Il "cammino" dei pastori e dei Magi alla culla di Betlemme

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Simboleggiato dal "Cammino" di Santiago di Compostela

Relazione, impressioni e foto di Mauro Borghi

Il "Cammino" è il lungo percorso che i pellegrini sin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per recarsi al santuario di Compostela, in cui si venera la tomba dell'apostolo S. Giacomo il Maggiore.

Santiago di Compostela è la città spagnola capoluogo della Galizia.

Nel 1984 è dichiarata Patrimonio dell'Umanità e nel 2000 è stata capitale europea della cultura.

Per quanto concerne il "Cammino", sono diversi i percorsi che si possono compiere.

Lo spettacolare incensiere nella cattedrale di Santiago

Maria "Desolata, Chiesa presso Leon

Quello da me prescelto, ed è stato anche il primo, è il cosidetto francese, perché inizia da Sain-Jean-Pied-de-Port ( presso i Pirenei, nell'Alta Garonna ), e si protrae sino a Finisterre ( cioè "fine della terra", ed è il promontorio all'estremità nord-ovest della Spagna ).

Il mio Cammino si è protratto per oltre un mese, dal 30 agosto al 4 ottobre dell'anno corrente, con una lunghezza di Km 900,4, ma tra deviazioni e visite a luoghi, paesi e città circostanti, il percorso effettivo ha superato i Km 1100.

Va notato infatti che il Cammino, inoltrandosi tra località famose per testimonianze religiose, capolavori d'arte e attrattive panoramiche, offre molte deviazioni, e ciò vale anche per gli altri itinerari.

Intraprendere un pellegrinaggio avviene per lo più in gruppo, ma può essere iniziato anche da soli ( ed è il nostro caso ), poiché lungo il Cammino si incontrano molti pellegrini con cui condividere la strada, per pochi o per tanti chilometri, nel rispetto del proprio e degli altrui spazi: avendo in comune le finalità del viaggio, rendendo l'esperienza unica e irripetibile, anche se poi la si riviva in un nuovo Cammino.

Ritengo che tale esperienza sia per tutti interiore, nel senso di un riesame del più ampio cammino nella vita.

Ma l'intonazione senza dubbio è religiosa, per la meta del viaggio: il sacrario di un apostolo di Gesù, e per i richiami che emergono lungo il percorso, dai Crocifissi alle icone di Maria Immacolata, dalle nicchie sacre alle chiese maestose, dalle immagini e coroncine benedette ( alcune riposte tra pietre e lastrici per devozione ) agli innumerevoli ricordi e fotografie di santi e persone care.

In queste poche righe e foto ( direttamente riprese ) intendo esprimere alcune impressioni personali scaturite da questa bellissima esperienza, che per noi acquisisce un significato particolare per l'orientamento "catechistico e formativo" vissuto nella Casa di Carità, nella Messa del Povero e nelle altre Opere del messaggio di fra Leopoldo e fr. Teodoreto, compendiato nell'amore a Gesù Crocifisso.

Mi riservo di riprendere la narrazione nel prossimo numero, con apposite didascalie per le foto, ma sin d'ora espongo l'incontro con la "Cruz de Hierro" ( la Croce di Ferro ).

È un posto carico di significati: in questo luogo i pellegrini lasciano un sasso, portato dal paese di provenienza; il mio era stato raccolto al santuario della Madonna del Rocciamelone.

Vicino al palo della croce sostavano moltissimi pellegrini in raccoglimento, e si potevano cogliere, pur nel chiarore dell'alba, gli occhi lucidi di commozione, l'atteggiamento composto di chi posava lo zaino prima di deporre il suo "sasso", nell'attesa del sorgere del sole.

Quanto alla croce, la intravvedevo appena, perché ricoperta di oggetti e vestiari lasciati dai pellegrini.

È stato un momento forte di meditazione, e dal cuore mi è sgorgata questa massima, che riporto in attesa del seguito della mia relazione: Comunque e sempre a braccia aperte, pronto ad accoglierti.

M. B.

La Croce ricoperta di oggetti votivi

La Cruz de Hierro ( Croce di Ferro )