Vi ho chiamato amici

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Molte lingue, un solo popolo

Ricorreva per gli ebrei la festa della Pentecoste quando sugli apostoli, radunati con Maria nel Cenacolo, scese lo Spirito Santo.

"Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.

Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.

Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo.

Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua" ( At 2,1-6 ).

La comunità cristiana ha riconosciuto in questo avvenimento straordinario la manifestazione del popolo della nuova alleanza, il popolo che si caratterizza per la presenza incessante dello Spirito.

Quel giorno il primo nucleo dei discepoli di Gesù prende coscienza della sua missione: testimoniare che Gesù è risorto e che per mezzo di lui tutti i popoli sono chiamati a formare una grande famiglia.

A Gerusalemme inizia la corsa del Vangelo verso il mondo.

I fatti della Pentecoste rivelano che la Chiesa fin dalle sue origini non nasce da un progetto umano.

La Chiesa è opera di Dio, nasce per sua iniziativa: sua è la chiamata, suo è il dono dello Spirito.

La Chiesa è opera di Dio. Fondata da Gesù Cristo, è edificata dallo Spirito come comunione e missione di salvezza.

Il libro degli Atti degli Apostoli

L'autore del libro degli Atti è, secondo la concorde tradizione della Chiesa, l'evangelista Luca.

Egli doveva disporre di documenti utili per la redazione del testo, steso con cura e ricco di notizie storiche sulle prime comunità dei discepoli.

Il Vangelo di Luca e il libro degli Atti possono essere considerati come una sola opera, che oggi intitoleremmo: La storia delle origini cristiane.

Luca nel suo Vangelo mostra come tutta la vita di Gesù è orientata verso Gerusalemme, la città dove egli compie la nuova alleanza nel suo sangue.

Gerusalemme è anche la città in cui lo Spirito Santo scende sugli apostoli e da dove il Vangelo si irradia in tutto il mondo.

In questo modo Luca vuole indicare come la storia della salvezza, che ha raggiunto il suo momento centrale nella morte e risurrezione di Gesù, continua nella Chiesa.

Nello stesso tempo, Luca mostra la continuità storica del popolo di Dio dell'Antico e del Nuovo Testamento: la Chiesa, erede di tutte le promesse dell'Antico Testamento, è il nuovo popolo di Dio che trova in Cristo morto e risorto e nel suo Spirito il fondamento del suo esistere e della sua missione di salvezza per il mondo intero.

La fede cristiana affonda le sue radici a Gerusalemme, dove la comunità primitiva cresce in grazia e in numero ( At 2-5 ).

Presto comincia la espansione, preparata dalla tendenza universalistica dei convertiti dal giudaismo ellenistico e favorita dalla loro espulsione da Gerusalemme, dopo il martirio di Stefano ( At 6,1-8,3 ).

La parola di Dio raggiunge la Samaria ( At 8,4-25 ) e ugualmente la regione a sud e a ovest di Gerusalemme fino alla costa ( At 8,26-40; At 9,32-11,18 ); dal racconto della conversione di Paolo risulta che già ci sono cristiani a Damasco e che anche l'evangelizzazione della Cilicia è in atto ( At 9,1-31 ).

Poi è Antiochia che riceve il messaggio di Gesù ( At 11,19-26 ), città destinata a diventare un centro di irradiazione del cristianesimo nel medio oriente.

Inizialmente però il Vangelo viene predicato solo all'interno del giudaismo.

Ma il Vangelo di Cristo non è destinato anche ai pagani?

Lo rivela il fatto prodigioso della conversione di Cornelio ( At 10 ), che ha come protagonista Pietro.

Poi il racconto di Luca darà sempre più evidenza all'opera missionaria di Paolo, l'apostolo dei pagani.

Dopo un primo viaggio a Cipro e in Asia Minore ( prima del Concilio di Gerusalemme ) Paolo farà altri due viaggi fino in Macedonia e in Grecia ( At 15,36-18,22 e At 8,23-21,17 ).

Ogni volta egli fa ritorno a Gerusalemme.

Il suo arresto in questa città e poi la prigionia a Cesarèa ( At 21,18-26,32 ) gli permetteranno di essere condotto prigioniero, sempre però missionario, fino a Roma, dove in catene non cesserà di essere apostolo e di annunziare il Cristo ( At 28,16-31 ).

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