Venite e vedrete

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Introduzione

Pessimisti o ottimisti a riguardo del futuro?

C'è chi affronta la realtà preparandosi al peggio, per consolarsi più facilmente se le cose non vanno bene; c'è chi invece azzarda qualche rischio, nella convinzione che la fortuna premia gli audaci.

Per il cristiano non ha senso parlare di fortuna o sfortuna; egli non guarda al futuro come a un fato indifferente alla sorte delle singole persone, non limita il suo orizzonte al calendario in corso né alle sole vicende materiali.

L'orizzonte del cristiano è di grande respiro, poiché la sua speranza coglie il fine, il senso stesso del vivere.

Cristo risorto è promessa di vita eterna.

Nulla è insensato e inutile nella vita.

Tutto quanto abbiamo seminato, anche se nel pianto, tutto raccoglieremo nella gioia.

Questo infatti è il disegno di Dio Padre, che in Gesù ci è stato proposto e anticipato e che nello Spirito Santo ci ha coinvolti: che abbiamo la vita e l'abbiamo in pienezza.

C'è una cosa più brutta della morte e di una eternità senza scopo: la solitudine, una solitudine eterna.

Ma c'è una cosa più bella di ogni nostra attesa: una comunione infinita, perché infinito è l'Amore che la genera.

Il nostro desiderio di felicità e la sete di amore non sono inganni, ma promesse già esaudite in Gesù risorto.

Tante esperienze sembrano smentire la nostra fiducia, sembrano volerci convincere che il male è più forte del bene, che il giusto è destinato a subire sopraffazione, che l'amore non restituisce altro se non ingratitudine.

Ma la morte e risurrezione di Gesù sono un fatto, l'evento che ha impresso alla nostra storia, personale e del mondo intero, un orizzonte di felicità, di amore, di vita per sempre.

Il nostro progettare non è vano, la perseveranza nella carità non è ingenuità.

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