350° anniversario della nascita

B283-A5

di S. Giovanni Battista De La Salle - Fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane

Leonardo Rollino

30 aprile 1651 – nasce a Reims, in Francia, il Fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane.Un grande uomo di vita spirituale, ascetica e mistica che ha onorato il suo secolo definito pomposamente dagli storiografi "le Grand Siècle" per tante altre cose che in quel tempo hanno fatto della Francia una nazione di avanguardia nel contesto delle altre nazioni europee.

Il La Salle è stato, in mezzo a mille vicissitudini, proprie dei fondatori, un precursore nel campo educativo e pedagogico e con le sue illimitate intuizioni e con il suo carisma ha aperto nuove vie nel campo dell'educazione, soprattutto rivolta i giovani e, in particolare, ai più poveri, trascurati o maltrattati come chi non conta.

La proclamazione, nel 1950 da parte di Pio XII, di "Protettore universale degli educatori" è la dimostrazione che la sua opera non è stata vana e che la Chiesa riconosce e propone in lui il riferimento per tutti quelli che dedicano e offrono la loro vita all'educazione delle nuove generazioni.

I Catechisti di Gesù Crocifisso di Maria Immacolata si uniscono ai Fratelli, partecipando con loro alla gioia della commemorazione, nel ricordo del loro Fondatore, il Ven. Fr. Teodoreto, che dal La Salle ha ricevuto e trasmesso una parte fondamentale del suo carisma.

Pensiamo di fare cosa gradita ai nostri lettori pubblicando un Capitolo del libro "Itinerari spirituale sui passi di Giovanni Battista de La Salle" di Gilles Beaudet, tradotto da Fr. Bruno Bordone, Ed. Città Nuova.

Da Cristo Crocifisso la nostra redenzione

« Potremo rianimare la nostra fede debole e vacillante, pensando a ciò che Gesù ha sofferto per noi. Ci disporremo così a soffrire per lui e a praticare le massime evangeliche, anche quelle che sembrano opporsi alle inclinazioni della natura » ( Eb 12,2; Lc 12,50 ) ( MF 84,2,2 ).

Cristo si è immolato sulla croce « avendo amato i suoi sino alla fine » ( Gv 13,1 ).

L'amore chiama l'amore. Come rimanere insensibili al fuoco ardente dell'amore di Gesù?

Possiamo domandarci quale risposta abbia dato Giovanni Battista de La Salle all'appello rivolto da Gesù a santa Margherita Maria Alacoque: « Almeno tu, amami »!

Se interroghiamo Blain, uno dei suoi primi biografi, la risposta scaturisce immediata, commovente: « Gesù era la sua risorsa, il suo interesse, il suo modello, la sua delizia e la sua vita. ( … )

Gesù era il solo amico a cui tenesse e per cui aveva sacrificato ogni altra amicizia.[ …]

Tutti i vantaggi del mondo non gli procurarono mai altro piacere che quello di rinunciarvi per Gesù Cristo » ( B2, 481ss ).

E ancora: « Quando i Fratelli lo cercavano, lo trovavano sempre impegnato con Gesù Cristo, o nella sua camera ai piedi dei Crocifisso o in cappella davanti al Santissimo Sacramento » ( B2, 483 ).

Questa è la precisa testimonianza di un amore intenso.

Cristo con la pienezza della sua vita è al centro delle scelte e della preghiera di Giovanni Battista de La Salle.

Benché resti vivo l'interesse per altri aspetti dell'Incarnazione, le ore della sua sofferenza fanno vibrare il cuore del nostro grande mistico.

Per chi, come lui, soffre fisicamente e moralmente di fronte a continue contrarietà, Gesù umiliato e abbandonato è l'amico interiore da prediligere.

Sentiamo come un'eco: « Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro » ( Lc 6,40 ).

Soffre il maestro, soffre il discepolo. È la logica della croce!

La Salle si colloca in una linea di pensiero ancorato alla sua epoca, secondo la quale Gesù Cristo « non ha trascorso una sola ora della sua vita senza soffrire » ( MF 165, 3, 2 ).

Per alcuni vi sarebbe qui un'influenza giansenista; ma è una corretta lettura della realtà? Direi di no.

Sappiamo che Giovanni Battista de La Salle si è sempre tenuto lontano da ogni propensione giansenista.

A Marsiglia, per aver rifiutato ogni compromesso, dovette chiudere il noviziato e subire le più dolorose persecuzioni.

Il suo assenso alla Bolla Unigenitus fu totale fin dal momento della sua proclamazione e l'attaccamento a Roma fu sempre incondizionato su tutti i punti di dottrina.

Senza dubbio ebbe propensione all'austerità, in linea con il pensiero agostiniano.

Tuttavia fu dominante in lui il senso di equilibrio.

Egli fa suo l'insegnamento dell'Apostolo Paolo: « Io completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo » ( Col 1,24 ). « Tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù perché non succeda che, dopo aver predicato agli altri, venga io stesso squalificato » ( 1 Cor 9,27 ).

Si potrebbe forse pensare a qualche sfumatura di giansenismo nell'insegnamento del La Salle se la sofferenza fosse frutto di timore; ma questo sarebbe un'offesa all'infinita misericordia di Dio.

Ma nel La Salle l'amore risplende come risposta a un'attesa di Dio, che ci ha « amati per primo ».

Se nella sua epoca si sottolinea fino all'esagerazione il valore della sofferenza, ai nostri giorni non ci insidia il pericolo opposto?

Sappiamo, oggi, valorizzare giustamente la sofferenza?

« Divinizzare » la sofferenza, come direbbero alcuni autori?

Siamo capaci di suggerire a chi soffre di unire le sue sofferenze a quelle di Cristo, che per amor nostro ha sopportato tanti tormenti?

Sono espressioni appena un po' iperboliche quelle che il suo biografo usa per mostrare che La Salle ama unire le sue sofferenze a quelle patite da Gesù per noi.

È l'apostolo Paolo a ispirare la sua condotta:

« È necessario - dice san Paolo - attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio » ( At 14,22 ).

La Salle commenta « Pretendere da Dio che ci faccia entrare in cielo senza prendere la strada giusta, è chiedergli un miracolo. ( … )

La vera strada … è quella della sofferenza.

Sforzatevi entrare per la porta stretta ( Mt 11,30 ), e Gesù Cristo prenderà per mano e vi aiuterà a entrarci » ( MD 73,3,2 ).

Quale incoraggiante contrappeso al linguaggio di una sofferenza mortificatrice, questa eloquente immagine del Salvatore che tende la mano per far entrare in cielo colui che compie ogni sforzo possibile ma che, a causa dei propri limiti, ha bisogno di aiuto!

Comprendiamo così che La Salle non ha avuto il culto della sofferenza per se stessa.

Quando contempla le piaghe del Salvatore, la sua preghiera a Cristo sofferente raggiunge una tale intimità d'amore da avvicinarlo a quella di altri grandi mistici: « Prostratevi spesso davanti a queste piaghe divine; contemplatele come sorgente della vostra salvezza; mettete con San Tommaso la vostra mano nella piaga del costato, non tanto per fortificare la vostra fede, quanto per penetrare, se è possibile, fino al cuore di Gesù » ( MD 28,3,2 ).

« Penetrare fino al cuore di Gesù », indica all'evidenza che la sofferenza cristiana non è altro che un cammino verso un amore totale:

« Mio amabile Gesù, fa' che io mi renda il più possibile degno della grazia che mi hai meritato a così caro prezzo.

Fa', Signore, che io viva in modo che la mia vita sia in accordo con la tua, imitando le tue sante virtù » ( EM 8, 193, 8 ).

È affermare, ancora una volta, il desiderio di rendere amore per amore.

Così cantò il poeta Tommaso da Celano: « Ti sei stancato a forza di cercarmi, il prezzo pagato è la tua crocifissione: che tutto questo non sia invano! » ( Dies irae ).

La luce di Cristo risorto non ha cancellato le sue piaghe.

Presentandosi a San Tommaso, Gesù lo invita a costatare che veramente è stato crocifisso.

Gli apostoli non lo dimenticheranno.« Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso » ( 1 Cor 2,2 ), proclama San Paolo, pur riconoscendo in lui la gloria del Figlio di Dio. Vedere il Salvatore in croce è un incitamento a evitare il peccato e a nutrire una solida aspirazione a rendere il nostro amore verso Dio sempre più fedele e ardente.

( Gilles Beaudet, "Itinerari spirituali sui passi di Giovanni Battista de La Salle" )