Quale mirabile cosa è mai il possedere la Croce!

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Chi la possiede, possiede un tesoro!"*

- S.S. Benedetto XVI -

In questo periodo pasquale, torna particolarmente attuale l'omelia svolta dal Papa alla "prairie" di Lourdes, domenica 14 settembre 2008

In questo giorno in cui la liturgia della Chiesa celebra la festa dell'Esaltazione della santa Croce, il Vangelo che avete appena inteso ci ricorda il significato di questo grande mistero: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché gli uomini siano salvati ( Gv 3,16 ).

Il Figlio di Dio s'è reso vulnerabile, prendendo la condizione di servo, obbedendo fino alla morte e alla morte di croce ( Fil 2,8 ).

É per la sua Croce che siamo salvati.

Lo strumento di supplizio che il Venerdì Santo aveva manifestato il giudizio di Dio sul mondo, è divenuto sorgente di vita, di perdono, di misericordia, segno di riconciliazione e di pace.

"Per essere guariti dal peccato, guardiamo il Cristo crocifisso!" diceva sant'Agostino ( Tract. in Johan., XII,11 ).

Sollevando gli occhi verso il Crocifisso, adoriamo Colui che è venuto per prendere su di sé il peccato del mondo e donarci la vita eterna.

E la Chiesa ci invita ad elevare con fierezza questa Croce gloriosa affinché il mondo possa vedere fin dove è arrivato l'amore del Crocifisso per gli uomini, per tutti gli uomini.

Essa ci invita a rendere grazie a Dio, perché da un albero che aveva portato la morte è scaturita nuovamente la vita.

È su questo legno che Gesù ci rivela la sua sovrana maestà, ci rivela che Egli è esaltato nella gloria.

Sì, "Venite, adoriamolo!".

In mezzo a noi si trova Colui che ci ha amati fino a donare la sua vita per noi, Colui che invita ogni essere umano ad avvicinarsi a Lui con fiducia.

É questo grande mistero che Maria ci affida anche stamane, invitandoci a volgerci verso il Figlio suo.

In effetti, è significativo che, al momento della prima apparizione a Bernadette, Maria introduca il suo incontro col segno della Croce.

Più che un semplice segno, è un'iniziazione ai misteri della fede che Bernadette riceve da Maria.

Il segno della Croce è in qualche modo la sintesi della nostra fede, perché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c'è un amore più forte della morte, più forte delle nostre debolezze e dei nostri peccati.

La potenza dell'amore è più forte del male che ci minaccia.

É questo mistero dell'universalità dell'amore di Dio per gli uomini che Maria è venuta a rivelare qui, a Lourdes.

Essa invita tutti gli uomini di buona volontà, tutti coloro che soffrono nel cuore o nel corpo, ad alzare gli occhi verso la Croce di Gesù per trovarvi la sorgente della vita, la sorgente della salvezza.

La Chiesa ha ricevuto la missione di mostrare a tutti questo viso di un Dio che ama, manifestato in Gesù Cristo.

Sapremo noi comprendere che nel Crocifisso del Golgota è la nostra dignità di figli di Dio, offuscata dal peccato, che ci è resa?

Volgiamo i nostri sguardi verso il Cristo.

È Lui che ci renderà liberi per amare come Egli ci ama e per costruire un mondo riconciliato.

Perché, su questa Croce, Gesù ha preso su di sé il peso di tutte le sofferenze e le ingiustizie della nostra umanità.

Egli ha portato le umiliazioni e le discriminazioni, le torture subite in tante regioni del mondo da innumerevoli nostri fratelli e nostre sorelle per amore di Cristo.

Noi li affidiamo a Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, presente ai piedi della Croce.


* Sant'Andrea di Creta, Omelia X per l'Esaltazione della Croce: PG 97, 1020