Il coraggio della sofferenza

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Riflessioni suggerite dal Natale - Leandro Pierbattisti

Carissimi amici,

tra pochi giorni la Chiesa celebrerà solennemente il santo Natale di Gesù, il mistero della nostra salvezza: il Verbo di Dio scende nel grembo immacolato di Maria SS.. e si fa uomo.

Questo mistero ci mostra Dio, come lo sposo, che si unisce alla sua sposa: l'umanità, per santificarla, purificandola nel suo sangue da ogni peccato e offrire ad ogni uomo che l'accolga il potere di diventare figlio di Dio.

Gesù che nasce a Betlemme, apparentemente un bambino come tutti gli altri, è in realtà il Figlio di Dio: vero Dio e vero uomo.

È questo un fatto straordinario, meraviglioso, inimmaginabile e così grande che l'uomo può accogliere solo con la fede e davanti al quale può solo adorare, con sempre rinnovato stupore, l'infinità misericordia di Dio che si china sull'uomo sua creatura per elevarlo alla dignità di figlio suo.

Questo ineffabile mistero che sgorga dall'immenso amore di Dio verso una umanità decaduta e dispersa per il peccato, rivela la volontà di Dio di salvarla, riportandola alla primitiva innocenza e renderla partecipe della sua gloria in Cielo.

Il mistero dell'Incarnazione, finalizzato alla nostra salvezza, è iniziato con il sì di Maria a diventare la Madre del Salvatore e si compirà pienamente con la Passione, Morte e Risurrezione di Gesù a cui seguirà il dono dello Spirito Santo che fa di noi delle creature nuove, dei figli di Dio.

Con l'Incarnazione del Figlio di Dio si compiono tutte le promesse messianiche, finalizzate alla salvezza di tutti coloro che si accosteranno al Signore con l'umiltà e la semplicità dei bambini.

Il diventare figli di Dio non è infatti un fatto automatico legato alla natura umana: diventa figlio di Dio solo chi lo desidera e manifesta questo suo desiderio accostandosi al Signore senza porre ostacoli.

Ciò comporta la necessità di contrastare la mentalità dell'attuale mondo secolarizzato nel quale molti vivono nella totale indifferenza verso Dio, o nel peccato.

I discepoli di Cristo, quando occorre, devono invece essere disposti ad andare contro corrente, e andarvi anche se costa, pur di rimanere fedeli a Cristo.

L'andare contro corrente costa perché richiede il rinnegamento di se stessi.

Purtroppo non tutti e non sempre siamo disposti a rinnegare noi stessi e a farlo per tutta la vita, ma chi non è disposto a rinnegare se stesso per avere la mente e il cuore di Cristo può ancora ritenersi un suo fedele discepolo?

Questo spiega perché, soprattutto in questi tempi, siano così scarse le risposte vocazionali, accogliendo lo stato di vita per il quale Dio ha chiamato ciascuno all'esistenza: non si è disposti a rinnegare se stessi!

Chi davvero vuole seguire Gesù deve essere disposto a rinunciare anche alle più piccole suggestioni di Satana, così da giungere a pensare, amare e fare come farebbe Gesù al suo posto.

Solo chi sarà decisamente determinato a respingere il male che scopre in sé e attorno a sé, potrà essere inondato di grazia e gustare la serenità profonda anche in mezzo alle tribolazioni legate alla condizione terrena.

Solo per chi ama davvero Gesù il Natale non sarà una festa pressoché "pagana".

Solo chi lo segue potrà sperimentare quella pace che gli Angeli a Betlemme hanno annunciato agli uomini che Dio ama.

La generosa offerta delle sofferenze di quanti si uniscono ai patimenti di Gesù per intercedere con Lui presso il Padre per il prezioso dono delle vocazioni, rientra nelle finalità del Movimento Adoratori e Adoratrici di Gesù Crocifisso, i cui membri si impegnano ad adorare ogni giorno le Piaghe sanguinanti e gloriose del Signore, come ci suggerisce la Chiesa il Venerdì Santo.

Queste persone, mosse da profondo senso di riconoscenza per quanto Gesù ha fatto per noi accettando i dolori della Passione, gli esprimono il loro più sincero grazie, e con totale confidenza e umiltà gli chiedono di essere liberati dai mali del corpo e dello spirito, e che venga loro donato tutto ciò di cui hanno bisogno per essere suoi fedeli discepoli.

Quanti fanno parte di questo Movimento, cioè questi più intimi amici di Gesù, non si impongono per vistose e roboanti iniziative, ma operano nel nascondimento per divenire il lievito che prepara il pane della vita.

Nel silenzio adorante, noto solo a Dio, e in ascolto della parola di Gesù, "pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe", offrono a Lui, in unione al suo sacrificio, le gioie e le sofferenze di ogni giorno per il dono delle vocazioni, perché "la messe è molta e gli operai sono pochi" ( Mt 9,35-38; Lc 10,1-21 ).

Con questo invito alla preghiera Gesù trasmette agli apostoli e ai discepoli la sua compassione e la sua trepidazione per tanta gente "stanca, scoraggiata come pecore senza pastore".

La preghiera per le vocazioni è condividere l'ansia di salvezza che Gesù ha trasmesso ai suoi e che noi dobbiamo fare nostra.

La preghiera vocazionale cambia e arricchisce chi la fa, e da essa nasceranno rigogliosi frutti di vita.

Amici, preghiamo dunque con fede e umiltà perché il Signore abbia misericordia di noi e ci conceda numerose e sante vocazioni.

Molti sono i chiamati ma pochissimi oggi sono coloro che con generosità gli rispondono con slancio: "Sì, eccomi!"

Al primo invito di Gesù a seguirlo più da vicino, molti gli voltano le spalle come il giovane ricco, e se ne vanno tristi; altri accampano mille scuse per respingere l'invito

Questo è vero amore? Chi ama davvero è sempre e tutto per Gesù!

Preghiamo, carissimi, perché nessuno al termine della propria vita debba dire: ho le mani vuote, ho pensato solo a me stesso!

Buon Natale, carissimi amici! Il Signore Gesù ci ricolmi della sua grazia e ci doni la gioia di vivere con intensità questi giorni santi.

Più che affannarci esageratamente per il pranzo o scervellarci per l'acquisto dei regali, come fanno i "pagani", sostiamo qualche tempo in più a contemplare l'amore del Signore e dedichiamo più tempo alla preghiera da fare non solo per noi, ma anche per i nostri fratelli e specialmente per quelli di loro che sono più poveri e disagiati: allora sarà davvero un santo Natale.

L'Unione Catechisti augura ai suoi lettori un Santo Natale
e un felice anno nuovo, ricco di frutti spirituali