"La formazione che ricevete dia speranza e …"

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L'Arcivescovo incontra gli allievi della Casa di Carità Arti e Mestieri

Mons. Nosiglia parla agli allievi, tra l'ing. Bondone e don Bertoldini

Lunedì 16 dicembre scorso S. Ecc. Mons. Nosiglia ha gratificato i giovani allievi della sede centrale dell'ente di formazione professionale fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri, di un'autentica strenna natalizia, incontrandoli nel salone fr. Teodoreto, con un discorso esortativo ispirato alla speranza e all'ottimismo, cui è seguito un dialogo con risposte alle domande poste dai giovani.

Abbiamo detto strenna perché è ben la terza volta che l'Arcivescovo è venuto alla Casa di Carità per trovarsi tra gli allievi, e nell'occasione si è esclusivamente dedicato a loro, intrattenendoli ed esortandoli con la sua parola, ma direi ancor più con la sua paterna sollecitudine, scaturente spontanea dalla sua stessa presenza.

Nel discorso non ha nascosto le difficoltà del momento per gli sbocchi occupazionali, sia nel settore operaio che in quelli impiegatizi e imprenditoriali, ma ha soprattutto indotto alla speranza, fondata sull'alta qualificazione professionale che gli allievi acquisiscono alla Casa di Carità, che è ben conosciuta ed apprezzata nel mondo del lavoro, e di cui essi devono farne tesoro per la loro sistemazione.

Questo pertanto deve indurli, se ancora ce ne fosse bisogno, ad apprendere con passione e con serietà le nozioni e l'addestramento formativi che vengono impartiti nella scuola, per acquisire una competenza e una versatilità professionale di valore.

Esercita un ruolo basilare in questa formazione l'ispirazione religiosa che anima la scuola, il cui nome "Carità" abbraccia sia la validità dell'insegnamento, sia l'elevatezza della preparazione professionale, che ha il suo fondamento nell'amore di Dio Creatore e Redentore.

É attraverso l'amore al Crocifisso che i Fondatori dell'opera - fra Leopoldo, fr. Teodoreto e i Catechisti - hanno tratto l'interesse e l'attenzione per il lavoro e per l'operare, che è in qualche modo continuazione della creazione divina, in vista della formazione e della sistemazione degli allievi, nello sviluppo della propria personalità e nel reciproco solidale aiuto.

Queste tematiche sono state riprese e sviluppate nel dialogo, in risposta alle domande dei giovani.

Ci limitiamo a rilevare l'attenzione che l'Arcivescovo ha rimarcato per l'accoglienza degli extracomunitari, aspetto particolarmente curato alla Casa di Carità, e con buoni frutti, e infine alcune simpatiche confidenze che mons. Nosiglia ha espresso ai giovani sulle sue aspirazioni da ragazzo - nel settore dei trasporti! - ma sempre orientate al servizio degli altri, delineando in tal modo, anche nel faceto, la solidarietà cui li ispira la scuola.

L'Arcivescovo, che era accompagnato da don Marco Ghiazza e don Stefano Bertoldini, nelle cui mansioni sacerdotali è compresa anche quella di cappellani della Casa di Carità ( e gli siamo grati per il recente dono del giovane don Stefano ), è stato calorosamente ringraziato dal presidente ing. Bondone, che gli ha presentato alcuni membri del personale.

Gli allievi della sede di Torino in ascolto dell'Arcivescovo