La formazione professionale  

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Elemento basilare nell'educazione giovanile e in quella permanente

- V. M. -

Si è svolta venerdì 3 giugno u. sc., presso il complesso del Santo Volto in Torino, l'Assemblea diocesana di riflessione sul documento della CEI: "Educare alla vita buona del Vangelo", in vista della definizione del percorso pastorale del decennio che la Diocesi intende svolgere.

Riservandoci in altro bollettino di illustrare le tematiche emerse in tale importante incontro, riportiamo per intanto il contributo di un nostro Catechista, con una relazione scritta, sul tema a noi tanto caro, che ci coinvolge direttamente con la Casa di Carità Arti e Mestieri, sul valore educativo, alla luce del Vangelo, della formazione professionale.

Il discreto, ma efficace accenno effettuato da un preside di scuola media statale, nel corso dei liberi interventi nell'Assemblea diocesana del 3 u.sc., sulla valenza educativa della formazione professionale, offre l'occasione per un ulteriore approfondimento, seppur in brevi termini.

La formazione professionale ha un ampio sviluppo nel territorio diocesano, ed ha in numerosi Enti di proposta cattolica non solo i pionieri e promotori di questo essenziale servizio, ma altresì gli erogatori di un autentico progetto educativo.

La formazione professionale non è semplicemente addestramento ad un lavoro, manifatturiero, digitale o di prestazione di servizi, ma formulata nella sua specifica natura, è una forma di educazione attraverso l'insegnamento del lavoro, considerato come espressione di attività umana, e perciò di realizzazione personale, e quindi di elevazione interiore.

Inoltre vi è l'aspetto pure basilare dell'esercizio di un'attività per il servizio e l'utilità degli altri, in una prospettiva quindi di solidarietà.

La formazione professionale, considerando il lavoro nei suoi elementi essenziali di promozione della persona, porta in tal modo a superare l'aspetto defaticante e deprimente che talora lo contrassegna e, sul piano economico, la finalità di esclusivo profitto e, in certe circostanze, di sfruttamento da parte dell'imprenditore.

Questi valori trovano sul piano religioso la loro piena individuazione e il loro compimento, ove si pensi ai principi enunciati dal Magistero e rilevati dalla Sacra Scrittura sulla vocazione dell'uomo a operare sulla terra, continuando in tal modo la creazione, e ad essere animati nella produzione e nello scambio di beni e di servizi, da finalità solidali, e non da egoistico profitto e sfruttamento, né, per altro verso, da atteggiamenti di lotta e di odio.

I riferimenti concreti per una catechesi ed un'iniziazione cristiana attraverso il lavoro sono molteplici.

Basti pensare alla Trinità, artefice del creato, a Gesù, modello della formazione professionale, avendo Egli imparato un mestiere da S. Giuseppe artigiano, avendolo esercitato, e ritenendo ragionevolmente che l'abbia a sua volta insegnato a giovani apprendisti.

Si pensi ancora ai molteplici richiami nel suo insegnamento alle attività e arti umane per esporre principi di vita eterna ( la moneta, per ricapitolare i doveri verso Dio e verso l'autorità, la potatura, per significare l'ascesi cristiana, la pesca, per formulare la vocazione apostolica, e così via ).

Tra alcuni eminenti risultati di educazione della persona e dello spirito attraverso la formazione professionale, mi limito a due: la redenzione dei carcerati attraverso i corsi erogati in carcere, o anche a gruppi in libertà vigilata; il servizio reso agli estracomunitari con la formazione professionale, per avviarli al lavoro, ma anche per favorire l'integrazione con gli allievi italiani, e rendere più efficace l'accoglienza.

Nel testo dello scorso sinodo diocesano erano stati ricordati alcuni aspetti propri della formazione professionale, ma essa in quanto tale non è stata rubricata tra le varie iniziative.

Sarebbe opportuno evidenziarla, data la sua importanza, come fattore educativo ed elemento di tramite tra la scuola e il lavoro.