Catechismo della Chiesa Cattolica

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I dieci comandamenti

2056 Il Decalogo nella Sacra Scrittura

La parola « Decalogo » significa alla lettera « dieci parole » ( Es 34,28; Dt 4,13; Dt 10,4 ).

Queste « dieci parole » Dio le ha rivelate al suo popolo sulla santa montagna.

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Le ha scritte con il suo « dito » ( Es 31,18; Dt 5,22 ) a differenza degli altri precetti scritti da Mosè. ( Dt 31,9; Dt 31,24 )

Esse sono parole di Dio per eccellenza.

Ci sono trasmesse nel libro dell'Esodo ( Es 20,1-17 ) e in quello del Deuteronomio. ( Dt 5,6-22 )

Fin dall'Antico Testamento i Libri Sacri fanno riferimento alle « dieci parole ».( Os 4,2; Ger 7,9; Ez 18,5-9 )

Ma è nella Nuova Alleanza in Gesù Cristo che sarà rivelato il loro pieno senso.

2057 Il Decalogo si comprende innanzi tutto nel contesto dell'Esodo che è il grande evento liberatore di Dio al centro dell'Antica Alleanza.

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Siano essi formulati come precetti negativi, divieti, o come comandamenti positivi (come: « onora tuo padre e tua madre »), le « dieci parole » indicano le condizioni di una vita liberata dalla schiavitù del peccato.

Il Decalogo è un cammino di vita:

Ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi ( Dt 30,16 ).

Questa forza liberatrice del Decalogo appare, per esempio, nel comandamento sul riposo del sabato, destinato parimenti agli stranieri e gli schiavi:

Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso ( Dt 5,15 ).

2058 Le « dieci parole » riassumono e proclamano la legge di Dio: « Queste parole pronunciò il Signore, parlando a tutta la vostra assemblea, sul monte, dal fuoco, dalla nube e dall'oscurità, con voce poderosa, e non aggiunse altro.

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Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede » ( Dt 5,22 ).

Perciò queste due tavole sono chiamate « la Testimonianza » ( Es 25,16 ).

Esse contengono infatti le clausole dell'alleanza conclusa tra Dio e il suo popolo.

Queste « tavole della Testimonianza » ( Es 31,18; Es 32,15; Es 34,29 ) devono essere collocate nell'« arca »
( Es 25,16; Es 40,1-2 ).

2059 Le « dieci parole » sono pronunciate da Dio durante una teofania (« Il Signore vi ha parlato faccia a faccia sul monte dal fuoco »: Dt 5,4 ).

Appartengono alla rivelazione che Dio fa di se stesso e della sua gloria.

Il dono dei comandamenti è dono di Dio stesso e della sua santa volontà.

Facendo conoscere le sue volontà, Dio si rivela al suo popolo.

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2060 Il dono dei comandamenti e della Legge fa parte dell'Alleanza conclusa da Dio con i suoi.

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Secondo il libro dell'Esodo, la rivelazione delle « dieci parole » viene accordata tra la proposta dell'Alleanza
( Es 19 ) e la sua stipulazione, ( Es 24 ) dopo che il popolo si è impegnato a « fare » tutto ciò che il Signore aveva detto e ad « obbedirvi » ( Es 24,7 ).

Il Decalogo non viene mai trasmesso se non dopo la rievocazione dell'Alleanza (Il Signore nostro Dio ha stabilito con noi un'alleanza sull'Oreb: Dt 5,2 ).

2061 I comandamenti ricevono il loro pieno significato all'interno dell'Alleanza.

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Secondo la Scrittura, l'agire morale dell'uomo prende tutto il proprio senso nella e per l'Alleanza.

La prima delle « dieci parole » ricorda l'iniziativa d'amore di Dio per il suo popolo:

Poiché l'uomo, per castigo del peccato, era venuto dal paradiso della libertà alla schiavitù di questo mondo, per questo la prima parola del Decalogo, cioè la prima voce dei comandamenti di Dio, tratta della libertà dicendo: Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione di schiavitù ( Es 20,2; Dt 5,6 ).12

2062 I comandamenti propriamente detti vengono in secondo luogo; essi esprimono le implicanze della appartenenza a Dio stabilita attraverso l'Alleanza.

L'esistenza morale è risposta all'iniziativa d'amore del Signore.

È riconoscenza, omaggio a Dio e culto d'azione di grazie.

È cooperazione al piano che Dio persegue nella storia.

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2063 L'Alleanza e il dialogo tra Dio e l'uomo sono ancora attestati dal fatto che tutte le imposizioni sono enunciate in prima persona (« Io sono il Signore… ») e rivolte a un altro soggetto (« tu… »).

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In tutti i comandamenti di Dio è un pronome personale singolare che indica il destinatario.

Dio fa conoscere la sua volontà a tutto il popolo e, nello stesso tempo, a ciascuno in particolare:

Il Signore comandò l'amore verso Dio e insegnò la giustizia verso il prossimo, affinché l'uomo non fosse né ingiusto, né indegno di Dio.

Così, per mezzo del Decalogo, Dio preparava l'uomo a diventare suo amico e ad avere un solo cuore con il suo prossimo…

Le parole del Decalogo restano validissime per noi.

Lungi dall'essere abolite, esse sono state portate a pienezza di significato e di sviluppo dalla venuta del Signore nella carne.13

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12 Origene, Homiliae in Exodum, 8, 1
13 Sant' Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4, 16, 3-4