"Dormi, non piangere, Gesù diletto"

B300-A3

Vito Moccia

Offerta delle sofferenze per le vocazioni sacerdotali, religiose e secolari

Gesù nasce nella povertà e nel disagio

"Dormi, non piangere, Gesù diletto": così inizia un popolare canto natalizio di un tempo, toccante nelle parole e dolcissimo nella musica, che i più anziani certamente ricordano.

Esso richiama lo stato di disagio in cui il Redentore ha voluto nascere, lontano da ogni umano conforto, salvo quelli sublimi offertigli dalla sua Mamma, ma anche Lei priva di quel minimo di agio, anzi di necessario, richiesto dalle sue condizioni di partoriente, con la sola assistenza, per quanto premurosissima, di S. Giuseppe.

Continua il canto: "Sai perché pungono / la paglia e il fieno? / Ah! perché vegliano / due luci ancor./ T'affretta a chiuderle, / chè il sonno almeno / sarà rimedio d'ogni dolor."

Sono senza dubbio espressioni semplici, ma così dense di affetto.

Concetti analoghi, anzi più forti, troviamo nell'altro sublime canto "Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo", attribuito a S. Alfonso Maria de' Liguori, e tuttora eseguito non solo in chiesa nelle funzioni, ma altresì nelle carole natalizie - cioè nei cori di circostanza - registrate nei dischi.

Ritenendolo noto, mi limito ad una sola citazione: "O bambino mio divino, / io ti vedo qui tremar: / O Dio beato,/ ah, quanto ti costò l'avermi amato!"

È senza dubbio chiara ai nostri occhi e alla nostra mente la commovente visione del Bambino Gesù nella povertà e nel freddo della capanna, e questa visione richiama certamente in noi un più vivo desiderio di accettazione del dolore per amor suo, una più serena pace, una più decisa volontà di offerta per l'ideale delle vocazioni sacerdotali, religiose e laicali.

Valore salvifico del dolore di Gesù Bambino

Pure nel giubilo dell'epocale evento della sua nascita, che trasforma l'umanità, così come annunciato dall'angelo ai pastori: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un salvatore, che è il Cristo Signore" ( Lc 2,10-11 ), Gesù non si sottrae alla povertà e al dolore, prefigurandoci in certo modo quello che sarà il suo "cammino di felicità" - per usare l'efficace espressione di Giovanni Paolo II° - cioè la Croce.

E subito si manifestano le tappe di questo itinerario, che coinvolge anche la Madre: la circoncisione, con l'effusione delle prime gocce di sangue, la profezia di Simeone sulla spada che trafiggerà l'anima di Maria, la fuga per sfuggire alla persecuzione di Erode, l'esilio in Egitto proprio nella sua primissima infanzia, pur sotto la vigile custodia di S. Giuseppe.

Se, come abbiamo già notato,1 l'angosciante problema della presenza del dolore nel mondo non può trovare risposta se non nella passione, morte e resurrezione di Gesù, uno degli aspetti più delicati di tale dolore, quello dei bambini, ha nel Salvatore bambino la partecipazione solidale e redentrice, non essendosi Egli sottratto alla sofferenza ed alla persecuzione sin dalla primissima età.

E tutto ciò è confortante, e concorre a svelarci l'immenso amore di Gesù per ognuno di noi.

Auguri per un nuovo anno di grazia

Da noi il Natale cade nella stagione rigida, e l'inverno sovente aggrava le nostre sofferenze, ma ci auguriamo che Gesù, "sole di giustizia e splendore di luce eterna", come Lo invoca la liturgia dell'Avvento, brilli nel nostro cuore, diffondendo luce e calore, e apportando gioia e pace.

Parimenti questo tempo è caratterizzato dall'inizio di un nuovo anno, che si spera lieto e felice, come auspichiamo nello scambiarci gli auguri.

Sarà così? Troveremo soluzione ai problemi e alle preoccupazioni che ci angustiano? Non lo possiamo sapere.

Ma ciò sappiamo di certo: sarà un anno donatoci da Dio, per cui vogliamo viverlo per Lui, nella sua grazia, accettando sin d'ora con gioia e gratitudine dalla sua mano di Padre buono tutto quello che ci porterà di letizia e di dolore.

Ci è di conforto la certezza che l'intimità con Gesù Crocifisso - particolarmente coltivata nell'Adorazione alle sue piaghe - ci farà sopportare i dolori e le sofferenze, rendendo meritorie le nostre offerte, con particolare riguardo alla nostra missione di suscitare e consolidare le vocazioni, sia al sacerdozio e alla vita religiosa, che alla consacrazione secolare nella professione votale o nel sacramento del matrimonio.

Mario Caffaro Rore - Concerto di Natale


1 Vedi Bollettino n. 292, Ottobre 2008