La cura pastorale della Chiesa per la Famiglia

B330-A1

Verità del sacramento del Matrimonio.

Carità per le coppie ferite e smarrite.

Nostra sintesi su tematiche proposte nel documento finale del Sinodo dell’ottobre u. sc., su cui riflettere in preparazione del Sinodo dell’ottobre 2015.

Articolazione in tre parti:

1° Ascolto, per guardare alla realtà della famiglia oggi, nelle sue luci ed ombre;

2° Lo sguardo su Cristo, per ripensare quanto la rivelazione ci dice sulla dignità della famiglia;

3° Il confronto per discernere le vie del rinnovato impegno per la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.

Parte prima. L’Ascolto: il contesto e le sfide l’allontanamento dalla fede, che tocca anche tanti cattolici.

Per quanto il contesto socio-culturale non sembri favorevole alla promozione e sviluppo della famiglia, vanno tuttavia sottolineati gli aspetti positivi del nostro tempo, quali la più grande libertà di espressione e il migliore riconoscimento dei diritti della donna e dei bambini, anche se non ancora generalizzati.

Ma ciò che determina la crisi della famiglia è l’individualismo esasperato, cui si aggiunge l’allontanamento dalla fede, che tocca anche tanti cattolici.

Hanno peso anche le difficoltà economiche, la mancanza di lavoro, la povertà, settori nei quali gli Stati dovrebbero intervenire.

Conseguenze gravi sono la denatalità, la fatica nell’accogliere la vita nascente, le difficoltà educative, l’intolleranza ad assistere gli anziani, talora il ricorso alla violenza.

In molte regioni sussistono la poligamia, i “matrimoni per tappe”, i matrimoni imposti, i matrimoni misti sotto l’aspetto religioso ( che talora però possono perdurare in un clima ecumenico ).

Inoltre, non solo in occidente, si diffonde la prassi della convivenza prematrimoniale, o anche permanente.

Vi è un incremento dei divorzi, con tutte le conseguenze che ciò determina.

Molti bambini nascono fuori dal matrimonio, e similmente a quelli che subiscono il divorzio, si trovano in una situazione sovente di tensione tra i genitori, o in famiglie allargate o ricostituite.

Difficoltà analoghe, anche se di altro carattere, subiscono i coniugi abbandonati, con effetti diversi subiti dalla donna o dall’uomo.

L’individualismo può condurre al narcisismo, nell’esaltazione e nel culto esasperato di se stessi e di altre persone, con la ricerca della sessualità svincolata dalla dignità umana, di tanto più deleteria come nella pedofilia, nella prostituzione e in altre forme di sfruttamento.

In tale contesto la Chiesa deve dire una parola di verità e di speranza, ribadendo che l’uomo viene da Dio, ed ha una dignità incontrovertibile, che trova l’appagamento nel matrimonio e nella famiglia cristiana.

Parte seconda. Lo sguardo su Cristo: il Vangelo della Famiglia

Incentrata sulle parole di Gesù tratte dal Vangelo, viene ribadita la sacralità e l’indissolubilità del Matrimonio, non solo come sacramento, ma altresì come istituzione insita nella natura umana, creata - come tutte le cose - per mezzo del Verbo, ed in vista di Lui incarnato.

La permissione del divorzio da parte di Mosè è avvenuta per la durezza di cuore dell’umanità, corrotta dal peccato, “ma da principio non fu così”.

Gesù santifica il Matrimonio, ha assunto una famiglia, ha iniziato i segni della sua missione alle nozze di Cana, ha annunciato il significato del Matrimonio come modello della rivelazione, nel recupero del progetto iniziale di Dio.

La Chiesa nella Sacra Scrittura, nei Concilii e nei documenti pontifici ha illustrato e approfondito la sacralità del Matrimonio e della famiglia: la Famiglia è Chiesa domestica.

Gesù nello stesso tempo ha messo in pratica la dottrina insegnata manifestando il vero significato della misericordia, come negli incontri con la samaritana ( Gv 4,1–30 ) e con l’adultera ( Gv 8,1–11 ).

La Chiesa è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli che faticano nel cammino della fede.

Conseguentemente va tenuto in considerazione l’approccio pastorale verso le persone che hanno contratto matrimonio civile, che sono divorziati e risposati, o che semplicemente convivono.

Parte terza. Il confronto: prospettive pastorali

Occorre annunciare il Vangelo della famiglia oggi, nei vari contesti.

La verità si incarna nella fragilità umana non per condannarla, ma per salvarla.

Un ruolo importante è svolto dalla testimonianza di vita delle famiglie cristiane, nel seminare i buoni principi: il resto è opera di Dio.

Va prestata una cura pastorale per coloro che vivono nel matrimonio civile o in convivenze, affinché abbiano una maggiore apertura al Vangelo del matrimonio nella sua pienezza.

Pur mettendo in luce i valori del sacramento, occorre evidenziare nei matrimoni civili e, fatte le debite differenze, nelle convivenze, gli elementi positivi presenti, costruttivi di una crescita umana e spirituale.

Atteggiamento e apertura pastorale analoga va prestata verso quelle varie situazioni, anche a seconda delle usanze nazionali, in cui le coppie convivono in via sperimentale, o nel matrimonio in diverse tappe, sovente concertato dalle famiglie, o nelle unioni di fatto, dovute a una contrarietà alle istituzioni e agli impegni definitivi, ma sovente anche alle difficoltà economiche per la mancanza di una sicurezza esistenziale ( lavoro e salario fisso ).

Un’attenzione particolare va dedicata alle famiglie ferite, con riguardo ai separati, ai divorziati non risposati, ai divorziati risposati, alle famiglie monoparentali.

Si pratichi una pastorale del perdono e della riconciliazione, e in ogni caso della cura da prestare verso i figli, vittime innocenti della situazione, da non considerare come “oggetto” da contendersi.

Molti Padri sinodali hanno sottolineato la necessità di rendere più accessibili ed agili le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità, con varie proposte.

Alcuni tuttavia si sono espressi negativamente sulle formule semplificate, temendo giudizi inaffidabili.

Verso i divorziati risposati va tenuto un atteggiamento di grande rispetto, promuovendo la loro partecipazione alla comunità cristiana.

É aperta la questione circa la loro partecipazione alla Penitenza e all’Eucarestia: alcuni Padri sono per il mantenimento della disciplina attuale.

Altri si sono espressi per un’accoglienza non generalizzata, ma a condizioni precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati a obblighi morali verso i figli.

Alcuni Padri hanno sostenuto che le persone divorziate e risposate o conviventi possono ricorrere fruttuosamente alla comunione spirituale.

Al che però altri Padri si sono domandati perché non possano accedere a quella sacramentale.

Viene quindi sollecitato un approfondimento teologico della questione.

Per i matrimoni misti, con Serenità in famiglia gli ortodossi si pone una riflessione in ambito ecumenico.

Analogamente per i matrimoni interreligiosi è importante il dialogo con le altre religioni.

Per gli omosessuali, pur non essendovi alcun fondamento per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, con le loro unioni e il disegno di Dio sul Matrimonio e la Famiglia, nondimeno devono essere accolti con rispetto e delicatezza, evitando ogni marchio di ingiusta discriminazione.

É comunque inaccettabile che i Pastori della Chiesa subiscano pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali subordino gli aiuti finanziari all’accettazione del preteso “matrimonio” tra persone dello stesso sesso.

Altre materie della massima importanza sono quelle connesse alla trasmissione della vita, alla denatalità e al ruolo della famiglia nell’educazione e nella evangelizzazione.

Le riflessioni proposte dovranno essere approfondite nelle Chiese locali in vista dell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi prevista per l’ottobre 2015, dedicata alla vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo.

L’auspicio, sotto l’azione dello Spirito Santo, è di trovare vie di verità e di misericordia per tutti.

Sintesi a cura di Vito Moccia