Pace!

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Pace! Questa la breve parola che agita tante anime che aspirano ad una pace durevole.

Ma quanti, tra costoro, cercano la pace dove essa non sarà mai!

Tu, Crocifisso mio Gesù, ce lo dici dove si trova questa pace, ma noi troppo sovente però non vogliamo ascoltarti non vogliamo avere la pace seguendo il tuo consiglio, ma vogliamo possederla secondo il nostro capriccio, secondo il nostro pensiero, e non l'abbiamo, ne l'avremo mai!

Tu ci dici che la pace è un fiore solingo, che sboccia lontano dal rumore del mondo, e che dalle parole, dagli intrighi, e dalle occupazioni curiose resta intristito e soffocato.

I tuoi santi ebbero, anche in mezzo alle più dure tribolazioni, anche tra i mali fisici più affliggenti, il dono della pace e snella sovrabbondanza del loro gaudio intimo, esclamavano "È troppa la celeste gioia che mi fai provare! … basta, Signore".

I santi però rifuggivano dai rumori del mondo, si elevavano in alto con lo spirito, si compiacevano nella solitudine del Calvario, e accanto alla Madre dei dolori, ti contemplavano, ti parlavano mortificando con assiduità i desideri che li sviassero dalla tua contemplazione.

Quanta insensataggine invece è in noi, o Crocifisso Gesù!

Vogliamo, la pace, perché essa è il vero bene, il grande bene, ma non vogliamo togliere da noi ciò che ostacola il tuo regno in noi, i nostri difetti cioè e le nostre imperfezioni, oppure entrata nel cuore per breve ora, poi l'allontaniamo tosto.

L'amore del bene, la pazienza, nelle vicende della vita, l'unione intima con Dio, cercata e attuata costantemente: queste le fonti della pace.

La cui presenza è attestata dal fervore col quale miglioriamo noi stessi, distaccandoci dai beni sensibili, occupandoci dell'infinito bene che sei Tu, o Signore.

Parlami Tu, Crocifisso mio Gesù, suggerisci alla mia anima quanto è necessario per acquistare la pace e quanto si richiede per conservarla.

"Figlio, Tu mi rispondi, non è difficile acquistare la pace e fartene un anticipato Paradiso.

Non darla mai vinta alla tua natura, anche in cose che sembrano di tenue entità, come una parola inutile, alcuni minuti sciupati, un piccolo atto d'impazienza, una irregolarità nel tuo lavoro giornaliero, una distrazione volontaria nella preghiera, una infrazione alle tue regole di vita, di azione, di pietà, di relazione con il tuo prossimo.

Le piccole cose trascurate ti tolgono la pace, che è il tesoro vero e nascosto della vita.

Con persuasive parole te lo ricorda l'aureo Libro della Imitazione: "Oh! se tu considerassi quanta pace recheresti, e quanta allegrezza agli altri, regolando te stesso".

Vuoi sempre avere pace, o figlio? Accetta volentieri le angustie e le contrarietà della vita.

Esse sono necessarie per mantenerti umile; e l'umiltà è la fonte prima della pace.

Poni tutte le tue pene in me, confidale come a Colui che solo può consolarti.

La pace sta pure con il dolore fisico e morale.

Il dolore ti addita, la via del Calvario, ti farà conoscere il bisogno che hai di me, e tu allora pregherai e io darò a te quella pace che il mondo promette, ma che non può dare, poiché essa ha le sue origini nella buona coscienza, nell'unione con il Cielo: e il cielo si trova nelle mie Sacratissime Piaghe".