Il Crocifisso è risorto

B292-A4

- Vito Moccia -

All'ora eletta il gaudio di nuova vita infondi al corpo tuo già esanime, d'eternità l'effondi.

Le sacre piaghe svelano la tua Divinità, che, già latente, sfolgora in Te che sei risorto dal triduo eucaristico in cui giacevi morto.

Disserra nuova epoca la tua Umanità.

La morte Tu annichili in sbocco della Storia, la forza che si libera è ritmo di vittoria: tremò la terra trepida, l'istante recepì.

In Te sprigioni l'empito di energia vitale, assumi il nuovo stadio di vita, che è immortale: in un bagliore rapido l'ardore rifluì.

S'affloscia in sé la Sindone che Ti stringeva avvolto, non serra più la spoglia, l'immagine ne ha accolto ad attestare l'attimo in cui da lì balzò.

Trapassi intatto gli argini che serrano la tomba, la greve pietra rotola inerte e ne rimbomba la terra.

Quello strepito le guardie subissò.

Il tuo sepolcro è lucido di prima eterna aurora.

A pie donne gli Angeli annunciano che è l'ora eletta di tua gloria che non s'occulta più.

Con il tuo corpo, etereo trascorri l'infinito, librato nello spazio da Te il tempo è scandito: in permanenza l'Essere fulgente appari Tu.

Così tra i tuoi discepoli a cui le piaghe mostri: quei vivi segni appellano ogni uomo a che si prostri da poi che primo il Didimo gridò: "O Dio mio!"

Disciolto senza vincoli appari di persona; ma in Croce è il gran miracolo che vita ci ridona: in morte pur sei fulgido e a noi Ti sveli Dio.

All'atto di risorgere dall'antro della terra Ti ergi solitario, nessuno Ti rinserra: invece sopra il Golgota la folla Ti seguì.

La Storia ha l'immagine che Tu sei Crocifisso, su Te da sempre gli uomini lo sguardo hanno infisso: nel darti in olocausto la gloria trasalì.

* * *

Risorto ti perpetui Agnello a Dio immolato, in cielo Ti ergi vittima, e il Corpo tuo piagato già nel dolore, in gloria per sempre attira a sé.

Nell'esperienza tragica di sottostare a morte chi crede si rigenera, poiché la nuova sorte che ha l'uomo è di risorgere, incorporato a Te.

Così la primogenita dei vivi, la tua Madre, assunta in corpo all'estasi, perpetua in dono al Padre la trafittura d'anima che in gioia traboccò all'atto del tuo sorgere: ci serba in figliolanza di eredità del Golgota, ci forgia alla speranza che il fine estremo è ascendere, così Lei già provò.

Ancora c'è chi dubita che sei risorto in vita, accoglie la calunnia della spoglia rapita a guardie che dormivano.

Altri dopo dirà che vivo Ti schiodarono perché fossi sostegno agli atti dei tuoi apostoli, come se un tal disegno con Te chiuso in esilio, sfociasse in realtà.

Chi dorme attesta un'opera?

E chi avrebbe agito?

Gli apostoli già pavidi, che avevano tradito l'impegno di difenderti e offrirsi uniti a Te?

È vano l'intraprendere con futili intenzioni: fu accolto il tuo messaggio pur fra persecuzioni, perché nel tuo risorgere salda certezza c'è.

* * *

Morte non ha vittoria!

È il cantico perenne che i tuoi eletti elevano, poi che l'arca non tenne, spazzata dal tuo esodo, la Vita che fluì.

S'impone in legge il giubilo dove scorreva il pianto; ridonda l'alleluia e investe ogni canto del mondo, che da tenebre la luce riscoprì.

Desista l'odio a spargersi disseminando piaghe aperte a dare il sangue!

Non sono ancora paghe le bramosie d'uccidere sfogate su di Te?

Quel sangue al tuo si mescola finché abbagli il giorno che ha l'alba al tuo risorgere, quando farai ritorno, di cinque Piaghe fulgido, sigilli che sei Re.

La luce che si libera dall'arca scoperchiata, irradia intorno l'iride: concordia è proclamata da quando ai tuoi discepoli dicesti: "Pace a voi!", la pace del tuo Spirito!

Ancora sei in cammino con gli uomini, all'agape Ti doni in Pane e in Vino, svelato come ad Emmaus: resta, Gesù, con noi!

Risurrezione … anche al Centro di Asmara, dopo i recenti lavori

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