Evangelizzazione e ministeri

Indice

Introduzione

Analisi della situazione

1. La presente riflessione su "Evangelizzazione e ministeri" conclude opportunamente il programma pastorale su "Evangelizzazione e sacramenti", proposto dai vescovi alle Chiese d'Italia.

L'annuncio del Vangelo è il servizio essenziale di tutta la Chiesa, ed è perciò affidato ai ministri ordinati - vescovi, presbiteri, diaconi -, e a tutti i fedeli, in forza del loro battesimo.

Tutti i battezzati partecipano, a titolo diverso, a tale ministerialità prima e fondamentale della Chiesa, che è l'evangelizzazione, e ogni membro della Chiesa svolge in essa il suo doveroso ufficio a servizio della salvezza del mondo, secondo la grazia dello Spirito Santo, che a ciascuno distribuisce i suoi doni come a lui piace ( cf. LG 12; 1 Cor 12,11 ).

2. L'importanza e l'urgenza di questo impegno genuinamente cristiano, che derivano dalla missione affidata da Cristo alla Chiesa, si colgono in tutta evidenza anche sullo sfondo di alcuni aspetti della situazione della società e della Chiesa in cui viviamo.

Contesto sociale

3. Pur limitandoci a uno sguardo fugace sulla nostra società, e sulla civiltà che la caratterizza, riconosciamo volentieri la carica positiva di alcuni suoi fermenti, per quanto frammisti a elementi negativi.

Le conquiste della scienza, i risultati cui sono pervenute in specie le scienze umane, le esigenze di rispetto, attenzione e cura della persona nella sua libertà e di dignità, la riscoperta e la rivendicazione di certi valori morali e sociali soprattutto nel campo della giustizia, il desiderio e il bisogno della presenza e della partecipazione, sono conquiste, fisiche e spirituali, di somma importanza, che non possono essere sottovalutate.

4. E tuttavia, guardando sotto altro profilo il nostro tempo, vien fatto di ripensare a certe accorate annotazioni del concilio sulla "civiltà moderna, in quanto troppo irretita nelle realtà terrene" ( GS 19 ).

Situazione non certamente consolante, quella che abbiamo sotto i nostri occhi, gravida anzi di prospettive che destano preoccupazione.

5. Risulta anzitutto attenuato e anche oscurato il senso religioso in genere e il senso di Dio in specie; triste effetto della prevalenza data alle cose temporali e contingenti, che "rendono difficile l'accesso a Dio" ( GS 19 ).

Come nelle parabole evangeliche del seminatore e degli invitati alla cena ( cf. Mt 13,22ss; Lc 14,14-24 ), l'ansia del benessere, le preoccupazioni di questa vita, un senso aperto di autosufficienza che giunge sovente alla persuasione che l'uomo è creatore assoluto dei valori, distolgono dall'ascolto della parola di Dio e distraggono dalla ricerca del Regno e dall'invito a rispondervi.

6. È logico allora che, accantonato in qualche modo il divino, tutto si incentri nell'uomo.

Anche in questo, certamente, può esserci un aspetto positivo, che si radica nel mistero stesso della creazione e dell'incarnazione; ma se l'uomo resta privo della luce di Dio, come potrà uscire dal buio che l'avvolge, e in cui è costretto suo malgrado a brancolare?

Egli diventa un mistero a se stesso ( cf. GS 10 ).

Di più: l'uomo, esaltato e collocato al centro dell'universo, perde facilmente il senso del suo simile e non è più capace della solidarietà che dovrebbe portarlo a fraternizzare con gli altri uomini.

I rapporti umani diventano allora sempre più fittizi, difficili e complicati e degenerano facilmente in forme deteriori di freddo egoismo, di antagonismo sleale, seppur non esplodono in odio violento e spietato.

7. Ha purtroppo il suo peso, in tutto questo, certo modo di intendere la civiltà tecnologica, che porta a considerare non tanto l'uomo, quanto ciò che l'uomo produce.

Ci si sposta così più lontano ancora, fuori dell'uomo, e si concentra l'attenzione sulle cose e sulla materia.

Ma nell'opacità di un orizzonte senza Dio, la materia impedisce di guardare in alto e così invece di dominarla e utilizzarla, secondo il comando del Creatore ( cf. Gen 1,26-28 ), l'uomo ne diventa in effetti sempre più schiavo perché lontano da Dio, luce e Signore della vita.

8. Si aggiunga il fenomeno dell'urbanesimo, "il gusto e la ricerca della società urbana" ( GS 6 ), con le sue contraddizioni e i suoi risvolti negativi.

Sembrerebbe un progresso, l'urbanesimo, e lo è anche, sotto certi aspetti.

Troppo spesso, però, accosta tra di loro gli uomini ma non li riunisce, e nell'illusione di favorire una umana e fraterna convivenza, crea una folla di gente isolata e sola, con le dolorosamente note conseguenze di devianza sociale e anzi antropologica.

Dinanzi a un tale urbanesimo, che mostra ormai con frequenza il suo volto disumano, viene naturale pensare alla primordiale "città" costruita da Caino ( cf. Gen 4,17 ) e alle tracce che perdurano ancora oggi, fino a quando lo Spirito del Signore, attraverso l'attuale attività evangelizzatrice e santificatrice della Chiesa, non faccia delle nostre dimore terrene un'immagine più veracemente umana della città futura.

C'è poi, di riscontro, la disgregazione religioso-morale di quel mondo rurale, che formava in passato l'ossatura stessa del nostro contesto sociale; ora lo spopolamento e il conseguente senso di abbandono e di isolamento va fatalmente inquinando di indifferentismo religioso e morale anche le nostre campagne.

A questo si può aggiungere, ancora, l'estrema mobilità delle popolazioni, coi flussi pendolari di chi lavora e di chi fa turismo, e i movimenti migratori interni ed esteri.

Il quadro che se ne determina e i problemi che ne derivano sono a tutti noti.

9. Rilevazione realistica, la nostra; la quale, però, non può far dimenticare, nel nostro tempo, la presenza sempre operante dello Spirito di Dio.

Egli è all'opera prima e più di noi, e ci chiama a cogliere i segni del suo passaggio e della sua attività nelle aspirazioni profonde che egli suscita o tiene deste nei cuori.

La situazione attuale richiede attenzione premurosa alle persone e alle loro implorazioni di solidarietà, di fraternità, ed esprime un insopprimibile anelito di giustizia nel settore del lavoro e nella partecipazione e collaborazione su ogni piano.

Attraverso tale situazione lo Spirito pone senza dubbio alla Chiesa, con chiarezza e urgenza, la domanda di un rinnovato e forte impegno di evangelizzazione e di missionarietà, mediante articolate forme di presenza e di azioni capillari e costanti, adeguate alla realtà e rispondenti alle concrete necessità.

Un'evangelizzazione, si direbbe, sostenuta e svolta dalla varietà dei ministeri di cui la Chiesa dispone nella sua tradizione e nella sua creatività pastorale.

Contesto ecclesiale

10. Non si può negare che anche il contesto più specificamente ecclesiale risenta non poco di quello sociale.

Non mancano davvero segni di preoccupazioni e di contraddizioni, per la complessità del momento che attraversiamo.

La contestazione ha influito notevolmente sul mondo laicale, associativo o meno, e sulla vita religiosa e sacerdotale e la loro struttura formativa, e ha colpito, nel suo istinto di innovazione, non solo i modi d'esercizio di alcune istituzioni, ma i princìpi che le sorreggevano, insieme con le realtà stesse costitutive della Chiesa.

11. Eppure, uno sguardo attento ai segni dei tempi sa cogliere, anche nell'intricato groviglio di tante forze in contrasto, non pochi filoni di motivata speranza.

È lo Spirito di Dio che compie il suo lavoro suscitando quel desiderio intenso di partecipazione e quel bisogno di crescita, che contraddistingue la nostra epoca, e apre alla Chiesa vasti campi di attuazione e di impegno.

12. La riforma liturgica ha impresso alle nostre comunità una vitalità nuova, nonostante certe posizioni di chiusura al rinnovamento conciliare o certe deplorevoli deviazioni.

La catechesi ha un suo promettente sviluppo, sia per l'accurata elaborazione dei nuovi testi e sussidi, sia anche per la disponibilità generosa, specialmente dei giovani, alla collaborazione catechetica a livello parrocchiale e diocesano.

13. Anche nel campo associativo pare di notare una netta ripresa, dopo la crisi e certi sbandamenti degli anni passati; e, cessata o notevolmente ridotta la proliferazione a volte improvvisata di alcuni gruppi che si autodefinivano ecclesiali, si vanno ora rinnovando quei gruppi che, o nell'associazionismo tradizionale o in nuove forme particolarmente vivaci e incisive, cominciano ad attuare nel loro ambiente il compito che hanno in programma, quello di fermentare la massa.

14. Nè va dimenticato, accanto a questi focolari di promettente risveglio, il movimento di spiritualità e di apostolato familiare, che si sta costituendo e affermando concretamente e operosamente, con frutti consolanti per la formazione personale e per il costume pubblico.

15. Un altro settore intorno al quale si polarizza attualmente un interesse tutto particolare è quello della carità e dell'assistenza: segno indubbio di un cristianesimo genuino, che fermenta nel profondo e affiora poi in mille forme di amore, verso le infinite miserie di una società pur tanto progredita.

E la carità, come attestano tante istituzioni fiorite lungo i secoli nella Chiesa, è una via di evangelizzazione tanto più efficace quanto meno rumorosa.

16. Da sottolineare anche l'interesse largamente diffuso per il problema missionario, per il terzo mondo, e in genere per tutti i paesi bisognosi di evangelizzazione e di liberazione; è davvero commovente la dedizione con cui prestano a questo scopo la loro opera sacerdoti e religiosi, giovani professionisti, e famiglie cristiane.

Tutti indici di correnti di bene che attraversano sotterraneamente il nostro mondo inquieto e ne ridestano un potenziale insospettato di sopite energie di vita.

17. Lo stesso risveglio dell'ecumenismo, se ben inteso, con la passione per il dialogo con i fratelli delle altre comunità cristiane, al fine di ricostruire l'unità per la quale Cristo è venuto, ha sofferto ed è morto, offre proprio sul tema dei ministeri un punto importante di confronto e di incontro.

Completamento del programma "Evangelizzazione e sacramenti"

18. Tutto questo è emerso con forza e chiarezza nel recente convegno ecclesiale di "Evangelizzazione e promozione umana", tema integrante del piano pastorale "Evangelizzazione e sacramenti".

L'analisi della situazione socio-culturale ed ecclesiale era appunto ordinata ad individuare le vie dell'evangelizzazione oggi in Italia, nel suo senso più ampio ( cf. EN 30-39; cf. anche gli Atti del convegno ecclesiale "Evangelizzazione e promozione umana", AVE, Roma 1977 ).

La risposta è stata una fortissima provocazione all'urgenza di partecipare alla missione evangelizzatrice e di mostrarsi Chiesa in dialogo col mondo e al suo servizio, nella comunione articolata delle sue membra (cf. Ef 4,16; Col 2,19 ) e nella concorde varietà dei suoi ministeri ( cf. AA 2; 2 Cor 12,5 ), antichi e nuovi.

L'esigenza vivissima, sentita in maniera differente e convergente nel campo sociale e nel campo ecclesiale, è quella di una Chiesa tutta ministeriale, tutta dotata e preparata, tutta compaginata e mobilitata con la molteplicità delle sue membra al servizio della propria missione nel mondo.

Solo una Chiesa tutta ministeriale è capace di un serio e fruttuoso impegno di evangelizzazione e promozione umana e di attualizzazione "di tutte le possibilità evangeliche nascoste, ma già presenti e operanti nelle realtà del mondo" ( EN 70 ).

Col tema dei ministeri, infatti, viene data occasione di affrontare i gravi problemi che oggi la Chiesa vive: problemi di edificazione della comunità cristiana e della sua missione nel mondo, di nutrimento e di crescita del popolo cristiano, di esistenze consacrate al suo nascere e al suo sviluppo, come pure alle necessità di tutta la sua missione.

E perciò il piano pastorale, avviato fin dal 1973 col programma di "Evangelizzazione e sacramenti", viene ora doverosamente completato, alla luce del ministero di Cristo e della Chiesa, con le prospettive del nostro fedele e organico servizio a Dio nel mondo contemporaneo.

La comune riflessione sui ministeri accoglierà, così, per via di interna consonanza, le novità emerse anche di recente nel tessuto vivo ecclesiale e più in generale quelle verificatesi nella società italiana:

le prime sembrano registrare accresciute disponibilità di servizio e di partecipazione come realtà mature nel corpo ecclesiale:

le seconde reclamano la presenza e la formazione di persone che si consacrano alla causa dell'Evangelo.

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