Spirito Creatore Proposte e suggerimenti per promuovere la pastorale degli artisti e dell'arte Sussidio dell'Uffici nazionale per i beni culturali ecclesiatici della C.E.I. "E Dio vide che era bello" ( Gen 1,4.10.12.18.21.25.31 traduzione interconfessionale in lingua corrente ) "Il Signore rivestì di maestosa bellezza la Chiesa che, deponendo nel battesimo la bruttura di ogni delitto, brillò dello splendore della grazia celeste" ( S. Ambrogio ) "Noi siamo assetati di bellezza" ( Giovanni Battista Montini ) "L'arte è esperienza di universalità. Non può essere solo oggetto o mezzo. È parola primitiva, nel senso che viene prima e sta al fondo di ogni altra parola. È la parola dell'origine, che scruta, al di là dell'immediatezza dell'esperienza, il senso primo e ultimo della vita. È conoscenza tradotta in linee, immagini e suoni, simboli che il concetto sa riconoscere come proiezioni sull'arcano della vita, oltre i limiti che il concetto non può superare: aperture, dunque, sul profondo, sull'altro, sull'inesprimibile dell'esistenza, vie che tengono libero l'uomo verso il mistero e ne traducono l'ansia che non ha altre parole per esprimersi. Religiosa, dunque, è l'arte, perché conduce l'uomo ad avere coscienza dell'inquietudine che sta al fondo del suo essere e che né la scienza, con la formalità oggettiva delle leggi, né la tecnica, con la programmazione che salva dal rischio d'errore, riusciranno mai a soddisfare" ( Giovanni Paolo II ) Presentazione Ben volentieri presento questo sussidio, preparato dal competente Ufficio nazionale della CEI, previa consultazione degli incaricati regionali e di altre persone esperte. Esso si propone come aiuto per le Commissioni diocesane per l'arte sacra e i beni culturali, alle quali è demandata anche la cura pastorale dell'arte e degli artisti. Confluiscono in queste note riflessioni elaborate in occasione di incontri organizzati da alcune Commissioni diocesane a cui l'Ufficio nazionale ha preso parte; vi convergono anche esperienze e convinzioni ormai largamente condivise, maturate nei tre decenni che ci separano dalla conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Il sussidio è ricco di suggerimenti e di proposte, nella speranza che ogni Commissione diocesana ne utilizzi almeno alcune e ne proponga altre. La stesura di queste pagine è stata guidata da un solo desiderio: incoraggiare a operare con intelligente passione, con fierezza e, per quanto possibile, in modo sempre più concorde. Gli insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, le parole e l'esempio di Papa Paolo VI, il papa degli artisti, di cui si celebra il centenario della nascita, ci siano di guida e di stimolo. + Pietro Garlato Vescovo di Tivoli Presidente della Consulta nazionale per i beni culturali ecclesiastici Roma, 30 novembre 1997 I domenica di Avvento Introduzione 1. Obiettivi e motivi ispiratori Il sussidio Spirito creatore, proposte e suggerimenti per promuovere la pastorale degli artisti e dell'arte, vede la luce in occasione del secondo anno di preparazione al Grande Giubileo del 2000, dedicato allo Spirito Santo, e da esso trae obiettivi e motivi ispiratori. Gli obiettivi del sussidio, infatti, sono: aiutare le diocesi italiane a dare spazio ai talenti artistici nelle varie manifestazioni della vita ecclesiale, annuncio-celebrazione-testimonianza della fede, non solo in qualche occasione isolata; fare in modo che all'arte e agli artisti siano più disponibili tutte le comunità cristiane italiane, non solo alcune di esse; facilitare il dialogo e l'amicizia tra la Chiesa e gli artisti, non accontentarsi di rapporti sporadici e funzionali. Siamo convinti, infatti, che quello dell'arte sia da considerare un dono dello Spirito fatto ad alcuni per l'utilità di tutti nella Chiesa e che "tutto ciò che di bello e di positivo avviene nel mondo è opera dello Spirito Santo". Di fronte ai doni dello Spirito la Chiesa non può distrarsi, dal momento che è suo compito specifico discernerli e valorizzarli. La Chiesa che è in Italia, peraltro, a questo proposito si è particolarmente distinta: essa, infatti, nel corso della sua storia bimillenaria ha saputo riconoscere e valorizzare i talenti artistici con risultati che sono espressioni splendide della fede cattolica e patrimonio dell'umanità intera. Alle soglie del terzo millennio, con questo sussidio si intende aiutare le diocesi italiane a dare nuovo vigore a questo loro atteggiamento tradizionale e, nello stesso tempo, a rinnovarlo secondo le esigenze attuali. La Chiesa non deve, non può avere paura dell'arte e degli artisti. 2. Destinatari Il sussidio viene offerto in primo luogo alle Commissioni diocesane per l'arte sacra e i beni culturali, gli organismi diocesani istituiti dai Vescovi perché si prendano cura di tutto quanto riguarda l'arte sacra e i beni culturali. Le Commissioni diocesane per l'arte sacra e i beni culturali, a nome e per conto dei Vescovi, hanno il compito di moderare e di promuovere l'arte sacra e i beni culturali e, complessivamente, di favorire, promuovere e coordinare la pastorale dell'arte e degli artisti. Compete al Vescovo, infatti, insegnare anche il valore teologico e spirituale delle arti. In collaborazione con le famiglie religiose, le associazioni, i movimenti, i gruppi e le singole persone, che da tempo e nelle più diverse forme dialogano con gli artisti e ne valorizzano gli apporti, sarebbe opportuno che le diocesi italiane prendessero l'iniziativa in modo diretto, organico e con il coraggio e il discernimento necessari. 3. Contenuti Il Sussidio contiene suggerimenti e indicazioni relativi ad alcuni punti nevralgici dell'azione pastorale in relazione all'arte e agli artisti. In particolare, precisa gli obiettivi fondamentali da perseguire in vista del Grande Giubileo e stimola a guardare oltre il Giubileo, nella prospettiva del terzo millennio; specifica i principali spazi di azione e le iniziative da privilegiare; individua le strutture diocesane, interdiocesane, regionali e nazionali sulle quali questa specifica azione pastorale fa perno. 4. Suggerimenti per l'uso I suggerimenti contenuti nel sussidio vengono offerti alle Commissioni diocesane per l'arte sacra e i beni culturali come aiuto e stimolo perché esse li usino con grande libertà e creatività. Ciò che si desidera è che in ogni diocesi, in ciascuna secondo la propria storia e in relazione al proprio concreto contesto, si compia un passo avanti rispetto alla situazione attuale. L'auspicio è che da un atteggiamento di stima per l'arte e per gli artisti - ancora piuttosto teorica, prudente e timorosa, che si esprime in isolate iniziative occasionali, più preoccupate della tutela del patrimonio esistente che della promozione di nuove opere - si passi a un atteggiamento di considerazione più esplicita, motivata, inserita organicamente nell'attività pastorale ordinaria, capace di dare vita a iniziative in modo più dinamico e propositivo anche in relazione alle arti e agli artisti. 5. Quali arti e quali artisti Quando nel sussidio si parla di arte e di artisti ci si riferisce senza distinzioni a tutti gli artisti e a tutte le arti. Pur con le debite distinzioni, infatti, le arti, sia quelle che hanno una lunga storia alle spalle - architettura, pittura, scultura, poesia, teatro, musica, canto, danza -, sia quelle più recenti - fotografia, cinema, televisione, arti multimediali -, sono da considerare, nella loro globalità, un dono offerto all'umanità e alla Chiesa, alla cui sorgente sta lo Spirito Creatore. Se le esemplificazioni e i riferimenti diretti terranno conto prevalentemente di alcune tra le esperienze artistiche più diffuse nel campo della architettura, pittura e scultura, mediante opportune iniziative ci si preoccupi di estendere l'attenzione alle altre arti e di mantenere vivi i rapporti tra le diverse arti e i diversi generi di artisti, secondo una visione circolare e dinamica dei doni e delle capacità. 6. Il contesto Sullo sfondo del sussidio c'è un fenomeno molto positivo: il crescente e reciproco interesse tra la Chiesa e gli artisti, particolarmente evidente nell'ultimo decennio del nostro secolo. Molti fatti ne danno testimonianza: l'emergere più esplicito delle tematiche religiose e cristiane in molte opere e manifestazioni artistiche; la crescente attenzione personale degli artisti nei riguardi della Chiesa, dei fatti spirituali e cristiani; una più organica presenza ecclesiale nel campo delle arti che si è espressa nella pubblicazione di documenti ufficiali, nella istituzione di nuovi organismi e nella promozione di numerose iniziative. Il sussidio va letto e utilizzato in stretta connessione con alcuni documenti pubblicati recentemente dalla Conferenza Episcopale Italiana: I beni culturali della Chiesa in Italia, edito nel 1992, La progettazione di nuove chiese, edito nel 1993, L'adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, edito nel 1996 e nel contesto del "Progetto culturale orientato in senso cristiano", promosso dai vescovi italiani nel 1997. I - L'arte e gli artisti nella vita della Chiesa in Italia alle soglie del terzo millenio A. Il blancio del secolo XX: Dalla rottura alla ripresa del dialogo 7. Necessità di un bilancio del XX secolo Giunti al termine del XX secolo è naturale pensare a delineare il bilancio di una vicenda che è poco nota e, a prima vista, è contrassegnata più da ombre che da luci. Già il Papa Paolo VI in occasione dell'incontro con gli artisti il 7 maggio 1964, aveva tentato un primo bilancio a proposito dei rapporti tra la Chiesa e gli artisti contemporanei. Papa Montini non aveva esitato a riconoscere con sincerità i torti della Chiesa, senza tacere quelli degli artisti, ma non si era fermato a questo: proponeva agli artisti di rinnovare il tradizionale patto di amicizia e di alleanza con la Chiesa. Papa Giovanni Paolo II, a sua volta, nella Lettera apostolica Tertio millennio adveniente, pubblicata il 10 novembre 1994, insiste perché, "mentre il secondo millennio del cristianesimo volge al termine, la Chiesa si faccia carico con più viva consapevolezza del peccato dei suoi figli … Essa non può varcare la soglia del nuovo millennio senza spingere i suoi figli a purificarsi, nel pentimento, da errori, infedeltà, incoerenze, ritardi." ( nn. 33-36 ) Dunque, a proposito dei rapporti tra la Chiesa, le arti e gli artisti nel secolo XX, per poter discernere validi insegnamenti ed errori, intuizioni felici e ritardi, è bene intraprendere un cammino di studio e di conoscenza delle opere e degli artisti, nel contesto storico e geografico, in generale e specificamente per le singole diocesi. A questo proposito, qui di seguito presentiamo alcune riflessioni molto schematiche. 8. La prima metà del secolo Se si prende in considerazione la prima metà del secolo XX, la situazione che si presenta è di incomprensione e di polemica aperta. Da una parte la Chiesa si colloca in una posizione di chiusura rispetto alle novità e di difesa delle forme tradizionali, si sente tradita e non più compresa dalle arti e dagli artisti più innovativi. Dall'altra, le arti e gli artisti rivendicano una assoluta libertà, accentuano l'autonomia da qualsiasi mondo di valori, teorizzano la provocazione, il rifiuto della tradizione, il distacco volontario nei confronti del grande pubblico. La necessità di rinnovare radicalmente linguaggi e impostazione è espressione propria delle avanguardie storiche, in sintonia con le fratture filosofiche caratteristiche dei primi tre decenni del nostro secolo. Esse, a questo scopo, hanno ritenuto indispensabile prendere le distanze dalle forme di espressione artistica, dalle istituzioni formative, dai riferimenti e dalle fonti di ispirazione tradizionali. In questo contesto molti artisti hanno visto nella Chiesa la principale avversaria della modernità, in quanto la massima tra le istituzioni arroccata nella conservazione dei valori della tradizione. È bene ricordare, tuttavia, che, nonostante il clima fortemente polemico, anche in Italia, da ambo le parti non sono mai mancate persone, gruppi e istituzioni che, sia pure in posizione isolata e fortemente minoritaria, hanno tenacemente continuato a credere alla possibilità del dialogo e della comprensione reciproca, senza rinunciare né al legame con la tradizione né alle sfide dei tempi nuovi. In sintesi, nella prima metà del secolo, in Italia, il dialogo tra la Chiesa e gli artisti, che per secoli è stato fiorente, è stato fortemente messo in crisi, fino a giungere alle soglie della rottura. Là dove il dialogo è stato mantenuto, ha comunque incontrato molte difficoltà. 9. La seconda metà del secolo Se si prende in esame la seconda metà del secolo, si nota che, già a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, la situazione accenna a migliorare. Nei decenni successivi la situazione evolve poi in modo sempre più positivo. In Italia la svolta si è avuta negli anni '50, proprio a partire dalla celebrazione dell'Anno Santo. Con il Concilio Ecumenico Vaticano II, in particolare nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, la Chiesa finalmente ha valorizzato il contributo innovativo dei movimenti ecclesiali ed artistici attivi fin dall'inizio del secolo specialmente in Francia e in Germania, e ha proposto un dialogo aperto, rispettoso e cordiale con la società contemporanea e in particolare con l'arte e la cultura del nostro tempo. Dall'interno del mondo dell'arte, per una sorta di sviluppo interno dalle molteplici componenti, oltre che in risposta al mutato atteggiamento della Chiesa, la disponibilità alla collaborazione con la Chiesa da parte degli artisti è diventata gradualmente più esplicita ed estesa fino a raggiungere, nell'ultimo scorcio del secolo, un livello e un'intensità del tutto inimmaginabili qualche decennio prima. In sintesi, nella seconda metà del XX secolo molti sintomi fanno capire che nei rapporti tra la Chiesa cattolica e le arti la situazione è migliorata. Permangono ancora molti ostacoli: le discipline teologiche non dimostrano particolare interesse al mondo dell'arte e viceversa, la formazione artistica del popolo di Dio è ancora ai primi passi, le relazioni tra Chiesa e artisti stentano a svilupparsi, le nuove opere d'arte che la Chiesa promuove sono spesso di livello modesto quando non sono decisamente insoddisfacenti. 10. In una prospettiva più allargata A una considerazione un poco più attenta, tuttavia, la fisionomia del XX secolo presenta una notevole complessità e richiederebbe quindi un'analisi approfondita, di cui si sente la necessità. In particolare, accentuando la prospettiva storica, ci si rende conto che alcune caratteristiche dell'arte che noi consideriamo tipiche del nostro secolo, in parte costituiscono l'esito di un processo evolutivo le cui radici affondano nei secoli precedenti, in parte sono espressione del difficile rapporto con la modernità che caratterizza tutti i settori della cultura occidentale, in parte anticipano e riflettono, esasperandoli, alcuni aspetti della cultura contemporanea ( individualismo, sperimentalismo, secolarismo ). In relazione al futuro, in particolare, le arti hanno saputo identificare ed esprimere per tempo i movimenti profondi della società, ponendosi talvolta come "segno dei tempi", altre volte come "segno di contraddizione", altre, infine, registrando passivamente la situazione. Resta il fatto che i rapporti tra la Chiesa e le arti erano entrati in crisi già a partire dalla seconda metà del XVIII secolo non tanto in relazione a questioni di rinnovamento linguistico, ma per ragioni più radicali, relative al senso stesso del rapporto tra arte e religione. Le domande che sono emerse in quel secolo e che anche oggi sono aperte e ci interpellano, nonostante che i rapporti tra Chiesa e arti siano migliorati, sono: quale significato hanno le arti in relazione alla identità, alla espressione e alla comunicazione della fede? quale significato sostanziale ha la religione cattolica per lo sviluppo dell'arte, considerata come disciplina creativa autonoma? Con tali domande radicali occorrerà confrontarsi seriamente all'inizio del nuovo millennio per essere autentici e per dare solidità al rapporto tra Chiesa e artisti. B. L'obiettivo per il terzo millenio: attuare l'insegnamento del Concilio Ecumenico Vaticano II 11. Un insegnamento ancora da mettere in pratica L'obiettivo da perseguire in vista del terzo millennio per quanto riguarda la pastorale dell'arte e degli artisti è già stato identificato nelle linee generali dai documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II. Fino a oggi, per varie ragioni, in Italia tale insegnamento non è stato ancora sufficientemente conosciuto e non ha trovato l'accoglienza che meritava; perciò non si è ancora tradotto in un progetto pastorale coerente e condiviso. A trent'anni dalla fine del Concilio sembra ormai giunto il momento di prenderlo in seria considerazione e di iniziare a metterlo in pratica con la necessaria determinazione. L'insegnamento conciliare riguardante l'arte non è contenuto in un unico documento ma è presente, prevalentemente per accenni, nei più diversi contesti: nelle costituzioni, nei decreti, nelle dichiarazioni, nei messaggi conclusivi, nei discorsi di apertura e di chiusura delle sessioni conciliari. Per interpretarlo in maniera corretta, inoltre, è bene tenere presente che esso è stato elaborato in forma graduale dall'inizio del Concilio, con la Costituzione sulla liturgia, fino alla fine del Concilio stesso con il messaggio agli artisti. I documenti che, con maggiore ampiezza e in forma diretta, trattano dell'arte e degli artisti sono la Costituzione Sacrosanctum Concilium sulla liturgia, capitoli VI e VII, dedicati rispettivamente alla musica sacra e all'arte sacra e la sacra suppellettile, e la Costituzione pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, capitolo II, dedicato alla cultura. Accenni significativi al tema si trovano anche nei documenti dedicati all'attività missionaria e all'ecumenismo, all'ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa, all'apostolato dei laici e ai mezzi di comunicazione sociale. 12. L'insegnamento del Concilio Volendo richiamare in forma sintetica il messaggio conciliare sull'arte possiamo condensare gli spunti sparsi nei documenti del Concilio in tre serie di affermazioni: In primo luogo il Concilio - rinnova la stima della Chiesa cattolica per le arti e per gli artisti, - riconosce l'autonomia della ricerca artistica, nell'ambito delle attività umane, - manifesta la convinzione che l'opera degli artisti abbia grande importanza per la vita della Chiesa, - esprime sincero apprezzamento per i linguaggi artistici appartenenti alle diverse culture e regioni, compresi quelli contemporanei. In secondo luogo, rivolgendo l'attenzione alla liturgia, il Concilio assume alcuni impegni: - impegna la Chiesa a conservare, adattare e arricchire il patrimonio artistico ecclesiastico, in particolare quello liturgico, - impegna, in particolare, la Chiesa a dare spazio, nell'ambito stesso della liturgia, alle diverse espressioni dell'arte contemporanea. In terzo luogo il Concilio riconosce la necessità della formazione e perciò - prospetta iniziative formative in materia di arte, diversificate, per i chierici, per gli artisti, per altre categorie di persone competenti. Il testo che si può proporre come sintesi dell'insegnamento conciliare, anche per il suo carattere di urgenza, è quello contenuto nella Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, n. 62: Bisogna perciò impegnarsi affinché gli artisti si sentano compresi dalla Chiesa nella loro attività e, godendo di un'ordinata libertà, stabiliscano più facili rapporti con la comunità cristiana. Siano riconosciute dalla Chiesa le nuove tendenze artistiche adatte ai nostri tempi secondo l'indole delle diverse nazioni e regioni. Siano ammesse negli edifici del culto, quando, con un linguaggio adeguato e conforme alle esigenze liturgiche, innalzano lo spirito a Dio. C. Le scelte strategiche Dare concreta, coerente e realistica attuazione all'insegnamento del Concilio in materia di pastorale dell'arte e degli artisti è doveroso, ma non è un'impresa facile. Si corre il rischio di improvvisare in maniera imprudente e di cedere a retoriche superficialità. Perciò, oltre ad avere ben chiaro l'obiettivo a cui mirare, occorre procedere sulla base di alcune precise scelte strategiche, che presentiamo brevemente. 13. Riconoscere e valorizzare i carismi, le iniziative e le istituzioni esistenti a) La prima e fondamentale scelta strategica consiste nel riconoscere con generosità i "carismi" artistici esistenti all'interno della comunità ecclesiale, tra i laici, i religiosi e le religiose, i sacerdoti diocesani. Si dia spazio alla multiforme pluralità di doni artistici, superando ogni atteggiamento puramente funzionale, che porta a riconoscere solo i "carismi" considerati utili a determinati scopi. Distinguendo il livello amatoriale e quello professionale, tra i "carismi" più modesti o solo incipienti e quelli di provato e riconosciuto valore, le diocesi guardino con simpatia a tutti gli artisti e a ciascuno di essi, secondo le rispettive capacità, e offrano loro, con il giusto senso critico e con generosità, occasioni e possibilità di espressione. Non ci si limiti a coltivare e a valorizzare gli artisti che, a vario titolo, operano già all'interno delle comunità ecclesiali. Si rivolga con insistenza l'attenzione e si cerchi il dialogo, l'amicizia e la collaborazione con il mondo variegato degli storici dell'arte, dei critici e degli artisti. b) Le iniziative e le istituzioni artistiche esistenti in Italia, sia in ambito ecclesiale sia al di fuori di essa, meritano di essere conosciute e valorizzate: esse costituiscono riferimenti di fondamentale importanza per la pastorale dell'arte e degli artisti. Nel nostro paese, infatti, esiste una vasta rete di musei e di collezioni ecclesiastiche, pubbliche e private; inoltre, operano numerose gallerie private; sono attive anche numerose collezioni di arte sacra contemporanea a Roma ( presso i Musei Vaticani ), ad Assisi ( presso la Pro Civitate Christiana ), a San Gabriele dell'Addolorata ( Teramo ), a Bologna ( la Fondazione G. Lercaro ), a Milano ( la Galleria di arte sacra dei contemporanei ), a Brescia ( il Centro Arte e Spiritualità ). Inoltre, non mancano le mostre d'arte contemporanea di grande rilievo, come la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, la Quadriennale di Roma. Non sono poche le iniziative di valore dedicate all'arte sacra. Vi sono dunque molte potenzialità che attendono solo di essere meglio valorizzate. c) Il Concilio invita a dare spazio all'arte antica, a quella contemporanea e ad aprirsi a quella futura, a ogni tendenza e corrente, dal momento che la Chiesa cattolica non possiede né canoni linguistici né uno stile proprio. Il Concilio invita dunque ad abbattere i bastioni in tutte le direzioni: verso est e verso ovest, verso nord e verso sud. Ogni regione italiana, ma anche ogni nazione dei cinque continenti, ha ricchezze artistiche alle quali attingere e da fare conoscere. 14. Dialogare con simpatia, coltivare relazioni con gli artisti In particolare è nei riguardi dell'arte contemporanea che le diocesi italiane sono invitate a rivolgere l'attenzione e ad aprire il dialogo. I messaggi dell'arte contemporanea, infatti, sono spesso di una folgorante immediatezza, ma talvolta non sono perspicui: richiedono molta attenzione, paziente discernimento, l'aiuto di esperti in varie discipline. Molti artisti, per le più diverse ragioni, esprimono il desiderio di prendere contatto con i responsabili ecclesiastici. Non pochi responsabili ecclesiastici, a loro volta, vorrebbero prendere contatto con gli artisti. Entrambi si cercano, ma hanno difficoltà ad incontrarsi perché abitualmente non si frequentano; le occasioni e i luoghi di incontro sono troppo limitati o troppo specializzati. A questo scopo suggeriamo perciò, in primo luogo, ai membri delle Commissioni diocesane di valorizzare le occasioni esistenti, di inventare nuove occasioni di incontro e soprattutto di frequentare assiduamente gli artisti. Potranno così nascere rapporti di conoscenza e di amicizia, che consentiranno l'incontro tra la Chiesa e gli artisti, anche nelle dimensioni più personali e familiari. Gli artisti si possono incontrare nelle gallerie d'arte, nei loro studi, in occasione di mostre. Inoltre è possibile e opportuno incontrare studenti e docenti nelle Accademie d'arte pubbliche e private e nelle Facoltà universitarie. Esperti, storici e critici d'arte, direttori di musei di arte contemporanea possono aiutare a conoscersi. Un secondo strumento che consente di avviare contatti con il mondo dell'arte e degli artisti è l'informazione. Per poter animare il mondo dell'arte, le Commissioni diocesane si informino sulle iniziative ecclesiali e non ecclesiali e informino sulle iniziative che intendono realizzare o che hanno realizzato ( concerti, mostre, inaugurazione di nuove opere d'arte ), utilizzando i numerosi strumenti a disposizione, a partire dai quotidiani e dalle riviste specializzate, fino alle pubblicazioni, alla radio e alla televisione. Il mondo degli artisti è molto attento a quanto avviene nella Chiesa. Le iniziative promosse dalle diocesi italiane sono molto più numerose di quanto si supponga, ma non sono ancora sufficientemente note. Facendo circolare le informazioni tra le diocesi, almeno a livello regionale e nazionale, si faciliteranno molto i contatti anche con gli artisti. Il terzo strumento che può facilitare la creazione di relazioni personali è la collaborazione tra le Commissioni diocesane, che meriterebbe di essere intensificata almeno nell'ambito della stessa regione. Anche la più piccola tra le diocesi dispone almeno di qualche informazione che può risultare utile alle diocesi vicine: è a contatto con persone competenti, con artisti di riconosciuta capacità; ha fatto esperienze ( concorsi, mostre ) riuscite e meno riuscite. Collaborare, in questo campo, significa far conoscere, mettere a disposizione le competenze, evitare che altri siano costretti a cominciare da capo, fare tesoro delle esperienze e delle conoscenze altrui. 15. Avviare la ricerca storica e teologica In terzo luogo è urgente avviare un lavoro di approfondita ricerca circa la storia e il significato dell'arte nella vita della Chiesa, in relazione a determinati periodi storici, a particolari aree territoriali e tematiche, con la collaborazione di persone operanti nelle Università italiane, ecclesiastiche e statali, competenti in discipline teologiche, storiche, artistiche. L'esigenza sentita di dare vita a iniziative formative, da una parte, e, dall'altra, le numerose iniziative di carattere celebrativo e occasionale che continuano a essere organizzate nelle diocesi italiane mettono in luce la necessità di questo tipo di lavoro. Si tratta di un lavoro di carattere fondativo, continuativo e multidisciplinare, che in modo organico e sistematico porti alla luce le complesse vicende storiche, le motivazioni e i significati molteplici dell'impegno della Chiesa per la promozione delle arti e il significato delle arti per la vita della Chiesa. Da più parti, dunque, viene la richiesta di dare risposta a queste domande radicali e di non limitarsi a divulgare e a far apprezzare il patrimonio esistente. Dal momento che in Italia non esiste un Istituto dedicato esclusivamente alla ricerca in tale ambito, le diocesi italiane, da sole o, meglio, in collaborazione tra loro e con le diverse Istituzioni accademiche ecclesiastiche e civili esistenti, sono invitate a dare vita a iniziative che si propongano questo obiettivo o che si muovano in questa medesima prospettiva, in sintonia con il "Progetto culturale orientato in senso cristiano". 16. Curare la formazione del popolo di Dio e degli artisti La quarta scelta strategica riguarda la formazione del popolo di Dio, dei committenti, degli artisti e dei tecnici. A questo proposito occorre che le Commissioni diocesane valutino attentamente la situazione e programmino iniziative formative adeguate ai diversi tipi di destinatari e chiaramente definite nei contenuti. Molti tecnici e artisti ne fanno richiesta. Alcune diocesi o alcuni gruppi di diocesi vicine hanno promosso iniziative ben riuscite che si possono assumere come modello per analoghe iniziative. La formazione di base e la formazione permanente dei committenti ecclesiastici e religiosi è il problema più grave e urgente, ma rimane forse quello più difficile da affrontare. Questo argomento richiede una specifica ed approfondita riflessione a livello regionale e nazionale, da sviluppare unitamente ai responsabili della formazione di base e permanente del clero e dei religiosi, facendo riferimento allo specifico documento della Pontificia Commissione per la conservazione del patrimonio artistico e storico della Chiesa pubblicato il 15 ottobre 1992. 17. Qualificare la committenza ecclesiastica. Quinta scelta strategica. Le occasioni perché la committenza ecclesiastica agli artisti possa esprimersi sono ancora molto numerose e varie: si pensi alle chiese nuove da progettare, agli interventi di restauro e di adeguamento liturgico, alle vetrate e ai dipinti, ai manifesti, alle pubblicazioni, ai sussidi liturgici e catechistici. Se nel momento del bisogno non possono contare sulla consulenza della Commissione diocesana o sulla conoscenza di persone competenti, i committenti ecclesiastici rischiano di finire nelle mani di operatori incapaci o di artisti intriganti, con risultati modesti. Sarà bene, perciò, che le Commissioni diocesane siano particolarmente presenti e attive nel momento in cui i parroci e gli economi diocesani sono alla ricerca degli architetti e degli artisti per affidare loro incarichi di lavoro; i diretti committenti non siano lasciati soli ad affrontare imprese per le quali non sono in alcun modo preparati. Le Commissioni diocesane, infatti, non devono limitarsi a verificare i progetti e a esprimere i pareri di loro competenza. Hanno il compito di prendere l'iniziativa, intervenire, proporre, suggerire soluzioni, indicare rose di nomi di artisti e di progettisti veramente qualificati, offrire schemi di bandi di concorso. Un incarico ben dato, un concorso bene organizzato valgono moltissimo dal punto di vista formativo e propositivo; possono risultare più incisivi di un convegno o di un documento. II - Gli ambiti e le iniziative di una pastorale per l'arte e per gli artisti A. Gli ambiti Alcuni si domandano quali sono gli ambiti di cui le diocesi italiane dispongono per promuovere la pastorale dell'arte e degli artisti. Fino a qualche anno fa la risposta era limitata alla liturgia, come se l'unica arte di cui la Chiesa si potesse interessare fosse l'arte per la liturgia, la cosiddetta "arte sacra". Da qualche anno l'attenzione si è estesa ai beni culturali da conservare e da valorizzare. A questo proposito occorre chiarire che non vi è momento o aspetto della vita ecclesiale che si possa considerare a priori estraneo ai "linguaggi" dell'arte. La Chiesa è per definizione "sposa tutta bella", "regina rivestita di bellezza dal suo Signore". Essa non può presentarsi sciatta e disadorna in nessun momento o atto della sua vita: la bellezza, per quanto sobria, le appartiene, fa parte del suo modo di essere prima che del suo agire. 18. L'annuncio della Parola In primo luogo vi sono gli spazi offerti dalle svariate forme in cui si esprimono l'evangelizzazione, la catechesi e la comunicazione della fede e nella fede. Per quanto l'alleanza tra l'arte e la parola, tra l'arte e la catechesi sia considerata tradizionale in occidente, occorre ribadire che tale alleanza va continuamente rinnovata, dal momento che rischia di decadere o di essere totalmente trascurata. È solo da poco tempo e in pochi luoghi che il patrimonio artistico, di cui le diocesi italiane sono dotate, è ritornato a essere considerato uno strumento adatto alla comunicazione della fede. In particolare, in vista del Grande Giubileo, è bene che le diocesi ( i responsabili per i beni culturali, per il turismo, per il Giubileo ) si organizzino adeguatamente, chiedano la collaborazione di storici dell'arte, artisti, critici, grafici, teologi, catecheti, preparino sussidi e iniziative per consentire ai pellegrini e ai turisti di accostarsi alle opere d'arte sacra come a veri monumenti della fede cristiana. La stessa catechesi parrocchiale avrebbe solo da guadagnare se si aprisse di più alle grandi potenzialità del patrimonio artistico italiano. Questo campo è aperto e promettente: i responsabili diocesani per i beni culturali e per la catechesi vi lavorino insieme, chiedano la collaborazione di storici dell'arte, critici, illustratori, grafici veramente esperti. Il nuovo catechismo C.E.I. per gli adulti "La Verità vi farà liberi", e il Catechismo dei giovani/2 "Venite e vedrete" da questo punto di vista, meritano di essere assunti come modelli da imitare. Occorrerebbe inoltre estendere l'attenzione a tutti gli strumenti di comunicazione intraecclesiale, anche i più modesti, dai bollettini parrocchiali, ai manifesti, alle riviste per il clero, ai settimanali: si tratta di strumenti di grande incidenza educativa, solitamente assai trascurati, realizzati spesso in modo dilettantesco che, al contrario, costituiscono spazi ideali di lavoro e di impegno per esperti grafici, illustratori, artisti multimediali. 19. La liturgia La liturgia è stata per secoli e continua a essere, per sua natura, un terreno ideale di incontro tra la Chiesa e l'arte. In realtà, a questo riguardo, il bilancio del nostro secolo non è entusiasmante, anzi occorre dire che è spesso deludente. La convinzione che la liturgia, per essere se stessa, meriti il meglio dal punto di vista artistico non è affatto condivisa, nelle scelte concrete, da buona parte della committenza ecclesiastica. Al contrario, il dilettantismo e il pragmatismo spesso trionfano. Normalmente ci si accontenta del minimo indispensabile, in nome di un preteso funzionalismo e didatticismo, senza la benché minima preoccupazione per la ricerca della qualità. Sembra che l'apporto delle arti sia ritenuto marginale e solo facoltativo per la celebrazione dei misteri della fede. La mancanza di formazione e di competenze lascia spazio a interventi di modestissimo livello ed è la ragione per cui molte occasioni per incarichi agli artisti sono state perdute. Specialmente in relazione alla liturgia, dunque, è urgente che le Commissioni diocesane prendano l'iniziativa con grande determinazione perché essa torni a essere il campo in cui le migliori energie professionali e artistiche vengano convocate e messe alla prova. Vi è necessità di architetti, pittori e scultori, ma anche di musicisti, scenografi, grafici, stilisti di moda, arredatori, esperti in arredo floreale, registi, esperti del suono e della luce, dotati di grandi capacità e opportunamente preparati, che aiutino le chiese a diventare ciò che sono chiamate a essere, "segni e simboli delle realtà celesti". L'arte non è un lusso né una sovrastruttura, coopera potentemente a "rendere accessibile, anzi commovente, il mondo dello Spirito, dell'ineffabile". 20. La testimonianza della carità Come la storia della Chiesa insegna, i luoghi in cui la carità ( che si esprime non solo attraverso le opere di misericordia corporale e spirituale, ma nella vita delle comunità religiose e nelle relazioni tra cristiani ) si fa regola di vita sono stati modellati grazie al largo coinvolgimento degli artisti: gli ospedali, le case di accoglienza, le scuole, le università, i monasteri sono stati pensati dai loro fondatori come edifici splendidi, eventualmente poveri, ma sempre molto dignitosi, collocati, per quanto possibile, in posizioni significative. In essi architettura, pittura e scultura sono state considerate una necessità, non un lusso. La dimensione artistica è stata intesa come una componente dell'ospitalità cristiana: nell'ospite, nel pellegrino, nel malato è presente Cristo stesso. L'accoglienza che gli è dovuta esige di manifestarsi in forme di qualità elevata, non inferiori a quelle che la liturgia richiede. La qualità architettonica e artistica, se è vera, riassume ogni altra qualità funzionale. Là dove la carità viene praticata con gioia e il bene viene fatto bene, come ripetono i santi, anche la cura per il bello diventa una scelta naturale. Anche in questo caso le testimonianze che ci vengono dall'attualità e dalla storia sono numerose. Per la progettazione dello Spedale degli Innocenti - il nuovo orfanotrofio della città - Firenze non ha dubbi, incarica Filippo Brunelleschi, il progettista della cupola di Santa Maria del Fiore: carità e liturgia esigono il meglio dell'architettura. A Roma, l'Oratorio della Vallicella, il cui progetto viene richiesto al Borromini, unisce carità e cultura. D'altra parte, per decorare le celle del convento di San Marco a Firenze l'incarico non può andare che al Beato Angelico: anche la vita comune e la preghiera personale non possono fare a meno dell'arte. Da parte loro, le confraternite, sorte per esercitare le opere di misericordia spirituale e corporale, in tutte le regioni italiane sono state fra le più importanti committenti di artisti famosi. Anche oggi le residenze e i luoghi per il recupero dei tossicodipendenti sono scelti con grande cura, perché il contatto con la bellezza dell'architettura e della natura contribuisce a far ritrovare la dignità a chi l'ha smarrita. B. Le iniziative Veniamo ora a precisare meglio alcune iniziative di cui si è parlato in precedenza in modo generico. 21. Iniziative formative. È urgente che le Commissioni diocesane, con la collaborazione dei docenti dei rispettivi seminari, delle Facoltà civili ed ecclesiastiche e di esperti operanti nelle Istituzioni pubbliche e private, programmino iniziative formative, ponendo molta attenzione nell'identificare i destinatari, i programmi, le modalità didattiche. a) Quanto ai destinatari è il caso di ricordare che essi sono molto diversificati e vanno interpellati distintamente. A questo proposito si possono distinguere tre gruppi di destinatari: gli operatori: - artisti professionisti, - amatori, appassionati, cultori d'arte, - architetti e ingegneri civili, tecnici, - creatori di moda, - designer, - artigiani ed esperti vari; gli insegnanti e studenti: - insegnanti di religione nelle scuole medie, - docenti degli Studi teologici, delle Facoltà teologiche, degli Istituti di scienze religiose, - docenti delle scuole di ogni ordine e grado, - studenti dei Conservatori, delle Accademie di belle arti e delle Facoltà di architettura e di lettere; i responsabili istituzionali: - sacerdoti e responsabili dell'attività pastorale, - operatori pastorali ( come i gruppi di animazione liturgica parrocchiale ). b) Le iniziative formative possono assumere le più svariate forme: seminario, ciclo di lezioni limitato nel tempo, settimana intensiva di studio, corso di formazione di durata annuale. c) I programmi siano definiti nelle linee generali dalla Commissione diocesana, non affidati totalmente agli esperti esterni e comprendano le questioni tecniche, collocandole nel contesto ecclesiale, presentato dal punto di vista istituzionale, teologico, liturgico e storico. Si dovrebbe far sì che tra i docenti provenienti dalle diverse Istituzioni si crei un clima di scambio e una conoscenza profonda. Nei programmi delle diverse iniziative formative non potranno mancare gli insegnamenti specifici del Concilio Ecumenico Vaticano II e i recenti documenti della Conferenza Episcopale Italiana. In generale, inoltre, sarà opportuno partire dagli interessi più sentiti; ad esempio, pare necessario dare spazio all'informazione riguardante il significato e i contenuti del prossimo Grande Giubileo; i programmi dovranno poi allargare l'orizzonte alla conoscenza della liturgia, della Sacra Scrittura e delle diverse discipline teologiche. d) Meritano una particolare attenzione le iniziative formative che hanno come destinatari i futuri responsabili delle comunità cristiane. A questo scopo si consiglia di coinvolgere nelle iniziative formative promosse in ciascuna diocesi i docenti dei seminari. Non si esiti, poi, a prendere contatto con i responsabili dei seminari per studiare con loro opportune iniziative, come incontri con artisti, visite guidate, cicli di conferenze, viaggi di studio. 22. Iniziative per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale. Alcune iniziative volte alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio artistico esistente possono essere assai utili per la pastorale dell'arte e degli artisti. - Giornate particolari. La celebrazione annuale del Beato Angelico, il 18 febbraio, recentemente istituita, merita di essere opportunamente valorizzata. Essa può diventare una valida occasione di incontro e di scambio con gli artisti. Può diventare la giornata in cui la Commissione diocesana presenta, illustra e discute pubblicamente il suo bilancio annuale: iniziative realizzate e programmate. - Tra le iniziative particolari vanno inserite la presentazione di interventi di restauro, l'avvio e il completamento di lavori di rilevanza diocesana, come ad esempio interventi alla cattedrale, al museo, all'archivio, alla biblioteca diocesana, la presentazione di concorsi, la inaugurazione di opere d'arte di particolare interesse. - In alcune diocesi la Commissione usa organizzare viaggi di studio per conoscere opere e autori in Italia e in altri paesi: si tratta di un'iniziativa molto valida. a) Mostre. Le mostre di arte contemporanea e di arte antica sono iniziative molto importanti; esse sono da considerare grandi eventi anche per la vita culturale della diocesi e non solo della comunità civile. Le Commissioni diocesane dovrebbero inserire nei loro programmi la visita delle mostre italiane più importanti, in modo da farne oggetto di attenta valutazione e da promuovere incontri e dibattiti all'interno delle comunità cristiane. È buona cosa che, alle condizioni note, le diocesi collaborino alla preparazione di mostre promosse da Enti pubblici e da privati che siano veramente qualificati. Inoltre, le diocesi stesse potranno organizzare mostre, in occasione di ricorrenze particolari ( come la celebrazione del Sinodo diocesano, il centenario della diocesi, della cattedrale, di qualche artista ). Il Grande Giubileo costituisce una valida occasione, con i suoi temi teologicamente forti - Gesù Cristo, lo Spirito Santo, il Padre -, per realizzare mostre utilizzando il patrimonio artistico esistente nelle chiese della diocesi. b) Turismo e pellegrinaggio. Il numero dei turisti che visitano le chiese italiane sta aumentando ed è destinato a crescere ulteriormente in occasione del Grande Giubileo e anche negli anni successivi. Si offre così alle diocesi italiane una notevole occasione di incontrare molte persone provenienti da altri paesi, di accoglierle e di far loro conoscere, mediante il patrimonio artistico, le vicende storiche delle comunità cristiane. L'occasione è davvero storica e non va perduta. Occorre però preparare personale per l'accoglienza, itinerari, sussidi stampati, chiese aperte e ospitali. Vi è molto lavoro da fare per le Commissioni diocesane. Anche in questo contesto possono nascere molte collaborazioni. c) Ricerca e insegnamento universitario. I contatti con il mondo accademico e universitario tornano a essere oggi possibili e ricchi di prospettive per la pastorale dell'arte e degli artisti. Negli anni recenti due iniziative sono state felicemente realizzate in varie Università italiane: la promozione di corsi universitari sulla progettazione di chiese e la realizzazione di opere d'arte a tema religioso; la partecipazione di esperti teologi a seminari promossi da docenti delle Università statali e da Accademie di belle arti. Considerato il clima di grande disponibilità nelle Università italiane, oltre a quelle ricordate, altre iniziative potrebbero essere realizzate: l'affidamento a docenti universitari di ricerche riguardanti la storia e il significato dell'arte sacra; seminari specialistici per docenti di discipline teologiche e discipline storiche e progettuali; la creazione di borse di studio per tesi di laurea e tesi di dottorato. 23. Qualificazione delle iniziative artistiche La promozione della pastorale dell'arte e degli artisti può avvenire ogni qual volta una comunità cristana intraprenda qualche iniziativa artistica riguardante, ad esempio, la conservazione, la creazione ( nuove chiese e nuovi complessi parrocchiali ) e l'adattamento del patrimonio architettonico e artistico. A questo proposito i documenti pubblicati recentemente dalla Conferenza Episcopale Italiana in merito ai beni culturali, alla progettazione di chiese nuove e all'adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica sono ricchi di indicazioni e attendono di essere divulgati e fatti conoscere. Tali documenti costituiscono il riferimento naturale anche per i concorsi promossi dalle diocesi. In particolare, per qualificare le iniziative artistiche promosse dalle comunità cristiane, è essenziale che siano rispettate due condizioni: la individuazione degli operatori a cui affidare incarichi artistici sia fatta da parte di persone veramente competenti nelle diverse discipline artistiche, non da parte degli economi parrocchiali o diocesani ( ai quali, comunque, spetta il delicato controllo degli aspetti economici delle iniziative ); le persone incaricate - architetti e artisti - siano sempre scelti in base alla effettiva, riconosciuta competenza. 24. Concorsi I concorsi sono strumenti molto conosciuti e praticati per la ricerca di progettisti e di artisti particolarmente qualificati e per una migliore comprensione degli stessi temi di progettazione. La Chiesa cattolica ne ha fatto larghissimo uso nei secoli scorsi e li sta riscoprendo in questi anni. La Conferenza Episcopale Italiana, nei documenti dedicati alla progettazione di chiese nuove e all'adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica raccomanda l'uso dei concorsi e, in particolare, dei concorsi a invito. Recentemente, inoltre, la Conferenza Episcopale Italiana, allo scopo di migliorare la qualità delle nuove costruzioni, ha deciso di sostenere finanziariamente le diocesi che indicono concorsi a invito e di finanziare ogni anno tre grandi concorsi di questo tipo. Perché i concorsi diano i risultati attesi è indispensabile che essi siano impostati in maniera corretta, sotto il diretto controllo della Commissione diocesana; al contrario, non è prudente affidarli totalmente alle parrocchie interessate. 25. L'informazione e la documentazione Per svolgere il suo servizio sarà opportuno che ogni Commissione diocesana per l'arte sacra e i beni culturali svolga due funzioni fondamentali, informare e documentare. Tali funzioni sono di grande importanza anche nella pastorale dell'arte e degli artisti. Informare. Si tratta di organizzarsi per essere disponibili a fornire informazioni a chi si rivolge alla Commissione o più genericamente alla Curia diocesana. Molte persone, infatti, chiedono informazioni di carattere generico, ma vi sono studenti, studiosi, artisti, professionisti che chiedono vere e proprie consulenze. I parroci poi chiedono informazioni, consulenze e consigli. Anche i giornalisti hanno bisogno di un punto di riferimento competente in ogni Curia. Inoltre, molto c'è da fare per mettere in circolazione le informazioni, utilizzando i canali informali, che consentono di mantenere contatti continui con le altre diocesi della medesima regione, con l'Ufficio nazionale e con la Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa. Infine, è necessario alimentare i mezzi di comunicazione, stampa, radio, televisione, tempestivamente, e con ragionevole frequenza. Documentare. Va da sé che non si può dare quello che non si ha. Per informare, cioè, occorre essere ben documentati. Anche questo è un compito specifico delle Commissioni diocesane. Innanzitutto occorre tenere l'archivio dei progetti e degli avvenimenti diocesani, l'inventario dei beni artistici e storici, il censimento delle chiese, l'elenco degli archivi, delle biblioteche e dei musei. In secondo luogo occorre avere a disposizione la raccolta dei principali documenti della Chiesa che riguardano l'arte sacra e i beni culturali, le principali riviste di arte, architettura e arte sacra. Infine è molto utile disporre di uno schedario aggiornato con i nominativi di professionisti, architetti, artisti, artigiani, imprese, restauratori di provata capacità da mettere a disposizione di volta in volta dei parroci che ne fanno richiesta. Una piccola biblioteca specializzata completa il centro diocesano di documentazione, di cui la Commissione diocesana si serve: testi conciliari, testi della CEI, cataloghi di mostre, pubblicazioni specializzate, riviste di settore. III - Strutture diocesane, interdiocesane e nazionali 26. Le strutture necessarie Anche la pastorale per l'arte e per gli artisti, come ogni altro settore della pastorale, se è debitrice nei riguardi di personalità carismatiche, ha bisogno di una rete uniforme di operatori insediati presso le Curie di ogni diocesi. L'arte e gli artisti, essendo per definizione liberi, non possono certo obbedire a direttive. La pastorale per gli artisti, invece, ha bisogno di strumenti per crescere. Ciò che proponiamo, perciò, è semplicemente una rete nazionale, molto leggera, ma omogenea, che faccia da supporto, offra aiuti e dia suggerimenti. Questa rete non è da creare, esiste già: è costituita dagli organismi che si prendono cura dell'arte sacra e dei beni culturali. Si tratta forse solo di completarla, di sensibilizzarla e di renderla più vivace e solidale. 27. A livello di ogni diocesi Per la promozione della pastorale dell'arte e degli artisti gli organismi necessari e sufficienti sono quelli esistenti: l'Ufficio diocesano per i beni culturali e l'arte sacra e la Commissione diocesana per i beni culturali e l'arte sacra ( i cui statuti-tipo sono riportati in Appendice ) 28. A livello interdiocesano Là dove se ne presenta la necessità, specialmente nel caso in cui diocesi molto piccole non riescono, da sole, a dotarsi degli strumenti necessari, si suggerisce che gli organismi di cui al numero precedente vengano costituiti a livello interdiocesano. 29. A livello regionale La Consulta regionale per l'arte sacra e i beni culturali ( di cui si riporta in Appendice un possibile statuto tipo ) è lo strumento ideale per coordinare l'attività delle diocesi presenti nel territorio di una medesima regione ecclesiastica. A livello regionale potrebbe essere assai utile programmare almeno alcune iniziative formative in comune e predisporre il calendario annuale delle attività ( mostre, convegni ). 30. A livello nazionale A livello nazionale esistono già due organismi: l'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici, fondato nel 1995, e la Consulta nazionale per i beni culturali ecclesiastici, fondata nel 1989. È attualmente allo studio la istituzione del "Forum delle associazioni e dei movimenti impegnati nel campo della pastorale dell'arte e degli artisti". L'Ufficio nazionale è stabilmente al servizio delle diocesi e delle regioni per informazioni, consulenza, conferenze e visite. Dalla sua istituzione l'Ufficio nazionale compila il calendario annuale delle iniziative artistiche promosse dalle diocesi o da altri enti. 31. Le famiglie religiose, le associazioni e i movimenti, i gruppi e le singole persone Il perno della pastorale per l'arte e per gli artisti, in Italia, è da tempo costituito da famiglie religiose ( come i Francescani, i Gesuiti, i Passionisti, la Famiglia Beato Angelico ), associazioni ( come l'UCAI ), movimenti ( come CL, il Movimento dei Focolari ), gruppi e persone singole. Ad essi si deve il lavoro che in questo secolo è stato compiuto in Italia. Il loro impegno e la loro presenza rimangono indispensabili: la saggezza delle Commissioni diocesane saprà prevedere le forme opportune per garantire una proficua collaborazione. Alle associazioni e ai movimenti, in particolare è affidato il compito della formazione dei loro associati e di fare da tramite tra la Chiesa, gli artisti e le nuove correnti artistiche, in modo da consentire a tutte le comunità ecclesiali di conoscere artisti e linguaggi contemporanei e da consentire agli artisti di entrare in contatto con la Chiesa. Conclusione 32. Messaggio agli artisti La conclusione più adatta di questo sussidio rimane ancora oggi il messaggio che il Concilio rivolgeva agli artisti l'8 dicembre 1965, a conclusione dei suoi lavori. "Ora a voi tutti, adesso, artisti, che siete innamorati della bellezza e che per essa lavorate; poeti e uomini di lettere, pittori, scultori, architetti, musicisti, gente di teatro e di cinema … A voi tutti la Chiesa del Concilio dice con la nostra voce: se voi siete gli amici della vera arte, voi siete nostri amici! Da lungo tempo la Chiesa ha fatto alleanza con voi. Voi avete edificato e decorato i suoi templi, celebrato i suoi dogmi, arricchito la sua liturgia. Voi l'avete aiutata a tradurre il suo divino messaggio nel linguaggio delle forme e delle figure, a rendere sensibile il mondo invisibile. Oggi come ieri, la Chiesa ha bisogno di voi e si rivolge a voi. Essa vi dice con la nostra voce: non lasciate interrompere un'alleanza feconda fra tutte! Non rifiutate di mettere il vostro talento al servizio della verità divina! Non chiudete il vostro spirito al soffio dello Spirito Santo! Questo mondo nel quale noi viviamo ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione. La bellezza, come la verità, mette la gioia nel cuore degli uomini ed è un frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell'ammirazione. E questo grazie alle vostre mani … Che queste mani siano pure e disinteressate! Ricordatevi che siete i guardiani della bellezza nel mondo: basti questo a liberarvi da gusti effimeri e senza valori veri, a rendervi capaci di rinunciare ad espressioni strane o malsane. Siate sempre e ovunque degni del vostro ideale, e sarete degni della Chiesa, la quale, con la nostra voce, vi rivolge oggi il suo messaggio di amicizia, di salute, di grazie e di benedizione."