Un'esperienza unica  

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Visita alla Casa de Caridad in Perù

- Elena Viretto -

La nostra sede di Arequipa, in Perù, è stata inserita in un Progetto del Ministero degli Interni, concernente l'immigrazione,1 di cui la Casa di Carità è partner, e a tale scopo una nostra delegazione - ing. Bondone, sig.ra Combetto, sig. Franco Bottale e la sottoscritta - si è ivi recata per apportare un contributo al progetto.

Nostro compito è stato quello di completare il percorso formativo, già avviato dai colleghi peruviani, trasmettendo ai partecipanti al corso una fotografia reale e aggiornata rispetto al mercato del lavoro italiano ( con particolare riferimento all'area piemontese ), alle leggi migratorie, al sistema dell'assistenza sanitaria in Italia, ai servizi al cittadino, al sistema di riconoscimento e certificazione delle competenze.

Nel quartiere Villas Las Canteras, dove si trova il nostro centro, abbiamo rilevato arretratezza di mezzi - ad esempio nelle strade - ma quanta gioia abbiamo respirato, la gioia nella semplicità dei gesti di ciascuno, la gioia nella condivisione del poco che, come per magia, sembra improvvisamente molto, la gioia nell'entusiasmo di qualcosa di nuovo, ma sopra ogni cosa la gioia del donare, ognuno a suo modo.

Non vuole essere una visione poeticamente distorta della realtà che ci ha accolti per una settimana, ma è davvero ciò che abbiamo percepito sin dal nostro arrivo.

Domenica 25 ottobre, prima delle nostre giornate peruviane, abbiamo assistito alla Santa Messa in una delle meravigliose chiese del centro di Arequipa.

Sin da subito siamo stati colpiti dal fatto che, a differenza di molte nostre chiese, fosse piena di gente, in particolar modo di famiglie, giovani, ma soprattutto bambini, una vera realizzazione del messaggio « Lasciate che i piccoli vengano a me ».

Stessa cosa è accaduta anche nell'ultimo giorno della nostra permanenza, nuovamente domenica, nonché festa di tutti i Santi.

Lunedì 26 ottobre siamo stati accolti al centro dalla direttrice Giuliana Solis e da tutti i suoi collaboratori, ma soprattutto dagli allievi.

É consuetudine che la settimana di lavoro si apra con la preghiera comune e con l'alzabandiera nel piazzale interno.

Gli allievi erano tutti perfettamente schierati, sicuramente incuriositi dai nuovi ospiti, ma hanno assolto ai loro doveri in maniera ineccepibile; ci siamo chiesti, con un po' di ironia, se questo sarebbe possibile nei nostri centri!

La mattinata è proseguita con la visita alle varie classi e poi con la prima riunione operativa per il nostro contributo al progetto.

Nel pomeriggio ci siamo recati presso la sede dei Fratelli delle Scuole Cristiane, dove abbiamo incontrato gli allievi con cui abbiamo lavorato per il resto della settimana; è stato un bei banco di prova anche per noi che ci conoscevamo da colleghi in Italia e che non avevamo mai lavorato cosi a lungo insieme e così a stretto contatto: quando si opera per il bene comune le sinergie si intrecciano magicamente e tutto risulta meno difficile di quanto si potesse prevedere.

Il legame della Casa di Carità con i Fratelli ad Arequipa è molto saldo ed abbiamo anche assistito alla cerimonia di accoglienza del Superiore Generale Fratel Alvaro Rodriguez che abbiamo avuto il piacere di salutare personalmente la mattina successiva quando è stato accolto presso il nostro centro ed ha visitato il cantiere della nuova sede in costruzione.

Durante la nostra permanenza ad Arequipa non poteva mancare la visita anche alla sede locale dell'Unione Catechisti di cui Giuliana Solis e David Sevillano sono mèmbri attivi, che si trova a poca distanza dalle scuola dei Fratelli.

Ci sono state illustrate le varie attività curate dai catechisti, i progetti e soprattutto le speranze.

Ecco, speranza, un'altra parola che ben descrive il senso della nostra esperienza in Perù: tanta è la speranza di questa gente, speranza in un domani migliore, pur consapevoli della scarsità dei mezzi di oggi, speranza però sicuramente alimentata da una fede fervida.

A tal proposito una delle allieve del nostro corso di adulti ha persino scritto e musicato ( e anche cantato ) l'inno della Casa di Carità, in cui la casa di Carità è associata alla parola opportunità e nel ritornello suona una frase che davvero deve renderci orgogliosi della missione a cui tutti noi operatori siamo chiamati « La Casa de Caridad recorriendo el mundo està y en su paso diciéndo va: Jesus tu misión complida està ».

Se questo è ciò che hanno colto degli adulti impegnati in un breve percorso di formazione allora possiamo dire che davvero il messaggio è stato trasmesso ed è stato recepito chiaramente.

La settimana si è poi conclusa con il saluto agli allievi della Casa de Caridad Artes y Oficios e a tutti i colleghi che vi operano: sono stati momenti molto commoventi poiché abbiamo conosciuto una realtà così differente dalla nostra, ma abbiamo altresì verificato che tutti operiamo accomunati dagli stessi valori e principi, nessuno di noi è stato in grado di frenare la commozione per quello che speriamo vivamente sia solo un arrivederci: gli occhi dei nostri ragazzi di Arequipa, i loro sorrisi, le loro speranze e le loro manifestazioni di affetto ci hanno certamente resi persone diverse, maggiormente consapevoli del fatto che dove c'è una Casa ci devono essere le stesse opportunità per tutti e che anche quando c'è poco si può essere felici nel condividere.

Un ulteriore momento di condivisione lo abbiamo poi vissuto durante l'accertamento delle competenze svolto con gli allievi del corso serale e con la consegna, da parte dell'ing. Bondone della relativa attestazione.

Allievi adulti della Casa di Carità

Logo esterno della sede di Arequipa

Personale di Arequipa con l'ing. Bondone

Sede della Casa di Carità in Arequipa


1 Il Progetto intitolato « Apprendimenti per l'Integrazione », offre ai cittadini stranieri portatori di un progetto migratorio la possibilità di veri/icore la potenzialità e la coerenza di tale progetto in relazione alle proprie caratteristiche e alle richieste della società e del mercato del lavoro italiani In tale contesto è stata coinvolta la nostra sede di Arequipa in Perù, con la realizzazione di un percorso formativo volto proprio alla valutazione aggettiva della fattibilità di progetti migratori, verso l'Italia, nell'ottica di un inserimento lavorativo nell'ambito dei servizi di base di assistenza alla persona.