Venite e vedrete

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Introduzione

"Tutto e subito" è la pretesa del bambino che ancora non ha imparato a rapportarsi con la realtà.

Chi si è messo in cammino verso una meta sa di dover sudare parecchio lungo il sentiero.

Se la meta è ambita, se l'orizzonte è una vita più piena, vale la pena affrontare con realismo il cammino.

Il percorso della vita si distende lungo terreni diversi: disillusione, pesi eccessivi accumulati nella pretesa di voler possedere molto e sogni di onnipotenza, incomprensione e ingratitudine.

E su tutto incombe l'enigma della morte.

La nostra cultura rifiuta il confronto con la morte.

Ha paura di parlarne e nasconde dietro a strati di cerone ogni segno che l'annuncia.

Liquida come "poco scientifiche" le speranze di eternità e poi si accanisce nelle forme illusorie di sopravvivenza.

A giudicare dai modelli continuamente riproposti, la vita è solo per i giovani sani, belli, dotati.

La vita di Gesù non ha evitato il confronto con la morte.

Il suo vangelo è un messaggio di gioia, non di spensieratezza.

Egli ha annunciato che la meta è la pienezza di vita; che la morte non ha l'ultima parola: né nelle sue espressioni quotidiane, come la malattia, il limite, la sconfitta, l'ingiustizia, il giudizio che "mortifica", né nella sua espressione più perentoria, quella che toglie il respiro e sembra smentire ogni desiderio di eternità.

Gesù ha annunciato la vita piena oltre la morte.

Ha affrontato egli stesso l'abbandono di tutti, la condanna ingiusta e una morte violenta e vergognosa, ma risorgendo ha annunciato e anticipato la vita eterna.

Con la sua Pasqua egli "è la vita", anche per noi.

Non è risorto per sé soltanto; egli offre anche a noi la Pasqua.

I volti della morte continueranno a sfidarci; la fede non ci esenta dall'incontrarli, ma ci libera dalla paura e ci dà la forza, nello Spirito di Gesù, di affrontarli.

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