La testimonianza di Domenico Conti

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La risposta alla chiamata divina contraddistingue l'itinerario spirituale del fedele che pone la sua ragione di vita nell'amore indiviso a Dio e ai fratelli.

Ma nella vocazione secolare1 la risposta dell'eletto assume una caratteristica specifica: "L'odio da parte del mondo", secondo l'avvertimento di Gesù ( cfr. Gv 15,18 ), che contrassegna i suoi discepoli, ha una connotazione tutta particolare verso quelli che sono impegnati ad operare nel mondo, anzi fanno parte delle sue stesse strutture, ma per vivificarle con il dono dello Spirito.

Questo è stato il campo d'azione del dr. Domenico Conti, di non essere tolto dal mondo, ma sottratto al male ( cfr. Gv 17,15 ).

E in tale campo Egli ha agito con l'aspetto e le caratteristiche di chi sia attratto dal Crocifisso Risorto, massimamente rapito dalle sue ferite aperte, fonti del sangue della vita e splendore della sua gloria divina.

Tale è l'immediata impressione che si traeva dal carissimo Domenico, discepolo spirituale del ven fr. Teodoreto, dal suo sguardo radioso ma penetrante, dal suo aspetto solenne ma cordiale, dal suo eloquio profondo ma accessibile.

Nel Crocifisso Egli ricapitolava tutte le situazioni, le sofferenze, le gioie, le speranze, le delusioni degli uomini, le contraddizioni e le ambiguità delle vicende umane, per ivi discernere i segni di Dio, e per orientare a Lui tutte le cose, pur nella loro consistenza ed autonomia, affinché tornassero effettivamente a servizio dell'uomo.

La rilevata autonomia delle realtà terrene era una caratteristica della sua secolarità, appunto perché intesa a fare emergere nelle cose umane, e procedendo da esse, l'elemento incontrovertibile dell'animazione divina, e coglierle pertanto nella loro autenticità.

Quindi il suo dialogo anche con i lontani dalla fede era aperto e costruttivo, e sottintendeva pur sempre un annuncio catechistico, tanto che destava stima e rispetto – talora ammirazione – dagli antagonisti, anche sul piano politico, sicché non di rado, nei rapporti personali, il sopra rilevato "odio" si affiancava a simpatia2.

Però, non appena ne scaturiva l'opportunità, l'annuncio evangelico da parte sua si faceva esplicito, come riferimento incontenibile di una pienezza di vita.

La sua militanza politica3, alla quale si era dedicato per diretta sollecitazione di ambienti ecclesiali, era appunto la piena espressione della sua vocazione secolare, come servizio disinteressato al bene comune, in piena consapevolezza che la politica è – o dovrebbe essere – una delle più alte forme di esercizio della carità, attenendosi in tale linea alla dottrina sociale cristiana e ai principi dei più qualificati sociologi e statisti cattolici.

Il settore operativo in cui ha prestato direttamente il suo servizio è stato quello del lavoro e della formazione professionale, in relazione alla sua peculiare competenza di educatore dei giovani lavoratori, e in tale incombenza, oltre a dedicarsi senza risparmio in tante congiunture di crisi per l'occupazione dei lavoratori, è stato tra gli artefici, sul piano giuridico, della formulazione delle norme regionali sulla formazione professionale.

La sua competenza in materia, scaturita e maturata nel lavoro per tutta una vita presso la Casa di Carità Arti e Mestieri4, della cui proposta formativa è stato l'artefice, ha formulato un progetto basato su due perni: la professionalità e l'orientamento vocazionale.

La competenza professionale assume una valenza non solo didattica e pedagogica, ma economica, politica e sociale in quanto concretizza il diritto al lavoro.

E di conseguenza anche spirituale, poiché valorizza la persona, le svela la sua dignità, conducendola a trovare nell'Artigiano di Nazareth il modello di vita, la luce che dà significato ai compiti e ai gesti lavorativi, verso orizzonti ultimi di verità, di libertà e di giustizia: in definitiva a intravedere la vocazione di Dio.

Ma è nell'ambito dell'Unione Catechisti che si è espressa in termini manifesti la sua consacrazione secolare e la sua ascesi spirituale d'amore al Crocifisso e all'Immacolata.

Nell'aggiornamento delle costituzioni dell'Istituto, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II°, ha formulato e compendiato le sue profonde intuizioni sulla santificazione nella vita secolare, attraverso l'espletamento dei compiti familiari, professionali, economici, politici, culturali, quali mezzi per incrementare l'intimità permanente con Dio, e nella costante tensione di renderne partecipe il prossimo.

Le sue lezioni ed esortazioni sulla catechesi hanno avuto riguardo essenzialmente all'apertura dell'annuncio evangelico verso i vari ambiti e settori del "secolo", in conformità alla missione apostolica dell'Istituto, e con riguardo anche alla scuola, oltre che alla formazione professionale, nell'affermazione della libertà delle istituzioni di insegnamento e nella salvaguardia del pluralismo scolastico5.

Ma ampio e geniale è stato il suo studio sulla contemplazione e sull'amore al Crocifisso, e sulla missione dell'Unione Catechisti al riguardo, in termini rispondenti alla sensibilità, alla cultura e alle attese del tempo attuale.

Così vi è stato l'aggiornamento delle formule della "Adorazione a Gesù Crocifisso", scritta da fra Leopoldo, il cui Diario spirituale ha profondamente meditato e assimilato, e consolidata e diffusa dal ven. fr. Teodoreto, tutta una serie di scritti e di riflessioni sul Crocifisso-Risorto, anche di carattere contemplativo, sull'Immacolata, da lui teneramente venerata come madre.

Tra i settori cui si è dedicato senza risparmio di energie vanno ricordati il centro di spiritualità La Sorgente, le sedi dell'Unione nel terzo Mondo, da lui più volte visitate6, e le iniziative per la difesa e santificazione della famiglia, con specifico riferimento all'ascesi spirituale degli sposi che vivano intensamente la grazia sacramentale del Matrimonio, e con riguardo ai Catechisti Associati coniugati, da lui considerati come effettivi membri dell'Istituto, conformemente al pensiero di fr. Teodoreto e fra Leopoldo7.

Si è pure dedicato allo studio sul ruolo dei laici nella Chiesa dopo il Concilio8, e ha curato in spirito di fraternità i rapporti con i Fratelli delle Scuole Cristiane, da lui tanto venerati, quale fedele discepolo di S. G. B. de La Salle, alla cui spiritualità costantemente si riferiva nel prospettare il progetto educativo incentrato in Cristo9.

La sua formazione filosofica, ispirata a S. Tommaso, su cui aveva svolto la tesi di laurea, lo tenne in stretti rapporti con i Domenicani.

Si tenne in contatto con i Francescani per la venerazione nutrita per fra Leopoldo.

E non solo con questi tenne relazioni operative di studio e di lavoro, ma con ogni Ordine e Istituto alla cui collaborazione ricorreva per verificare e consolidare il suo apostolato catechistico.

La missione suprema di Domenico Conti è sempre stata quella di annunciare il Crocifisso, ma la sua stessa persona lo richiamava10 e ce lo faceva in qualche modo percepire: il che è il frutto di cui possiamo tuttora continuare a fruire rifacendoci e attualizzando i suoi insegnamenti, e ricorrendo alla sua intercessione.

Grazie, Domenico!

V. M.


1. Nel 1948 fece la sua consacrazione secolare nell'Unione Catechisti del Crocifisso e dell'Immacolata, sotto la guida del Fondatore, il ven. fr. Teodoreto.

Dal 1966 al 1997 fu presidente generale di tale istituto.

2. Sono personalmente testimone di molti riconoscimenti al riguardo, e potrei citare i nomi dei suoi interlocutori.

3. Eletto come indipendente nella Democrazia Cristiana al Consiglio Comunale di Torino, e per due sessioni nel Consiglio Regionale del Piemonte, nella cui Giunta è stato nominato Assessore al Lavoro.

4. Ne è stato direttore generale e responsabile del progetto educativo.

5. Tra i vari ambiti operativi, ricordiamo la CONFAP per la formazione professionale cristiana, di cui è stato consigliere, la FISM per le scuole materne, la FIDAE per le scuole cattoliche, l'AGESC per i genitori della scuola cattolica.

6. Le sedi peruviane, a Lima, Arequipa e Camanà, e quella eritrea ad Asmara.

7. Ha iniziato nell'Unione i corsi per sposi, che sono sfociati nell'attuale categoria degli Sposi Catechisti.

8. Sotto la guida del card. Michele Pellegrino ha operato per l'istituzione degli organismi diocesani per il laicato.

9. A lui i Fratelli hanno affidato il discorso celebrativo nel 3° Centenario della Congregazione, nella sala Paolo VI° in Vaticano.

10. Dopo una visita con il dr. Conti ad una comunità di Suore, la Superiora mi ringraziò di averglielo fatto conoscere, dicendomi che aveva percepito come una presenza di Gesù.