienza si è ignoranti: della Religione.

I primi rudimenti della religione li apprendemmo quando l'età nostra non era ancora quella della riflessione.

Ora, poi, le altre scienze in misura più o meno grande hanno soffocato quei germogli e oggi il nostro corano è il giornale politico, economico, commerciale, letterario.

Su questo foggiamo ogni giorno il nostro pensiero, col quale vivifichiamo le nostre opere quotidiane.

Le cronache religiose e qualche parata più o meno ufficiale costituiscono tutto il nostro cristianesimo.

E con questo triste fardello, ogni minuto che scocca, presenta migliaia di anime al giudizio di Dio! …

E la bestemmia, e il turpiloquio Eh, via! parlate voi, lettori, date uno sguardo attorno e dite se Iddio può essere contento di noi …

La penitenza adunque e la riparazione si impongono ad ognuno di noi, per riparare nella propria casa i muri che crollano.

Urge riedificare in noi il pensiero cristiano della nostra dignità di figli di Dio, riconsacrare le nostre famiglie a Dio, tutelate dalla legge della nostra diletta e privilegiata Patria che in tanto disorientamento di spiriti è tra le poche nazioni che, come sempre, sia ancora paladina di quella civiltà cattolica che animò il genio dei nostri pensatori, dei nostri artisti e dei nostri eroi.

Ma un'Italia veramente grande non può essere se non in ciò che è spirituale ed eccelso, cioè nella bellezza delle anime santificate dalla grazia che è luce, è forza, è unità e ciò nella più disciplinata osservanza delle leggi religiose e civili.

Il dissidio degli spiriti è cessato ormai in Italia, per saggezza di Sovrano e volontà di Governo, ma bisogna formare l'italiano integrale, cioè il cattolico convinto e praticante.

Il resto è grande se da questa fiamma viene vivificato.

Una vita veramente sublime di riparazione sarà quella che spargendo attorno la buona novella faccia noi stessi intrepidi banditori della parola di Dio in ogni contingenza della vita « nostra »; quella che colla preghiera e col sacrificio costituisca attorno a noi un magnanimo drappello di generosi e di forti, di vittime, se occorre, affinché i castighi del Signore siano allontanati dalla Patria e dal mondo.

Si richiede una più intensa corrispondenza all'amore di Gesù Crocifisso, memori sempre delle parole del Divino Maestro a Fra Leopoldo che « la divozione a Gesù Crocifisso fermerà i flagelli ».

G. C., Catechista.