24 gennaio 1971

Abbiamo pregato in questi giorni, voi lo sapete, per la pace nel mondo, problema sempre aperto e sempre dolente; abbiamo pregato per la ricomposizione dell'unità dei Cristiani separati secondo la volontà di Cristo, fondatore d'una unica Chiesa; e continueremo a pregare.

Ma oggi quale intenzione particolare proporremo Noi alla vostra carità?

Proponiamo la Chiesa sofferente.

Vi è sempre la « Chiesa del silenzio », cioè quella che in diverse e vaste regioni del mondo è priva della legittima libertà di vita e di espressione, che pur dovrebbe esserle riconosciuta, secondo i proclamati diritti dell'uomo, e che non è certo una minaccia all'ordine pubblico: intere comunità cattoliche, un tempo pacifiche e fiorenti, sono soffocate o sono soppresse, consumate da un tacito e spesso eroico martirio.

Devono un giorno sapere questi fratelli umiliati che Noi non li abbiamo dimenticati e che abbiamo alimentato nello spirito e nella passione una comunione fedele.

Poi vi sono Chiese che soffrono per episodi e situazioni speciali.

Alcune di esse sono in Africa, quell'Africa da Noi tanto amata come una « nuova patria di Cristo ».

Avete di certo anche voi notizia d'un singolare e clamoroso processo intentato contro persone accusate d'essere fautrici di complotti e di ribellioni: vi è implicato un carissimo Arcivescovo, per quanto sappiamo, innocente e minacciato di terribile supplizio.

Abbiamo Noi stessi invocato dalla suprema Autorità dello Stato giustizia serena e magnanima clemenza per lui, ed anche per gli altri accusati.

Speriamo.

E dove poi non soffre oggi la Chiesa?

non sono forse spesso i suoi figli che le fanno sorgere in seno acerbi dolori per infedeltà, defezioni, contestazioni e velleità d'ogni genere?

dov'è l'armonia gaudiosa della fede e della carità, che dovrebbe essere propria della nostra Chiesa cattolica?

Anche per questa passione, fratelli e figli, preghiamo.